(Adnkronos) - “Mia figlia sta male. Non ci aspettavamo questa ondata di odio e di fango arrivata dai social. Le hanno scritto cose terribili. Sono inorridita. La sua unica ‘colpa’? Avere raccontato di avere subito una violenza sessuale, quando era ancora minorenne. Ora lo capite perché sette anni fa lei non ha voluto denunciare? Per evitare tutto questo…”. A parlare con l’Adnkronos è Lucia, la madre di Marta, la ragazza di 24 anni che ha denunciato di avere subito, sette anni fa, una violenza sessuale dal podcaster palermitano Gioacchino Gargano, in un villaggio turistico a Ustica. Gargano era un giovane animatore e Marta, allora 17enne, era in vacanza. La giovane ha deciso di raccontare tutto alle Iene, spiegando di avere deciso di denunciarlo dopo avere visto il podcast in cui Gargano, dopo una intervista ad Asia Vitale, la ragazza palermitana che subì uno stupro di gruppo, invitava i ragazzi a ‘fermarsi davanti a un no’. “È ovvio che a un 'no' bisogna fermarsi, su questo non ci piove”, aveva detto il podcaster in quell'occasione. Il servizio era dedicato alla ricostruzione del caso della vittima dello stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo da parte di un gruppo di sette ragazzi tra i 17 e i 22 anni. Una notte d’estate, al villaggio turistico, Gargano, che aveva 21 anni, avrebbe raggiunto Marta, che ne aveva 17, mentre stava rientrando in camera e l’avrebbe trattenuta fuori contro la sua volontà: “Gli dicevo 'non voglio' e che ero stanca, mi ha presa per un braccio e sbattuta contro un bungalow", spiega, "Ripeteva 'dai, amore, dai'. Mi ha immobilizzata e ha costretto la mia testa verso di lui”, ha detto lei nell’intervista. Lo scorso 17 ottobre, Marta e la madre hanno sporto denuncia alla procura di Palermo. “Con lei non si è fermato davanti a un no – dice la madre – così, una sera dopo essersi visti a Ustica, l’ha costretta, nonostante i suoi continui no, a un rapporto orale. Fu salvata da una amica che la portò via. Entrambe vennero da me quella stessa notte, mi svegliarono e mi raccontarono quanto era accaduto. Lui chiese scusa più volte, ha mandato diversi messaggi che abbiamo naturalmente dato alla Procura di Palermo. E anche dei video, alcuni dei quali sono stati cancellati inavvertitamente. Ma sono certa che la Procura riuscirà a ritrovarli”. Poi, la donna, molto provata, racconta che fu lei stessa ad “accompagnare Gargano all’aliscafo”. C’è anche una registrazione. La madre di Marta ha affrontato Gargano, insieme alla direttrice del villaggio turistico. E in quella occasione sarebbe stato registrato un video in cui Gargano avrebbe ammesso l’accaduto scusandosi più volte. “Lui mi mandò dei messaggi in cui chiedeva se avessimo intenzione di denunciarlo, era spaventato. E chiedeva scusa in continuazione. Alla fine mia figlia non lo ha denunciato…”. Per sette anni non ci sono più stati contatti tra Marta e Gargano. Poi, la ragazza vede il podcast di Gargano in cui lui intervista Asia Vitale e in cui le chiede con insistenza se fosse stata consenziente. Ma soprattutto in cui lui invitava i ragazzi a fermarsi quando una donna non vuole fare sesso. “Lei era turbata e ha deciso di chiamare le Iene per denunciare di avere subito proprio da lui una violenza sessuale. Io ero contraria. Non volevo una sua esposizione mediatica. Le dicevo di fare la denuncia in procura senza fare l’intervista. Ma poi lei ha deciso di farla”. Nei giorni successivi alla intervista, nelle scorse settimane, Gargano avrebbe chiamato la donna, più volte. “Ma io non ho mai risposto. Mi ha scritto, tra le altre cose: ‘Ti devo parlare, rispondimi’, e ancora ‘Sto male, rispondi’. Forse voleva sapere cosa aveva detto Marta”. La signora Lucia insiste più volte nel ribadire che “ci sono le prove della violenza sessuale di Gioacchino Gargano su mia figlia. Diversi messaggi a me e mia figlia. Abbiamo portato tutto in Procura che sta indagando per violenza sessuale”. “Sette anni fa tutti sapevano al villaggio…”. Quello che non si aspettavano era che la ragazza venisse inondata di insulti. “Anche da ragazze e donne, madri. E’ tutto assurdo”, dice la donna. “C’è chi ha insinuato che lei fosse stata pagata da Asia Vitale, ma che idiozia. Oppure chi diceva che fosse d’accordo con Gargano, o che adesso ‘farà Only Fans’. E’ semplicemente terribile. Mia figlia studia Medicina e lavora part time, ha la testa sulle spalle, è una ragazza molto matura per la sua età e ha una famiglia che la supporto e le vuole bene. Voleva togliersi questo peso che portava con se da sette anni”. “Mia figlia sta male – dice ancora la signora Lucia – vorrebbe non leggere quei messaggi pieni di odio, quegli insulti. E’ esterrefatta. Non merita tutti quell’odio, forse si dimentica che è lei la vittima…”. “In un messaggio Gioacchino Gargano mi ha scritto: ‘Scusami, ho tradito la tua fiducia’. Mia figlia aveva appena 17 anni, quando ha subito una violenza sessuale. Non merita tutto questo odio. Non è giusto. Ora la giustizia farà il suo corso. E noi crediamo nella giustizia".
(Adnkronos) - Esiste un filo rosso che unisce la cucina italiana a quella nipponica: l’amore per la materia prima, il rispetto per l’ingrediente e la ricerca costante per esaltarne le peculiarità. La passione degli italiani per la tradizione gastronomica giapponese è evidente in tutta la Penisola, con il fiorire dei banchi dedicati all’omakase, la crescita costante degli eleganti locali di fine dining, il boom delle izakaya e un’attenzione sempre maggiore nei confronti del sake e della mixology del Sol Levante. Ce lo racconta la nuova Guida sushi 2026 del Gambero Rosso, presentata oggi presso lo Spazio Field di Roma, giunta alla sua terza edizione. Gli esercizi recensiti sono stati 230, in netto aumento rispetto allo scorso anno. Si arricchisce anche la rosa dei premiati con le Tre Bacchette – massimo rating in termini di eccellenza – che passano a 42, con 11 nuovi ingressi distribuiti lungo tutto il territorio. Quattro i premi speciali: novità dell’anno (Ruri Kaiseki a Napoli), valorizzazione del sake (Iyo Omakase a Milano ed Enosake a Roma), miglior carta dei vini (Uni Restaurant a Cervia) e miglior proposta di bere miscelato (Sentaku Izakaya a Bologna). Novità assoluta di questa edizione è l’appendice dedicata non solo ai migliori take-away, ma anche alle botteghe specializzate e gli izakaya, per chi cerca un tipo di esperienza autentica e informale, senza rinunciare alla qualità. “La cucina giapponese in Italia ha raggiunto un livello di maturità impensabile solo pochi anni fa. Nei ristoranti in Guida ritroviamo quella complessità di cotture, ingredienti e tradizioni che rende la cucina nipponica così tremendamente affascinante. E oggi assistiamo a contaminazioni sempre più interessanti, sia come sapori che nei modelli di ristorazione”, commenta Lorenzo Ruggeri, direttore responsabile del Gambero Rosso. Secondo Pina Sozio, curatrice della pubblicazione: “Il focus sul sushi ci permette un punto di osservazione privilegiato su una specialità che rappresenta al meglio, nella sua essenzialità, il rigore della tradizione giapponese. Essenzialità che ha conquistato tutta la Penisola, con un successo di estimatori in perenne aumento”. Aumentano rispetto alla precedente edizione gli esercizi che hanno conquistato le Tre bacchette, massimo riconoscimento per qualità e servizio, passando a 42. Milano si conferma al vertice della classifica (12 premiati, con 4 new entry), seguito da Roma (6 premiati, con 2 novità) e Torino (3 premiati, con 1 novità). Moon Asian Bar dell’Hotel Valadier di Roma conquista le Tre bacchette 2026. Oltre a Miyabi – Torino, Azabu10 – Milano, Hatsune Zushi at Ronin – Milano, IYO Kaiseki – Milano, IYO Restaurant – Milano, Yamaneko – Udine, Ambar – Firenze, Nomisan – Roma, Ruri Kaiseki – Napoli, Urubamba – Napoli. A seguire i premi speciali. Novità dell’anno – New Kenji Mundi Riso: Ruri Kaiseki (Napoli). Valorizzazione del Sake – JFC Italia: IYO Omakase (Milano) e Enosake (Roma). Miglior carta dei vini - Spinelli: Uni Restaurant (Cervia). Miglior proposta di bere miscelato: Sentaku Izakaya (Bologna).
(Adnkronos) - Novamont annuncia di aver ottenuto il certificato di conformità al Regolamento Fertilizzanti 2019/1009 per il telo di pacciamatura in Mater-Bi, utilizzato in agricoltura per il controllo delle infestanti, che biodegrada in suolo e a fine ciclo non necessita di essere smaltito separatamente. Secondo il Regolamento - spiega Novamont - il telo in Mater-Bi può essere considerato un ammendante inorganico, ovvero un prodotto fertilizzante con la funzione di mantenere, migliorare o proteggere le proprietà fisiche o chimiche, la struttura o l’attività biologica del suolo a cui è aggiunto. Il telo in Mater-Bi ha dimostrato di non accumularsi in suolo, di non rilasciare microplastiche persistenti e non provocare effetti ecotossici nell’ambiente. L’attività dei microrganismi ne determina la mineralizzazione completa e la successiva trasformazione in anidride carbonica e acqua. “Questa certificazione è una dimostrazione concreta che Mater-Bi, la pionieristica famiglia di bioplastiche di Novamont, non rilascia microplastiche persistenti nell’ambiente - spiega Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont - Novamont si è data l’obiettivo di adottare volontariamente gli stringenti criteri del regolamento fertilizzanti anche per lo sviluppo del Mater-Bi destinato alla produzione di shopper, sacchi frutta e verdura e tante altre applicazioni. L’applicazione dei criteri del Regolamento Fertilizzanti innalza il livello di garanzia delle caratteristiche di biodegradabilità, non accumulo in suolo e assenza di effetti ecotossici nell’ambiente di questi bioprodotti a tutela di tutta la filiera, dei nostri territori e delle comunità”.