(Adnkronos) - "La parola chiave di quest'epoca è trasformazione: tecnologica, digitale e demografica. In tale contesto, il cloud nazionale e il cloud europeo sono pilastri fondamentali rispetto a un'era in cui, dal Covid19 in poi, c'è stata un'accelerazione incredibile. Pertanto, oggi abbiamo una nuova identità invisibile, quella dei dati, da cui passa tanta parte delle nostre informazioni che vive in questa ‘nuvola’ indefinita, il cloud. Portando il paradosso all'estremo, si potrebbe anche arrivare a pensare che oggi il vero potere è quello sul controllo dei dati”. Così, Chiara Tenerini, deputata di Forza Italia, intervenendo all’evento “Il futuro del cloud in Italia e in Europa”, organizzato da Adnkronos e Open Gate Italia a Palazzo dell’Informazione a Roma con lo scopo di proporre un confronto pubblico sulle sfide legate alle infrastrutture digitali, alla regolazione dei servizi cloud e alla competitività tecnologica europea. “Già dall'inizio di questa legislatura ho trovato l'argomento estremamente sfidante, soprattutto per la politica perché la trasformazione è veloce e ha bisogno di regole chiare. Infatti, il problema della definizione di una strategia europea è un tema fondamentale, altrimenti siamo preda di legislature che appartengono ad altre parti del mondo sottoposte a normative diverse dalla nostra - spiega Tenerini - Abbiamo l'esigenza, quindi, di rafforzare la cybersicurezza e di implementare il cloud nazionale, almeno per quanto riguarda tutto ciò che compete l'aspetto della pubblica amministrazione. Si tratta di un tema anche di competitività del nostro Paese, perché se i dati sono accessibili, interoperabili e interscambiabili si facilita e si rende molto più fruibile anche la vita delle pubbliche amministrazioni, degli enti locali, delle aziende, delle imprese, di tutto ciò che riguarda il contesto in cui noi dobbiamo vivere”. “Riguardo a questo tema c'è stato un primo tentativo di recepimento: c’è una normativa europea che è in fase di revisione e ci sono dei tentativi di trovare delle soluzioni. In tale contesto, come legislatori, dobbiamo coniugare la necessità della certezza normativa con quella di avere norme veloci che si adeguino ai tempi, non siano troppo stringenti ma che, allo stesso tempo, tutelino tutto ciò che riguarda la privacy di questi dati - sottolinea Tenerini - La sfida è molto complessa. Il Parlamento sta lavorando, ma c’è ancora molto da fare: abbiamo istituito il polo strategico nazionale, a cui, però, vanno date le ‘gambe’, quindi finanziamenti, obiettivi, target e contenuti. Siamo, purtroppo, ancora lontani dalla definizione e dall’istituzione di una strategia nazionale, da cui dipende anche la nostra sovranità, che si deve inserire in una strategia più ampia, quella europea. Abbiamo la necessità come continente europeo di essere competitivi con le grandi big tech di altri Paesi”. “Credo che la sfida sia estremamente importante perché riguarda tanti aspetti, come il controllo dell'informazione con impatti sulla geopolitica, sull'economia, sull'etica, sulla politica stessa e sulla democrazia. Il controllo dei dati è un tema che riguarda a 360 gradi la vita di una nazione, tanto sfidante, quanto complesso”, conclude.
(Adnkronos) - Le misure in essere per proteggere la salute e la sicurezza dei dipendenti Amazon e dei dipendenti dei fornitori di servizi di consegna vengono ulteriormente rafforzate durante i periodi di temperature particolarmente elevate, come quelli che stiamo vivendo quest'estate. I centri logistici Amazon sono dotati da sempre di impianti di raffreddamento e climatizzazione all'avanguardia che, attraverso sistemi di gestione sofisticati, garantiscono una temperatura costante tra i 23 e i 25 gradi centigradi. E' quanto si legge in una nota dell'azienda. Questi sistemi monitorano continuamente l'indice di calore nelle strutture, un valore che combina temperatura e umidità per esprimere la sensazione effettiva di caldo percepito dal corpo umano. In caso di variazioni climatiche significative, il sistema allerta proattivamente il personale. Sono inoltre predisposte sale break climatizzate dove i dipendenti che lavorano in aree esterne possono recuperare dall'esposizione al calore, con acqua fresca sempre disponibile. Durante il periodo estivo, inoltre, vengono condivisi con i dipendenti, attraverso canali di comunicazione online e in loco, suggerimenti specifici sulla prevenzione dei malori da caldo, fattori di rischio ambientali e personali, guide all'idratazione e consigli forniti da professionisti della salute pubblica e medici. Tutti i dipendenti sono incoraggiati a fare pause preventive per rinfrescarsi ogni volta che ne sentono la necessità, e i team di sicurezza sono incaricati di affrontare tempestivamente qualsiasi problema legato alle temperature elevate. Anche le aziende fornitrici di servizi di consegna implementano una serie di misure per garantire la sicurezza dei propri dipendenti durante i periodi di caldo intenso. Tutti i mezzi sono dotati di aria condizionata funzionante, con l'indicazione agli autisti di segnalare tempestivamente eventuali malfunzionamenti. Le aziende fornitrici di servizi di consegna hanno, inoltre, avviato campagne di sensibilizzazione rivolte ai propri dipendenti affinché l'attività lavorativa venga svolta in condizioni di massima sicurezza nelle giornate caratterizzate da temperature elevate. Gli autisti sono invitati a segnalare qualsiasi situazione che possa compromettere la sicurezza del loro lavoro. Inoltre, i carichi di lavoro vengono adeguati alle condizioni climatiche e viene garantita la costante disponibilità di acqua per mantenere un livello di idratazione stabile e adeguato. L’attenzione di Amazon in materia di sicurezza rappresenta una costante. Solo nel 2024 l’azienda ha investito 15 milioni di euro in progetti dedicati alla sicurezza nella rete logistica in Italia, erogato oltre 270.000 ore di formazione sulla sicurezza e formato 3.200 operatori specializzati.
(Adnkronos) - “Nell’accingermi a partecipare a Ecoforum per raccontare della nostra filiera circolare per “l’industria pulita” ho avuto l’opportunità, grazie all’indagine IPSOS, di raccogliere le percezioni dei cittadini, poco ottimistiche rispetto alle performance dell’Italia circolare. Lo sottolinea Riccardo Piunti, presidente del Conou ricordando come "gli Italiani, ad esempio, ritengono mediamente che circa il 50% dell’olio minerale usato sia destinato a combustione, molti pensano che la raccolta del rifiuto sia un compito del meccanico vicino di casa, che il processo complessivo sia affidato a singole aziende specializzate senza un coordinamento; addirittura, un 6% pensa che l’olio usato finisca in fogna". Piunti aggiunge che "credono tuttavia che, quando si rigenera, l’olio sia mediamente di buona qualità dando credito alla tecnologia e non all’organizzazione. Vorrei, al contrario, che fossero informati e fieri dei risultati del nostro Paese, consci del ruolo del modello consortile che porta a raccogliere l’olio a titolo gratuito e rigenerare tutto". "La coscienza dei buoni risultati - conclude - aiuterà il conseguimento di ulteriori traguardi che potranno essere raggiunti, nelle filiere più diverse, solo con il contributo informato di tutti".