INFORMAZIONIAutorità per le Garanzie nelle Comunicazioni - AGCOM Istituzioni e Pubblica Amministrazione Centrale Ruolo: Direttore Servizi e Media - Vice Segretario Genera Area: Communication Management Laura Aria |
INFORMAZIONIAutorità per le Garanzie nelle Comunicazioni - AGCOM Istituzioni e Pubblica Amministrazione Centrale Ruolo: Direttore Servizi e Media - Vice Segretario Genera Area: Communication Management Laura Aria |
(Adnkronos) - Jeffrey Epstein ha menzionato Donald Trump per nome più e più volte nella corrispondenza privata degli ultimi 15 anni. A rivelarlo sono state le mail pubblicate dai Democratici della Commissione di Vigilanza della Camera, missive tra il pedofilo suicida e i suoi collaboratori che confermerebbero come il tycoon sapesse in qualche modo del traffico sessuale con giovani donne messo in piedi dall'imprenditore suicida, condannato per abusi sessuali e traffico internazionale di minori. In mail indirizzate alla compagna e collaboratrice di lunga data Ghislaine Maxwell - anche lei condannata per traffico sessuale dopo la morte in carcere dell'uomo - e allo scrittore Michael Wolff, Epstein afferma che Trump avrebbe trascorso molto tempo con una donna, che i Democratici della Commissione di Vigilanza descrivono come vittima di traffico sessuale. Le email includono anche un messaggio in cui Epstein afferma che Trump "sapeva delle ragazze", apparentemente in riferimento all'affermazione di Trump di aver cacciato Epstein da Mar-a-Lago per aver adescato giovani donne che lavoravano nel resort. Le email sono state pubblicate ieri dai dem della Camera, che le hanno ottenute dopo aver citato in giudizio gli eredi di Epstein all'inizio di quest'anno, proprio poche ore prima che la commissione guidata dal Partito Repubblicano pubblicasse altre migliaia di documenti degli eredi. Trump non ha ricevuto né inviato nessuno dei messaggi, che risalgono in gran parte a prima del suo mandato presidenziale, e non è stato accusato di alcun illecito penale in relazione a Epstein o Maxwell. Il presidente Usa e la Casa Bianca hanno quindi bollato la questione come una "bufala", con la portavoce Karoline Leavitt che ha affermato che le email "non provano assolutamente nulla, a parte il fatto che il presidente Trump non ha fatto nulla di sbagliato". In una mail datata 2 aprile 2011 esaminata dalla Cnn, Epstein scrisse a Maxwell: "Voglio che tu capisca che quel cane che non ha abbaiato è Trump...", parlando quindi di una ragazza - il cui nome è stato nascosto - che "ha trascorso ore a casa mia con lui...". Maxwell in quell'occasione rispose: "Ci ho pensato...". I membri repubblicani della Commissione di Vigilanza della Camera hanno identificato la persona come Virginia Giuffre, una delle più importanti sopravvissute a Epstein morta suicida ad aprile, e hanno accusato i Democratici di aver nascosto il suo nome solo perché non aveva accusato Trump. Nel suo libro, Giuffre ha raccontato che suo padre, che lavorava alla manutenzione a Mar-a-Lago nel 2000, le trovò un lavoro come addetta agli spogliatoi, spiegando che "Trump non avrebbe potuto essere più amichevole, dicendomi che era fantastico che fossi lì. 'Ti piacciono i bambini?', mi ha chiesto. 'Fai da babysitter?'. Mi ha spiegato che possedeva diverse case vicino al resort che prestava ad amici, molti dei quali avevano bambini che avevano bisogno di cure." Nel libro "Nobody's Girl", Giuffre non ha mai accusato Trump di illeciti. Circa tre anni prima dell'email, nel giugno 2008, Epstein era stato condannato a 18 mesi di carcere di minima sicurezza dopo essersi dichiarato colpevole di accuse statali di induzione alla prostituzione e di induzione alla prostituzione con minore di 18 anni. Fu rilasciato dal carcere nel luglio 2009, dopo aver scontato solo 13 mesi. Anni dopo, il suo patteggiamento sarebbe stato oggetto di attenzione mediatica e di diffuse critiche per la troppa indulgenza nei suoi confronti. Il documento dei dem include anche mail tra Epstein e Wolff, tra cui una del gennaio 2019, durante il primo mandato di Trump, e circa sette mesi prima che Epstein si suicidasse in prigione. Secondo l'email esaminata dalla Cnn, Epstein avrebbe scritto a Wolff apparentemente per rispondere all'affermazione di Trump secondo cui avrebbe chiesto a Epstein di dimettersi dal club del presidente Usa a Mar-a-Lago. "Trump ha detto di avermi chiesto di dimettermi - le parole di Epsterin -. Non sono mai stato un membro... ovviamente sapeva delle ragazze, visto che ha chiesto a Ghislaine di smettere". La Casa Bianca ha tuttavia affermato che Trump ha escluso Epstein dal club "perché si comportava in modo strano"mentre lo stesso Trump ha affermato che Epstein avesse "adescato" giovani donne che lavoravano alla spa del resort, spiegando al contempo perché la loro relazione fosse finita. Nel suo interrogatorio con il vice procuratore generale Blanche, Maxwell ha poi negato di aver reclutato ragazze a Mar-a-Lago. In una terza email pubblicata dal comitato di vigilanza e visionata dalla Cnn, Wolff – che ha pubblicato un libro sulla West Wing di Trump nel 2018 – ha scritto a Epstein con l'oggetto "avviso" il 15 dicembre 2015. Quel giorno si teneva un dibattito sulle primarie repubblicane della Cnn, ma nella trascrizione non si fa alcun riferimento a Epstein. "Ho sentito che la Cnn ha intenzione di chiedere a Trump stasera del suo rapporto con te, anche in diretta", avrebbe scritto Wolff a Epstein. E il finanziere, stando all'email, avrebbe risposto: "Se fossimo in grado di fornirgli una risposta, quale pensi che dovrebbe essere?". "Penso - la replica di Wolff - che dovresti lasciarlo suicidarsi. Se dice di non essere salito sull'aereo o di non essere andato a casa, allora questo ti dà un prezioso vantaggio in termini di pubbliche relazioni e di valore politico. Puoi rovinarlo in un modo che potenzialmente genera un vantaggio positivo per te, oppure, se sembra davvero che possa vincere, potresti salvarlo, generando un debito. Certo, è possibile che, quando gli verrà chiesto, dica che Jeffrey è un bravo ragazzo e che ha ricevuto un trattamento ingiusto ed è vittima del politicamente corretto, che dovrebbe essere messo al bando". Wolff ha dichiarato pubblicamente di aver intervistato Epstein, mentre il Daily Beast ha riferito di aver ottenuto registrazioni in cui Epstein parlava a lungo di Trump con lo scrittore affermando che i due erano amici intimi. Secondo il Daily Beast, i trumpiani hanno definito le registrazioni "false diffamazioni". In seguito alla pubblicazione dei dem delle email scambiate con Wolff e Maxwell, il comitato guidato dal Partito Repubblicano ha pubblicato altre 20.000 pagine ricevute dagli eredi di Epstein, inclusi messaggi in cui il finanziere pedofilo criticava il suo ex amico dopo l'insediamento. "Donald è fottutamente pazzo", scrisse Epstein in un'email del gennaio 2017 a un giornalista del New York Times, una settimana dopo l'insediamento di Trump. In un altro scambio di email del dicembre 2018 con l'ex Segretario al Tesoro Larry Summers, definì il presidente "al limite della follia". Nello stesso mese inviò un'email all'ex consigliere della Casa Bianca di Obama, Kathryn Ruemmler, in merito al comportamento di Trump. "Potresti dire ai tuoi amici democratici che trattare Trump come un boss mafioso significa ignorare il fatto che ha un potere enorme e pericoloso", le parole di Epstein. "Stringere il cappio troppo lentamente rischia di creare una situazione molto brutta. Gambino non è mai stato il comandante in capo. C'era poco che Gambino potesse fare mentre le mura si chiudevano. Non è stato così con questo maniaco". Non è chiaro perché Ruemmler ed Epstein stessero scrivendo in quel momento. Tuttavia, il Wall Street Journal ha riportato nel 2023 che un portavoce di Goldman Sachs, dove Ruemmler lavorava allora, aveva affermato di avere un rapporto professionale con Epstein in relazione al suo ruolo presso lo studio legale Latham & Watkins LLP. Prima della diffusione delle mail, Maxwell aveva sostanzialmente sollevato Trump dalle responsabilità, dichiarando al vice procuratore generale Todd Blanche in un interrogatorio rilasciato all'inizio di quest'anno di "non aver mai visto il Presidente in alcun contesto inappropriato" e di non ricordare di aver mai visto Trump a casa di Epstein. Ha invece affermato di aver visto i due uomini insieme in contesti sociali. "Il Presidente non è mai stato inappropriato con nessuno", ha detto Maxwell. "Quando ero con lui, era un gentiluomo sotto tutti gli aspetti". La portavoce della Casa Bianca ha intanto criticato i democratici della Camera per aver diffuso i messaggi, sostenendo che "hanno fatto trapelare selettivamente email ai media progressisti per creare una falsa narrazione volta a diffamare il presidente Trump". "Queste storie non sono altro che tentativi in malafede di distrarre l'attenzione dai successi storici del presidente Trump, e qualsiasi americano dotato di buon senso vede chiaramente attraverso questa bufala e questa chiara distrazione dalla riapertura del governo", ha affermato. A farle eco è poi stato lo stesso Trump con una serie di post su Truth Social, dove ha accusato i Democratici di "cercare di tirare di nuovo in ballo la bufala di Jeffrey Epstein perché farebbero qualsiasi cosa per distogliere l'attenzione da quanto male hanno fatto sullo Shutdown e su tanti altri argomenti", per poi lanciare un avvertimento ai Repubblicani. "Solo un Repubblicano molto cattivo, o stupido, cadrebbe in questa trappola", ha aggiunto, mentre diversi legislatori repubblicani hanno aderito alla richiesta della Camera di imporre un voto che obblighi alla pubblicazione dei file del Dipartimento di Giustizia relativi a Epstein. "Non dovrebbero esserci deviazioni su Epstein o su qualsiasi altra cosa, e tutti i Repubblicani coinvolti dovrebbero concentrarsi solo sulla riapertura del nostro Paese e sulla riparazione dell'enorme danno causato dai Democratici!", lo sfogo del tycoon. Il legame tra Trump e Epstein è da tempo di dominio pubblico, sebbene il presidente degli Stati Uniti abbia negato qualsiasi illecito e intentato una causa per diffamazione contro l'editore del Wall Street Journal e i giornalisti che avevano scritto un articolo su una raccolta di lettere donate a Epstein per il suo 50° compleanno nel 2003, tra cui un biglietto con il nome di Trump e la sagoma di una donna nuda. Il rapporto di Trump con Epstein è stato oggetto di analisi nel mezzo di una tempesta politica a Washington sulla questione del se - e quando - il governo federale pubblicherà i suoi documenti sul defunto finanziere, morto in prigione nel 2019. La controversia si è inasprita all'inizio di quest'anno, quando il Dipartimento di Giustizia di Trump ha dichiarato di confermare la sua precedente conclusione, secondo cui Epstein si era suicidato, e di non avere intenzione di fornire ulteriori informazioni sul caso. Le parole del Dipartimento di Giustizia hanno così scatenato proteste al Congresso e tra alcuni membri della base MAGA di Trump, dando nuovo impulso agli sforzi per ottenere nuove informazioni. La Commissione di Vigilanza della Camera ha ottenuto con successo materiale dagli eredi, e al Congresso è in corso un altro tentativo per imporre un voto per ottenere la pubblicazione di ulteriori documenti dal governo degli Stati Uniti.
(Adnkronos) - "Il progetto Si.in.pre.sa. nasce per avvicinare l’Inail alle istituzioni, ai lavoratori e alle imprese, ma anche a tutti coloro che pensano che l’Istituto sia soltanto un’assicurazione". E' quanto ha dichiarato Marcello Fiori, direttore generale Inail, inaugurando al porto di Ancona la prima tappa della campagna itinerante nazionale. "Nella nostra unità mobile – ha aggiunto – sarà possibile ricevere consulenze, partecipare a momenti di formazione e conoscere gli incentivi che l’Inail mette a disposizione per il rinnovo dei macchinari e per l’adozione di nuove tecnologie per la salute e la sicurezza". Il truck allestito dall’Istituto, vera e propria “stazione della prevenzione”, offrirà anche visite mediche, incontri con studenti e attività informative dedicate alla cultura della sicurezza. "La salute e la sicurezza non sono un adempimento burocratico – ha sottolineato Fiori – ma un investimento per il futuro di chi lavora e di chi lavorerà". "Abbiamo scelto il porto di Ancona per inaugurare Si.in.pre.sa. perché la blue economy è un pilastro fondamentale del Paese: un settore ricco di opportunità ma anche di rischi. Nel solo scalo dorico – ha ricordato – operano oltre 6.000 lavoratori, impegnati in attività portuali, logistiche e di manutenzione, spesso con interferenze tra mansioni diverse. "In contesti come questo – ha proseguito Fiori – la prevenzione è essenziale: solo con consapevolezza e formazione si possono evitare incidenti e vittime sul lavoro". L’iniziativa Si.in.pre.sa. prevede 100 giornate in 24 mesi su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di offrire assistenza di prossimità e diffondere la cultura della sicurezza "non come obbligo, ma come valore condiviso tra imprese e lavoratori". "Ogni tragedia sul lavoro, come quella accaduta nei giorni scorsi a Roma alla Torre dei Conti, è una ferita per tutto il Paese e dimostra che sulla sicurezza non si fa mai abbastanza. Gli incidenti più gravi continuano a verificarsi nei settori dell’edilizia, della logistica e della manifattura pesante – ha ricordato –. Per questo servono personale formato e un impegno comune di tutta la catena della sicurezza: dall’imprenditore al rappresentante dei lavoratori". Fiori ha sottolineato che Inail e Inps stanno per assumere 500 nuovi ispettori, dopo anni di carenze di controllo. "In un Paese dove il 90% delle imprese ha meno di 10 dipendenti – ha aggiunto – dobbiamo accompagnare le microaziende in un percorso di crescita, spiegando che la prevenzione non è un costo ma un investimento, l’unico modo per salvare vite e garantire produttività".
(Adnkronos) - È attraverso sette Super Robot alti più di quattro metri, costruiti con scarti di produzione delle supersportive Lamborghini, che prende forma la collaborazione tra la Casa di Sant’Agata Bolognese e il Gruppo Hera, per una gestione globale, integrata e sostenibile dei rifiuti industriali. Esposti a Ecomondo 2025 tra gli stand del Gruppo Hera e società controllate (Pad. C1 - Stand 500 e 501) e l’ingresso Sud della fiera, i Super Robot protettori dell’ambiente - realizzati dalla multiutility attraverso il proprio progetto Scart, che da quasi trent’anni trasforma i rifiuti in opere d’arte - rappresentano il linguaggio simbolico scelto per presentare una visione condivisa che si articola in servizi avanzati di global waste management. L’intesa affida a Herambiente (società del Gruppo Hera e primo operatore in Italia nel settore ambiente per dotazione impiantistica e volumi trattati) la gestione fino al 2028 dell’intero ciclo dei rifiuti speciali dello stabilimento Lamborghini di Sant’Agata Bolognese: circa 3.500 tonnellate annue, con una percentuale di recupero di materia arrivata all’80% nel 2024 e ulteriormente incrementabile. Il contratto, rinnovato per il triennio 2025-2028 dopo una prima assegnazione nel 2022, mira a ridurre al minimo lo smaltimento e a valorizzare gli scarti secondo criteri di efficienza, garantendo tracciabilità e sicurezza. Un aspetto particolarmente importante dell’accordo di global waste management riguarda il presidio della compliance normativa, gestita chiavi in mano da Herambiente (incluso il nuovo sistema Rentri, il Registro Elettronico Nazionale Tracciabilità Rifiuti). Rientrano nell’accordo anche la classificazione e lo smaltimento sicuro di rifiuti obsoleti, la distruzione certificata di prototipi e componenti, la demolizione di asset non più utilizzabili e il riuso dei pallet in casse per batterie al litio. L’ottimizzazione di carichi e trasporti avrà un impatto positivo sia in termini economici sia sulle emissioni in atmosfera. La collaborazione con Herambiente si inserisce nel percorso strutturato di Automobili Lamborghini in direzione Esg, che ha già visto lo stabilimento di Sant’Agata Bolognese ottenere nel 2015 la certificazione di neutralità carbonica, mantenuta negli anni nonostante il raddoppio delle superfici produttive. Un risultato frutto di una strategia integrata tra riduzione diretta delle emissioni, progetti di compensazione e investimenti in efficienza energetica. L’accordo con il Gruppo Hera rafforza questo impegno: da un lato assicura una gestione specializzata dei rifiuti orientata alla massima valorizzazione delle risorse, dall’altro contribuisce alla riduzione delle emissioni indirette legate a logistica e trattamento. Nel 2024 i rifiuti avviati a recupero da Automobili Lamborghini sono infatti cresciuti del 15%, superando l’80% dei volumi complessivi. Il Gruppo Hera rappresenta un partner pienamente allineato su questo fronte: la multiutility punta al Net Zero al 2050, con una riduzione complessiva delle emissioni climalteranti del 90% rispetto al 2019. I filoni progettuali congiunti - gestione completa dei rifiuti, rigenerazione delle risorse e progetto artistico Scart - testimoniano una visione condivisa tra i due gruppi. "La collaborazione con Automobili Lamborghini esprime al meglio il nostro modello di servizi integrati e su misura, in grado di coniugare sostenibilità e competitività. Al centro c’è la ricerca congiunta di soluzioni innovative per recuperare materiali ad alto valore aggiunto e ridurre l’impronta carbonica: un elemento distintivo del nostro approccio al global waste management, particolarmente efficace nei contesti industriali complessi come l’automotive", afferma Andrea Ramonda, amministratore delegato di Herambiente. "Per Automobili Lamborghini l’attenzione alla sostenibilità si traduce in processi e soluzioni che devono essere all’altezza degli stessi standard qualitativi delle nostre vetture - dichiara Ranieri Niccoli, Chief Manufacturing Officer di Automobili Lamborghini - I progetti condivisi con il Gruppo Hera nascono da una visione comune: integrare solidità industriale e innovazione ambientale in modo coerente con il nostro percorso Esg".