(Adnkronos) - L’Espresso celebra i suoi 70 anni con un rinnovamento che intreccia passato e futuro, tradizione e innovazione. Infatti il settimanale - testimone della storia culturale e politica del Paese, simbolo di inchiesta e approfondimento - si proietta verso nuovi orizzonti editoriali, digitali e culturali con una evoluzione che, si sottolinea in una nota, ha al centro l’esperienza phygital: "un ecosistema multimediale che integra il magazine cartaceo con una presenza digitale completamente rinnovata, pensata per rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più connesso". A questo si aggiunge una programmazione di eventi live dedicati all’approfondimento di tematiche centrali per il giornale, che creano occasioni di dibattito autentico e stimolante. Si parte con l'evoluzione del sito che sarà online entro la fine del mese: "non si tratta solo di un restyling grafico, ma di una trasformazione che permetterà di affiancare all’anima del settimanale la pubblicazione di notizie quotidiane. L’obiettivo è fare de L’Espresso un giornale in grado di soddisfare quei lettori che, oltre alle inchieste e agli approfondimenti del cartaceo, cercano in rete un aggiornamento costante sulle notizie". Con la guida del nuovo responsabile, Felice Florio, la piattaforma offrirà un’esperienza di lettura più immersiva e interattiva grazie a una navigazione ottimizzata, soprattutto da mobile. La realizzazione del nuovo sito è stata affidata a Men At Code, società leader nello sviluppo soluzioni digitali all’avanguardia. Parallelamente, i social network si evolveranno con una predisposizione al coinvolgimento delle community. Infine, i podcast diventeranno un pilastro dell’innovazione, con format originali e contenuti esclusivi, per portare la testata de L’Espresso a essere davvero presente su ogni piattaforma. Tra le novità de L’Espresso.it, anche la digitalizzazione dell'archivio del settimanale, che renderà disponibile una memoria collettiva unica e preziosa per raccontare il passato, interpretare il presente e lasciare una traccia nel futuro. Al via anche una serie di campagne di grande impatto nelle principali stazioni ferroviarie italiane, come Milano Garibaldi, Torino Porta Susa, Roma Ostiense e Padova, centri nevralgici di traffico e vita quotidiana. E non finisce qui: a breve anche altre stazioni di riferimento in città strategiche saranno protagoniste di queste campagne, espandendo ulteriormente la presenza e l'influenza de L’Espresso sul territorio. L’Espresso porterà inoltre il dibattito al centro della scena con una serie di inserti speciali ed eventi live dedicati ai temi più rilevanti dell’attualità. Dal design alla sostenibilità, dalla cultura all’innovazione, ogni appuntamento è pensato per offrire approfondimenti di valore, coinvolgere esperti e stimolare il confronto. Attraverso talk, interviste esclusive e format su misura, si aprono occasioni di dialogo e connessione tra aziende, istituzioni e il pubblico.
(Adnkronos) - Presentata, nella sala Cinema dell'Europa Experience David Sassoli, a Roma, la prima edizione del Premio Letterario Mandrarossa - La Sicilia che non ti aspetti. Erano presenti alla presentazione: il responsabile delle Relazioni istituzionali dell'Ufficio del Parlamento Europeo in Italia, Fabrizio Spada, Giuseppe Bursi, presidente delle Cantine Settesoli - Mandrarossa, Claudia Origoni, del Premio Letterario Mandrarossa, il vicepresidente della Camera dei Deputati, Giorgio Mulè, Giovanna Iacono, membro della VII commissione Cultura Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati. L’incontro è stato moderato da Roberta Urso, di Cantine Settesoli - Mandrarossa. L'iniziativa, promossa dall'azienda vinicola Mandrarossa di Menfi (Agrigento), mira a creare un collegamento tra l'arte enologica e la narrativa, rappresentando l'impegno di Mandrarossa nel campo culturale e i valori di qualità e innovazione che caratterizzano la sua produzione. Da oltre venticinque anni Mandrarossa si dedica infatti alla ricerca e allo studio del territorio, sviluppando metodi di lavoro basati sull'analisi delle varietà di uva, dei suoli e dei sistemi di irrigazione. Questo progetto letterario rappresenta il proseguimento del cammino intrapreso dall'azienda: se ogni vigneto racconta una storia attraverso i suoi vini, ora Mandrarossa si apre a nuovi racconti in forma scritta, come ricordano gli organizzatori: "L'obiettivo è promuovere la cultura in contesti impegnativi, traendo ispirazione dalla tenacia della palma nana, emblema dell'azienda, che prospera in ambienti aridi". Il Premio Letterario si propone così di rivelare una Sicilia inaspettata, ricca di potenziale culturale ed enologico. Un altro obiettivo è di riconoscere e valorizzare l'impegno delle librerie indipendenti, protagoniste nella promozione della cultura italiana, coinvolgendole attivamente nella giuria territoriale. Le librerie partecipanti saranno quelle delle città che hanno ricoperto il titolo di capitale della cultura dal 2015 a oggi, incluse le finaliste per il 2025, con l'aggiunta di Roma, Milano e Napoli. La selezione delle opere proposte dalle librerie sarà affidata a una giuria tecnica presieduta da Aldo Cazzullo e composta da illustri esponenti del panorama culturale: Franco Cardini, Neria de Giovanni, Eleonora Lombardo, Carlo Moretti, Christian Rocca e Nadia Terranova che avranno il compito di valutare i titoli in concorso e designare i vincitori. Il riconoscimento narrativo Mandrarossa ha un primo premio assoluto, un secondo e un terzo classificato. Cinque le sezioni tematiche: ognuna dialoga con un'etichetta Mandrarossa evocatrice di una storia legata a un luogo. Ogni sezione avrà un vincitore. Le librerie indipendenti delle città coinvolte rivestiranno un ruolo fondamentale nel processo di selezione dei titoli candidati. Ogni libreria avrà la facoltà di proporre opere di autori italiani viventi, edite in prima edizione nel periodo compreso tra il 1° aprile 2024 e il 31 marzo '25. Ciascun esercizio librario potrà nominare tre titoli per la categoria Premio Narrativa e un'opera per ognuna delle cinque sezioni tematiche previste dal concorso. La giuria tecnica, presieduta da Aldo Cazzullo, è composta da personalità del mondo della cultura: Franco Cardini, Neria de Giovanni, Eleonora Lombardo, Carlo Moretti, Christian Rocca e Nadia Terranova, che valuteranno le proposte giunte dalle librerie e selezionerà i finalisti e i vincitori. Il Premio coinvolgerà le librerie delle città che sono state capitali della cultura dal 2015 ad oggi, includendo le finaliste per il 2025 con l’aggiunta, infine, di Roma, Milano e Napoli. Capitali della Cultura dal 2015 ad oggi sono Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna, Siena (2015), Mantova (2016), Pistoia (2017), Palermo (2018), Parma (2020-2021), Procida (2022), Bergamo e Brescia (2023), Pesaro (2024), Agrigento (2025). Le finaliste per il 2025 sono invece Aosta, Assisi, Asti, Bagnoregio, Monte S. Angelo, Orvieto, Parma, Pescina, Roccasecca e Spoleto. Capitali europee della cultura italiane che si aggiungono all'elenco sono: Firenze (1986), Bologna (2000), Matera (2019), Gorizia - Nova Gorica (2025). La cerimonia di premiazione si terrà il 28 giugno ad Agrigento, nella cornice della Valle dei Templi. Il giorno seguente, 29 giugno, sempre nella Valle dei Templi, il Premio Mandrarossa offrirà alla città di Agrigento lo spettacolo 'Il romanzo della Bibbia', adattamento teatrale dall’omonimo libro di Aldo Cazzullo (HarperCollins) di e con Aldo Cazzullo insieme a Moni Ovadia, con musiche di Giovanna Famulari.
(Adnkronos) - Il florovivaismo Made in Italy raggiunge nel 2024 il valore massimo di sempre a quota 3,3 miliardi di euro, grazie anche al traino dell’export, che chiuderà l’anno a 1,3 miliardi, e al lavoro delle diciannovemila imprese impegnate a produrre piante e fiori di alta qualità su una superficie di 30mila ettari. E’ quanto emerge dal primo Rapporto nazionale sul settore realizzato dal Centro Studi Divulga e da Ixe’ con Coldiretti e presentato a Myplant&Garden, la più importante fiera del settore inaugurata a Milano Rho (Le immagini). Presenti per l’occasione, tra gli altri, il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, on. Mirco Carloni, l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e foreste della Regione Lombardia, Alessandro Beduschi, Valeria Randazzo, exhibition manager Myplant & Garden, Nada Forbici, coordinatore Consulta florovivaistica Coldiretti e presidente Assofloro, Riccardo Fargione, coordinatore Centro Studi Divulga, Mario Faro, presidente Consulta florovivaistica Coldiretti. Il settore florovivaistico, oltre che essere un comparto fondamentale per l’agricoltura e l’economia, ha dei riflessi importanti anche a livello sociale per i benefici sulla salute delle persone Ma sull’attività delle aziende nazionali pesa oggi la difficile situazione internazionale, a partire dalla guerra in Ucraina, abbinata agli effetti dei cambiamenti climatici. Proprio a causa del conflitto le aziende hanno subito un aumento dei costi del +83% per i prodotti energetici e del +45% per i fertilizzanti rispetto al 2020, oltre a un +29% per altri input produttivi quali sementi e piantine, secondo il rapporto Divulga/Ixe’. Costi in progressivo aumento, che ancora fanno fatica ad essere riassorbiti, tanto più se si considera la concorrenza sleale che pesa sulle imprese tricolori a causa delle importazioni a basso costo dall’estero, dove non si rispettano le stesse regole in termini di utilizzo dei prodotti fitosanitari, ma anche di tutela dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente. Il 72% delle importazioni Ue arriva dall’Olanda, con il porto di Rotterdam autentico “buco nero” in fatto di controlli sulla merce importata che finisce spesso per essere “triangolata” acquisendo la provenienza comunitaria, mentre tra i paesi extra-Ue si distinguono Cina, Thailandia ed Ecuador, questi ultimi soprattutto per gli arrivi di fiori. Da Nord a Sud della Penisola non va poi trascurato l’impatto dirompente dei cambiamenti climatici. Secondo Divulga/Ixe’ due aziende agricole su tre (66%) hanno subito danni nell’ultimo triennio a causa di eventi estremi, tra grandinate, trombe d’aria, alluvioni e siccità che a più riprese hanno interessato il territorio nazionale. Il risultato di tutti questi fattori è che più di un terzo delle aziende florovivaistiche denuncia difficoltà economiche. Proprio l’aumento di costi risulta in cima ai problemi denunciati, davanti a burocrazia e clima, mentre al quarto posto c’è la mancanza di manodopera qualificata e al quinto gli squilibri all’interno della filiera. “Il rapporto Divulga/Ixe’ fotografa i record del florovivaismo Made in Italy ma fa suonare anche dei campanelli d’allarme da non sottovalutare – sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini -, a partire dal problema della redditività delle imprese, sempre più strette tra aumento dei costi e concorrenza sleale dall’estero. Anche per piante e fiori, così come per i prodotti alimentari, dobbiamo affermare con forza – continua Prandini - il principio di reciprocità delle regole, senza il quale rischiamo di vanificare l’enorme lavoro portato avanti in questi anni dai florovivaisti italiani in termini di sostenibilità delle produzioni, con effetti positivi importanti dal punto di vista dell’ambiente e della salute. Fino a che continueranno le importazioni selvagge di prodotti che non rispettano i nostri stessi standard, il valore aggiunto del ‘verde’ Made in Italy faticherà ad essere riconosciuto e premiato. E ciò impatterà duramente sull’economia dei nostri territori, tanto più che il florovivaismo è uno dei settori con il maggior utilizzo di manodopera”. Un quadro dinanzi al quale Coldiretti chiede misure di sostegno alle imprese per contrastare i cambiamenti climatici che, oltre agli eventi estremi, hanno moltiplicato le malattie che colpiscono le piante, spesso peraltro diffuse a causa delle importazioni di prodotti stranieri. Ma serve anche puntare sulla promozione dei prodotti 100% Made in Italy, mettendone in risalto l’elevato valore ambientale oltre che gli effetti positivi dal punto di vista della salute e della lotta all’inquinamento. Importante anche una maggiore considerazione per il settore all’interno della Politica agricola europea e, di riflesso, nelle Politiche di sviluppo rurale.