INFORMAZIONIPhilip Morris Italia srl Commercio e Distribuzione Ruolo: Director HR Business Partner - France Area: Human Resource Management Marco Bifulco |
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(Adnkronos) - "Dopo l'espansione dei data center in città europee come Dublino, Londra, Parigi, Amsterdam e Francoforte, è ora il turno delle metropoli italiane, con Milano in prima linea". Così il Ceo di A2A Renato Mazzoncini all'Adnkronos dopo la presentazione a Cernobbio della ricerca a cura di Teha Group, in collaborazione con la società multiservizi quotata alla Borsa di Milano. Per il manager, la Lombardia è destinata a diventare un hub strategico per l'economia digitale, grazie a un ecosistema in rapida crescita: "L'Italia ospita 168 data center ed è tredicesima a livello mondiale con un potenziale importante. Il settore dei data center in Italia genera un valore economico stimato in 60 miliardi di euro, con proiezioni che indicano un possibile incremento fino a 200 miliardi nei prossimi anni. Queste infrastrutture, oltre a contribuire alla crescita del Pil, oggi sono al 2,8% ma possono arrivare fino all'8%, offrono opportunità occupazionali significative, con la previsione di creare fino a 150.000 posti di lavoro" ha sottolineato Mazzoncini. Il quale ha però anche ricordato l'impatto energetico dei data center, che richiedono ingenti quantità di energia, e sollevano interrogativi sulla sostenibilità ambientale. "La proposta -è il commento del manager- è trasformare questa sfida in un'opportunità, integrando i data center nel sistema energetico nazionale attraverso il recupero del calore generato dai processi di elaborazione dei server. In questo senso, la Lombardia, con la sua rete di teleriscaldamento estesa e le aree industriali dismesse dotate di infrastrutture elettriche ad alta tensione, offre un terreno fertile per la rigenerazione urbana attraverso l'insediamento di data center sostenibili".
(Adnkronos) - "Premetto che non amo polemiche tra Ordini professionali, e specialmente se hanno ad oggetto tentativi di entrata in ambiti di altri Ordini. Io credo che tra ordini professionali debba esistere un clima di unità, solidarietà e condivisione dei percorsi. Poi è chiaro che ci sono situazioni che possono anche essere discusse ma non amo le polemiche. Detto questo io prendo atto della reazione della nostra categoria, una reazione di orgoglio, con la consapevolezza che quando le proprie attività sono oggetto di desiderio di terzi vuol dire che abbiamo fatto bene, con un percorso in questi 20 anni ricco di soddisfazioni, e solo l'inizio di quello che faremo in futuro". Così Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, intervistato sulla web tv di categoria risponde sulle polemiche innescate dalla decisione dell'Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) che ha confermato, che il protocollo Asse.Co. (Asseverazione di conformità contributiva e retributiva) rimane di esclusiva competenza dei consulenti del lavoro, respingendo la richiesta del consiglio nazionale dei dottori commercialisti di estenderla anche a loro. E la polemica ha riguardo anche altre competenze dei consulenti del lavoro. "Mi viene da sorridere -ha continuato De Luca- perchè quando il legislatore, dalla legge Biagi in poi, ha individuato in maniera esclusiva i consulenti del lavoro per assegnargli delle funzioni lo ha fatto sulla base di due considerazioni. Una è certamente il tema della competenza, della specializzazione, sin da quando i nostri giovani iniziano il loro percorso di studi e poi di tirocinio c'è una conoscenza verticale dei temi". "L'altra considerazione -ha spiegato ancora De Luca- arriva dal ministero del Lavoro: Sacconi, Damiano, Giovannini, Poletti, tutti i ministri che hanno firmato i provvedimenti che hanno assegnato ai consulenti del lavoro la potestà di intervenire in materia di conciliazione dei rapporti di lavoro. di arbitrato, di conciliazione dei contratti, di politiche attive, hanno considerato che quando si devolve in sussidiarietà un potere dello Stato a un ordine professionale questo può avvenire solo se c'è la vigilanza. Quindi, il ministero del Lavoro ha un potere, lo devolve, vigila su quel potere, assegnato a un ente o categoria professionale con caratteristiche ben precise, e quindi anche in questo caso ci troviamo davanti a delle polemiche non certamente legate a una valenza pubblica ma privata insomma", ha concluso De Luca.
(Adnkronos) - "Acea come operatore infrastrutturale ha l’obbligo di coniugare il passato e la tradizione con l’innovazione e il futuro". Ad affermarlo è Marco Pastorello, Chief Transformation Officer del Gruppo, illustrando al Meeting di Rimini i progetti di digitalizzazione e trasformazione. La società sta sperimentando sia la robotica sia l’intelligenza artificiale. "Con i cani robot e i droni effettuiamo ispezioni preventive, aumentando la sicurezza dei nostri dipendenti. Proprio a luglio abbiamo siglato un importante accordo con l’Istituto Italiano di Tecnologia", ha ricordato Pastorello. L’innovazione per Acea non è solo tecnologia ma anche attenzione alle persone: "In quest’ultimo anno abbiamo incontrato 5.000 dipendenti in tutta Italia, portando la voce dell’azienda anche in Europa, dal World Economic Forum in poi. Non si può parlare di innovazione senza mettere la persona al centro". Tra i benefici concreti della digitalizzazione, Pastorello ha citato "efficienza, perché consente di rilevare e risolvere più rapidamente i guasti, e sicurezza, perché permette di evitare che le nostre squadre si trovino in situazioni di pericolo, grazie all’impiego dei droni nelle ispezioni".