(Adnkronos) - In occasione dell’appuntamento autunnale con il Ceo Meeting, alla presenza di oltre 300 top manager di grandi aziende italiane, è stato presentato oggi ufficialmente 'GenerAzione Talento', il progetto di semestre del consorzio di aziende Elis, sotto la presidenza di turno di Silvia Maria Rovere, presidente di Poste Italiane. Al centro dell’iniziativa, la valorizzazione dei lavoratori senior come risorsa strategica per la crescita delle imprese e la competitività del Paese. All’evento è intervenuto la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, che ha sottolineato: "La sfida del lavoro, oggi, è quella di tenere insieme le diverse generazioni puntando sullo sviluppo e l’aggiornamento delle competenze negli anni. Sotto la spinta della digitalizzazione e della sfida della sostenibilità, il mondo del lavoro si trasforma velocemente ma può, anzi deve, restare uno dei luoghi dell’inclusione e della partecipazione alla vita del Paese. In questa direzione vanno i progetti per la formazione delle competenze digitali di base, l’investimento di un milione di euro per la formazione attraverso il Fondo Nuove Competenze e la previsione che gli incentivi all’autoimpiego del decreto Coesione possano essere utilizzati per imprese avviate da under 35 insieme a lavoratori adulti per un miglior passaggio generazionale del know how”. Le aziende del Consorzio Elis - insieme ad altre realtà interessate - sono invitate a collaborare nello studio approfondito del fenomeno e nella definizione di azioni concrete finalizzate a valorizzare il patrimonio di competenze, esperienze e senso di appartenenza del personale senior, promuovendo al contempo la collaborazione tra generazioni. "Con GenerAzione Talento - ha dichiarato Silvia Rovere, presidente di turno del consorzio Elis e presidente di Poste Italiane - vogliamo garantire al Sistema Paese le competenze e la competitività che sono i pilastri di un’economia di successo. I lavoratori over 55 sono una risorsa strategica per il futuro delle imprese. Un patrimonio di esperienze e valori che deve essere riconosciuto in modo sistemico. La transizione demografica in atto, da una società giovane e in espansione a una società sempre più anziana, longeva e con bassi livelli di natalità, impone un profondo ripensamento dei modelli organizzativi, economici e sociali. Solo adottando un approccio che migliori le relazioni tra le generazioni in azienda potremo affrontare con efficacia questa trasformazione. Il nostro obiettivo è contribuire, insieme alle istituzioni, alla costruzione di un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo, in grado di rispondere alle sfide del presente e del futuro”, ha concluso. Il progetto 'GenerAzione Talento' si sviluppa lungo quattro linee di azione: ascoltare, condividere, sperimentare e costruire. Le prime due saranno al centro dei prossimi sei mesi di lavoro. La fase di ascolto si concretizzerà in uno studio demografico del gruppo di ricercatori guidato dal professore Francesco Billari, docente di demografia e rettore dell’università Bocconi, e dal professore Vincenzo Galasso, direttore del dipartimento di scienze sociali e politiche e docente di economia del medesimo Ateneo. Verrà analizzato un campione di lavoratori over 55 delle aziende che aderiscono al progetto, con l’obiettivo di comprenderne a fondo bisogni e aspirazioni. Parallelamente, la fase di condivisione permetterà alle aziende di mettere a fattore comune eventuali esperienze, maturate precedentemente all’interno delle proprie organizzazioni, per estrarre modelli d’intervento promettenti e per confrontarli con sperimentazioni avvenute in altri contesti e nazioni. Questa fase sarà guidata dalla professoressa Raffaella Sadun, docente di Business Administration presso Harvard Business School. “Ogni strategia di sviluppo delle persone - osserva Pietro Cum, amministratore delegato Elis - dovrebbe partire da un principio semplice: non dimenticare chi ha già dato tanto. In azienda ci sono generazioni che hanno contribuito con competenza, e spesso con dedizione e passione, alla crescita dell'organizzazione di cui fanno parte. I dati ci confermano che rappresentano una parte fondamentale del nostro capitale umano. Ma al di là dei numeri, è la visione che conta. Il lavoro deve restare, in ogni fase della carriera, uno spazio di crescita professionale e umana”. Sulla base dei risultati che emergeranno dalle prime due fasi, la cui conclusione è prevista per aprile 2026, il progetto entrerà nella fase di sperimentazione, con l’obiettivo di tradurre gli elementi di analisi in azioni concrete. Le aziende saranno chiamate a sviluppare e testare nuove iniziative dedicate al personale senior, volte a valorizzarne le competenze, favorire la partecipazione attiva e promuovere forme di collaborazione intergenerazionale. Parallelamente, il progetto entrerà nella fase di costruzione, durante la quale le esperienze maturate e i modelli più efficaci verranno condivisi con le istituzioni, stimolando un dialogo costruttivo e multilaterale su possibili proposte per interventi normativi e politiche innovative. In questo modo, GenerAzione Talento si propone non solo come iniziativa aziendale, ma come leva strategica a supporto dell’intero sistema Paese. Nel suo intervento, il presidente Inps, Gabriele Fava, ha osservato: “l tema della valorizzazione dei lavoratori over 55 non riguarda solo le generazioni dei ‘diversamente giovani’ ancora attive e con tanta voglia di fare, ma riguarda tutti noi, perché tocca il cuore del patto generazionale, quel legame tra chi ha costruito e chi deve costruire. Un progetto in linea con la direzione che stiamo portando avanti all’Inps: un welfare generativo, costruito attorno al ciclo di vita di ogni persona. Oggi dobbiamo valorizzare i lavoratori senior come risorsa strategica per la competitività del Paese: il bonus Giorgetti, va in questa direzione. Allo stesso tempo aprire più spazi ai giovani e alle donne. Non esiste un conflitto tra generazioni: esiste un’alleanza possibile”. Fava ha concluso il proprio intervento annunciando l’ingresso di Inps nel Consorzio Elis. Negli ultimi dieci anni, il numero di persone in attività lavorativa con più di cinquant’anni in Italia è raddoppiato. Nel secondo trimestre del 2025, questa fascia ha raggiunto i 9,2 milioni di persone, rappresentando il gruppo più numeroso nel mercato del lavoro. Seguono 8,7 milioni di occupati tra i 35 e i 49 anni, poco più di 4 milioni nella fascia 25-34 anni e appena 1 milione di giovani sotto i 25 anni. Questa fotografia del mondo del lavoro riflette pienamente l’evoluzione demografica dell’Italia. Con un’età media di 46,8 anni, il nostro Paese è il più anziano d’Europa, superando la media UE di 44,75 anni. A questo dato si aggiunge un altro elemento rilevante: l’Italia è tra i Paesi con l’aspettativa di vita più alta al mondo, pari a 81,4 anni per gli uomini e 85,2 per le donne. A fronte di una popolazione sempre più longeva, il numero delle nascite continua a calare: nel 2024 si è registrato un tasso di 1,18 figli per donna, tra i più bassi a livello globale. Un valore ben lontano dal tasso di sostituzione generazionale, fissato a 2,1 figli per donna, sotto il quale – in assenza di significativi flussi migratori – la popolazione è destinata a ridursi. Le proiezioni dell’Ocse, contenute nell’Employment Outlook 2025, confermano questo trend: senza interventi strutturali, entro il 2060 il numero di lavoratori in Italia potrebbe diminuire del 34% contro una media Ocse dell’8,1%. In questo scenario, diventa sempre più urgente valorizzare pienamente tutte le risorse disponibili, a partire dai lavoratori senior, e ripensare i modelli organizzativi e di sviluppo del capitale umano.
(Adnkronos) - Oggi a RiJeka, nell’ambito dei lavori del 69° Congresso nazionale degli ingegneri, si è svolto un incontro istituzionale tra il Consiglio nazionale degli ingegneri e una delegazione della Camera croata degli ingegneri civili (Hkig). Due gli impegni prioritari emersi dal confronto. Il primo è quello di rafforzare una collaborazione e un dialogo strutturato tra Cni e Hkig. Un dialogo fondamentale per affrontare in modo coordinato le sfide imposte dalla transizione digitale ed ecologica. In secondo luogo, costruire un percorso di formazione condiviso, orientato alla qualità e alla mobilità professionale. Al centro del dialogo, temi strategici per la professione a livello europeo, come le direttive Ue sugli Appalti pubblici. Si è discusso di come promuovere criteri di qualità, come l’offerta economicamente più vantaggiosa (Oepv-Meat), e garantire massima trasparenza nelle gare. Poi, la digitalizzazione delle costruzioni: il confronto si è focalizzato sull’implementazione di strumenti come il Bim e l’openBim, l’e-procurement e la digitalizzazione degli iter autorizzativi. Quanto alla direttiva Epbd (Energy performance of buildings directive), è stato discusso il percorso di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente, come indicato dai nuovi standard europei. Sul Common Training Framework (Ctf) è stata sottolineata l’importanza di un quadro formativo comune, previsto dalla direttiva 2005/36/CE, per favorire la mobilità e il riconoscimento automatico delle qualifiche degli ingegneri civili in Europa. "Quest’anno - ha commentato Angelo Domenico Perrini, presidente del Cni - il Congresso si è aperto verso un paese vicino, la Croazia che, come l’Italia, sceglie un sistema ordinistico invece che associazionistico per l’esercizio della professione. L'incontro di oggi è volto a favorire la formazione reciproca degli iscritti anche in un’ottica di mobilità internazionale". Hanno partecipato all’incontro, oltre al presidente Perrini, il vicepresidente Elio Masciovecchio, il consigliere Alberto Romagnoli, il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Ancona Stefano Capannelli e il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Trieste Giovanni Basilisco. Per la delegazione Hkig: Nina Dražin Lovrec (presidente), Jurica Vrdoljak, Sergej Černjar, Danko Holjević, Marijan Ricov, Hrvoje Sironić e Andrej Marochini.
(Adnkronos) - Raccolta differenziata, un mistero o quasi per buona parte degli italiani. L'87% della popolazione considera gravissimo l'abbandono dei rifiuti, ma il 70% di chi getta erroneamente quelli differenziabili nel sacco nero dichiara di farlo perché 'crede sia giusto'. Infatti, gli errori più comuni si verificano con gli oggetti di cui ci si vuole liberare, ma che non si sa dove buttare. Sul podio il tessile (stracci 41%, scarpe 27% e borse 23%), seguito dai piccoli Raee (spazzolino elettrico 21%, caricabatterie 13%) e rifiuti di imballaggi (12%). Meno critica invece la situazione delle batterie esauste (solo 8% conferito scorrettamente). È questo il quadro che emerge dall'indagine demoscopica realizzata per Erion da Ipsos Doxa Italia che mappa gli impatti della comunicazione sui comportamenti dei cittadini in materia di rifiuti e dallo studio tecnico-scientifico realizzato da Erion che indaga quali materiali riciclabili finiscano invece nei rifiuti urbani indifferenziati. Risultati che, in entrambi i casi, fotografano un'Italia informata ma poco reattiva, e dai quali emerge con evidenza la necessità di sviluppare un modello integrato, capace di unire infrastrutture più capillari a una comunicazione che si traduca in una conoscenza operativa da parte dei cittadini. I risultati dei due studi sono stati illustrati durante l'evento 'Sostenibilità e consapevolezza: un'indagine sui rifiuti indifferenziati e sul ruolo della comunicazione nel trasformare i comportamenti' organizzato da Erion al Museo dell'Ara Pacis di Roma in occasione dell'International E-Waste Day (la giornata internazionale dei Raee celebrata in tutto il mondo proprio il 14 ottobre). "I risultati ci mostrano che il cittadino è un alleato che chiede condizioni abilitanti per fare una corretta raccolta differenziata - ha sottolineato Andrea Fluttero, presidente Erion Compliance Organization - È necessario aumentare la conoscenza operativa e ridurre la sfiducia del cittadino nel sistema, oltre a sviluppare tecnologie e soluzioni di mercato per gestire nel modo migliore le sfide della circolarità. Servono infrastrutture vicine e visibili, campagne mirate e ripetute che chiudano sempre con indicazioni concrete. La comunicazione non si limita a informare: abilita il gesto corretto, riduce gli errori e rafforza il senso civico". I cittadini hanno un'elevata conoscenza dell'obbligo di raccolta differenziata: il 92% per le batterie esauste, l'86% per i Raee, il 77% per i rifiuti di Imballaggi, il 71% per i rifiuti tessili. Tuttavia, a conferma del divario tra conoscenza e azione, ogni anno in Italia vengono gettate nell'indifferenziata ancora 0,12 kg/ab di pile esauste (rispetto ai 0,06 kg/ab raccolti dal canale ufficiale), 1,98 kg/ab di piccoli Raee (vs 1,34 kg/ab) e 17 kg/ab di rifiuti tessili (rispetto ai 2,74 kg/ab). Per quanto riguarda gli imballaggi, i diversi campionamenti hanno fornito risultati troppo variabili. Gli italiani chiedono, quindi, soluzioni semplici e vicine, affinché la raccolta possa avvenire lungo i percorsi di vita quotidiana: per i Raee, il 40% apprezza di poterli lasciare nei negozi senza obbligo di acquisto di un'apparecchiatura equivalente (ritiro 'uno contro zero'); per le batterie esauste preferiscono i contenitori nei supermercati (49%); per il tessile, i luoghi dello shopping sono i più graditi, come i centri commerciali (30%), i supermercati (26%) e i negozi (26%). L'isola ecologica resta utile per gli ingombranti e i conferimenti programmati, ma per i piccoli rifiuti mostra limiti pratici. Infatti, il 49% degli intervistati vorrebbe orari più estesi, e il 'viaggio dedicato' (tempo medio 13 minuti) risulta inadatto per rifiuti piccoli. Quasi un italiano su due preferirebbe una soluzione intermedia tra struttura fissa e iper-prossimità: la raccolta itinerante a cadenza quindicinale. Meno prioritarie soluzioni come uffici postali/comunali (24%) e scuole (10%), ma che evidenziano la possibilità di sfruttare luoghi già frequentati. All'incirca nove italiani su dieci sanno che i mozziconi di sigaretta inquinano, eppure l'85% osserva che gettarli a terra è ancora un gesto molto frequente, quasi 'normale'. La principale ragione è la praticità del gesto (35%), mentre solo il 23% ritiene che la situazione sia migliorata negli ultimi dieci anni. Anche in questo caso c'è un appello, da parte dei cittadini, per avere a disposizione contenitori specifici in luoghi strategici e posacenere tascabili (55%), e ricevere una maggiore informazione (30%) sulla presenza dei posacenere, così da facilitare l'adozione del comportamento corretto. Non solo infrastrutture, ma anche comunicazioni efficaci per trasformare l'intenzione in azione. Una comunicazione chiara, con un invito all'azione finale, dimostra di essere più efficace perché non si limita a informare, ma esorta anche a un gesto concreto. Chi è stato esposto a campagne di sensibilizzazione mostra una maggiore conoscenza dei comportamenti corretti (+8% per Raee e +7% per i rifiuti tessili), nonché una riduzione degli errori di conferimento (-4%, per esempio per spazzolino elettrico, stracci), miglioramenti nella mentalità con disponibilità al sacrificio personale (+5%), maggiore severità verso comportamenti scorretti (+4%). L'indagine ha rilevato che, relativamente all'impatto del messaggio sui cittadini, 'la televisione resta l'asse portante a livello nazionale' tra i mezzi di comunicazione. "Questa ricerca offre una bussola per decidere: città per città, filiera per filiera, sappiamo dove intervenire, con quali messaggi e quali servizi - dichiara Nando Pagnoncelli, sondaggista italiano e presidente di Ipsos Doxa Italia - È un invito a un patto operativo tra consorzi e istituzioni: standard di prossimità, trasparenza dei risultati e campagne chiare e frequenti. Non un costo, ma un investimento con ritorni misurabili in conoscenza, fiducia e qualità dei conferimenti".