INFORMAZIONI![]() Paola AgassoYOOX spa Internet e Portali Ruolo: Group Chief Financial Officer Area: Finance, Administration and Control Paola Agasso |
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(Adnkronos) - "Questa 3 giorni toccherà temi come il dolore acuto, dolore cronico con uno sguardo verso le nuove tecnologie che possano migliorare la vita dei pazienti. Sono in programma tavole rotonde sulla medicina di genere e sui temi dell'attualità" come "il nuovo codice della strada e le problematiche che riguardano i pazienti che assumono terapie prescritte in maniera cronica. Si tratta di un momento interessante, siamo molto soddisfatti della grande partecipazione e ci aspettiamo numerosi momenti di confronto". Così Elena Bignami, presidente Siaarti, Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, all'Adnkronos Salute illustra i contenuti del XXIV Congresso Siaarti Acd 2025 dell'Area culturale dolore e cure palliative, che si è aperto oggi a Bari. "Il tema del dolore e delle cure palliative è oggi al centro di una profonda trasformazione culturale e scientifica - sottolinea Bignami - E' nostro dovere, come società scientifica, offrire ai professionisti strumenti aggiornati e occasioni di confronto per migliorare la qualità di vita dei pazienti, in un'ottica di umanizzazione e sostenibilità. Con la presenza di esperti nazionali e internazionali e la scelta di un programma green print, l'Acd 2025 coniuga rigore scientifico, sostenibilità e centralità della persona in un percorso di aggiornamento e crescita condivisa".
(Adnkronos) - La creazione di valore per Coricelli passa dalla sostenibilità, diventata un asset fondamentale della propria visione d’impresa. Con il suo modello di business sostenibile Coricelli si è imposta nel settore oleario come esempio virtuoso di trasparenza, solidità e crescita arrivando ad un risultato straordinario nel 2024: fatturato record di 415 milioni di euro, con un incremento del 25 % rispetto all’anno precedente. In crescita anche i volumi di vendita con oltre 62 milioni di litri venduti (+3,7 rispetto all’anno precedente). La rendicontazione delle performance finanziarie insieme alle informazioni in ambito Environment, Social & Governance (Esg) sono raccontate, per il terzo anno, nel Report Integrato 2024 che comprende anche il Bilancio di Esercizio. Anche questa edizione è stata redatta su base volontaria, non raggiungendo i criteri dimensionali per l’obbligatorietà, in conformità agli European Sustainability Reporting Standards (Esrs) per offrire una visione completa, misurabile e trasparente dell’operato aziendale. L’azienda olearia fondata a Spoleto (PG) nel 1939, presente sul mercato nazionale e internazionale con i brand Pietro Coricelli e Olio Cirio (acquisito nel 2009) è guidata dal 2018 da Chiara Coricelli, presidente e ad dell’impresa di famiglia. Sotto la sua guida l’azienda ha registrato di anno in anno risultati in costante crescita puntando su innovazione e sostenibilità, senza perdere di vista l’eredità che si tramanda da tre generazioni. A contribuire al traguardo significativo raggiunto nel 2024 è il risultato ottenuto sul mercato italiano dove, nonostante il comparto olio evo presenta volumi in leggero calo rispetto all’anno precedente, Pietro Coricelli è cresciuta del 22% raggiungendo così una quota di mercato del 13,4% sul canale It Iper e Super* e la leadership nel segmento 100% italiano. Un ulteriore asset strategico dello sviluppo di Coricelli è l’export, che pesa per il 36% delle vendite. I principali mercati sono Stati Uniti, Messico, Giappone, Belgio dove l’olio Coricelli è apprezzato per la sua qualità premium; nel mirino il potenziamento di Canada, Uk, Russia, Brasile. “Negli ultimi anni la nostra progettualità è stata focalizzata sulla valorizzazione dell’olio extravergine di oliva 100% italiano. Abbiamo investito in innovazione e in sostenibilità per far rinascere le filiere olearie italiane. La nostra visione e le nostre azioni hanno trovato casa anche quest’anno nel Report Integrato, diventato uno strumento potentissimo per misurare il nostro impatto, analizzare il nostro operato, trasferire all’esterno con trasparenza il nostro modello di business. Un documento che racchiude il valore della nostra identità. Gli sforzi importanti realizzati ci premiano anche nei numeri e ci confermano che siamo sulla strada giusta per proseguire il nostro ambizioso progetto di sviluppo sostenibile”, commenta Chiara Coricelli, presidente e ad di Pietro Coricelli Spa. La scelta delle informazioni da rendicontare è stata effettuata attraverso un processo di valutazione fondato sul principio della doppia materialità. L’analisi dell’engagement interno ed esterno ha permesso all’azienda di prendere in considerazione gli impatti significativi, attuali o potenziali, sulla società e sull’ambiente generati dalle proprie attività e da quelle della propria catena di valore. Tra gli interventi più significati emersi dal Report Integrato 2024 si evidenzia il continuo impegno sul fronte ambiente attraverso investimenti in impianti ad alta efficienza energetica, nella promozione dell’economia circolare e nella valorizzazione della filiera olearia sostenibile, favorendo pratiche produttive responsabili e attente alla tutela del territorio. Il tutto si traduce in un miglior uso delle risorse energetiche, che, nel caso del metano per tonnellata di olio prodotta scende del 81% verso l’anno precedente e nell’uso di plastica, attraverso la transizione a packaging sostenibili, con riduzioni che arrivano fino al fino -38% di film termo retraibile. L’adozione di buone pratiche per il recupero e riciclo dei materiali di consumo hanno permesso di arrivare al 68% di vetro riciclato e all’83% di carta/cartone riciclato. Sul fronte relativo all’attenzione verso le persone si segnala il Contributo Nido dedicato alle neo mamme e ai neo papà per favorire la parità di genere permettendo loro di affrontare con maggiore serenità le spese di asilo nido. Aumenta anche il tempo dedicato alla formazione del personale con 2.300 ore erogate. Tra le Best Practice si segnala il progetto Filiera Olearia Sostenibile, partito nel 2021 con il primo accordo nazionale di filiera e arricchito nel novembre 2024 con una nuova iniziativa per la valorizzazione dell’olio certificato Dop Umbria. Coricelli ha siglato, infatti, un nuovo accordo di filiera di lunga durata con l’Organizzazione di Produttori Aprol Umbria, espressione di Coldiretti, per portare sugli scaffali della grande distribuzione italiana un’eccellenza locale. Solo nel 2024 alle oltre 310.000 bottiglie di olio evo immesse sul mercato con la firma degli agricoltori italiani si sommano più di 3.000 bottiglie di Dop Umbria, prodotte con la garanzia di prezzi minimi e condizioni di pagamento vantaggiose per gli olivicoltori favorendo, pertanto, una maggiore programmazione delle attività agricole e una distribuzione più equa del valore lungo la filiera. “Migliorare non è solo una scelta ma anche una responsabilità. Continueremo ad accogliere la sfida della sostenibilità su tutti i fronti, a piccoli passi, in modo sempre concreto e trasparente. I nostri progetti prevedono, inoltre, nuovi investimenti in innovazione ed energia rinnovabile per rendere il nostro stabilimento di Spoleto sempre più green e altamente tecnologico”, conclude Chiara Coricelli.
(Adnkronos) - Si è tenuta oggi nella Sala degli Squadratori all’Arsenale di Venezia la prima conferenza della Biennale della Sostenibilità 2025, organizzata dalla Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità / Venice Sustainability Foundation (Vsf), dal titolo 'Ricerca, Formazione, Innovazione. Verso un cluster della Conoscenza a Venezia'. I saluti istituzionali sono stati portati dal Contrammiraglio e Comandante dell’Istituto di Studi Militari Marittimi e del Presidio di Venezia, Marina Militare, Domenico Guglielmi, il quale ha spiegato come questo tema sia di grandissimo interesse, aggiungendo che la Marina è pronta a fare la sua parte. Per il sindaco e vicepresidente Vsf di Venezia, Luigi Brugnaro, "il cluster della conoscenza è una sfida concreta per il rilancio socio-economico della città. L’obiettivo comune è di attrarre capitale umano, imprese innovative e investimenti sostenibili. Deve vincere l’idea del lavoro, della ricerca, dell’impegno. L’Arsenale è un esempio di riconversione intelligente, un luogo che torna ad essere motore produttivo, ma questa volta connesso al sapere, all’innovazione, alla sostenibilità". Renato Brunetta, presidente Vsf, ha fatto il punto della situazione sullo sviluppo che la Fondazione sta avendo. "Oggi Venezia si propone come un cluster della conoscenza, una costellazione di imprese, istituzioni e saperi interconnessi - ha detto Brunetta - Questo cluster, in fondo, rappresenta la sublimazione di ciò che Venezia è sempre stata: un faro di civiltà, un crocevia di intelligenze. Oggi può tornare ad esserlo, declinando la modernità attraverso università, laboratori, brevetti, cultura e scienza. Una città che non si arrende alla monocultura turistica, ma che si reinventa come capitale globale del sapere sostenibile, in grado di ispirare il mondo con il proprio esempio". Nel corso del primo panel 'Verso un cluster urbano della conoscenza a Venezia' si è affrontato il tema grazie ai contributi di Benno Albrecht, rettore dell’Università Iuav di Venezia, Giuseppe Schivardi, contrammiraglio e direttore dell’Istituto di Studi Militari Marittimi della Marina Militare, Luiza Anna Bialasiewicz, professoressa dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Francesco Marcello Falcieri, responsabile Ismar-Venezia, Cnr, e Paola Mar, assessore all’Università del Comune di Venezia. I relatori hanno presentato una serie di considerazioni sul progetto 'Venezia Città Campus', approfondendo il tema con un focus sulla realizzazione di nuovi corsi e la costruzione di reti di collaborazione tra privati, istituzioni pubbliche, istituzioni di ricerca e università. Il secondo panel, rivolto alle esperienze internazionali, si è focalizzato sulle esperienze di Marsiglia, Amsterdam e Valencia. Willem Van Winden, direttore del Centro per la Trasformazione Economica, Università di Scienze Applicate di Amsterdam ha spiegato che gli elementi fondamentali di una buona knowledge city sono l’accessibilità, la qualità della vita, la presenza di università, la capacità di attrarre talenti e le imprese. Ma è essenziale che siano connessi tra loro. Il sistema di Amsterdam coinvolge l’intera regione, sostenuta da un’infrastruttura di mobilità molto avanzata. In seguito, Delphine Lapray, responsabile del Dipartimento innovazione, istruzione superiore e ricerca, Aix-Marsiglia-Provenza ha portato la propria esperienza chiarendo che nella provincia di Aix-Marseille-Provence si condivide una visione dell’innovazione fondata sull’inclusività. La diversità, pur rappresentando un valore fondamentale, pone anche sfide significative, in questo scenario, l’innovazione non è una scelta, ma una necessità, così come accade anche a Venezia. Uno dei principali punti di forza del territorio è l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione. Vi operano numerosi attori e stakeholder, tra cui l’università, che conta oltre 100mila studenti. A questa rete si affiancano circa 800 start-up, 15 incubatori, 9 cluster e numerose imprese, tutte caratterizzate da approcci e mentalità differenti. Da ultima, Mar Ferrer Sáez, direttrice per Infrastrutture, Sistemi e Comunicazioni, Valencia Innovation Capital (Vic) ha spiegato come incentivare il settore a partire dal pubblico, aggiungendo poi come sia necessario affrontare le sfide a partire dalla transizione ecologica, focalizzarsi sulle sfide dei cittadini, perché la conoscenza è il 'come', ma le persone sono il 'perché', e Vic è al centro di un triangolo che accentra cittadinanza, sostegno e ecosistema, ponendo al centro la strategia della municipalità. La terza e ultima parte della conferenza si è invece sviluppata attorno alle reazioni dei soci Vsf e come questi potranno reagire nel prossimo futuro per contribuire allo sviluppo di tale cluster della conoscenza. I presenti hanno sottolineato come larga parte delle progettualità che oggi insistono sul territorio siano riconducibili a un’economia della conoscenza. La presenza di tali strategie determina l’esigenza di cercare di mettere a sistema tutte le progettualità in essere, cercando di far comunicare i pezzi di un puzzle, in un’ottica di creazione di ecosistema che riconduca, appunto, al cluster della conoscenza. Le conclusioni, affidate a Paolo Costa, si sono concentrate sulla dimensione che il fenomeno deve considerare. "Il cluster della conoscenza è strategico perché siamo entrati anche il Italia nell’era dell’economia ad alta intensità di conoscenza - ha detto Costa - È questo vale sia per la manifattura sia per i prodotti digitali. L’economia ad alta intensità di conoscenza è tipicamente urbana. E le città attraggono imprese innovative e risorse umane talentuose tanto più sono grandi. Per fortuna Venezia è più grande in termini funzionali del suo centro storico. Sono almeno 1,5 milioni gli utenti registrati dalla Smart Control Room del Comune di Venezia che operano nella città funzionale (Venezia più 15 comuni). Ma per continuare ad attrarre attività innovative dobbiamo mettere a sistema le università veneziane con quella di Padova e le imprese di Venezia anche con quelle di Treviso".