(Adnkronos) - In occasione della Giornata nazionale del sollievo, che si celebra oggi in tutta Italia, cresce l’attenzione verso un aspetto ancora troppo poco conosciuto delle cure palliative: il loro ruolo fondamentale per garantire la migliore qualità di vita possibile anche nei pazienti affetti da malattie neurologiche a prognosi infausta. Lo fa sapere la Società italiana di neurologia ricordando che le cure palliative sono un diritto sancito dalla legge 38/2010 e sono inserite nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) anche per i malati neurologici. "Patologie come la sclerosi laterale amiotrofica, le forme avanzate di demenza e di malattia di Parkinson, la sclerosi multipla in fase progressiva con elevata disabilità, la malattia cerebrovascolare in condizioni di acuzie e di cronicità, le encefalopatie e mielopatie post-traumatiche e molte altre malattie neurologiche (molte tra le quali rare), comportano sofferenze complesse, spesso protratte nel tempo. Tali sofferenze coinvolgono non solo il malato ma anche i loro cari - osserva la Società italiana di neurologia - In questi contesti, le cure palliative non significano rinuncia ma ascolto, gestione attiva e puntuale dei sintomi, tra cui il dolore - non solo fisico ma anche esistenziale - con attenzione alla sfera spirituale e sociale". "Esse hanno fondamenta etiche, in primis nella garanzia che il malato possa scegliere consapevolmente cosa vuole per sé e condividere con i sanitari gli obiettivi e le scelte di cura - osserva la Società italiana di neurologia - Ciò anche mediante strumenti fondamentali per tutelare le volontà del malato come la pianificazione condivisa delle cure prevista dalla legge 219/2017. Così, le cure palliative offrono dignità, informazione e comunicazione, comprensione, empatia, anche quando la capacità di decidere viene meno". "Le cure palliative sono per definizione il frutto di un lavoro di équipe, con medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti, altri operatori sanitari, assistenti spirituali e volontari", sottolinea la Società italiana di neurologia che, in questa Giornata del Sollievo, invita a "riconoscere l’importanza di un’integrazione delle cure palliative nell’assistenza neurologica. Si ricorda che dal 2021 è stato costituito un tavolo congiunto con la Società italiana di cure palliative per fornire documenti condivisi, pianificare modelli di implementazione e ricerca, predisporre formazione adeguata – in particolare rivolta ai giovani neurologi – e promuovere una diffusione culturale del tema nelle istituzioni e tra la cittadinanza".
(Adnkronos) - Il 70% degli italiani chiede meno tasse sui redditi lordi, e oltre l’80% denuncia un grave squilibrio tra ciò che si versa e ciò che si riceve in termini di servizi pubblici. È un grido di allarme trasversale, che attraversa generazioni, territori e professioni. La pressione fiscale viene percepita come eccessiva e iniqua, soprattutto per chi lavora, produce, risparmia, investe. Lavorare di più non conviene, salire di reddito significa perdere benefici. Emerge dal 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare', presentato oggi durante un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati. "E' qui - ha affermato il presidente Cida Stefano Cuzzilla - che si gioca la vera partita politica. Il tempo delle analisi è finito: servono scelte nette. Una riforma fiscale che alleggerisca il lavoro dipendente, che premi chi produce valore e non chi lo elude. E basta considerare i pensionati un capitolo di spesa: sono una risorsa strategica, il primo ammortizzatore sociale del Paese. Serve una rivalutazione delle pensioni, un rafforzamento della previdenza integrativa, una più convinta lotta all’evasione, una valorizzazione della managerialità che tiene insieme istituzioni, imprese e cittadini. E' il 70% degli italiani a chiedere meno tasse sui redditi lordi, non possiamo ignorarlo. Difendere il ceto medio – e chi lo guida ogni giorno – non è difendere una categoria, ma garantire stabilità, coesione e crescita per l’intero Paese".
(Adnkronos) - “Le imprese in realtà stanno assumendo il tema della sostenibilità e l'Italia è una delle economie più sostenibili perché, per una ragione di mancanza di materie prime, siamo i primi nell'economia circolare”. A dirlo, in occasione della presentazione a Biella del settimo bilancio di sostenibilità territoriale di A2A, Lara Ponti, Vicepresidente per la transizione ambientale e gli obiettivi Esg di Confindustria. “Quello che ancora ci manca e che come Confindustria stiamo tentando di portare avanti, è di portare una visione di futuro. Noi dobbiamo fare la transizione ecologica perché dobbiamo lasciare un mondo alle giovani generazioni differente da quello attuale e la transizione ecologica è un pezzo di questo passaggio. Non farla – continua Ponti - è comunque una scelta e avrebbe dei costi ancora superiori a quelli della transizione ecologica, ma soprattutto, fare scelte di sostenibilità vuol dire costruire una visione di un mondo più giusto, più in armonia con l'ambiente, più capace di rispettare complessivamente il mondo in cui viviamo”.