(Adnkronos) - Non è stata solo un'anteprima, ma un'onda d'urto emotiva. La prima proiezione ufficiale di 'The Voice of Hind Rajab', in concorso alla 82esima Mostra del Cinema di Venezia, è stata accolta da un'ovazione record per questa edizione: 24 minuti di applausi ininterrotti, con l'intera Sala Grande in piedi e visibilmente commossa. Un tributo che è andato ben oltre il valore cinematografico dell'opera. Tra il pubblico sventolavano bandiere della Palestina e spiccavano le kefiah, mentre si sono levati cori di ‘Free, Free Palestine’, trasformando il Lido in una cassa di risonanza per una richiesta di pace. Il film ricostruisce la storia vera di Hind Rajab, una bambina di sei anni rimasta intrappolata, sola, in un'auto dopo un attacco. Per ore, ha implorato al telefono i soccorritori della Mezzaluna Rossa Palestinese di salvarla, mentre loro cercavano disperatamente di raggiungerla con un'ambulanza. Sul palco, la regista Kaouther ben Hania e l'intero cast, sopraffatti dall'emozione, si sono stretti in un lungo abbraccio. Durante l'interminabile applauso, il cast ha mostrato il ritratto della piccola Hind. Poco dopo, l'attore Motaz Malhees ha preso in prestito una bandiera palestinese dal pubblico, sollevandola emozionato. La potenza del film ha colpito tutti i presenti, inclusa una star internazionale come Joaquin Phoenix, apparso visibilmente commosso. L'attore di 'Joker' è tra i produttori esecutivi del film insieme a Brad Pitt, Alfonso Cuarón e Jonathan Glazer. "Quando ho sentito la voce di Hind Rajab, ho capito che non era solo la sua. Era la voce di tutta Gaza che chiedeva aiuto, un grido a cui nessuno poteva rispondere. Per me era fondamentale fare questo film", ha detto in conferenza stampa la regista Kaouther ben Hania. La storia di Hind era già nota ma, ha sottolineato la regista, "molto spesso le notizie ci portano all'attenzione fatti che tendiamo a dimenticare. Il cinema, invece, può coltivare quell'empatia di cui abbiamo bisogno per vedere il mondo dal punto di vista di chi è stato privato della parola, come i palestinesi e mostrare gli eroi che ogni giorno cercano di salvare vite e devono affrontare un'infinità di ostacoli". E ha spiegato: "Nella narrazione dei media di tutto il mondo, le vittime di Gaza vengono considerate come danni collaterali e credo che questo sia deumanizzante. Il cinema e tutte le espressioni artistiche sono fondamentali per dare a queste persone un volto e una voce". Sulla scelta di utilizzare le registrazioni autentiche delle telefonate tra la bambina e i volontari della Mezzaluna rossa palestinese, ben Hania ha risposto: "E' stato un punto sul quale abbiamo a lungo dibattuto, perché quando si amplifica la voce dei palestinesi generalmente si viene accusati di voler sfruttare la situazione, ma questo è un altro modo che hanno per toglierci voce". E non solo: "Farla doppiare mi suonava come una specie di tradimento nei suoi confronti". Le parole della regista si trasformano in un appello: "Credo che la giustizia non sarà un giorno solo simbolica. Non ne abbiamo abbastanza di questo genocidio? Anche se tutto si fermasse oggi sarebbe comunque troppo. Vorrei una giustizia per Hind e per tutti i palestinesi ma - si è rammaricata - siamo ancora lontani". "Nel finale del film mostro la spiaggia, il mare. È una scelta nata da un'informazione per me fondamentale, che mi ha dato la madre di Hind: sua figlia amava il mare. Quella stessa spiaggia di Gaza, però, è al centro di un progetto di Trump, per trasformarla in una sorta di riviera. Quando penso a Hind che gioca sulla spiaggia e poi a questo progetto mi chiedo: ma in che mondo viviamo?". ha detto la regista riferendosi al controverso piano di Donald Trump per il dopoguerra a Gaza, la cosiddetta 'Gaza Riviera', un progetto di sviluppo immobiliare di lusso sulle coste della Striscia.
(Adnkronos) - Engineering, leader nei processi di digitalizzazione per aziende e pubblica amministrazione, ha ottenuto la medaglia Platinum da EcoVadis, una delle più accreditate agenzie internazionali di rating Esg. Il riconoscimento copre le performance di sostenibilità in quattro aree chiave: ambiente, lavoro e diritti umani, etica e acquisti sostenibili. Questa attestazione certifica il percorso del Gruppo rispetto allo scorso anno, quando l’azienda aveva ottenuto la medaglia Gold. Questo nuovo e importante risultato consente ad Engineering di qualificarsi nel Top 1% delle oltre 130.000 aziende a livello globale che hanno completato il processo di valutazione EcoVadis e che hanno dimostrato di possedere un solido sistema di gestione dei criteri di sostenibilità. Roberto Scrivo, chief public affairs, corporate communication & sustainability officer di Engineering, commenta: “In questi ultimi anni Engineering ha perseguito un percorso di crescita nelle strategie di sostenibilità a livello di Gruppo che le ha permesso di affermarsi come attore del cambiamento e dell’innovazione nel Paese. La medaglia platinum di EcoVadis, che arriva a poche settimane dall’ultimo bilancio di sostenibilità, rappresenta un riconoscimento che ci rende orgogliosi perché certifica la validità del nostro percorso e il miglioramento costante perseguito negli anni. In un mercato attento ai profili di sostenibilità lungo tutta la supply chain, questo risultato rafforza la nostra posizione come partner affidabile per clienti e stakeholders e ci motiva a fare ancora di più nello sviluppo di soluzioni e processi che uniscano efficienza tecnologica e sostenibilità". Oltre ad aver ottenuto la medaglia platinum di EcoVadis, Engineering ha anche avuto la conferma dello score 'A-Ottimo' nella valutazione di Synesgy, la piattaforma digitale globale, promossa da una alleanza di aziende leader, impegnate nella valutazione della sostenibilità esg all'interno della supply chain. Lo score esg 'A' equivale ottimo livello di sostenibilità per società con un ottimo livello di adeguatezza rispetto ai principi esg, pienamente in linea con le best practice nazionali e internazionali. Lo scorso luglio il Gruppo ha pubblicato il bilancio di sostenibilità 2024, nel quale si rendicontano importanti passi avanti riscontrati in tutti i principali ambiti esg. Ad esempio, sul fronte ambientale, Engineering ha alimentato il 100% delle sedi e dei data center in Italia con energia elettrica da fonti rinnovabili e ridotto del 27% le emissioni Scope 1 e 2 rispetto al 2023. In ambito sociale, il Gruppo ha rafforzato il proprio impegno per l’inclusione e la valorizzazione delle persone, con il 20% di donne in ruoli di leadership in Italia, 400 corsi di formazione erogati, 15 programmi Academy attivati e oltre 1.600 certificazioni professionali rilasciate. In ambito governance, Engineering ha migliorato il proprio rating Cdp climate change da C a B nel 2024, integrando nella rendicontazione la nuova matrice di doppia materialità.
(Adnkronos) - Save the Children, la Cooperazione Italiana e Ferrero insieme per migliorare le condizioni di vita dei minori che vivono nelle comunita’ di coltivatori di cacao in Costa d’Avorio. Il progetto - che coinvolge istituzioni, mondo aziendale e società civile - si svilupperà nella regione dell'Haut Sassandra e nel distretto delle Montagnes creando le condizioni per proteggere i bambini, dando loro accesso all’istruzione e ai servizi sanitari di base, migliorando la registrazione delle nascite, assicurando i mezzi di sussistenza e la nutrizione, supportando le comunità e l’imprenditoria femminile e contrastando il fenomeno del lavoro minorile. L’intervento, che durerà complessivamente fino al 2030, si innesta e rappresenta l’ampliamento di un programma dell’Organizzazione, avviato fin dal 2017 con il sostegno di Ferrero, che continuerà a finanziare l’iniziativa in un’ottica di partenariato pubblico-privato. L’iniziativa si avvarrà dei fondi della Cooperazione italiana, in seguito all’esito della selezione di una procedura comparativa gestita dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Con la dotazione prevista dal bando dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e al rinnovato sostegno di Ferrero, l’intervento può contare su un finanziamento totale di quasi 20 milioni di euro, di cui oltre 8 milioni e 800mila euro provengono dalla Cooperazione Italiana, 8 milioni sono stanziati da Ferrero e la restante parte garantita da un co-finanziamento di Save the Children. L’ innovazione del progetto, spiegano i promotori, consiste nel lavorare con un approccio integrato e di sistema, sia sul campo, mettendo in connessione comunità, famiglie, fornitori e governi locali, sia a livello di sostenibilità economica attraverso finanziamenti privati ed istituzionali che possono abilitare un cambiamento strutturale e di lungo termine. Lavorare nella filiera del cacao, con partner del mondo corporate e i supplier sul territorio, coinvolti direttamente nel processo fin dalla definizione degli interventi, proseguono, crea una potente contaminazione di conoscenze e competenze tra settore pubblico e privato, che moltiplica l'impatto ben oltre l'investimento iniziale e trasforma gradualmente le buone pratiche in politiche pubbliche. In questo modo, inoltre, le misure di protezione dell'infanzia vengono integrate all'interno delle operazioni della supply chain, garantendo che gli interventi raggiungano i bambini più vulnerabili, promuovano la sostenibilità a lungo termine e possano essere replicati su scala. Infine, l’intervento si basa su indicatori di performance e sistemi di valutazione per garantire risultati concreti e duraturi. “Da sempre crediamo nell’importanza della collaborazione tra istituzioni pubbliche, sia a livello nazionale sia internazionale, società civile e settore privato, che valorizzi l’esperienza e le competenze di ognuno di questi attori. Il vero cambiamento non nasce da azioni isolate, ma da alleanze trasformative e durature. Ecco perché, come Save the Children, pensiamo che questa partnership dia significato alla parola investimento: investire nel lungo periodo con azioni trasversali, coinvolgendo più attori per risultati duraturi - spiega Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children - questo progetto dimostra come uno sviluppo socioeconomico sostenibile in un paese come la Costa d’Avorio sia possibile, grazie alle competenze sulla supply chain di un’azienda come Ferrero, alla strategia della cooperazione italiana, che con i finanziamenti adeguati e l’impegno dell’Italia può creare condizioni abilitanti per lo sviluppo, e un’organizzazione come Save the Children da sempre presente sul territorio con competenza e professionalità. Più attori, che insieme possono raggiungere un risultato superiore alla somma delle sue parti, diventando reali agenti di cambiamento.” “In Ferrero, il rispetto e la promozione dei diritti umani sono fondamentali. Questi principi cardine sono integrati nelle nostre pratiche di sourcing a supporto delle persone e delle comunità che fanno parte della nostra filiera - aggiunge Isabel Hochgesand, Global Chief Procurement Officer di Ferrero - questa nuova fase della collaborazione con Save the Children e la Cooperazione Italiana rappresenta un passo importante verso un ecosistema del cacao più sostenibile. Lavorando insieme lungo l’intera filiera del cacao, miriamo a costruire una supply chain trasparente, inclusiva e duratura, capace di generare un impatto concreto sia per le comunità che per il nostro business”.