(Adnkronos) - Un canale di comunicazione segreto tra il Regno Unito e il presidente russo Vladimir Putin, cercato dai britannici in un momento di forte preoccupazione per la linea di politica estera dell’allora appena eletto presidente americano Donald Trump. E' questo che il consigliere per la sicurezza nazionale Gb Jonathan Powell avrebbe tentato di fare - senza successo - lo scorso gennaio. A rivelarlo è il Financial Times, secondo cui Powell - veterano dei negoziati di pace in Irlanda del Nord - avrebbe contattato il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov, nel tentativo di far arrivare a Mosca la posizione del Regno Unito e dei principali alleati europei. La conversazione però "non andò bene" e rimase un episodio isolato. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dal Moscow Times, ha poi confermato la notizia spiegando che "c’è stato effettivamente un contatto", ma che "il dialogo non è proseguito". Secondo Peskov, durante la chiamata "l’interlocutore ha mostrato un forte desiderio di illustrare la posizione europea, ma nessuna intenzione o disponibilità ad ascoltare la nostra. Poiché uno scambio reciproco di vedute si è rivelato impossibile, il dialogo non si è sviluppato oltre". Fonti europee citate dal quotidiano britannico precisano che l’iniziativa non faceva parte di un’azione coordinata del G7, ma di un tentativo autonomo di Londra, sostenuto da alcuni partner europei. "La preoccupazione - ha affermato un funzionario - è che si stiano delegando agli americani le discussioni con i russi". Downing Street non ha commentato direttamente la telefonata, ma ha sottolineato che è "normale per il Regno Unito mantenere contatti regolari con il governo russo, anche tramite l’ambasciata a Mosca". Intanto Mosca ha lanciato ieri nuove accuse all'Europa, che ritiene si stia preparando alla guerra con la Russia. Peskov in un'intervista al giornalista russo Alexander Yunashev, ha aggiunto inoltre che, "in effetti, i sentimenti filomilitaristi sono molto forti nei paesi europei". Peskov ha osservato che l'aumento dei bilanci militari dei paesi europei comporta un sovraccarico delle loro economie e conseguenze più gravi nel medio termine. Allo stesso tempo, la Russia ha sempre considerato il pericolo della guerra e ha adottato misure per garantire la propria sicurezza.
(Adnkronos) - "Il progetto Si.in.pre.sa. nasce per avvicinare l’Inail alle istituzioni, ai lavoratori e alle imprese, ma anche a tutti coloro che pensano che l’Istituto sia soltanto un’assicurazione". E' quanto ha dichiarato Marcello Fiori, direttore generale Inail, inaugurando al porto di Ancona la prima tappa della campagna itinerante nazionale. "Nella nostra unità mobile – ha aggiunto – sarà possibile ricevere consulenze, partecipare a momenti di formazione e conoscere gli incentivi che l’Inail mette a disposizione per il rinnovo dei macchinari e per l’adozione di nuove tecnologie per la salute e la sicurezza". Il truck allestito dall’Istituto, vera e propria “stazione della prevenzione”, offrirà anche visite mediche, incontri con studenti e attività informative dedicate alla cultura della sicurezza. "La salute e la sicurezza non sono un adempimento burocratico – ha sottolineato Fiori – ma un investimento per il futuro di chi lavora e di chi lavorerà". "Abbiamo scelto il porto di Ancona per inaugurare Si.in.pre.sa. perché la blue economy è un pilastro fondamentale del Paese: un settore ricco di opportunità ma anche di rischi. Nel solo scalo dorico – ha ricordato – operano oltre 6.000 lavoratori, impegnati in attività portuali, logistiche e di manutenzione, spesso con interferenze tra mansioni diverse. "In contesti come questo – ha proseguito Fiori – la prevenzione è essenziale: solo con consapevolezza e formazione si possono evitare incidenti e vittime sul lavoro". L’iniziativa Si.in.pre.sa. prevede 100 giornate in 24 mesi su tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di offrire assistenza di prossimità e diffondere la cultura della sicurezza "non come obbligo, ma come valore condiviso tra imprese e lavoratori". "Ogni tragedia sul lavoro, come quella accaduta nei giorni scorsi a Roma alla Torre dei Conti, è una ferita per tutto il Paese e dimostra che sulla sicurezza non si fa mai abbastanza. Gli incidenti più gravi continuano a verificarsi nei settori dell’edilizia, della logistica e della manifattura pesante – ha ricordato –. Per questo servono personale formato e un impegno comune di tutta la catena della sicurezza: dall’imprenditore al rappresentante dei lavoratori". Fiori ha sottolineato che Inail e Inps stanno per assumere 500 nuovi ispettori, dopo anni di carenze di controllo. "In un Paese dove il 90% delle imprese ha meno di 10 dipendenti – ha aggiunto – dobbiamo accompagnare le microaziende in un percorso di crescita, spiegando che la prevenzione non è un costo ma un investimento, l’unico modo per salvare vite e garantire produttività".
(Adnkronos) - “Ecomondo per la nostra azienda è un'occasione di incontro con clienti e fornitori, ma anche occasione di opportunità, perché in questi ultimi anni siamo cresciuti molto. Oggi, infatti, l'azienda tratta oltre un milione di tonnellate all'anno di rifiuti. Abbiamo avuto una crescita anche per linee esterne, abbiamo acquisito degli impianti che trattano anche rifiuti sanitari in quanto siamo recentemente entrati nel settore del trattamento di questi rifiuti”. Sono le dichiarazioni di Stefano Capra, titolare del Gruppo Dimensione Ambiente, all’edizione 2025 di Ecomondo, l'evento annuale leader nei settori della Green and Circular Economy, presso la fiera a Rimini, dal 4 al 7 novembre 2025. “All'interno del Gruppo c'è una società che si chiama Repack, che si occupa esclusivamente di recupero di imballaggi plastici di grandi dimensioni per il trasporto di liquidi, quindi fusti e cisterne. Su questo segmento di attività siamo riusciti a ottenere la produzione di un imballaggio prodotto esclusivamente con materiale riciclato - spiega Capra - E questo è un esempio di circolarità perché ritiriamo dei rifiuti da imballaggio dagli utilizzatori di prodotti chimici e forniamo il prodotto chimico all'interno di un imballaggio fatto con il rifiuto prodotto da chi ci conferisce il rifiuto. Questo migliora il bilancio di sostenibilità sia nostro che dei nostri clienti”. “Nel nostro Paese la circolarità è diventata ormai un solco dentro il quale ci si muove tutti, perché oggi essere green e circolari non è più solo una questione di moda, ma è un aspetto che viene richiesto dalle norme, dal mercato e anche dalla finanza, perché per riuscire a finanziarsi a costi sempre più bassi è fondamentale riuscire a essere sostenibili. L'Italia, poi, è uno dei Paesi che, a livello di ricircolo di materie prime e seconde, è fra i leader in tutta Europa”, conclude.