(Adnkronos) - Il legale di Antonino Speziale, Giuseppe Lipera, chiede alla Corte di Appello di Messina la revisione del processo che ha portato alla condanna a 8 anni e 8 mesi per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti, morto nel febbraio 2007 negli scontri in occasione del derby Catania-Palermo. Nella richiesta, in particolare, si torna a parlare di ‘fuoco amico’. Il legale cita nella sua istanza una puntata delle ‘Iene’ in cui due testimoni riferirono che Raciti sarebbe morto dopo essere stato investito da una jeep della polizia durante la manovra di retromarcia. "Emerge inequivocabilmente che le dichiarazioni rilasciate" dai due testimoni, unitamente alla sentenza della loro assoluzione per il reato di diffamazione a mezzo stampa - scrive l'avvocato Lipera nella sua istanza - rappresentano fatti nuovi e sopravvenuti, che letti congiuntamente agli altri elementi contenuti nel fascicolo di merito, evidenziano come la condanna inflitta a Speziale è ingiusta, in quanto assolutamente innocente ed estraneo alla morte dell’Ispettore Raciti".
(Adnkronos) - Si è svolta presso la sede di Gruppo Cap a Milano la Terza Edizione degli Stati Generali Mondo Lavoro della Sostenibilità, l’evento che ogni anno riunisce istituzioni, aziende e professionisti sul futuro del mondo del lavoro, legato in particolare alle nuove tendenze della sostenibilità. Nel corso della giornata si sono susseguiti gli interventi delle relatrici e dei relatori che hanno preso parte ai lavori e hanno discusso dei principali aspetti della transizione sostenibile, dalle competenze green all’innovazione tecnologica, passando per il ruolo centrale del welfare aziendale. L'evento ha fornito uno spazio di confronto e riflessione sulle opportunità e le sfide che la sostenibilità porta con sé, sottolineando l'importanza di un approccio integrato che coinvolga imprese, istituzioni e cittadini. Grazie alla partecipazione di esperti e professionisti del settore, sono state condivise le principali best practice e le strategie innovative portate avanti per promuovere un lavoro sempre più in linea con i principi della sostenibilità. “La sostenibilità nel mondo del lavoro è centrale ed è una sfida che richiede l’impegno congiunto di istituzioni, imprese e società civile - ha detto il presidente di Gruppo Cap, Yuri Santagostino - In Gruppo Cap siamo fermamente convinti che sostenibilità faccia rima con innovazione tecnologica e responsabilità sociale: è essenziale, infatti, sviluppare nuove competenze professionali e investire nella formazione continua per affrontare le sfide ambientali e promuovere un benessere diffuso. Le politiche di welfare aziendale, che migliorano la qualità della vita delle persone, sono fondamentali per contribuire a costruire un futuro più sostenibile”. Nel panel 'Green Skills: come prepararsi ai lavori del futuro', partendo dalla previsione che il 39% delle skills cambieranno nei prossimi 5 anni, si è ragionato sugli approcci virtuosi rivolti sia ai futuri lavoratori sia al personale già presente nelle aziende. È emerso come la sostenibilità sia un tema complesso che abbraccia una serie di competenze variegate. I giovani che si approcciano al mondo della sostenibilità attraverso percorsi di studio e programmi di formazione, devono saper interpretare le aziende ed essere consapevoli di un mondo del lavoro in continua evoluzione. Per le aziende è necessario invece anticipare le necessità future, sia con progetti di upskilling sia di reskilling. Un altro momento chiave della giornata è stato il panel 'Dall’innovazione all’azione', dove si è affrontato il tema della tecnologia a servizio della sostenibilità. Si è ragionato sul cambio di percezione del tema sostenibilità che, se integrato nel business di un’azienda, offre un vantaggio competitivo e consente di creare valore nel lungo termine. Il focus si è trasferito anche sul ruolo della tecnologia e di come oggi sia essenziale combinarla con i valori di giustizia sociale e inclusività. L’ultimo panel, 'Il futuro del lavoro: welfare e sostenibilità come pilastri dell’innovazione aziendale', ha infine approfondito i temi che si trovano sotto la S di Esg, dove si è evidenziato il tema della sostenibilità umana, che è anche rispetto, evidenziando come per le aziende ormai sia necessario avere e garantire un benessere aziendale, capace di essere una leva strategica per la crescita delle imprese.
(Adnkronos) - Il Giro d’Italia della CSR, l’evento itinerante de Il Salone della CSR e dell'innovazione sociale, riparte con l’edizione targata 2025, sempre con l’obiettivo di valorizzare le esperienze concrete di imprese e territori, promuovere la cultura della sostenibilità e stimolare un’emulazione virtuosa. Quest’anno sono al momento cinque le tappe in programma, scelte per offrire a esperti e organizzazioni la possibilità di confrontarsi e di approfondire alcune delle principali tematiche della sostenibilità. La prima tappa, andata in scena al DumBO di Bologna e organizzata in collaborazione con Impronta Etica e SCS Consulting, è stata gestita con un format laboratoriale: i partecipanti, appartenenti sia al mondo delle imprese che al terzo settore e alla pubblica amministrazione, sono stati suddivisi in sei gruppi di lavoro con l’obiettivo di confrontarsi e proporre soluzioni concrete su tre diversi aspetti dello sviluppo sostenibile, ma accomunati da un obiettivo: tessere reti per realizzare il cambiamento. L’argomento rientra nel solco più ampio del tema pensato per la tredicesima edizione del Salone nazionale, in programma a Milano in Università Bocconi l’8, 9, 10 ottobre 2025, dal titolo “Creare futuri di valore”. Come si legge in una nota, "la costruzione del programma delle tappe del Giro d’Italia della CSR e dell’edizione nazionale è frutto del dialogo con esperti, accademici, operatori di diversi settori e ha l’obiettivo di coinvolgere gli stakeholder, registrare i cambiamenti in corso, comprendere le esigenze vecchie e nuove delle persone e delle organizzazioni". "Nessuna organizzazione può essere un sistema chiuso – commenta Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone – ma deve saper gestire la relazione con altri attori sociali: solo grazie alla capacità di dialogare e confrontarsi si creano reti capaci di condividere le azioni da mettere in campo per generare un impatto positivo per le comunità e i territori”. Ad aprire i lavori sono stati Giuseppina Gualtieri, Presidente di Impronta Etica, Anna Lisa Balestra, Head of Area People & Change Management e Director Reti e Sistemi di Impresa SCS Consulting e Irene Priolo, Assessora all’Ambiente, Programmazione territoriale, Mobilità e Trasporti, Infrastrutture della Regione Emilia-Romagna. Prima delle attività dei gruppi si è svolto un dibattito sul tema del futuro sostenibile. Al centro della conversazione, il tema dell’etica e del valore pubblico, frutto della contaminazione di approcci tra imprese e PA, all’insegna della reciprocità e della cross fertilisation. Al centro del primo tavolo di lavoro della tappa di Bologna ci sono state le crisi climatiche e ambientali, che segnano in modo sempre più stringente il contesto in cui viviamo. Proprio l’Emilia-Romagna, secondo quanto segnalato dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente, nel 2024 è stata la regione italiana maggiormente colpita dai danni legati al cambiamento climatico. Per far fronte a queste emergenze, la Regione ha presentato un progetto infrastrutturale per la realizzazione di 111 opere strategiche. Ma un vero cambiamento di rotta è possibile solo strutturando soluzioni sistemiche e collettive, capaci di creare un effetto di contaminazione rivolto ad altre iniziative e percorsi. Nella identificazione di iniziative sinergiche nel territorio sono stati citati diversi interventi, come la co-progettazione e la realizzazione di impianti di biometano e la collocazione di arnie per la misurazione degli impatti ambientali attraverso indicatori di biodiversità. È emersa inoltre la necessità di ampliare i progetti di rinaturalizzazione delle città per limitare i danni derivati dagli eventi climatici estremi. Anche dal punto di vista della gestione idrica, fare rete risulta fondamentale: l’esempio virtuoso è quello del Patto per l’acqua, l’impegno assunto da Impronta Etica e da 15 imprese socie per intraprendere azioni destinate a una migliore gestione dell’acqua, dall’ottimizzazione di consumi e prelievi idrici fino alla gestione dei rischi. “Pur in un contesto difficile, è importante l’impegno delle aziende verso obiettivi e percorsi di sostenibilità anche come fattore di competitività; in questo ambito è fondamentale la collaborazione tra imprese, istituzioni e società civili – ha dichiarato Giuseppina Gualtieri, presidente di Impronta Etica –. Rafforzando le sinergie e costruendo sistemi collaborativi tra diversi soggetti possiamo sviluppare soluzioni sostenibili, innovative e condivise, capaci di generare un impatto concreto sulla comunità. In tale contesto, la tappa bolognese del Salone della CSR rappresenta un’importante occasione per Impronta Etica per riprendere esperienze e evidenze sul ruolo chiave della collaborazione per costruire insieme un futuro più sostenibile e inclusivo.” I partecipanti al tavolo dedicato al lavoro hanno riflettuto sulla complessità e le diverse sfaccettature che questo tema comporta. Quando si parla del lavoro del domani, non si può non affrontare aspetti quali l'inclusione nell'ambiente lavorativo, la gestione del tempo, i nuovi valori e la diversa concezione di lavoro delle generazioni più giovani, la necessità di un nuovo senso di appartenenza all'interno delle organizzazioni. Dai lavori della tappa è emersa la necessità di una governance aziendale sostenibile ed empatica: finché l'impresa non costituirà una governance lungimirante, solida, inclusiva, sostenibile e aperta al dialogo, sarà estremamente difficile riuscire a far fronte a tutte le sfide del futuro e a tramutarle in opportunità. Un processo emerso dalle esperienze dei partecipanti come fortemente strategico in questo campo è quello del “reverse mentoring”. Questa procedura va a sradicare la classica concezione che vede le persone più mature e con più esperienza formare i giovani, ponendo anche le nuove generazioni in una condizione di insegnamento e condivisione della propria visione. Ognuno all'interno dell'organizzazione merita di poter trasmettere ed insegnare qualcosa agli altri, superando logiche gerarchiche di genere, età e diversità di qualsiasi altro tipo. “In SCS siamo convinti che solo attraverso una visione comun e generando una sinergia concreta tra gli attori del settore pubblico e privato si possano costruire soluzioni efficaci e durature per il nostro ecosistema economico e sociale – aggiunge Stefano Dall’Ara, presidente di SCS Consulting –.Per questo, all’interno della nostra società, abbiamo creato anche una specifica direzione reti e sistemi di impresa con l’obiettivo di strutturare e facilitare la costruzione di network capaci di produrre valore condiviso”. Di fronte alla trasformazione digitale che ormai permea ogni ambito delle nostre vite, è indispensabile capire come costruire reti che consentano di affrontare le innovazioni del domani in modo sostenibile. Partendo dalla consapevolezza della necessità di adottare una visione sistemica, capace di includere i diversi aspetti che la spinta all’innovazione porta con sé, dal tavolo di lavoro dedicato sono emersi nodi critici e possibili leve abilitanti. Se da una parte persiste la diffidenza nell’integrazione della tecnologia nei processi e meccanismi di un’organizzazione, una certa quota di rifiuto del cambiamento e un divario digitale all’interno della popolazione aziendale, dall’altra sono state suggerite soluzioni di lungo periodo nell’ascolto attivo e nella diffusione di competenze attraverso la formazione e una comunicazione chiara e trasparente delle possibilità offerte dalla tecnologia. L’obiettivo è quello di garantire una transizione digitale inclusiva, che non lasci indietro nessuno. Il prossimo appuntamento con il Giro d’Italia della CSR è a Gorizia, Capitale europea della Cultura insieme a Nova Gorica, il 24 marzo 2025: si parlerà di futuro e frontiere, sempre nell’ottica della sostenibilità.