INFORMAZIONIMariangela Abbadessa |
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(Adnkronos) - Il Salone Nautico Internazionale annuncia le date della sua 66ª edizione che torna dall’1 al 6 ottobre 2026 a Genova. Una scelta che segna una nuova tappa nel percorso di crescita e consolidamento della manifestazione, evento leader nel panorama mondiale della nautica da diporto. Il nuovo posizionamento conferma la capacità del Salone Nautico di interpretare le esigenze del mercato ed essere un motore di sviluppo economico concreto per l’intera filiera dell'industria nautica globale. “Il Salone Nautico continua a crescere e a innovarsi, confermandosi un asset strategico per tutto il sistema della nautica da diporto come dimostrano i numeri dell'edizione appena conclusa,” ha dichiarato Piero Formenti, Presidente di Confindustria Nautica. “Le date annunciate per l'edizione 2026 del Salone Nautico rappresentano un indirizzo forte espresso dal Consiglio Generale, riunitosi oggi, che intende riaffermarne il valore identitario di Salone dell'industria, coerente con la strategia di sviluppo e di posizionamento internazionale della manifestazione.” La 66ª edizione manterrà quindi la formula di evento rappresentativo dei valori dell'industria e della sua filiera, declinata attraverso i suoi 5 format multi-specialistici (Yacht&Superyacht, Boating Discovery, Sailing World, TechTrade, Living the Sea) e la sempre più forte sinergia con format innovativi come i TechTrade Days e il Design Innovation Award, affiancati alla promozione delle Start-up, la possibilità di provare in mare le imbarcazioni (4.050 nel 2025), i forum tecnici e gli incontri con le istituzioni nazionali e comunitarie, che si avvalgono del patrocinio della Commissione Europea, sui grandi temi dell’innovazione, della sostenibilità e della formazione.
(Adnkronos) - Un modello di intervento efficace per contrastare la dipendenza da smartphone, ridurre lo stress e, soprattutto, diminuire drasticamente il rischio di abbandono universitario. Sono questi i risultati del Progetto Proben, presentati dall'università Europea di Roma (Uer), in partenariato con altre università, tra cui l’università degli studi di Foggia, capofila del progetto. L'iniziativa, finanziata dal ministero dell'Università e della Ricerca (Mur), ha dimostrato come interventi mirati di counseling psicologico e iniziative innovative come la prima 'Offline Room' universitaria in Italia possano migliorare in modo misurabile il benessere e il percorso accademico degli studenti. Il progetto Proben all’università Europea di Roma è partito da un'indagine epidemiologica che ha coinvolto gli studenti di Uer per delineare un quadro delle loro condizioni psico-fisiche. I risultati hanno rivelato un livello di benessere generale solo moderato e soprattutto una tendenza all'uso problematico di smartphone e social media, oltre a stili di vita da attenzionare. Per quanto riguarda l'attività fisica - fondamentale per mantenere la salute fisica e mentale - emerge ad esempio come quasi la metà degli studenti (45%) sia di fatto sedentaria e che solo una minoranza (15%) si identifica come vero e proprio atleta. Parallelamente, desta attenzione il dato sul consumo di tabacco, con quasi sei studenti su dieci (59,2%) che si dichiarano fumatori. Le abitudini alimentari appaiono altrettanto irregolari: più della metà del campione (56,1%, costituito da chi salta pasti occasionalmente o spesso) non segue una routine definita, dato che, unito alla qualità del sonno, dipinge un quadro di potenziale stress fisico. Infatti, quasi il 40% degli studenti dorme tra le 5 e le 6 ore per notte, una quantità che suggerisce una carenza di riposo. Sul fronte delle relazioni interpersonali, l'ambiente accademico è percepito in modo ambivalente. Se da un lato la maggioranza degli studenti si dichiara soddisfatta (84,7%) dei rapporti sociali nell’ambito universitario, emergono però forti elementi critici come un'alta competitività (percepita dal 63,4%) e relazioni distaccate (72%). Anche il rapporto con i docenti, pur considerato positivo dalla maggioranza, evidenzia aree di insoddisfazione per quasi un terzo degli studenti (30,3%) riguardo le valutazioni ricevute. È in questo scenario di abitudini personali irregolari e dinamiche sociali complesse che si inserisce l'analisi della dipendenza digitale. Sia l'uso dello smartphone che quello dei social media mostrano un livello di dipendenza moderato, ossia non invalidante ma caratterizzato da un uso eccessivo, pensieri frequenti e una crescente difficoltà a disconnettersi, confermando la necessità di interventi mirati per promuovere un maggiore equilibrio psicofisico. Per rispondere a queste criticità, nell’ambito del progetto Proben l'Università Europea di Roma ha messo in campo il modello di intervento sviluppato da Prilleltensky (I Coppe) che integra sei dimensioni di benessere: interpersonale, comunitario, occupazionale, fisico, psicologico, economico. Il progetto ha quindi previsto l’attuazione di 'Quattro sfide' e azioni per sviluppare e migliorare il benessere (interpersonale-psicologico, fisico, occupazionale e comunitario) che ha già dimostrato un'efficacia misurabile. Fiore all'occhiello delle iniziative messe in campo è la prima 'Offline Room' universitaria, uno spazio innovativo nato per rispondere direttamente al problema dell'iperconnessione. Si tratta di un ambiente protetto, con arredi essenziali, luci soffuse, sedute comode dove gli studenti depositano i propri dispositivi per riscoprire la possibilità di stare con sé stessi e con gli altri senza mediazioni digitali. Ispirata ad esperienze già attive in altre università a livello internazionale in cui attività di digital detox rivelano un potente strumento per migliorare il benessere psicologico e le relazioni interpersonali, la Offline Room ha un duplice obiettivo: da un lato, ridurre l'ansia e il sovraccarico informativo; dall'altro, promuovere la concentrazione profonda, le connessioni reali e la creatività attraverso materiali analogici come libri, carta, strumenti per la meditazione, giochi da tavolo e attività creative a bassa stimolazione. L'accesso è volontario, con una permanenza consigliata di almeno 20-30 minuti per sperimentare i benefici della disconnessione consapevole. A questa iniziativa si è affiancata l'attivazione di un servizio di counseling psicologico gratuito da cui - testato in via sperimentale da un campione di studenti dell’università Europea di Roma - emergono i dati più incoraggianti. Emerge in primis che le difficoltà emotive come ansia e stress rappresentano il motivo principale (38%) nella ricerca di supporto psicologico, seguite da problemi interpersonali o familiari (28%), dalla necessità di gestire eventi critici (18%) e, in misura minore, da difficoltà legate allo studio (15%). L'analisi pre e post-counseling ha dimostrato un impatto diretto e decisivo sulla carriera accademica, registrando un crollo del rischio di abbandono degli studi e un netto aumento dell'intenzione di perseverare. Parallelamente, si è osservato un significativo miglioramento del benessere psicologico generale e una maggiore capacità di gestire lo stress, con una riduzione del ricorso a strategie disfunzionali come la "soppressione emotiva". Gli studenti hanno inoltre sviluppato maggiori risorse personali ('Forza dell'ego') e un migliore funzionamento nelle relazioni interpersonali. Questi dati non solo confermano l'efficacia del modello, ma forniscono la base per l'istituzione di un servizio di counseling permanente e sostenibile all'interno dell'ateneo. Al counseling e alla Offline Room, l'università Europea di Roma ha affiancato percorsi di pratica sportiva gratuita, esperienze musicali (in collaborazione con il Conservatorio di Verona), talk e laboratori pratici per comprendere e sperimentare varie espressioni artistiche come strumento per il miglioramento del benessere degli studenti.
(Adnkronos) - Dal cuore dell’Alto Molise, tra le creste appenniniche, alla Valle del Belice, in Sicilia, passando all’entroterra lucano e pugliese: è l’Italia dei 'Parchi del Vento'. Qui, fuori dai circuiti turistici più frequentati, si possono scoprire territori dove gli impianti eolici non solo sono laboratori di transizione ecologica ma anche attrattori di turismo. A raccontarlo sono i 29 impianti selezionati da Legambiente, di cui 7 nel 2025, al centro della quarta edizione della guida turistica 'Parchi del Vento', realizzata dall’associazione ambientalista con il contributo di Agsm Aim, Rwe, Winderg, il patrocinio di Anev, e presentata oggi alla Fiera Internazionale del Turismo a Rimini. “Per contrastare l’emergenza climatica e migliorare le condizioni sociali del nostro Paese - commenta Katiuscia Eroe responsabile energia di Legambiente - è fondamentale non solo far crescere la produzione da rinnovabili e rendere finalmente il nostro sistema energetico libero da carbone, petrolio e gas, escludendo l’inutile e costoso ritorno al nucleare, ma anche fare in modo che queste tecnologie portino sempre più vantaggi ai territori e alle comunità. Con la nostra guida turistica Parchi del Vento, grazie alla collaborazione di diversi partner, raccontiamo a cittadini, turisti, curiosi ma anche imprese e amministrazioni come ciò sia possibile perché un parco eolico, se ben integrato con il territorio, può essere un volano per attirare curiosità verso i territori in cui sono ospitati, valorizzando le attività esistenti”. “Intorno ai parchi eolici che raccontiamo all’interno della Guida Parchi del Vento - aggiunge Sebastiano Venneri, responsabile turismo di Legambiente - stanno nascendo sempre di più opportunità interessanti, come percorsi ciclopedonali, passeggiate a cavallo, il passaggio del Giro d’Italia. Ma anche impianti perfettamente integrati con vitigni e uliveti e che permettono di riscoprire tradizioni e culture storiche, ormai dimenticati da molti. Questi impianti sono la dimostrazione che integrare nuovi impianti nel paesaggio è non solo possibile ma anche una sfida che può essere affrontata solo con il consenso delle comunità attraverso forme innovative e affascinanti di valorizzazione delle risorse locali”. Legambiente ricorda che in Italia l’eolico svolge un ruolo sempre più rilevante, arrivando ad agosto 2025 a quota 13.356 MW di potenza installata, di cui 685 realizzati nel 2024 e 337 nel 2025, in grado di produrre, nel 2024, complessivamente 22.068 GWh/a di energia elettrica, pari al fabbisogno di circa 8,1 milioni di famiglie. Un numero che negli ultimi vent’anni è cresciuto passando da 1.131 MW del 2004 ai numeri attuali, permettendo a questa tecnologia di produrre il 17,2% del totale prodotto da fonti rinnovabili e di fornire un contributo rispetto ai consumi complessivi italiani pari al 7%. "Per accelerare la diffusione dell’eolico, sia a terra sia a mare, occorre però snellire e velocizzare gli iter autorizzativi coinvolgendo sempre più comunità e territori, semplificando anche la normativa per il repowering degli impianti esistenti", avverte l'associazione.