(Adnkronos) - "Ho letto questa cosa che girava. Ragazzi, non è vero niente". Con queste parole nette, la cantante Giorgia ha smentito categoricamente le ultime indiscrezioni. In questi giorni, infatti, erano circolate voci su un possibile ritorno dell'artista in veste di co-conduttrice, al Festival di Sanremo 2026. Intervenuta in diretta durante il programma 'Guerrini e Lanfranchi show' su Rds, l'artista ha detto: "Non mi ha chiamato nessuno, nessuno mi ha detto niente. Non so da dove sia partita questa voce, anche perché mi ci manca solo quello", ha concluso con ironia. I rumor su un suo possibile ritorno sul palco dell'Ariston in una nuova veste erano stati alimentati da una coincidenza nel calendario del suo tour. Il lungo intervallo tra la conclusione della prima parte dei concerti (22 dicembre a Roma) e la ripresa (13 marzo) lasciava infatti una 'finestra' libera proprio durante il periodo del Festival, in programma dal 24 al 28 febbraio 2026. Un'ipotesi ora definitivamente smentita dalla diretta interessata.
(Adnkronos) - I dazi lanciati dal presidente Usa Donald Trump non frenano, almeno per il momento, la crescita dell'export di tecnologie elettrotecniche ed elettroniche da parte delle imprese italiane. E' quanto emerge dall'intervista di Adnkronos/Labitalia a Filippo Girardi, presidente Federazione Anie Confindustria. Come stanno impattando i dazi Usa sull’export italiano di tecnologie elettrotecniche ed elettroniche e quindi sul vostro settore di competenza? L'industria delle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche non sembra avere risentito finora dei dazi Usa: nei primi 6 mesi del 2025 l'export italiano verso gli Usa è cresciuto di circa 12 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2024. Questa crescita fa seguito ad un quinquennio 2020-2024 con incrementi medi annui del 16% circa. A quanto è ammontato nel 2024 l'export e qual è l'andamento per questa prima parte del 2025? Nel 2024 le esportazioni italiane di elettrotecnica ed elettronica si sono attestate sui 27 miliardi di euro. Nella prima metà del 2025 si è registrato un indebolimento della dinamica esportativa, con un trend tendenziale negativo di circa tre punti percentuali. Si tratta di una fase di raffreddamento fisiologico, dopo anni di espansione sostenuta, che riflette anche il contesto di maggiore incertezza sui mercati globali e il rallentamento della domanda sui principali mercati di destinazione. Quali sono i prodotti che stanno soffrendo di più e che riscontrando un maggiore calo di export? All’interno del settore si osservano alcune differenze tra comparti nelle dinamiche esportative. Nel primo semestre dell’anno, nel confronto con il corrispondente periodo del 2024, si registrano delle flessioni più ampie per le tecnologie che si rivolgono al mercato delle infrastrutture di trasporto e alla generazione di energia elettrica da fonti tradizionali. Per l’Elettronica è la componentistica a mostrare maggiore sofferenza. Ci sono distretti in particolare difficoltà e quali? L’industria elettrotecnica ed elettronica non vede una presenza prevalente nel nostro Paese in veri e propri distretti produttivi. Tuttavia, la distribuzione delle imprese sul territorio nazionale evidenzia una maggiore concentrazione di unità produttive nelle regioni settentrionali, che sono poi quelle che, in questa fase, stanno mostrando i segnali di maggiore sofferenza. Con più dettaglio, le analisi ci mostrano che nel primo semestre del 2025 i maggiori cali tendenziali dell’export di elettrotecnica ed elettronica si registrano in Lombardia (-516 milioni di euro rispetto al primo semestre 2024), Trentino-Alto Adige (-306 milioni) e Friuli-Venezia Giulia (-242 milioni), territori fortemente orientati all’export e, quindi, più esposti al rallentamento della domanda internazionale. Come stanno reagendo le aziende? Le imprese di Anie stanno dimostrando una forte capacità di adattamento. Nonostante il quadro globale incerto, le tensioni legate ai dazi e il rallentamento di alcuni mercati, la crescita del settore resta sostenuta dai grandi processi di transizione in corso, energetica e digitale, che stanno generando una domanda strutturale di tecnologie avanzate. Gli investimenti in innovazione continuano ad essere i principali motori della competitività delle nostre imprese, che stanno rispondendo alle difficoltà globali puntando su efficienza, qualità e soluzioni ad alto contenuto tecnologico. Le aziende stanno cercando mercati alternativi? La diversificazione dei mercati rappresenta da sempre una leva strategica per le imprese del settore che, anche in un contesto complesso come quello attuale, mantengono alta l’attenzione verso nuove opportunità di sviluppo ed espansione. Le aziende del comparto hanno storicamente una forte vocazione internazionale e continuano a guardare con interesse a nuove aree di crescita, come il Medio Oriente, l’Asia e l’America Latina, dove si stanno sviluppando importanti programmi di investimento in infrastrutture energetiche, industriali e di mobilità sostenibile. In questo percorso, risultano ancora più strategiche le attività di promozione e di supporto all’internazionalizzazione che la Federazione porta avanti per accompagnare le imprese nella ricerca di nuove opportunità e nel consolidamento della loro presenza globale. (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - "Abbiamo il 100% di energia elettrica consumata, auto-prodotta e auto-consumata da fonte rinnovabile, da almeno otto anni". Lo ha detto GianNicola Scarcella, direttore generale di Romagna Acqua, a margine del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, in corso dall’8 al 10 ottobre all’università Bocconi. "Su questo tema l'attenzione è sempre stata molto alta. Abbiamo iniziato a redigere bilanci di sostenibilità nel 2004 e non ci siamo mai fermati. Pensiamo di essere abbastanza avanzati", ha detto Scarcella, spiegando che l'impegno - da un lato - è per "contrastare lo spreco in termini di utilizzo di energia. Tutti gli investimenti che facciamo sul parco impianti esistenti è sempre finalizzato a trovare la soluzione tecnologica migliore, che consenta di ridurre il consumo di energia elettrica. Abbiamo poi una quota consistente di investimenti del nostro piano industriale finalizzata a costruire impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Abbiamo costruito negli ultimi anni nove parchi fotovoltaici e sette centrali idroelettriche". A questo si affiancano le scelte nell'acquisto di energia: "Acquistiamo solo energia elettrica prodotta da impianti che utilizzano fonti rinnovabili. Quindi quella che acquistiamo è prodotta da fonti rinnovabili, quella che auto-produciamo e auto-consumiamo è prodotta da fonti rinnovabili, quindi alla fine abbiamo il 100% di energia elettrica consumata, auto-prodotta e auto-consumata da fonte rinnovabile". Guardando al futuro la sostenibilità si declina in investimenti per adattare le infrastrutture ai cambiamenti climatici. "Dal punto di vista strategico il passo principale dal punto di vista strategico è cercare di attivare una serie di soluzioni per aumentare la capacità delle nostre infrastrutture di resistere ai cambiamenti climatici. Un esempio su tutti: abbiamo una diga da cui esce più del 50% dell'acqua potabile che distribuiamo sul territorio romagnolo, che è molto vulnerabile dal punto di vista dei cambiamenti climatici, perché si alimenta dell'acqua piovana. Abbiamo annate in cui le acque piovane sono molto scarse e ci troviamo a gestire situazioni di crisi. Un grande investimento strategico che stiamo cercando di fare è collegare con la galleria di gronda un altro bacino parallelo a quello esistente, per avere una capacità di raccolta molto più elevata", ha raccontato l'ad di Romagna Acque.