(Adnkronos) - La polmonite, l'ictus cerebrale e il collasso cardiocircolatorio. Di cosa è morto Papa Francesco? A fare chiarezza sulle cause della morte del Pontefice sono l'infettivologo Matteo Bassetti e lo pneumologo Francesco Blasi che indicano una correlazione diretta tra la polmonite bilaterale che ha colpito Bergoglio e la morte per ictus. Ictus comunque imprevedibile secondo la presidente dell'Associazione italiana ictus, Paola Santalucia. "L’ictus che ha colpito il Papa è strettamente correlato alla sua infezione respiratoria, complessa e a un quadro di comorbidità - afferma all'Adnkronos Salute Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova -. Mi dispiace essere in disaccordo con alcuni colleghi che non hanno ricordato il legame tra le infezioni e l'ictus: diversi lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali come 'Stroke', dicono che chi ha avuto o ha in corso una infezione rischia 5 volte di più di avere un ictus. Su quello che ha colpito il Papa, e nessuno può provarlo se non con una autopsia che non faranno - chiarisce l'infettivologo - possiamo dire che ha avuto una patologia ictale", condizione neurologica che si verifica quando un'area del cervello non riceve più sangue e ossigeno, causando danni ai tessuti cerebrali, "molto probabilmente correlata all'infezione polimicrobica ai polmoni che aveva colpito il Santo Padre". "Proprio l'infezione del Papa aveva anche una carica fungina - ricorda Bassetti - e l'aspergillus ha una capacità distruttiva dei vasi, anche cerebrali, molto alta. Con un potere angiogenetico, ovvero si creano nuovi vasi che poi si rompono. Facciamo chiarezza - conclude - io da medico, con tutto quello che ha passato il Pontefice, dico che la sua morte è strettamente correlata all'infezione respiratoria che l'ha colpito". Papa Francesco "ha avuto le complicanze a distanza tipica di una polmonite grave in un soggetto anziano. L'infiammazione generalizzata data da una polmonite bilaterale come quella che ha avuto il Pontefice - conferma all'Adnkronos Salute Francesco Blasi, ordinario di Malattie dell'apparato respiratorio all'università degli Studi di Milano e direttore della Pneumologia del Policlinico del capoluogo lombardo - predispone a complicanze cerebrovascolari e cardiovascolari. Nei 3 mesi successivi all'evento c'è un rischio che a 88 anni è intorno al 40% di avere una problematica cardiovascolare o cerebrovascolare. Purtroppo è una cosa potenzialmente attesa, ma che ovviamente non è prevedibile". "Le problematiche dopo la polmonite ci sono. La mortalità dopo la dimissione" per una patologia come questa "esiste", ribadisce Blasi commentando quanto ufficialmente certificato ieri dal direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano, Andrea Arcangeli, e cioè che un ictus cerebrale ha causato la morte del Papa. Nella nota sono stati dettagliati gli eventi che hanno portato al decesso: coma, collasso cardiocircolatorio irreversibile in soggetto affetto da pregresso episodio di insufficienza respiratoria acuta in polmonite bilaterale multimicrobica, ipertensione arteriosa, diabete di tipo 2. La mortalità post polmonite, conclude Blasi, è in questi casi proprio "legata a quello che è successo ed è perlopiù di origine cerebrovascolare o cardiovascolare o tutte e due". Per quanto riguarda il Pontefice, "apparentemente c'è stato un ictus. E poi la morte avviene sempre per arresto cardiaco. Gli eventi cerebrovascolari purtroppo sono una cosa che può succedere". Per la presidente dell'Italian Stroke Association - Associazione italiana ictus (Isa-Aii) non c'erano segnali che potessero presagire l'ictus cerebrale nel caso di Papa Francesco. "Che il Pontefice fosse un soggetto fragile, anziano e affetto da più patologie, e per questi motivi a rischio ictus cerebrale, non vi è alcun dubbio. Tuttavia, nessuno poteva prevederlo. L'ictus cerebrale è un evento inatteso, nessun segnale specifico preannuncia l'evento", afferma all'Adnkronos Salute Paola Santalucia, presidente dell'Isa-Aii, che interviene sulla causa di morte 'ictus cerebri' certificata dal direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano, Andrea Arcangeli. "Ho visto il Papa personalmente due settimane fa in occasione del Giubileo della Salute, quindi in tv quando ha incontrato il vicepresidente degli Usa Vance e poi tra la folla in piazza San Pietro la domenica di Pasqua. Non c'erano segnali che facessero presagire l'ictus cerebrale - spiega Santalucia - Era sì provato, sofferente, ma aveva problemi di insufficienza respiratoria, non riusciva a parlare, respirava con l'ausilio dell'ossigeno". Per l'esperta, gli unici "campanelli di allarme" sono "gli attacchi ischemici transitori, segni premonitori solo in caso di ictus ischemico e non emorragico", ma "non sembra essere questo il caso del Pontefice - sottolinea - L'ictus cerebrale per definizione è un evento improvviso e inatteso, con perdita della forza muscolare di un arto, con disturbi focali ovvero del linguaggio e della vista". Chi è stato accanto al Papa "e lo ha assistito nelle ultime ore di vita avrà riscontrato segni clinici suggestivi di un evento cerebrale. Impossibile dire se ischemico o emorragico in assenza di un riscontro diagnostico radiologico o autoptico", conclude.
(Adnkronos) - Oltre un milione di assaggi serviti all'insegna dell'eccellenza e della valorizzazione del territorio, 185 eventi in 83 località di tutto il mondo in cui sono state promosse la cultura e l'enogastronomia del Friuli Venezia Giulia, oltre 2.000 ricette create per deliziare il pubblico con piatti unici che hanno raccontato in modo inedito la storia culinaria regionale, più di 35.000 bottiglie stappate, 1.383 le volte in cui vignaioli, artigiani del gusto e partner sono apparsi nei menù rendendo ogni esperienza irripetibile. Questa, sintetizzata in numeri, la fotografia del consorzio Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori che quest'anno compie 25 anni. “Da 25 anni raccontiamo la storia della nostra terra attraverso la cucina e i suoi vini”, dice il presidente del consorzio Walter Filiputti e proprio questo è lo slogan scelto per accompagnare un anno di eventi che avrà il suo clou il 15 settembre con la celebrazione ufficiale nelle sale della Fondazione Friuli. L’equazione 'Cucina+Vino+Prodotti+Cultura = Turismo' è alla base del progetto di Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori, da 25 anni portabandiera delle eccellenze enogastronomiche del Friuli Venezia Giulia, melting pot di genti, culture, cibi. Il Consorzio è un affiatatissimo gruppo composto da 72 aziende top-quality: 25 ristoratori che - dal mare Adriatico alle Alpi - sono portabandiera delle molteplici anime della cucina regionale, pensata e rielaborata da ciascuno secondo il proprio personalissimo percorso di ricerca; 24 tra vignaioli e distillatori e 16 artigiani del gusto a cui si affiancano 7 partner tecnici. Tutto è nato il 12 settembre 2000, una data che avrebbe segnato una svolta per la ristorazione del Friuli Venezia Giulia. Aldo Morassutti, della trattoria 'Da Toni a Gradiscutta', riunì al ristorante Là di Moret una decina di colleghi, mossi da una visione comune: promuovere e valorizzare la gastronomia locale. Invitò Walter Filiputti, esperto di enogastronomia e marketing, a presentare un programma. Quel giorno non solo nacque l’idea del Consorzio Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori, ma venne posta la prima pietra di un progetto che avrebbe contribuito a collocare la ristorazione di qualità nel sistema di promozione del turismo. Le esigenze che spinsero alla creazione del Consorzio erano semplici, ma fondamentali: la necessità di dare una voce forte e unitaria alla ristorazione regionale creando una piattaforma per lanciare le eccellenze locali e di fare squadra. L’intuizione guardava oltre, al bene del territorio, con la consapevolezza fosse il vero tesoro comune da difendere e valorizzare. La Carta di fondazione del Consorzio, sottoscritta da 20 ristoranti, sanciva l’impegno a superare le individualità e lavorare, allo stesso tempo, per il bene collettivo. La componente territoriale fu il motore del successo del progetto, trasformando il panorama enogastronomico in un pilastro strategico per il turismo regionale, e aprendo le porte alla collaborazione con le istituzioni locali, come la Camera di commercio di Udine e di Pordenone-Udine, Promoturismo e i Comuni. L’aspetto culturale faceva parte dei programmi. Nel 2003, il Consorzio edita il suo primo libro, 'Friuli Via dei Sapori' tradotto in 6 lingue. Nel 2011 ecco 'I Solisti del Gusto' attraverso una narrazione che intreccia sapori e cultura dell’intera regione (in 3 lingue). A queste pubblicazioni si sono aggiunte 9 “Monografie golose” (tiratura di 20.000 copie) che sono state omaggiate ai clienti dei ristoranti, contribuendo a una diffusione capillare della conoscenza del territorio. Il calendario degli eventi per l'anniversario si aprirà il 17 giugno al Castello di Spessa di Capriva con una ormai tradizionale Cena spettacolo, format oggi in gran voga di cui il Consorzio è stato pioniere, che vedrà i 25 chef cucinare in contemporanea davanti al pubblico un menù primaverile, affiancati dai vignaioli e dai produttori, per raccontare la propria terra attraverso cibi e vini. L’8 luglio, il Consorzio festeggerà il 25° anniversario con grande evento al Castello di Udine, la città dove nel 2000 è stato fondato in collaborazione con la Camera di commercio di Udine presieduta allora da Enrico Bertossi. Ciascun ristorante presenterà il proprio piatto iconico - passato intatto fra tempi e mode - che lo rappresenta al meglio. Il 29 luglio sarà di scena sulla spiaggia di Grado la Cena spettacolo dedicata alla cucina estiva con lo sfondo del mare al tramonto. Il 15 settembre sarà dedicato alla celebrazione dei 25 anni, che sarà ospitata nelle sale della Fondazione Friuli di Udine a partire dalle 17.00. Per l’occasione saranno presentati un video e un magazine che racconteranno in maniera agile e attraente la storia del Consorzio. Ed ecco le 72 imprese che fanno parte del consorzio Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori. Tra i ristoranti: AB Osteria Contemporanea di Lavariano di Mortegliano, Ai Fiori di Trieste, Ai Tre Merli di Trieste, Al Gallo di Pordenone, Al Grop di Tavagnacco, Al Paradiso di Pocenia, Al Ponte di Gradisca D’Isonzo, Alla Luna di Gorizia, All’Androna di Grado, Caffetteria Torinese di Palmanova, Campiello di San Giovanni al Natisone, Carnia di Venzone, Casa Valcellina di Montereale Valcellina, Costantini di Collalto di Tarcento, Da Alvise di Sutrio, Da Nando di Mortegliano, Da Toni di Gradiscutta di Varmo, Enoteca di Buttrio, La Torre di Spilimbergo, Le Fucine di Buttrio, Lokanda Devetak di Savogna d’Isonzo, Mandi Parentesi Friulana di Lignano Sabbiadoro, Mondschein di Sappada, San Michele di Fagagna, Vitello d’Oro di Udine. Al percorso gastronomico di Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori si affiancano anche vignaioli e distillerie, eccellenze nel settore agroalimentare e artigiani del gusto, oltre che ai partner tecnici: insieme, il gruppo è il portabandiera di quanto di meglio offre a tavola il Friuli Venezia Giulia. I vignaioli e i distillatori sono: Albino Armani, Castello di Spessa, Conte D'Attimis Maniago, Dario Coos, Di Lenardo, Edi Keber, Ermacora, Eugenio Collavini, Forchir, Gradis’ciutta, Jermann, La Viarte, Livio Felluga, Livon, Marco Felluga Russiz Superiore, Nero Magis, Pascolo, Petrussa, Picech, Sirch, Venica&Venica, Vistorta, Zidarich, Nonino Distillatori. Infine, gli artigiani del gusto: Consorzio per la Tutela del Formaggio Montasio; Consorzio produttori Olio Extravergine di Oliva del FVG; le confetture e i salumi dell’azienda agricola Devetak Sara; le golosità a base di trota di FriulTrota di San Daniele; i salumi d’oca e i prodotti di Jolanda de Colò di Palmanova; La Blave di Mortean; La Compagnia del Prosciutto srl; Pasta Natalino; le creazioni di Raviolo Factory di Villa Santina; Fonte Corte Paradiso (San Benedetto); il pregiato pesce della vallicoltura Valle del Lovo di Carlino; i pani e i dolci di Rizzo Caffè Bistrot di Tarcento; la gubana de L’Antica ricetta di Cormòns; i gelati della Gelateria Nonno Carletto di Udine; il caffè di Oro Caffè di Udine; l’alga Spirulina dell’azienda agricola Spiruline di Cormòns.
(Adnkronos) - Il 22 aprile il mondo celebra la Giornata della Terra, l’Earth Day che da 55 anni mobilita milioni di persone di ogni continente per la tutela del Pianeta. EarthDay.org, organizzatore globale della Giornata della Terra, ha indicato per il 2025, il tema ‘Our Power, Our Planet’ esortando tutti “a unirsi a sostegno delle energie rinnovabili, con l'obiettivo di triplicare la produzione globale di elettricità pulita entro il 2030”. “Esortiamo tutti a valutare scelte energetiche intelligenti per le proprie famiglie e a sostenere un'implementazione rapida e accelerata delle energie rinnovabili da parte di governi locali e nazionali, industrie e aziende”, affermano gli organizzatori. La Giornata della Terra nasce negli Usa sulla scia della pubblicazione nel 1962 del libro di Rachel Carson, ‘Primavera silenziosa’, e di una crescente coscienza sui temi ambientali e sul legame tra inquinamento e salute pubblica. Il senatore degli Stati Uniti, Gaylord Nelson, fu promotore del primo Earth Day del 22 aprile del 1970 con la mobilitazione di 20 milioni di americani per chiedere maggiore protezione per il Pianeta; un evento che nel 1990 è diventato globale coinvolgendo 200 milioni di persone in 141 Paesi. Oggi l’Earth Day arriva a mobilitare un miliardo di persone in 192 Paesi con azioni e partner coordinati a livello globale dal network no profit Earthday.org.