INFORMAZIONIComoli, Ferrari e C. spa Elettrodomestici, Elettronica e Hardware Ruolo: Responsabile Comunicazione Area: Communication Management Margherita Ferrari |
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(Adnkronos) - I codici per la prevendita non bastano più: se si vuole comprare un biglietto per un concerto, specialmente in caso di reunion o comeback tanto atteso, è meglio armarsi della pazienza di un monaco, una connessione stabile e un pizzico di fortuna degno di una vincita alla lotteria. Gli show di Oasis, Black Sabbath e dei sempre sfuggenti Radiohead hanno mandato in tilt i fan. Ma ancora una volta, riuscire a comprare un biglietto è stata una prova di sopravvivenza. Il percorso ormai è sempre più surreale: preregistrazioni obbligatorie, codici di accesso, code virtuali che durano ore, timer che ti buttano fuori se sbagli un clic. Persone scambiate per bot. E poi, puntualmente, il sold out in pochi minuti. “Esauriti in mezz’ora, i codici erano una presa in giro. Vergogna…” scrive un fan dei Radiohead furioso, nel giorno in cui è scattata la vendita delle date del tour imminente della band inglese. Non è un caso isolato: i commenti di protesta hanno invaso i profili Instagram del gruppo di Thom Yorke, che torna live dopo 7 anni, fino a costringere i social manager a limitarli. Il tono è un coro di delusione e amarezza: “Niente codice, apparentemente troppa gente vuole andare al concerto. Ma sapete cosa? Ho perso l’entusiasmo di andare ai concerti in generale - puntualizza qualcuno -. La musica dovrebbe essere un piacere, accessibile a tutti. Se dobbiamo anche combattere per un semplice biglietto, non ci vado più. Mi mancano i tempi in cui si andava in negozio e si comprava il biglietto, punto”. Un altro fan scrive: “Ragazzi, con tutto il rispetto, capiamo che siete una grande band e che avete una vostra ideologia, ma sarebbe meglio vendere i biglietti in maniera normale. In questo momento molti di noi sono frustrati e non hanno ricevuto alcun feedback… sembra una mancanza di rispetto”. Impossibile, per molti, riuscire a prendere anche un solo biglietto per le date del tour europeo che farà tappa, per il nostro Paese, a Bologna, con quattro date il 14, 15, 17 e 18 novembre prossimi. “Avevo ricevuto il codice ma il sistema mi ha buttato fuori dalla coda e poi mi ha bloccato per un po’ - si legge tra i commenti sul profilo ufficiale del gruppo -. Quando finalmente sono riuscito a entrare, c’erano solo biglietti a 214 sterline che però non si potevano acquistare. Vi seguo dall’inizio e adesso è praticamente impossibile avere un biglietto. Non siete riusciti a trovare un modo migliore per evitare i bot?” Chi ha seguito tutta la procedura per filo e per segno e non ha comunque trovato biglietti, fa notare che su Viagogo e Stubhub sono già disponibili a 500 euro. E questo è il punto: i biglietti finiscono immediatamente sui siti di rivendita, spesso a prezzi triplicati. Per la reunion dei Black Sabbath – Back To The Beginning del 5 luglio scorso è stato lo stesso: biglietti andati esauriti in pochi minuti e rivenduti a prezzi folli sul mercato secondario. Stessa storia per gli Oasis, con tagliandi immediatamente polverizzati e poi ricomparsi online a cifre anche tre volte superiori al prezzo originale. I fan sentono di essere messi all’angolo da un sistema che sembra premiare solo i bagarini digitali. Per provare a fermare questa giungla di bot e speculatori, i Radiohead hanno adottato una procedura più rigida ma anche (almeno in apparenza) più equa. Prima di tutto c’è stata la registrazione: sul sito radiohead.com bisognava compilare un modulo dove inserire i propri dati (nome, email, numero di telefono, città e Paese di residenza) e indicare per quale delle cinque città si desiderava acquistare i biglietti. Il passo successivo? Il codice di sblocco, la vera ‘chiave’ per accedere alla vendita. Mercoledì 10 settembre, chi è stato selezionato ha ricevuto via email il proprio codice, che ha permesso di entrare nella coda ufficiale di acquisto alle 11 in punto di oggi. Ogni codice dava diritto ad acquistare fino a quattro biglietti per un solo show nella città scelta. Chi è rimasto escluso è finito invece automaticamente in lista d’attesa: se si libereranno biglietti, si riceverà un nuovo codice con almeno 24 ore di preavviso per completare l’acquisto. Inoltre, per evitare la rivendita selvaggia, i biglietti potranno essere ceduti solo attraverso un sistema ufficiale predisposto dalla band, che li rimette in vendita al prezzo originale per altri fan. Il problema resta però di fondo: anche con queste procedure, la sensazione è che assistere a un concerto sia diventato un privilegio per pochi, e non un piacere alla portata di chiunque come un tempo. “La musica dovrebbe essere per tutti. Se anche per ascoltarla dobbiamo combattere così, non ne vale più la pena” è il commento amaro di un fan che racchiude tutta la frustrazione di chi è costretto, ogni volta, a sottoporsi a procedure lunghe e stressanti per poter vivere un’esperienza che dovrebbe, in teoria, regalare solo divertimento. (di Federica Mochi)
(Adnkronos) - A differenza di quello che capitava fino al Novecento, quando gli Stati Uniti erano percepiti senza ombra di dubbio come la più grande potenza mondiale e gli altri Paesi si comportavano di conseguenza, “ora, pur restando essi la prima potenza del pianeta e nonostante i suoi sfidanti - Cina e Russia in testa - se la passino piuttosto male, la distanza relativa percepita è minore”. Così Dario Fabbri, giornalista ed analista geopolitico, al convegno ‘Il futuro del mondo legno: economia circolare e risorse forestali’ a Mantova, organizzato da Rilegno e Conlegno. Minore rispetto ad un tempo anche l’effetto delle richieste americane sulle decisioni di altri Stati: “Oggi gli americani dicono ‘fate questo, fate quello’, ma i russi, i cinesi, gli indiani, gli iraniani o i turchi, sentono e non sentono - aggiunge Fabbri - Alcuni non li ascoltano per niente, altri un po’ di più. Questo ci sconvolge perché siamo l’unica parte del pianeta che si era convinta che ‘la storia fosse finita’ e sentire parlare di terza guerra mondiale fa giustamente rabbrividire”. La stessa porzione del mondo che si era convinta di questo non si è accorta “di quello che continuava a succedere fuori dalle nostre camerette - puntualizza Fabbri - La storia non si ferma” e dunque “perché gli altri di questo pianeta dovrebbe accettare il sistema che abbiamo creato noi occidentali, seppur con alcune regole assolutamente nobili, dalla democrazia ai diritti umani? Il mondo conta più di 8 miliardi di abitanti e gli occidentali sono meno di un miliardo”.
(Adnkronos) - 'Matriarche e Memorie'. È questo il tema della Giornata mondiale dell'elefante (World Elephant Day) di quest’anno, celebrata come ogni anno il 12 agosto. La Giornata 2025 ha infatti un focus sul ruolo cruciale delle femmine di elefante nel guidare e preservare la storia dei loro branchi. Così il Wwf in una nota in cui ricorda che la leadership del branco di elefanti è affidato ad una femmina adulta ed esperta che è responsabile di guidare il gruppo, prendere decisioni cruciali su dove andare a reperire acqua e cibo e su come reagire ai pericoli. La Giornata mondiale dell’elefante è anche occasione, per il Wwf, di lanciare l’allarme sullo stato di conservazione di queste specie, promuovendo le azioni di conservazione che contrastano bracconaggio, commercio di avorio, perdita di habitat e conflitti con l’uomo, e sensibilizzando sul ruolo chiave che gli elefanti svolgono negli ecosistemi e sul loro valore culturale. In 8 Paesi asiatici (Cambogia, Cina, Laos, Indonesia, Malesia, Myanmar, Thailandia e Vietnam) restano fra gli 8-11mila elefanti in natura. La popolazione residua di elefante asiatico oggi occupa appena il 5% del suo areale storico. Conosciuti come 'ingegneri dell'ecosistema e giardinieri della foresta', gli elefanti asiatici svolgono un ruolo cruciale - spiega il Wwf - disperdendo semi e sostanze nutritive attraverso i loro escrementi mentre si spostano, creando percorsi nelle foreste dense e modificando gli habitat forestali a beneficio di altri animali. Anche le loro impronte possono formare piccoli ecosistemi che fungono da habitat per organismi come alcuni anfibi. La perdita e la frammentazione degli habitat, i conflitti con l'uomo e il bracconaggio hanno causato un allarmante declino della popolazione: in alcuni Paesi sono rimasti solo poche centinaia di individui in natura. La coesistenza è certamente un fattore chiave per garantire un futuro all’elefante. L’India è il paese dove è presente la più grande popolazione di elefante asiatico (la popolazione di elefanti in questo paese si attesta tra i 25-30mila individui, pari a quasi due terzi della popolazione globale di elefanti asiatici). "Nel complesso, il mantenimento della più grande popolazione esistente di elefanti selvatici al mondo, in un contesto fortemente antropizzato come quello indiano - spiega il Wwf - è reso possibile da un solido quadro istituzionale, politico e giuridico dedicato alla conservazione". Anche gli elefanti africani si trovano ad affrontare forti difficoltà. Il loro numero è drasticamente crollato, passando dai 12 milioni stimati circa un secolo fa ai 415mila riportati nell’ultimo censimento. Le due specie presenti sono l’elefante di savana (Loxodonta africana), classificato come 'in pericolo', e l’elefante di foresta (Loxodonta cyclotis), inserito tra le specie in 'pericolo critico'. Il bracconaggio resta la causa principale del declino di entrambe le specie: si stima che ogni anno, infatti, vengano uccisi circa 20mila elefanti per il commercio illegale di avorio. A questo si aggiungono le uccisioni generate dai conflitti con le comunità locali, in crescita a causa della deforestazione (trasformazione di aree di foresta e savana in coltivazioni), carenza di cibo o di acqua. Da oltre 30 anni il Wwf porta avanti programmi di conservazione in Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo e Gabon come le azioni di mitigazione dei conflitti con l’uomo, lo sviluppo del programma 'Zero Poaching', la collaborazione con il programma Traffic per ridurre il commercio di avorio, il lavoro di sostegno alle comunità locali attraverso lo sviluppo di attività economiche sostenibili, l’educazione ambientale, l’assistenza medica e il sostegno alla scolarizzazione. Grazie al progetto 'Una foresta per gli elefanti', nel territorio del Tridom (Gabon, Camerun, Repubblica del Congo) il Wwf sta realizzando azioni di studio e monitoraggio tramite fototrappole, analisi genetiche e tagging, rafforzamento del sistema antibracconaggio, aumentando le risorse disponibili per gli uffici che lavorano sul campo, le tecnologie avanzate e la formazione delle guardie. Il progetto prevede, inoltre, un’intensa attività finalizzata a migliorare la convivenza tra elefanti e comunità locali, tramite azioni volte a mitigare i conflitti attraverso un nuovo approccio, denominato Safe, che punta al raggiungimento di 5 obiettivi generali misurabili: sicurezza per le persone, sicurezza per la fauna selvatica, protezione delle proprietà umane, protezione dell’habitat, monitoraggio efficace.