(Adnkronos) - Chris Harper si è imposto nella ventesima tappa del Giro d'Italia, la frazione di montagna di 205 km da Verres a Sestriere. L'australiano ha trionfato in solitaria davanti ad Alessandro Verre (Arkéa - B&B Hotels), giunto a quasi due minuti dal vincitore. Mentre Simon Yates si è andato a prendere la maglia rosa e di fatto la vittoria del Giro d'Italia, scalzando Carapaz e Del Toro. Il britannico capitano della Visma-Lease a Bike, terzo fino a questa mattina a 1'21” dal leader, è riuscito nell'impresa di sfilare la maglia rosa dalle spalle di Isaac del Toro ipotecare il successo finale in vista della passerella di domani di Roma. Sul Colle delle Finestre Yates ha staccato Richard Carapaz e lo stesso Del Toro, per poi aumentare ulteriormente il vantaggio chiudendo la tappa al terzo posto, a +1.57 dal vincitore Chris Harper e subito dopo aver tagliato il traguardo si è lasciato andare a un pianto liberatorio, mentre Del Toro è crollato a +7.10 da Harper.
(Adnkronos) - L’artigianalità sta lentamente scomparendo creando grossi problemi anche al nostro famoso Made in Italy. E' questo il grido di allarme che è stato lanciato durante la presentazione del libro di Maurizio Carucci 'Il saper fare italiano' edito da Over. Il dibattito avvenuto presso il Dida (Design campus) dell’Università di Firenze con la presenta di Giuliano Sanna, Nhrg, Maurizio Carucci, giornalista, Debora Giorgi, presidente del corso di laurea Tessile e Moda, Davide Turrini professore associato, ha sollevato uno dei problemi che sta facendo soffrire, in questo momento, una delle nostre eccellenze: il Made in Italy. Le cifre parlano chiaro. Secondo uno Studio di Altagamma Unioncamere nella moda il fabbisogno è di 75.000 unità e la stima di occupati nel 2028 è di 483.000 unità. Le imprese del mondo della moda mostrano difficoltà nel reperire il personale ricercato nel 50% dei casi, soprattutto per la mancanza di candidati. Sarti, ricamatori, orlatori, tagliatori artigianali, modellisti, prototipisti sono i profili maggiormente ricercati e le aziende della moda senza questi profili di alta artigianalità rischiano di non essere in grado di produrre. Ma la sparizione dell’artigianalità porta anche altre conseguenze come la perdita del patrimonio culturale immateriale, l’impoverimento dei centri storici, La conclusione è che in un’epoca in cui i consumatori cercano più prodotti unici, sostenibili e di qualità, l’artigianato può rappresentare una risorsa strategica per il futuro economico e culturale del paese, ma servono politiche mirate, una nuova mentalità imprenditoriale e un rinnovato rispetto per chi lavoro con le mani e il cuore.
(Adnkronos) - “Il Festival dell’Energia è il tipo di iniziativa di cui abbiamo bisogno in questo momento. Spiegare l’energia è un tema delicato e complesso, soprattutto in una fase in cui i cambiamenti che caratterizzano il settore sono talmente veloci da risultare spiazzanti. Quello che dobbiamo portare a casa dal Festival dell’Energia di Lecce è il ‘Lecce Consensus’. Sarebbe interessante trovare quegli elementi di consenso che possano portare a una certa stabilità informativa intorno al delicato tema dell’energia. La continua miscelazione di argomenti non aiuta nessuno, per questo occorre fare ordine in modo che le informazioni siano sempre spiegate e raccontate in maniera scientifica a tutti i cittadini". Così Stefano Besseghini, presidente di Arera a conclusione dell’inaugurazione della XIII Edizione del Festival dell’Energia di Lecce. "Ci sono, ad esempio, termini che non dovremmo più utilizzare. Mi riferisco all’hosting capacity, una parola che nasceva quando la rete elettrica era programmata e progettata per servire una gerarchia distributiva che aveva al suo centro la centrale. Oggi la rete è dinamica e bidirezionale poiché raccoglie e distribuisce l’energia. Andrebbe quindi sostituita con qualcosa che tenga conto di come è stata progettata l’intera rete", osserva. "Vorrei poi sottolineare che il nostro sistema energetico non è fragile, ma delicato perché i meccanismi che lo regolano sono in continuo cambiamento - rimarca - In altre parole, la rete è un sistema dinamico, che per ora vive in un equilibrio tra generazione e domanda. Un’altra cosa importante da considerare è il passaggio da resilienza a sicurezza. Ogni sistema elettrico è progettato in sicurezza e la rete, ordinariamente è in grado di rispondere alle sollecitazioni che lo interessano. Ma cosa fa il sistema quando questa sollecitazione diventa straordinaria? Gli eventi estremi diventano sempre più frequenti e quindi lancio la provocazione per cui la resilienza deve diventare la nuova sicurezza".