(Adnkronos) - Donald Trump protagonista assoluto della giornata che può segnare una svolta in Medio Oriente, con la liberazione di 20 ostaggi rapiti da Hamas in Israele il 7 ottobre e con la firma dell'accordo per la pace a Gaza. Il presidente degli Stati Uniti, primo regista dell'operazione diplomatica, trascorre una decina di ore tra Israele ed Egitto. Atterra a Tel Aviv, si sposta a Gerusalemme per intervenire alla Knesset e incontrare familiari degli ostaggi, poi vola a Sharm-el-Sheik per il vertice con una ventina di leader internazionali. Quindi, in serata, risale sull'Air Force One e torna negli Usa. Un tour de force per un 13 ottobre in primissima fila, in una giornata che - tra obiettivi centrati ed elogi unanimi - regala anche più di una perla, in pieno stile Trump. Si comincia dalla Knesset, dove due deputati della sinistra protestano in maniera plateale interrompendo il presidente con riferimenti al genocidio a Gaza e al mancato riconoscimento della Palestina. I parlamentari vengono bloccati rapidamente ed espulsi. Trump, con un'espressione tra il sorpreso e l'irritato, attende che l'ordine venga ripristinato (Video). "E' stato molto efficiente...", dice elogiando l'intervento della security. "E ora torniamo a parlare di Steve...", dice riprendendo il filo del discorso, sospeso sugli elogi del suo inviato speciale Steve Witkoff. Nel suo discorso di oltre un'ora davanti al Parlamento, Trump trova anche tempo e modo per perorare la causa del premier Benjamin Netanyahu. "E' un tipo tosto, è complicato trattare con lui. E' un vincente, ha fatto un ottimo lavoro", dice a più riprese il presidente americano prima di tirare fuori il jolly: Trump si rivolge direttamente al presidente israeliano Isaac Herzog e chiede pubblicamente un aiuto per l'amico Bibi. "Presidente, perché non gli concede la grazia?", chiede a bruciapelo. Dopo il discorso fiume, con un'agenda stravolta dal ritardo ("In Egitto non troviamo più nessuno"), Trump vola a Sharm. E lo show continua. A Sharm-el-Sheik, il numero 1 della Casa Bianca è il padrone di casa del summit e accoglie i leader presenti. Arriva Emmanuel Macron e con il presidente francese va in scena il consueto match di braccio di ferro (Video). La stretta di mano, come già avvenuto in passato, è una prova di forza che dura mezzo minuto abbondante. Si parte con la presa tradizionale, poi si cambia 'impugnatura': Trump detta il ritmo, Macron fatica a liberarsi e alla fine, come evidenzia il 'Var', deve usare anche la mano sinistra per bloccare il braccio del 'collega'. Davanti ai fotografi ecco lo sceicco Mansour, in rappresentanza degli Emirati Arabi Uniti e Trump mostra di apprezzare in particolare una qualità del paese. "Un sacco di soldi, soldi senza limiti", dice strappando un sorriso all'interlocutore. Nell'album del viaggio di Trump trova spazio anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "E' una giovane donna bellissima, di successo, è incredibile. In Italia è molto rispettata", dice Trump. "Non dovrei dirlo, se dici una cosa del genere in America la tua carriera politica è finita: correrò il rischio, è bellissima" (Video). Trattamento decisamente diverso viene riservato al premier britannico Keir Starmer. Trump non lo vede, non sa se ci sia. Lo cerca e lo chiama, il premier si fa avanti verso il microfono, pensa magari di dover offrire il suo contributo dal podio. Macché. "Tutto bene? Grazie per essere venuto", il messaggio di Donald che rimanda il povero Starmer, a dir poco perplesso, al proprio posto (Video). Momento 'Paperissima' con il premier canadese Mark Carney. Trump, nei ringraziamenti, lo promuove a presidente. Alla fine dell'evento, Carney torna sul lapsus ma lo fa con il microfono aperto. "Mi hai promosso a presidente", dice il canadese. "Ho detto 'presidente'? Almeno non ho detto 'governatore'", replica subito Trump, con un ironico riferimento al sogno di vedere il Canada come 51esimo stato americano. 'Il veleno è nella coda' e non manca in chiusura la stoccata. "Conosco molti di voi da così tanto tempo -dice Trump rivolgendosi ai leader-. Amici miei, siete persone fantastiche. Ce ne sono un paio che non mi piacciono, ma non vi dirò chi sono. In realtà ce ne sono alcuni che non mi piacciono per niente, ma non scoprirete mai chi sono. Forse sì...". Si accettano scommesse.
(Adnkronos) - "Esprimiamo grande soddisfazione per l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del disegno di legge Delega riguardante la riforma della disciplina degli ordinamenti professionali di 15 professioni, tra le quali quella di ingegnere, il quale segna un passaggio fondamentale verso una riforma organica e sistematica delle Professioni regolamentate". A dirlo Angelo Domenico Perrini, presidente del Cni (Consiglio nazionale ingegneri), intervenendo al 69° Congresso nazionale degli ordini degli ingegneri d’Italia che si è aperto oggi ad Ancona, ricordando che "al fine di agevolarne l'iter e dare un contributo efficace alla definizione dello strumento normativo stiamo organizzando una giornata di mobilitazione generale, indicativamente per i primi giorni di dicembre da tenersi a Roma, finalizzata ad approfondire i vari punti della legge delega ed a raccogliere i contributi degli organismi territoriali". "La riforma - afferma - interessa circa 1,6 milioni di professionisti, incidendo direttamente sulla disciplina dell’accesso, sull’organizzazione ordinistica, sulle tutele e sul riconoscimento del valore sociale ed economico delle professioni. Assoluta novità e conferma della tesi portata avanti dal Consiglio nazionale è il contenuto della lettera f dell'articolo 2 dello schema di disegno di legge che 'attribuisce l'uso del titolo professionale solo a chi è iscritto nel relativo albo'". "Particolarmente rilevante - avverte - è l’attenzione posta al riordino delle competenze e delle attività riservate o attribuite, tema che da molti anni attendeva una revisione organica. Lo schema introduce il principio secondo cui le competenze devono essere coerenti con i percorsi formativi di accesso e coordinate tra le professioni che svolgono attività similari, stabilendo chiaramente che tutto ciò che non è espressamente riservato rimane libero. Per gli ingegneri questo rappresenta un’occasione storica per consolidare e chiarire in maniera definitiva i confini delle competenze, anche alla luce della complessità dei tre settori professionali (civile e ambientale, industriale, informazione), che costituiscono un patrimonio unico di conoscenze e responsabilità". "Sul piano dell’accesso alla professione - afferma - il disegno di legge conferma il principio costituzionale dell’esame di Stato, ma recepisce le novità introdotte dalla legge numero 163/2021 in materia di lauree abilitanti. E' un passo fondamentale che, se portato a compimento, consentirà di superare l’attuale meccanismo dell’esame di abilitazione, ormai ridondante rispetto ai percorsi universitari, restituendo ai giovani Ingegneri la possibilità di un ingresso più rapido, coerente ed efficace nel mercato del lavoro". "Grande rilievo - sostiene - assume anche la riforma della formazione continua, che viene ridefinita con criteri uniformi e rafforzata con nuove prescrizioni, come l’introduzione di ore obbligatorie dedicate alle competenze digitali e all’intelligenza artificiale. Si tratta di una novità di portata notevole, che valorizza il percorso già intrapreso dagli ingegneri con il regolamento del 2013 e con il nuovo Testo Unico 2025, ma che apre al tempo stesso la prospettiva di un aggiornamento costante e realmente adeguato alle trasformazioni tecnologiche e sociali in atto". "Sul fronte delle specializzazioni - precisa il presidente Perrini - lo schema demanda ai consigli nazionali la definizione e l’organizzazione dei percorsi, anche in convenzione con le università. Per la nostra categoria sarà essenziale integrare questa previsione con l’esperienza consolidata della certificazione volontaria delle competenze UNI 17024, realizzata da anni per il tramite dell’Agenzia Certing, così da garantire un modello flessibile e riconosciuto. Altro punto di grande importanza è l’affermazione del principio dell’equo compenso, accompagnato dall’introduzione di parametri ministeriali definiti su proposta dei Consigli Nazionali. Si supera così definitivamente la stagione delle liberalizzazioni che hanno indebolito la dignità delle prestazioni professionali, riaffermando il valore del lavoro intellettuale e tecnico come garanzia di qualità e sicurezza per la collettività". Sul versante della natura giuridica degli Ordini professionali, "l’esplicita qualificazione - sulla scia di precedenti leggi professionali (avvocati) - di ordini e consigli nazionali quali enti pubblici non economici di natura associativa, dotati di autonomia patrimoniale e finanziaria, rappresenta un passo avanti verso una maggiore chiarezza istituzionale. Contribuirà, inoltre, a ribadire la natura particolare e differenziata degli ordini professionali, all’interno del complesso delle pubbliche amministrazioni, rispetto alle perduranti richieste, provenienti da articolazioni della Ragioneria Generale dello Stato, di svolgere adempimenti e prestare osservanza a rilevazioni di carattere contabile e gestionale, incompatibili con la natura, le dimensioni e le risorse umane e strumentali a disposizione degli ordini e collegi professionali". "Il Consiglio nazionale - ricorda - da anni, si batte per il riconoscimento del carattere differenziato dell’ordine professionale, non assimilabile a un Ministero, una Regione o a un Comune, in quanto non gravante sul bilancio dello Stato e autonomo sul piano finanziario. Di contro, la previsione di una vigilanza differenziata tra i vari ministeri richiede grande attenzione: ribadiamo con forza la necessità che per gli Ingegneri la vigilanza resti al Ministero della Giustizia, sia per le peculiarità della professione, sia per il ruolo giurisdizionale che il Consiglio nazionale continua a esercitare". "La riforma - continua il presidente Perrini - incide anche sulla nomina e gestione dei consigli di disciplina, introducendo innovazioni che da tempo sollecitavamo: dalla nomina dei componenti direttamente da parte degli ordini territoriali, alla possibilità di accorpamento territoriale, fino all’uso delle tecnologie digitali per accelerare i procedimenti e alla formazione obbligatoria dei consiglieri facenti parte dei consigli di disciplina. Tutto ciò rafforza la funzione disciplinare come strumento di garanzia per i cittadini e di tutela della qualità professionale". "Degna di speciale menzione e di nostra soddisfazione - continua - è la previsione che assegna ai consigli nazionali di ciascuna professione la competenza ad adottare e aggiornare il Codice deontologico della categoria, realizzando così l’unificazione delle regole deontologiche su tutto il territorio nazionale, nella piena osservanza dei principi di uguaglianza e di giustizia sostanziale tra tutti gli iscritti all’albo". "La revisione delle società tra professionisti - sostiene - affronta finalmente il nodo del regime fiscale e previdenziale, stabilendo la coerenza con il modello societario adottato. Vengono inoltre semplificate le regole di iscrizione, partecipazione e incompatibilità, superando incertezze che hanno limitato lo sviluppo di uno strumento potenzialmente straordinario per l’ammodernamento del modello organizzativo delle professioni". "Apprezzabile - spiega - è l’introduzione di sistemi di tutela per i professionisti in caso di malattia, maternità, ricoveri o gravi impedimenti, con riferimento specifico alle scadenze fiscali, tributarie e previdenziali. Si tratta di una misura che riconosce finalmente la fragilità del lavoro autonomo e che rafforza la rete di garanzie a protezione della continuità professionale. Non meno significativa è la previsione degli sportelli per il lavoro autonomo, che possono rappresentare uno strumento concreto di incontro tra domanda e offerta di competenze. In questo campo, l’esperienza del portale Working gestito dalla Fondazione Cni costituisce un modello avanzato che potrebbe essere valorizzato a livello nazionale". "Da sempre il Consiglio nazionale degli ingegneri è critico verso l’attuale strutturazione dell’esame di abilitazione, ritenendolo inefficace e richiedendo l’introduzione del tirocinio formativo durante il percorso accademico con una prova pratica valutativa delle competenze professionali acquisite a valle dello stesso che, se conclusa con esito positivo, contempli l’ottenimento dell’abilitazione da parte del tirocinante". A dirlo Angelo Domenico Perrini, presidente del Cni (Consiglio nazionale ingegneri), intervenendo al 69° Congresso nazionale degli ordini degli ingegneri d’Italia che si è aperto oggi ad Ancona. "In tal senso - afferma - il Cni ha ritenuto assolutamente positiva l’istituzione della laurea magistrale abilitante, chiedendone l’attuazione per la categoria ai sensi dell’art. 4 della legge n.163/2021. Lo svolgimento del tirocinio durante il percorso accademico effettuato con il tutoraggio di professionisti e rappresentanti di strutture produttive selezionate e garantite degli Ordini territoriali e la prova pratica finale valutativa delle competenze professionali, svolta in sede di discussione della tesi di laurea, consentirebbero un più agevole approccio alla professione in qualsiasi campo, con un bagaglio di conoscenze anche procedurali acquisite che ne agevolerebbero l’impatto. Potrà contribuire al raggiungimento di tale obiettivo il recente protocollo di intesa stipulato dal Consiglio nazionale con Confindustria finalizzato a favorire la formazione accademica e quella in corso di esercizio della professione". Perrini ribadisce, inoltre, "l’impegno a perseguire l’obiettivo di una sezione unica dell’albo, con la proposta di un percorso di upgrade per gli iscritti alla Sezione B, attiva sino ad esaurimento, sfruttando il principio introdotto nella più volte richiamata legge delega, su nostra sollecitazione, di un meccanismo di equipollenza tra Cfp e Cfu, condiviso tra Consiglio nazionale e mondo accademico. E' comunque di tutta evidenza che la crisi di iscrizione agli albi potrà essere superata solo quando il legislatore sarà consapevole della circostanza che la professione di ingegnere, per la rilevanza che ha ai fini della tutela dei cittadini in tutti i campi in cui opera, potrà essere svolta solo e soltanto da soggetti che rispondono al controllo del proprio ordine professionale, rendendone obbligatoria la iscrizione, in linea con i principi che ispirarono la legge istitutiva degli albi". "L’aggiornamento professionale - sottolinea - è un dovere, come tale perseguibile in caso di inadempienza, ma, per il professionista iscritto all’Ordine professionale, è anche un diritto da rivendicare al proprio organismo di appartenenza. Compito del Consiglio nazionale è quindi quello di qualificare i soggetti formatori e di provvedere direttamente, con il supporto della sua Fondazione, attraverso gli Ordini e provider autorizzati, a creare le condizioni per cui tutti gli iscritti abbiano la possibilità di aggiornare ed attualizzare le proprie conoscenze nel campo in cui operano". "Nel corso del 2024 e del 2025 - ricorda - si è investito maggiormente nell’organizzazione di eventi formativi che hanno trattato argomenti destinati soprattutto agli Ingegneri del settore ambientale, industriale e dell’informazione per i quali l’offerta di aggiornamento è più ridotta rispetto a quella destinata ad ingegneri del settore civile-edile. Si è inoltre dato avvio ad un ciclo di eventi formativi in lingua inglese per i quali si riscontra un apprezzabile livello di partecipazione e di interesse".
(Adnkronos) - Un nuovo strumento che trasforma il patrimonio Unesco della Dieta Mediterranea in intelligenza operativa per il retail italiano. La presentazione in occasione della XV edizione dello Human&Green Retail Forum 2025, il 14 ottobre presso la Fondazione Università degli Studi di Milano (UniMi). "La riforma costituzionale del 2022 ha posto salute e ambiente come limiti all’attività economica. Non è più solo un’opportunità, è un imperativo - sottolinea Enrico Giovannini, coordinatore scientifico del progetto e direttore scientifico ASviS - E il retail, attraverso cui passa la maggior parte delle scelte alimentari, si trova al centro di questa responsabilità". "Nessuno che faccia seriamente il mestiere del distributore, del trasformatore o dell’agricoltore può ignorare la costante ricerca di salubrità da parte dei consumatori", aggiunge Mauro Lusetti, presidente Conad. Il progetto Human&Green Retail Experience nasce dai fondatori del Forum - Ndb Il Marketing Consapevole e Plef Ets - che hanno raccolto la collaborazione di Università degli studi di Milano, Future Food Institute, ASviS e partner operativi come Cortilia ed EasyCoop che hanno già avviato i primi test. Il sistema assegna un punteggio da 0 a 100 a ogni prodotto, integrando aderenza mediterranea, livello di trasformazione, impatto ambientale e territorialità. "L’esperienza che da 15 anni ci vede impegnati nel promuovere la sostenibilità nel largo consumo ci ha portato a individuare con largo anticipo la necessità di dare strumenti semplici e concreti al retail - spiega Domenico Canzoniero, co-fondatore del Forum e coordinatore del progetto - Sino ad oggi questo compito era affidato ai green claim, che però sono ormai su oltre l’80% dei prodotti senza aver generato un impatto significativo. C’è bisogno quindi di spostare l’attenzione sulle categorie di prodotto e incentivare quelle che rispecchiano la Dieta Mediterranea, per aiutare le persone a fare una spesa a minore impronta ambientale, a maggior equilibrio nutrizionale e anche più conveniente economicamente". "La Dieta Mediterranea non è solo un modello alimentare, ma un codice culturale e antropologico. Un sistema di relazioni che abbraccia biodiversità, stagionalità, convivialità, interdipendenza con il territorio - aggiunge Sara Roversi, founder e presidente del Future Food Institute - Il progetto Human&Green Retail Experience nasce dalla volontà di trasformare questo patrimonio non in un claim nostalgico, ma in un criterio concreto di progettazione della distribuzione alimentare contemporanea". Al Forum del 14 ottobre interverranno i vertici di Conad e Coop Italia, i manager sostenibilità di Coralis, Crai, Penny e Lidl, insieme ad aziende dell’industria alimentare (Fruttagel, Bolton Food, Oleificio Zucchi) e alle rappresentanze agricole (Confagricoltura, Coldiretti). "Non puoi dire che ti interessa la salute del consumatore e poi spingere prodotti con molto zucchero - afferma Stanislao Fabbrino, presidente Fruttagel e amministratore delegato Deco Industrie - Questa è la sostenibilità del secondo tempo: quella che ti fa sposare principi anche quando possono mettere in discussione un po’ il tuo profitto. Se ci credi davvero, alle intenzioni devono seguire le azioni". L’obiettivo dell'evento è identificare gli operatori che vogliono proseguire il percorso e avviare una fase di progettazione condivisa per definire governance, standard, timeline e modalità operative di quello che si avvia ad essere il primo strumento che trasforma il patrimonio Unesco della Dieta Mediterranea in intelligenza strategica per la distribuzione e per i consumatori.