Maria AdversiChi è: Laurea in Urbanistica (P.T.U.A.) presso il Politecnico di Milano 2006 - 2010 Application Consultant presso Exstone S.r.l. 2010 - oggi Marketing & Communications presso Wiit S.p.A. |
Maria AdversiChi è: Laurea in Urbanistica (P.T.U.A.) presso il Politecnico di Milano 2006 - 2010 Application Consultant presso Exstone S.r.l. 2010 - oggi Marketing & Communications presso Wiit S.p.A. |
(Adnkronos) - "Il 'Premio Internazionale Eccellenza Mediterraneo', con l'arte, la cultura, lo spettacolo ma soprattutto con lo sport è sicuramente un modo di comunicare che va dritto al cuore e alla passione delle persone e consente di rinforzare il dialogo tra popolazioni mediterranee, per creare un 'ponte', fondamentale, in momenti così delicati. Quando abbiamo creato questo premio, grazie anche al sostegno del presidente dell'Ussi nazionale, Gianfranco Coppola, da subito un grande sostenitore, e del presidente Aips Europe Charles Camenzuli, avevamo l'intento di premiare le eccellenze di questa zona del mondo. Lo sport sicuramente aiuta molto a promuovere lo spirito di collaborazione e comprensione tra le diverse culture". Questo il pensiero del noto giornalista italo-turco nonché presidente dell'associazione giornalisti del Mediterraneo, Dundar Kesapli all'Adnkronos, sull'edizione del prestigioso premio andata in scena recentemente con grande successo a Roma. Nato in Turchia, ma da oltre 35 anni in Italia, a Roma, Dundar Kesapli, giornalista noto per i suoi interventi su Turchia e Medio Oriente, e soprattutto sul calcio e lo sport in generale, in tutte le tv nazionali come Rai, Sky e Mediaset e internazionali, ha avuto l'intuizione di promuovere le eccellenze dei vari Paesi che gravitano in questa zona. Esperto delle problematiche che riguardano le popolazioni che vivono sulle coste del Mediterraneo, ha creato il prestigioso Premio, la cui ultima edizione del 2024, organizzata in collaborazione con l'Unione Stampa Sportiva Italiana (Ussi) e l'Aips Europe (International Sport Press Association), ha avuto un grande successo. Nella suggestiva cornice di Palazzo Valentini a Roma, sono stati consegnati riconoscimenti a personaggi dello sport, della cultura e dello spettacolo tra cui il presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta, il centrocampista nerazzurro e campione d’Italia in carica, Hakan Calhanoglu, e l’ex attaccante azzurro, oggi vicepresidente della Serie C, Gianfranco Zola, oltre all'attaccante ex Lazio Ciro Immobile, al ct della Turchia di volley e della squadra di Conegliano Daniele Santarelli e Francesco Bonanni direttore tecnico settore paralimpico delle Fiamme Oro. Premiati anche la vicepresidente del Coni Silvia Salis, il numero uno del Cip Luca Pancalli, il bronzo di nuoto paralimpico Manuel Bortuzzo, e quello di Parigi 2024 nella ginnastica ritmica, Sofia Raffaeli, la prima donna italiana a ottenere una medaglia ai Giochi nell’individuale. Riconoscimenti anche al doppiatore e attore, Pino Insegno, ai giornalisti Paolo Liguori e Valeria Altobelli, al famosissimo stilista palestinese Jamal Taslaq, per arrivare a Paola Cortellesi, Simona Izzo e Ricky Tognazzi, oltre che a Don Antonio Coluccia, da sempre al fianco delle comunità romane per il contrasto all’illegalità e alla criminalità, e a Fatiha El Moudni, sindaca di Rabat. "Non è sempre importante avere tanti soldi. Bisogna avere l'idea giusta, mettere in campo progetti, investire. Il Mediterraneo è un posto molto speciale. Anche Papa Francesco ha detto che il Mediterraneo ha una vocazione speciale. Un incontro, un mare che spinge i popoli e le culture insediate lungo le sue coste ad un costante rapporto di vicinanza. Il Mediterraneo è un mare di incontro, ma anche fonte di preoccupazione. Sono due mondi separati da un enorme divario in termini di eredità e tenore di vita. Quindi quelle persone che hanno una grande potenzialità, economica, disponibilità tecnica, capacità di sport, in Europa, devono cercare di supportare questi paesi che non ce l'hanno. Quindi l'obiettivo del nostro premio eccellenza Mediterraneo è dialogare, rinforzare il rapporto, togliere barriere, aiutare a migliorare la società con il nostro piccolo contributo", ha spiegato il noto giornalista italo-turco Dundar Kesapli all'Adnkronos. Per il suo carattere socievole tra i giornalisti romani e non solo è stato soprannominato “Re della Stampa Estera”, a testimonianza della considerazione che si è conquistato a Roma. Proprio per la stima professionale che gode, realizza interviste esclusive in giro per l'Europa e la passione per lo sport, gli è valsa anche l’incarico di consigliere di Ussi Roma, primo giornalista di origine straniera eletto e tutt’ora in carica dal 2009. "Già in queste edizioni del Premio Internazionale Eccellenza Mediterraneo c'è stato un grande successo e riscontro. Abbiamo visto un sostegno importante in queste fasi da parte di tutte le ambasciate dei paesi del Mediterraneo che hanno creduto in questo progetto e sono pronti a sostenere ulteriori iniziative di questo genere, costruttive per rinforzare il dialogo tra Paesi del Mediterraneo. Il premio eccellenza lo faremo ogni anno e abbiamo valutato insieme all'Ussi nazionale e all'Aips Europe di creare anche un premio giornalismo euro-mediterraneo. Oggi mi sento pronto dopo tanti anni di esperienza a dare ancora di più". "L'importante è investire nel rapporto, nel dialogo, promuovendo diplomazie sul posto, attivandosi per i giovani che studiano. Lo sport ha la capacità di trasmettere valori più ampi. Quindi c'è sicuramente la necessità di riuscire a sviluppare maggiori opportunità di dialogo e incontro costruttivo tra diverse tradizioni culturali e anche religiose della popolazione dell'area mediterranea, migliorando il dialogo. L'importanza del rafforzamento delle relazioni aiuta una società migliore, purtroppo oggi questo è quello che manca. Serve l'opportunità di promuovere una vera trasformazione delle società attraverso una nuova forma di cooperazione tra il mondo dello sport, dell'arte e della cultura, utilizzando anche i testimonial italiani che lavorano all'estero", ha aggiunto Kesapli. "Dialogare oggi è diventato indispensabile, come anche rispettare i diritti umani fondamentali. Molti europei collegano il Mediterraneo solo a conflitti e migrazione, ma c'è molto di più. Questi paesi sono molto ricchi ma hanno bisogno di supporto e sostegno da parte dei paesi più avanzati. Negli ultimi anni i paesi europei hanno cercato di approfondire il coinvolgimento con paesi mediterranei, africani principalmente, con l'intenzione di fermare il flusso migratorio irregolare, ma la diplomazia non è stata molto efficace", ha concluso il giornalista italo-turco.
(Adnkronos) - Flaminia Fazi, pioniera del coaching e fondatrice di U2COACH, la prima coaching company nata in Italia, ha celebrato i suoi 25 anni di attività con un talk show di grande impatto al Forum HR 2024 di Comunicazione Italiana. L'evento ha rappresentato un'importante occasione per riflettere sul futuro del coaching nell'era dell'intelligenza artificiale, e sulla sua capacità di rispondere con efficacia alle sfide organizzative. Flaminia Fazi ha condiviso con il pubblico la sua visione del coaching, che l'ha ispirata a fondare una società che lo adottasse e integrasse negli interventi sul capitale umano delle aziende clienti, riconoscendolo come strumento strategico per tutte le organizzazioni che vogliono raggiungere risultati eccellenti e un clima lavorativo positivo. "L'AI può essere uno strumento prezioso per integrare con un accompagnamento continuo il lavoro più profondo che si fa con un coach umano. Solo l'essere umano formato adeguatamente può stimolare la crescita e l'apprendimento valorizzando tutte le potenzialità di una persona", ha affermato Fazi. "Il metodo che adottiamo da sempre nella formazione al coaching professionistico e nella progettazione dei nostri servizi alle aziende è basato su un mix unico di modelli e tecniche, e lavora su più livelli: sistemico, trasformazionale e generativo. È centrato sul sistema persona e sviluppa competenze nel coach che rendono ogni suo intervento capace di fare la differenza rispetto a qualsiasi applicazione sviluppata con l'AI, valorizzando tutti quegli aspetti che distinguono la persona dall'intelligenza artificiale, che si dimostra molto abile ad offrire un coaching di tipo comportamentale. Mentre l'intelligenza artificiale si evolve - prosegue Fazi - continuiamo a investire nello sviluppo delle competenze umane, garantendo un approccio etico e personalizzato al coaching, che sappia integrare modelli che potenziano capacità e caratteristiche che rendono un umano sempre superiore ad un ChatBot." conclude Fazi. I benefici e il valore aggiunto del coaching sono così elevati che molte aziende hanno scelto di costruire all’interno della propria organizzazione una vera e propria cultura del coaching, massimizzando l’utilizzo dei talenti interni a tutto vantaggio della motivazione, del clima d’impresa e dei risultati di business, come racconta Marta Savino, Vice President Human Resources di Aubay - "Abbiamo scelto il metodo del coaching per i nostri responsabili di persone come opportunità per far crescere tutte le persone, a coinvolgere nei processi aziendali e a mobilitare la preziosa intelligenza di tutti. Il nostro obiettivo è far sentire le persone non solo accompagnate ma anche protagoniste." La formazione al coaching rappresenta una leva strategica per far crescere ed evolvere il proprio ruolo professionale, come racconta Andreina Fraia Sanjust di Teulada, Head of Talent Acquisition & Employer Branding di Acea - "Il coaching è stata una metodologia importante per lavorare con le persone nei diversi ruoli che ho ricoperto anche in aziende precedenti, per accompagnare il cambiamento e le persone alla trasformazione." Uno strumento prezioso anche per Roberta Farinotti Chief People Officer di Planet Farms - "La mia formazione di coach è stata fondamentale per esprimere con efficacia il ruolo di responsabile del personale di una start up come Planet Farms, e in particolare per superare con efficacia un momento aziendale critico che l'azienda ha attraversato un anno fa con l'incendio del nostro stabilimento produttivo, in cui le persone avrebbero potuto disperdersi, e il coaching è stato determinante per dare continuità alla progettualità in modo strategico." Anche Andrea Soldo Responsabile del Sistema dei Servizi, CNA Associazione di Bologna, ne sottolinea i benefici - "Lavorare con un metodo di coaching sta rendendo più facile l'accoglimento delle persone nelle proposte di riorganizzazione e la costruzione della collaborazione." Il messaggio è chiaro: il coaching è una necessità per le aziende che vogliono rimanere competitive. Investire nella formazione dei propri manager come coach significa creare un ambiente di lavoro più sano, più produttivo e più orientato al futuro.
(Adnkronos) - Quasi 3 italiani su 4 (73%) sanno che gli alberi abbassano la temperatura laddove sono piantati, limitando la formazione delle cosiddette 'isole di calore'. Allo stesso tempo, quasi 1 su 5 non sa che gli alberi sono in grado di mitigare gli effetti della pioggia intensa e di limitare gli allagamenti, mentre 1 su 3 ignora che gli alberi nelle città sono in grado di assorbire la CO2. Sono alcuni dei dati emersi da una ricerca elaborata dalla divisione Annalect di Omnicom Media Group per Prospettiva Terra, il progetto non-profit fondato dal Stefano Mancuso, accademico e divulgatore scientifico, e da Marco Girelli, Ceo di Omnicom Media Group Italia, con la partecipazione di realtà quali McDonald's, Henkel, Ricola, Acone Associati, Publitalia'80 ed il contributo di Pnat, come partner scientifico, e Bam-Biblioteca degli Alberi di Milano, come Botanical Partner, con l'obiettivo di affrontare insieme il problema del riscaldamento globale. L'indagine, realizzata su un campione di 1.000 intervistati residenti in cinque grandi città italiane, Milano, Torino, Roma, Napoli e Palermo, ha l'obiettivo di investigare il grado di conoscenza dei cittadini sul ruolo che gli alberi ricoprono nel contrastare e mitigare gli effetti del cambiamento climatico in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi (21 novembre). Nel dettaglio, si scopre che 6 italiani su 10 affermano che le foreste molto estese nel mondo sono in grado di assorbire grandi quantità di CO2, consapevolezza che cala, a sorpresa, sul target dei giovani 18-24enni (58%), sempre attenti ai temi ambientali, rispetto a quello dei 55-64enni (65%). "Sappiamo ancora troppo poco del nostro pianeta e questa ricerca ce lo dimostra - afferma Mancuso - Il disastro di Valencia o le alluvioni in Emilia-Romagna e in Sicilia, tanto per citare i gravi fatti più recenti, ci impongono un'azione forte e non più rimandabile. Il 2024 sarà l'anno più caldo di sempre ed il primo con una temperatura media globale di 1,5 gradi sopra i livelli preindustriali. Per questo bisogna educare le persone, fare formazione e informazione su come proteggere il nostro pianeta e limitare i danni: questo è l'obiettivo di Prospettiva Terra, con cui stiamo costruendo un modello cooperativo e diffuso, simile alle reti vegetali, in cui delle imprese private decidono di farsi carico del futuro che ci aspetta, lavorando nell'unica direzione possibile, ossia la partecipazione diretta a progetti di innovazione scientifica". Tre abitanti su 4 dichiarano che nel proprio quartiere gli alberi sono molto o abbastanza diffusi (75%). Tuttavia, i dati sono molto diversi da città a città: a Torino e a Roma la percentuale è del 90%, a Milano dell'80%, a Palermo del 63% e a Napoli soltanto del 51%. In effetti, Torino ha la più alta percentuale della superficie comunale occupata da aree verdi (18,2%), mentre Palermo si ferma al 4,8%. Inoltre, la percezione cambia anche in base alla zona della città in cui si vive: il dato è più forte man mano che dal centro (72%) ci si avvicina al semi-centro della città (75%), fino alla periferia (77%). In particolare, la percezione della forte presenza degli alberi cresce, anche fino al 30%, in periferia, mentre nelle aree centrali e semi-centrali si attesta intorno al 20%. Non a caso, dunque, Napoli e Palermo sono le città in cui gli alberi sono più desiderati (rispettivamente 93% e 87%). Sebbene nelle altre città gli alberi sono percepiti come più presenti, le percentuali restano alte: a Torino e a Milano la percentuale di chi vorrebbe più verde in città si attesta intorno al 75% e a Roma al 69%. L'altro dato molto rilevante è quello della posizione rispetto alla città: il desiderio di avere più alberi, senza differenze sostanziali tra nord, centro e sud, è molto più sentito nel centro della città (87%) rispetto al semi-centro (80%) e, soprattutto, rispetto alla periferia (68%) dove la presenza degli alberi è tipicamente più forte. Scelta da oltre 6 italiani su 10, la quercia risulta essere l'albero che più di tutti, nell'immaginario collettivo, è in grado di contrastare gli effetti del cambiamento climatico, superando nettamente l'abete (39%) ed il pino (37%). Fuori dal podio sono i tigli (25%), i cipressi (24%) e i frassini (23%). "Le piante sono vere e proprie macchine in grado di stoccare CO2 nei propri tessuti legnosi e assorbire alcuni inquinanti atmosferici, come il monossido di carbonio ed il particolato atmosferico - afferma Camilla Pandolfi, Ceo e R&D Manager Pnat - La farnia, ovvero la quercia più conosciuta (Quercus robur), è un albero in natura molto longevo ed è in grado di apportare numerosi benefici nell'arco della sua vita. Anche tigli e frassini sono in realtà molto performanti per quanto riguarda la rimozione degli inquinanti, grazie a particolari caratteristiche delle foglie e dei rami che permettono alle particelle fini di depositarsi sulla loro superficie, rimuovendole così dall'atmosfera. Non dimentichiamoci però delle specie sempreverdi (abeti, pini e cipressi) che, a differenza degli alberi caducifoglie, mantengono la chioma fogliata tutto l'anno e apportano notevoli benefici ambientali anche nei mesi in cui le altre piante sono meno attive, ovvero durante la stagione invernale". Una cosa sicuramente mette tutti d'accordo da nord a sud: l'idea che essere circondati da alberi possa donare benessere mentale, serenità e gioia, per la quasi totalità del campione (96%). Napoli, una delle due città che lamentano una scarsa presenza di alberi, è quella in cui viene associata di più agli alberi l'idea di maggior aiuto per il benessere mentale e la serenità. E quando agli italiani viene chiesto quali pensieri e stati d'animo associano agli alberi, in generale, la risposta è un sentimento di serenità e di leggerezza: la prima idea, infatti, è quella del relax (33%), seguita dalla purezza (22%) e dai concetti di forza (17%), spiritualità (9%) e gioia (7%).