INFORMAZIONISpazio Villa Erba (Centro Congressuale e Fieristico Internazionale) Event Industry Ruolo: Amministratore / Presidenza Area: Top Management Marco Ambrosini |
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(Adnkronos) - Un gol di Conceicao basta alla Juventus di Thiago Motta per vincere il Derby d'Italia con l'Inter 1-0 e volare al quarto posto in classifica, agganciando la Lazio a 46 punti. I nerazzurri invece, dopo il pari del Napoli, non riescono ad approfittarne e restano a -2 dalla squadra di Conte capolista. Per la sfida dello Stadium Thiago Motta sceglie Di Gregorio in porta, Weah e Savona esterni, con Veiga al centro della difesa insieme a Gatti. A centrocampo dal 1' Thuram con Koopmeiners e McKennie, e in avanti Kolo Muani con Conceicao e Nico Gonzalez sulle fasce. Inzaghi risponde con Taremi in coppia con Lautaro, viste le condizioni precarie di Thuram, Dumfries e Dimarco come quinti di centrocampo, Acerbi al centro della difesa a tre con Pavard e Bastoni. Gara aperta tra le due squadre che vogliono vincere. Al 3' palla persa di Acerbi, con McKennie che serve Nico Gonzalez che calcia alto da buona posizione. Al 12' risponde l'Inter con un lancio di Bastoni per Barella che stoppa e calcia ma manda alto, anche se l'azione è fermata per fuorigioco. Al 19' ancora nerazzurri pericolosi. Ancora protagonista Barella che arriva dal limite ma scivola e ne esce una conclusione sporca che si trasforma in assist per Taremi che prova una rovesciata sulla quale è reattivo Di Gregorio. Sul proseguo dell'azione, cross di Lautaro per Dumfries che di testa spreca una grande occasione mandando alto. La Juve si riaffaccia in avanti al 22' con un diagonale velenoso di Nico Gonzalez che Sommer respinge, poi sul recupero di Barella la palla arriva a Conceicao che cerca il primo palo, ma è ancora pronto il portiere svizzero che manda in angolo. La squadra di Thiago Motta continua a spingere e al 33' arriva la conclusione di prima intenzione di Kolo Muani da buona posizione, ma una leggera deviazione salva Sommer. Nel finale di tempo la squadra di Inzaghi si rende di nuovo pericolosa, al 35' con Lautaro che non sfrutta il cross basso di Dumfires mentre al 44' è lo stesso difensore esterno ad involarsi in area e calciare di potenza, trovando però solo il palo. Ad inizio ripresa Juve più intraprendente e al 49' ci prova Veiga sugli sviluppi di un corner ma la conclusione è troppo centrale. Al 50' ancora pericoloso Conceicao, ma il tiro del portoghese è debole sul primo palo con Kolo Muani che chiedeva la sfera sul secondo. Grande determinazione sulle seconde palle per la Juventus con un un intenso pressing alto, mentre l'Inter fatica ad uscire. Le squadre con il passare dei minuti si allungano e si aprono spazi e al 58' un contropiede della Juventus, tre contro uno vede Dimarco arrivare per primo sul pallone e spazzare. Al 61' ripartenza nerazzurra con Taremi ma è perfetta la chiusura di Weah al limite dell'area. Inzaghi capisce le difficoltà della squadra e cambia inserendo Thuram, Carlos Augusto e Zalewski, mentre Thiago Motta fa entrare Cambiaso. Il polacco ex Roma è subito pericoloso, prima entra in area ma perde il tempo per la conclusione e poi serve un bel pallone a Lautaro in area che cicca la conclusione. Poi al 69' Thuram recupera, serve Dumfries che calcia di prima intenzione ma Di Gregorio devia sul palo. Azione poi fermata per il fallo iniziale della punta nerazzurra. Ritmi sempre alti con i bianconeri che si rendono pericolosi con Koopmeiners che di testa cerca il secondo palo, ma la palla finisce al lato. Al 74' la Juve passa in vantaggio: numero di Kolo Muani in area che cerca di liberarsi prima con una veronica poi con un tocco di fino e palla che arriva a Conceicao che in diagonale batte Sommer per l'1-0. L'Inter sbanda e rischia di subire il raddoppio al 76' ma Dumfries è bravo a salvare sulla linea il destro di Koopmeiners, a Sommer battuto. La squadra di Inzaghi vuole evitare il ko e si getta in avanti e all'85' cross di Zalewski per il colpo di testa di Thuram che manda alto. Tanti spazi in cui la Juve si insinua con Kolo Muani che al 92' calcia dal limite ma Sommer manda in angolo. L'Inter ci prova fino al termine con Thuram che cerca il gol spettacolare ma manda sopra la traversa. Non c'è più tempo e l'Inter perde un'occasione importante per il sorpasso in vetta.
(Adnkronos) - La filiera estesa del Prosciutto di San Daniele è stata al centro di un importante confronto tra produttori e distributori, promosso dal Consorzio del Prosciutto di San Daniele con il supporto di The European House - Ambrosetti (Teha). L’evento, ospitato dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano, ha rappresentato un momento di riflessione strategica sulle sfide e le opportunità del comparto agroalimentare italiano. Nel contesto attuale, caratterizzato da un elevato grado di incertezza economica e geopolitica, il settore agroalimentare italiano continua a rappresentare un asset strategico per il Paese. Il Prosciutto di San Daniele, con un valore della produzione di oltre 320 milioni di euro e 2,5 milioni di cosce prodotte annue, si conferma una delle eccellenze del Made in Italy, generando un impatto economico significativo. Ogni euro di fatturato generato dal Prosciutto di San Daniele attiva 2,2 euro aggiuntivi nell’economia nazionale, contribuendo a un giro d’affari complessivo di oltre 1,1 miliardi di euro. Lo studio strategico realizzato da Teha ha evidenziato il ruolo chiave della filiera agroalimentare italiana, che nel 2024 ha sfiorato i 70 miliardi di euro di export, confermando il Paese tra i principali attori del settore a livello globale. Il comparto della carne e dei salumi ha generato un valore aggiunto superiore agli 8 miliardi di euro, rappresentando l'11% del totale agrifood nazionale. Il Prosciutto di San Daniele, settimo prodotto certificato italiano per valore della produzione, ha registrato una crescita significativa, con effetti moltiplicativi rilevanti per i territori coinvolti. Il mercato della Dop San Daniele ha registrato, nel 2024, un aumento del 6,4% del volume venduto e una crescita sul valore dell’8,2%. L’incontro ha visto la partecipazione di rappresentanti del Consorzio, della ristorazione organizzata e della distribuzione, con l’obiettivo di rafforzare il dialogo e individuare strategie comuni per valorizzare il prodotto, migliorare il servizio distributivo e garantire la qualità per i consumatori. Nicola Martelli, presidente del Consorzio del Prosciutto di San Daniele, ha introdotto il comparto illustrando che è composto da 31 produttori ben rappresentati da piccole aziende familiari e da grandi gruppi nazionali; un consorzio che rappresenta un grande distretto economico con un fatturato di oltre 350 milioni di euro di valore alla produzione. "Recentemente abbiamo potenziato e ripreso il dialogo con la grande distribuzione organizzata, partner strategico in grado di valorizzare e comunicare il San Daniele Dop. Un dialogo costruttivo tra gli attori della filiera estesa, quindi coinvolgendo distributori e ristoratori, è necessario per potenziare la presenza del prodotto", ha dichiarato. "Il Consorzio - ha proseguito Martelli - ha fortemente voluto questo incontro per promuovere un momento di riflessione nei confronti del mercato e del consumatore finale, e per sviluppare un dialogo sulle sfide che attendono il comparto alimentare in generale, oltre al Prosciutto di San Daniele. Per questi motivi vorremmo impostare il nostro rapporto con la distribuzione in una dimensione nuova, ovvero un sistema di relazioni biunivoco per uno scambio di prospettive, necessità e problematiche per poter dare risposte precise al mercato e per tutelare la qualità dei prodotti per i consumatori". "L’obiettivo primario del Consorzio - ha concluso il presidente Martelli - è preservare il prodotto, valorizzarlo e continuare a lavorare per migliorarne la qualità. In questa direzione si inserisce anche un nuovo progetto di segmentazione che definisce tre categorie di classificazione del Prosciutto di San Daniele Dop e regolamenta le stagionature più estese. Non si tratta di un’azione promozionale bensì di una regolamentazione che parte proprio dalle caratteristiche della materia prima". Tra i principali temi affrontati, il contesto macroeconomico e le sue ripercussioni sul settore, l’evoluzione dei consumi e il ruolo strategico della distribuzione nel promuovere i prodotti a indicazione geografica. L’intervento di The European House - Ambrosetti ha messo in evidenza le prospettive future e l’importanza di una visione di medio-lungo termine per affrontare le sfide del comparto. Il Consorzio del Prosciutto di San Daniele ha delineato le principali azioni strategiche per il futuro, con un focus sulla segmentazione del prodotto Dop per regolamentare le lunghe stagionature, il rafforzamento delle relazioni con la Distribuzione Moderna e la definizione di un sistema di quotazioni più stabile per contrastare la volatilità del mercato. Inoltre, il Consorzio ha avviato un Osservatorio periodico sui costi di produzione per monitorare le dinamiche del settore e garantire una maggiore tutela della filiera. Il Prosciutto di San Daniele rappresenta un’eccellenza italiana che unisce tradizione, qualità e valore economico. La collaborazione tra produttori e distributori è fondamentale per garantire una crescita strategica e consolidare il posizionamento del prodotto sui mercati nazionali e internazionali. L’evento ha ribadito l’importanza di un approccio collaborativo per tutelare e valorizzare il Prosciutto di San Daniele, garantendo al contempo un’efficiente distribuzione, un elevato standard qualitativo e un servizio sempre più attento alle esigenze del consumatore finale. Il giornalista Ferruccio De Bortoli ha offerto una riflessione sul contesto geopolitico attuale: "La situazione geopolitica attuale è di una complessità assoluta, in questi giorni abbiamo assistito a tanti annunci, bisognerà ora vedere se questi si tradurranno in atti concreti. È necessario abituarsi a un contesto internazionale nel quale ‘si battono i pugni sul tavolo’ ben diverso dalle modalità precedenti ma sempre preferibile rispetto all’univoco uso delle armi degli ultimi tempi. Dobbiamo tener conto di una situazione in cui il contesto è cambiato così rapidamente che non possiamo che agire a livello europeo, anche per far pesare le nostre ragioni con le potenze mondiali. Le democrazie sono in declino, è finito l'ordine liberale del secondo dopoguerra al quale eravamo abituati e che ci ha consentito di stare nella parte occidentale. Ora abbiamo davanti una grande sfida di riproporre ai nostri cittadini un senso più compiuto della memoria storica, che hanno perso purtroppo, e sono disposti a barattare diritti e libertà con protezioni economiche di un certo tipo. Per alcuni la democrazia non è più una risposta valida a tanti interrogativi che emergono, un tema di fondo del quale dovremmo occuparci". Lorenzo Pregliasco, founding partner di Quorum e Youtrend, ha analizzato il fenomeno della frammentazione sociale e culturale: "La frammentazione investe molti aspetti della vita, l'abitudine a fruire in modalità ‘on demand’ di ogni contenuto culturale e informativo è in qualche modo effetto, ma anche motore di una trasformazione che ci porta a considerarci utenti in grado di scegliere direttamente il contenuto che interessa e di rifiutare le scalette imposte dall'alto, anche in politica. La speranza è l’emozione più diffusa, sentimento più aperto e incerto rispetto alla fiducia che rimane in posizioni ben più basse della speranza, dopo i sentimenti più negativi". Pregliasco ha evidenziato inoltre una percezione diffusa di insoddisfazione nel Paese: "La percezione diffusa nel nostro Paese, da oltre dieci anni, è che le cose non stiano andando nel verso giusto. In questo scenario anche le incertezze interne rilevano paure e preoccupazioni su questioni economiche e sociali, come disoccupazione, sanità, povertà. Il percepito sullo stato dell’economia italiana è negativo, anche per il timore dell’aumento dei prezzi. I beni alimentari hanno registrato considerevoli aumenti nel corso dell’ultimo triennio: nel mese di gennaio 2025 l’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 32% rispetto allo stesso periodo di dieci anni prima. L'acquisto di prodotti alimentari italiani e di qualità può rappresentare un porto sicuro, un rimedio, un'abitudine rassicurante e confortante. Il 54% degli italiani presta più attenzione alla qualità che al prezzo; quasi due terzi degli intervistati, dovendo scegliere tra qualità e prezzo preferiscono acquistare un prodotto alimentare italiano anche a costo di spendere di più". Armando Garosci, direttore di Largo Consumo, ha osservato come il mondo del commercio alimentare moderno sta interpretando questi fenomeni e queste situazioni: "Quando la politica fallisce nel rappresentare i soggetti e manca il senso di responsabilità subentra la burocrazia. La fotografia attuale evidenzia che il format supermercato e il discount cresce, il formato distributivo più in crisi oggi è l'ipermercato, mentre il libero servizio è in regressione. Il contesto richiederebbe maggiori attività in libero servizio ma attualmente i minimarket sono supermercati in miniatura; in Italia non è stato ancora perfezionato un modello definitivo per questo segmento. I retail più vivaci si trovano nel meridione e una società frammentata produce un retail frammentato, considerando che il negozio è uno specchio della società". Benedetta Brioschi, partner e responsabile Food&Retail di The European House - Ambrosetti, ha messo in evidenza che "la filiera agroalimentare italiana si conferma un asset strategico per il Paese". Secondo i dati presentati, ha proseguito, "per ogni euro di fatturato generato dal Prosciutto di San Daniele, se ne attivano 2,2 aggiuntivi nell'intera economia; inoltre, solo il 4,4% del valore dei consumi di carne e salumi remunera gli azionisti dell'intera filiera". Per affrontare il futuro, Brioschi ha insistito sulla necessità di "una visione di medio-lungo termine, che delinei con chiarezza e in modo oggettivo lo stato dell'arte e i principali fattori di cambiamento che interesseranno la filiera". Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, ha evidenziato il ruolo centrale della distribuzione moderna: "La distribuzione moderna in particolare è il principale veicolo, tra l'80 e il 90% dei prodotti alimentari entrano nelle famiglie transitando nei punti vendita della distribuzione moderna". La sua missione, secondo Buttarelli, è "portare al maggior numero di persone l'accesso ai prodotti di qualità". Eleonora Graffione, presidente dell'associazione Donne del Retail, ha posto l'accento sulla necessità di migliorare la professionalità nel settore della distribuzione: "Avere dei distributori competenti, che non siano focalizzati solo sul prezzo, ma sul valore che viene creato attraverso il percorso di un consorzio o di un produttore, si ripercuote sicuramente in un risultato positivo. È essenziale investire nella formazione del personale e nella valorizzazione dei prodotti di filiera per alzare la qualità degli stessi e del servizio. La competenza nel prodotto, la sostenibilità e la gestione accurata della distribuzione sono aspetti chiave per il futuro del settore".
(Adnkronos) - Ogni giorno la grande distribuzione genera massicci volumi di prodotti alimentari ritirati dagli scaffali perfettamente integri e commestibili che, per scadenza ravvicinata o confezione esterna ammaccata, non possono essere riproposti alla vendita. Con il progetto ‘Buon fine’ di Coop Lombardia nel solo 2024 sono state recuperate 1.800 tonnellate di cibo, donate ad associazioni no profit che operano sul territorio, molto spesso in prossimità dei punti vendita. In occasione dell’anniversario dell’iniziativa e della Giornata Internazionale contro lo Spreco Alimentare, che ricorre il 5 febbraio, la stessa Cooperativa ha organizzato un evento speciale al Barrio’s Live a Milano. L'iniziativa è stata, inoltre, motivo per approfondire il tema dello spreco alimentare e della cooperazione insieme a ospiti d’eccezione. In vent’anni, “il bilancio è molto positivo”, dice il presidente di Coop Lombardia, Alfredo De Bellis. Lo dicono i numeri: “oltre 75 milioni di euro di merce donata e 25 milioni e mezzo di pasti garantiti a tantissime persone - fa sapere il presidente - Da questo progetto è nata anche la consuetudine di donare, oltre a cibo in scatola, anche carne, latticini, frutta e verdura”. Un progetto dalla duplice veste, solidale e rispettoso dell’ambiente, dal quale sono nati due progetti paralleli. Uno di questi è 'Dona la spesa' “che ci consente di donare con continuità il cibo alle persone, grazie a spazi, approntati fuori dai negozi di Coop Lombardia, in cui soci e clienti possono acquistare del cibo e donarlo al progetto”, spiega il presidente di Coop Lombardia. L’altro progetto è invece 'Mangiami subito' che prevede “l’acquisto di cibo prossimo alla scadenza a prezzi fortemente scontati”, le parole di De Bellis. Nei suoi vent’anni di vita, il progetto 'Buon fine' ha dato a Coop Lombardia la possibilità di attivare e rafforzare “rapporti con 120 tra cooperative, associazioni, realtà del mondo del volontariato e istituzioni - spiega il presidente - riuscendo ad alimentare delle reti sul territorio che consentono di attivare un meccanismo sempre più forte di inclusione sociale”. “Considero che ‘Buon fine’ sia parte integrante della food policy di Milano - dice il vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo - Questa capacità di creare un raccordo fra il sistema pubblico e il sistema privato si può concretizzare solo se c'è la capacità di essere quotidianamente al servizio di quelli che sono gli obiettivi più grandi. Inoltre - aggiunge- il progetto dà la possibilità di arrivare a chi magari non conosce queste iniziative. C'è una dimensione concreta nella raccolta e nella redistribuzione - conclude il vicesindaco Scavuzzo - ma c'è anche un grande valore educativo di comunicazione, di cui oggi abbiamo molto bisogno”. Il progetto ‘Buon fine’ è partito ancor prima dell’entrata in vigore, il 14 settembre 2016, della legge n.166/16 o "legge Gadda" contro gli sprechi alimentari e farmaceutici. Una legge che ha semplificato e aggiornato il quadro normativo esistente e ne ha ampliata l'applicazione a più soggetti del Terzo Settore: “Grazie alla legge 166 antispreco è aumentata non soltanto la varietà dei beni recuperati, a partire dai freschi e freschissimi, che sono quelli a maggiore rischio spreco, ma soprattutto la varietà di possibili donatori - sottolinea Maria Chiara Gadda, Deputata e prima firmataria della Legge - Lo spreco, o meglio l'eccedenza che rischia di diventare spreco, può avvenire in tutta la filiera. Ma in questi anni è migliorato anche il rapporto tra chi può donare, dai supermercati fino al mercato rionale, passando per i grandi eventi”. A quasi dieci anni dall’entrata in vigore, restano ancora alcuni ostacoli da superare per una più ampia applicazione della legge Gadda: “Dobbiamo lavorare di più sulla promozione e anche sull'educazione dei cittadini. Bisogna inoltre calare le opportunità della legge 166 anche in quei luoghi dove sembra impossibile recuperare. Pensiamo ai matrimoni, agli alberghi, al settore della ristorazione. La legge ha semplificato la burocrazia ma ha anche agevolato fiscalmente. Dobbiamo farne conoscere le opportunità e dotare anche il terzo settore di migliori attrezzature e di migliori strumenti per recuperare il cibo e destinarlo laddove ce n'è bisogno”, dice Gadda. ‘Buon fine’ è arrivato direttamente alle persone, restituendo loro dignità: “La forza di questo progetto è stata la sintonia di divisione - dice Rossella Miccio, presidente di Emergency - quindi non l'idea semplicemente di dare l'eccesso a qualcuno che ne aveva bisogno, ma di come farlo, perché farlo e come restituire anche, non solo alla comunità ma anche alle istituzioni, un modello che potesse funzionare e che avesse un impatto vero”, le sue parole. L’iniziativa è un circolo virtuoso che si realizza: “Vent’anni fa, il progetto ha dato subito a Caritas Ambrosiana l'idea che bisognava allearsi con un'impresa che poteva aiutarla, nel concreto, a stare vicino a tutte le persone in difficoltà”, dichiara il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti. “Lo abbiamo fatto portando i beni che ci venivano donati da Coop Lombardia e anche attraverso il Refettorio Ambrosiano, dieci anni fa - riprende Gualzetti - Ancora oggi, in quella sede riceviamo tanti beni dalle varie Coop del circondario di Refettorio Ambrosiano e con questi aiuti, insieme ad altri, riusciamo a non spendere nulla in beni alimentari per fornire un pasto buono alle persone in difficoltà, ospiti della struttura. Tutto questo ha generato un sistema di recupero di beni materiali e soprattutto di cibo, che hanno consentito di alimentare una filiera che va dalle mense agli empori della solidarietà, fino alla somministrazione del cibo attraverso anche i pacchi viveri che i nostri 400 centri di ascolto generano nel territorio. Una collaborazione che ha prodotto tanti risultati”, dice. Per il direttore generale della Fondazione Terre des hommes, Paolo Ferrara, ‘Buon fine’ è “Un esempio virtuoso fatto di una collaborazione che parte dal territorio, dall'ascolto dei bisogni delle persone, delle comunità. Parte dall'attenzione e dall'ascolto fra soggetti che si incontrano. Soggetti come il Comune di Milano, Coop Lombardia e il privato sociale, Come Terre des hommes, che cerca di rappresentare davvero con concretezza le richieste e i bisogni delle persone - le parole di Ferrara - Senza l’ascolto non si riescono a raggiungere risultati e soprattutto, non si riesce a dare sostenibilità al lavoro che si fa sui territori”, conclude.