(Adnkronos) - "Siamo fratelli e famiglia", così Michelle Hunziker definisce il suo legame con Eros Ramazzotti, suo ex marito e padre della loro figlia Aurora Ramazzotti. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, la conduttrice televisiva è tornata a parlare del suo passato: "Ci vogliamo un bene dell’anima ed è ancora più bello, ma penso alla sofferenza che c’è stata per aver perso un momento così importante in cui eravamo all’apice dell’amore", ha spiegato. Oggi Michelle ammette che si comporterebbe in modo diverso e lotterebbe, senza cedere ai primi momenti di difficoltà: "In un momento di grande difficoltà non sono stata in grado di gestire la situazione perché ero troppo piccola e poi sono entrata in quella fase orribile (della setta, ndr). Inoltre era morto il mio papà, era una condizione veramente difficile", ha detto la conduttrice. Hunziker è mamma di tre figlie e nonna, dal 2023, grazie ad Aurora, la primogenita che ha sentito spesso il peso di avere una 'big mother' come lei: "Ingombrante, lo so. Per Auri è stato difficilissimo, lei ha anche un padre famoso, Eros. È stata bullizzata moltissimo per l’aspetto, però è una ragazza che si è fatta le ossa con una grande struttura. Io l’ho cresciuta nella semplicità". Oggi Aurora è mamma del piccolo Cesare Augusto: "È una mamma speciale e ha realizzato se stessa attraverso il successo della maternità. Le faccio tanti complimenti, lei e Goffredo stanno crescendo un bambino gioioso che canta e balla". 48 anni e un aspetto che fa invidia a chiunque: "Sono consapevole di amarmi molto, che è diverso. Ma non è sempre stato così. E’ stato un percorso tortuoso e difficilissimo perché io avevo una autostima bassissima", ha detto Hunziker.
(Adnkronos) - I dazi lanciati dal presidente Usa Donald Trump non frenano, almeno per il momento, la crescita dell'export di tecnologie elettrotecniche ed elettroniche da parte delle imprese italiane. E' quanto emerge dall'intervista di Adnkronos/Labitalia a Filippo Girardi, presidente Federazione Anie Confindustria. Come stanno impattando i dazi Usa sull’export italiano di tecnologie elettrotecniche ed elettroniche e quindi sul vostro settore di competenza? L'industria delle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche non sembra avere risentito finora dei dazi Usa: nei primi 6 mesi del 2025 l'export italiano verso gli Usa è cresciuto di circa 12 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2024. Questa crescita fa seguito ad un quinquennio 2020-2024 con incrementi medi annui del 16% circa. A quanto è ammontato nel 2024 l'export e qual è l'andamento per questa prima parte del 2025? Nel 2024 le esportazioni italiane di elettrotecnica ed elettronica si sono attestate sui 27 miliardi di euro. Nella prima metà del 2025 si è registrato un indebolimento della dinamica esportativa, con un trend tendenziale negativo di circa tre punti percentuali. Si tratta di una fase di raffreddamento fisiologico, dopo anni di espansione sostenuta, che riflette anche il contesto di maggiore incertezza sui mercati globali e il rallentamento della domanda sui principali mercati di destinazione. Quali sono i prodotti che stanno soffrendo di più e che riscontrando un maggiore calo di export? All’interno del settore si osservano alcune differenze tra comparti nelle dinamiche esportative. Nel primo semestre dell’anno, nel confronto con il corrispondente periodo del 2024, si registrano delle flessioni più ampie per le tecnologie che si rivolgono al mercato delle infrastrutture di trasporto e alla generazione di energia elettrica da fonti tradizionali. Per l’Elettronica è la componentistica a mostrare maggiore sofferenza. Ci sono distretti in particolare difficoltà e quali? L’industria elettrotecnica ed elettronica non vede una presenza prevalente nel nostro Paese in veri e propri distretti produttivi. Tuttavia, la distribuzione delle imprese sul territorio nazionale evidenzia una maggiore concentrazione di unità produttive nelle regioni settentrionali, che sono poi quelle che, in questa fase, stanno mostrando i segnali di maggiore sofferenza. Con più dettaglio, le analisi ci mostrano che nel primo semestre del 2025 i maggiori cali tendenziali dell’export di elettrotecnica ed elettronica si registrano in Lombardia (-516 milioni di euro rispetto al primo semestre 2024), Trentino-Alto Adige (-306 milioni) e Friuli-Venezia Giulia (-242 milioni), territori fortemente orientati all’export e, quindi, più esposti al rallentamento della domanda internazionale. Come stanno reagendo le aziende? Le imprese di Anie stanno dimostrando una forte capacità di adattamento. Nonostante il quadro globale incerto, le tensioni legate ai dazi e il rallentamento di alcuni mercati, la crescita del settore resta sostenuta dai grandi processi di transizione in corso, energetica e digitale, che stanno generando una domanda strutturale di tecnologie avanzate. Gli investimenti in innovazione continuano ad essere i principali motori della competitività delle nostre imprese, che stanno rispondendo alle difficoltà globali puntando su efficienza, qualità e soluzioni ad alto contenuto tecnologico. Le aziende stanno cercando mercati alternativi? La diversificazione dei mercati rappresenta da sempre una leva strategica per le imprese del settore che, anche in un contesto complesso come quello attuale, mantengono alta l’attenzione verso nuove opportunità di sviluppo ed espansione. Le aziende del comparto hanno storicamente una forte vocazione internazionale e continuano a guardare con interesse a nuove aree di crescita, come il Medio Oriente, l’Asia e l’America Latina, dove si stanno sviluppando importanti programmi di investimento in infrastrutture energetiche, industriali e di mobilità sostenibile. In questo percorso, risultano ancora più strategiche le attività di promozione e di supporto all’internazionalizzazione che la Federazione porta avanti per accompagnare le imprese nella ricerca di nuove opportunità e nel consolidamento della loro presenza globale. (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - "Governance e innovazione non sono un ossimoro", al contrario "possono convivere. E questo è il modello di sostenibilità che ci siamo dati". Lo ha spiegato Gianna Zappi, vice direttrice generale Sostenibilità e valorizzazione di Uni - Ente italiano di Normazione, che questa mattina è intervenuta al panel 'Innovare con armonia: l'importanza di una buona governance', nell'ambito del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, in corso dall’8 al 10 ottobre all’università Bocconi. "In genere la governance è vista come una zavorra, per noi invece è una bussola: dà una cornice di riferimento rigorosa, all'interno della quale però si può innovare e creare. Le due cose riescono a convivere", assicura Zappi, spiegando che benché 'governance" sia vista come "regola ferma e rigida" e invece "innovazione" sia intesa come "creatività", le due cose "possono stare insieme, si può farle funzionare". In Uni - Ente italiano di Normazione "ci siamo dati come framework di riferimento la buona governance e pensiamo che le due cose possano essere assolutamente compatibili, perché l'innovazione non dev'essere necessariamente creatività senza regola. Ci può essere una regola che è una cornice di riferimento. Per noi per altro la sostenibilità è la nostra regola di governance, abbiamo infatti adottato lo standard Iso 26000 sulla responsabilità sociale. La sostenibilità è il framework e noi ci muoviamo lì dentro", ha concluso la vice direttrice generale Sostenibilità e valorizzazione di Uni.