(Adnkronos) - Bisogna avviare un nuovo e continuativo dialogo tra i rappresentanti dei pazienti reumatici e delle istituzioni locali. E’ necessario quanto prima trovare nuove soluzioni a vantaggio dell’intera collettività. Va risolto il duplice problema di garantire sempre la continuità terapeutica al malato e la libertà prescrittiva del clinico specialista. E’ questo il messaggio emerso nei giorni scorsi durante un convegno nazionale alla Camera dei Deputati organizzato da Anamr OdV (Associazione nazionale Malati Reumatici). L’evento è stato organizzato per festeggiare i 40 anni dell’Associazione e in concomitanza con la Giornata Mondiale del Malato Reumatico che si celebra ogni anno il 12 ottobre. "E’ giunto il momento di lavorare in modo diverso con le Regioni e già esistono delle sedi istituzionali opportune - ha sottolineato Silvia Tonolo, presidente Anamr OdV -. Per esempio, a livello nazionale c’è da tempo la Conferenza Stato-Regioni e di recente è stato istituito il Tavolo tecnico Aifa-Regioni per un confronto continuativo su accesso ai farmaci e rimborsabilità. Anche in molti enti locali sono attivi e presenti tavoli per risolvere problematiche legate alla reale disponibilità di terapie e trattamenti. In tutte queste sedi di confronto e di lavoro serve però un maggiore coinvolgimento dei rappresentanti dei pazienti e quindi delle Associazioni come Anmar. Sono 21 i sistemi sanitari attivi in Italia e tutti i malati dovrebbero avere gli stessi diritti e le medesime opportunità. Tuttavia si segnalano ancora forti difficoltà e differenze territoriali nell’accesso alle terapie e, più in generale, ad alcune prestazioni sanitarie. Le problematiche e le esigenze dei malati vanno ascoltate e recepite da tutte le Istituzioni. E’ quanto vogliamo ribadire con forza in occasione del nostro 40° compleanno". "Per lungo tempo la reumatologia non ha potuto avvalersi di terapie specifiche e noi, specialisti e malati, abbiamo per anni dovuto accontentarci di utilizzare trattamenti ideati per la cura di altre patologie - ha detto Mauro Galeazzi, responsabile scientifico dell’Osservatorio Capire -. Tutto è cambiato a inizio anni 2000 con l’introduzione dei farmaci biologici, e successivamente degli anti jak che hanno rivoluzionato la pratica clinica e la vita di milioni di persone in tutto il mondo. Fu solo a causa dei loro elevati prezzi che le Istituzioni Sanitarie si accorsero della esistenza di questa tipologia di malati, fino ad allora sconosciuti, soltanto perché questi malati diventavano un costo. Tuttavia va ricordato quanto le terapie innovative abbiano determinato grandi e indubbi vantaggi; è stato possibile infatti introdurre, e rendere operativo, anche in reumatologia, il concetto e la pratica della medicina personalizzata per ottenere l’obiettivo universalmente accettato della remissione prolungata della malattia, con blocco della progressione del danno che si traduce a sua volta nell’abbattimento dei costi diretti e indiretti legati alla disabilità". "Purtroppo per molti anni - ha aggiunto Galeazzi - con l’entrata dell’uso delle gare per la scelta del farmaco, ci siamo dovuti, malati e medici, accontentare di dover prescrivere il farmaco meno costoso piuttosto che quello più efficace con perdita di molti dei vantaggi, sia clinici che economici, che avremmo potuto avere sui tempi più lunghi. Naturalmente l’aver istituito, a lato di Anamr, anche l’osservatorio Capire di cui mi onoro di far parte, in cui ci si è potuto confrontare tra malati, giuristi ed esperti clinici, ha consentito di contenere i danni che una gestione del tutto inappropriata delle vere necessità dei malati reumatologici e degli specialisti che li seguono, avrebbero potuto procurare, sia in termini clinici che economici". "Come Commissione Affari Sociali crediamo fortemente al rapporto prolifico con le Associazioni di pazienti - ha poi sostenuto Luciano Ciocchetti, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera -. Le abbiamo, infatti, accolte e ascoltate in numerose audizioni alla Camera e lo scorso anno abbiamo stabilito anche per legge le procedure per regolare il dialogo tra istituzioni pubbliche e rappresentanti dei malati. Ci stiamo così adeguando a norme già esistenti in molti altri Paesi Occidentali. Stiamo andando sempre di più verso la medicina personalizzata e sta diventando perciò imprescindibile il rapporto costante con chi vive direttamente e sulla propria pelle le principali patologie". "Anche le farmacie di comunità rappresentano un punto di riferimento per tutti i pazienti cronici reumatici - ha evidenziato Claudia Pietropoli, consigliere nazionale di Federfarma -. Da anni abbiamo deciso di ascoltare le richieste che ci arrivano da parte delle Associazioni e siamo ora in grado di comprendere le loro reali esigenze. Continueremo a sostenere Anmar perché fin dall’inizio della sua storia ha stabilito un rapporto privilegiato con la filiera dei farmacisti italiani. La nostra è una rete importante e che può vantare oltre 19mila farmacie attive sull’intero territorio nazionale anche nei comuni più piccoli, rurali e periferici. Una presenza capillare che può essere sfruttata nell’interesse di tutti gli attori coinvolti nella gestione dei malati reumatici". "In Italia uno dei problemi dell’assistenza socio-sanitaria è la scarsità di medici reumatologici - ha concluso Donatella Fiore, Direttrice Uosd di Reumatologia, S. Spirito - Nuovo Regina Margherita, e delegata Crei (Collegio reumatologi italiani) -. Manca soprattutto una rete di medicina territoriale in grado di collegare le attività degli ospedali che spesso sono strutture sanitarie di alto livello e nelle quali lavorano ottimi professionisti. Un’altra criticità sono le liste d’attesa troppo lunghe per avere una visita reumatologica e poter così fare prevenzione, ottenere una diagnosi precoce ed evitare disabilità permanenti. Per elargire i piani terapeutici la telemedicina può essere uno strumento utile e potrebbe aiutare anche per controlli a distanza con malati che hanno già avuto una prima visita in presenza".
(Adnkronos) - Dal 15 ottobre si riaccenderanno i riscaldamenti in molte aree della Penisola. Con le attuali tariffe del mercato libero, secondo l’analisi di Facile.it, quest’anno gli italiani per riscaldare casa spenderanno, in media, 1.024 euro in bollette del gas. Come devono comportarsi le famiglie italiane per contenere i costi? Per aiutare i consumatori, Facile.it ha individuato alcuni accorgimenti che consentono di risparmiare centinaia d’euro; ecco un breve vademecum con le accortezze da tenere in considerazione. Non è necessario trasformare la casa in un deserto. Le temperature eccessive fanno male alla salute e, cosa non da poco, causano uno spreco di gas e denaro. Basta abbassare il riscaldamento di un solo grado per ottenere un risparmio stimato di quasi 100 euro in bolletta. In alternativa si può ridurre il tempo di accensione dei termosifoni, togliere anche solo un'ora al giorno può far risparmiare circa 35 euro all'anno. Dotare i radiatori di valvole termostatiche consente di risparmiare ancora di più e, soprattutto, non riscaldare a vuoto gli ambienti. Se è vero che il controllo periodico dei fumi è obbligatorio - con frequenze che variano (da 12 mesi a 4 anni) in base al modello della caldaia - il consiglio è quello di effettuare una revisione almeno una volta l'anno, in preparazione all'inverno. Una caldaia non efficiente non solo rappresenta un potenziale rischio per la sicurezza, ma fa anche spendere di più. A questo si aggiungono le azioni di buon senso, a costo zero, che non vanno mai dimenticate. Quali? Evitare i ricambi d'aria eccessivi mentre il riscaldamento è acceso, non coprire o ostacolare i radiatori in funzione e abbassare le tapparelle/persiane la sera per ridurre la dispersione di calore. Se si ha la possibilità, intervenire sull'abitazione con lavori strutturali può portare a un risparmio energetico davvero impressionante. Si pensi, ad esempio, al cappotto termico, all'isolamento del tetto o alla sostituzione degli infissi. Un esempio concreto? Una buona controsoffittatura da sola può tagliare i consumi di energia fino al 20%. Questi interventi sono investimenti significativi, spesso con costi che superano le migliaia di euro. La buona notizia è che, per l'anno 2025, è possibile ammortizzarli in parte sfruttando il Bonus ristrutturazione. Le nuove tecnologie possono tramutarsi in un grande alleato per le famiglie italiane. Ricorrendo, infatti, al termostato intelligente, che monitora le variazioni di temperatura anche in base alle condizioni meteo, e attivabile a distanza tramite il proprio telefono, sarà più facile tenere sotto controllo il riscaldamento di casa in base alle proprie esigenze. Oltre alla domotica, esistono poi ulteriori soluzioni di ultima generazione che permettono di evitare sbalzi di potenza nell’impianto di riscaldamento e di ottenere così un risparmio energetico importante. Questo è possibile, per esempio, dotando l’impianto stesso di una centralina automatica, capace di regolamentare la temperatura della casa e di stabilire una programmazione su misura. Infine, un consiglio determinante: è sempre bene valutare attentamente le tariffe. Il mercato libero è popolato da centinaia di venditori e le differenze di prezzo tra l'uno e l'altro possono essere significative. Un'analisi condotta da Facile.it lo conferma: la spesa finale per la bolletta del gas può variare fino al 34% tra l'offerta più conveniente e quella meno vantaggiosa. Scegliere un fornitore non ottimale significa rischiare di pagare fino a 310 euro in più solo per il riscaldamento domestico. "Per l’attivazione di un nuovo contratto di fornitura occorrono tra i 15 e i 60 giorni, pertanto questo è il periodo ideale per confrontare le offerte sul mercato libero e valutare un possibile cambio di fornitura in vista della stagione invernale", spiegano gli esperti di Facile.it, ricordando che "il passaggio è gratuito e non comporta una interruzione di fornitura".
(Adnkronos) - Dopo il via libera dell'assemblea dei soci di Cap, il 3 ottobre, e di Amga, il 7 ottobre, si è concretizzato oggi, con la ratifica ufficiale, l’ingresso di Gruppo Cap in Aemme Linea Ambiente (Ala), alla presenza del presidente Yuri Santagostino e del presidente di Amga, Pierluigi Arrara. L'operazione prevede una quota iniziale del 20%, destinata a crescere fino al 40% entro tre anni attraverso un aumento di capitale legato al raggiungimento del 70% dei target di fatturato previsti dal piano industriale. L’operazione rappresenta un passo concreto nella realizzazione della strategia condivisa dalle due società: dare vita a un soggetto aggregatore di società attive nell’igiene urbana diventando il player di riferimento del settore nell’area Nord-Ovest di Milano, migliorando l’efficienza operativa, la sostenibilità ambientale e la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Ala serve attualmente 19 comuni per un totale di 299.512 abitanti e un fatturato di 46.188.646 euro. Questo ingresso consolida il posizionamento di Gruppo Cap come green utility, capace di integrare idrico, rifiuti ed energia in un unico modello industriale. Dopo aver aumentato il numero degli impianti gestiti con il revamping dei depuratori tramite Cap Evolution, con gli interventi sul termovalorizzatore di Busto Arsizio attraverso Neutalia e con il nuovo impianto di trattamento fanghi di Sesto San Giovanni grazie a Zeroc, il Gruppo completa il percorso entrando, con Ala, nel mondo della raccolta dei rifiuti. Un tassello fondamentale per chiudere il cerchio dell’economia circolare e sviluppare sinergie industriali a supporto dei territori e delle comunità locali. Quest'operazione, condivisa dai soci e perfettamente in linea con gli sviluppi industriali e strategici del Gruppo Amga, contribuirà non solo all’industrializzazione dei processi, ma anche ad una significativa crescita e consolidamento sul territorio. Grazie ai 25 anni di esperienza nel settore dell’Igiene urbana da parte della sua controllata, Ala, il Gruppo Amga, che si riconferma partner strategico dei Comuni, è stato scelto da Cap per quest’alleanza industriale, a riprova della sua affidabilità operativa e della condivisa capacità di raggiungere obiettivi ambiziosi, sempre nell’ottica del servizio alla comunità. Dal punto di vista economico-finanziario, l’acquisizione conferma la progressiva diversificazione del Gruppo. Se oggi i ricavi derivano in larga parte dal servizio idrico, entro il 2030 le attività delle società partecipate arriveranno a rappresentare quasi un terzo del totale, con una crescita dell’86% rispetto al 2025. Una traiettoria che evidenzia come la strategia di Cap punti a rafforzare il ruolo di green utility integrata, capace di coniugare la stabilità e l’affidabilità del core business idrico con lo sviluppo di settori complementari ad alto potenziale, come trattamento rifiuti, bioenergia ed economia circolare. "Con questa acquisizione -spiega dichiara il presidente di Gruppo Cap, Yuri Santagostino- compiamo un passo decisivo verso la costruzione di un modello industriale integrato, capace di unire la gestione del servizio idrico con quella dell’igiene urbana, in un’ottica di economia circolare e sostenibilità ambientale. L’ingresso in Ala ci consente di valorizzare le sinergie tra i due settori, riducendo costi e frammentazione e migliorando la qualità dei servizi per i cittadini. È una scelta che rafforza la vocazione pubblica di Gruppo Cap e la nostra volontà di essere protagonisti della transizione ecologica nel territorio metropolitano di Milano". "La firma di oggi -commenta il presidente di Amga, Pierluigi Arrara- non sancisce solo la vendita di quote societarie di Ala, ma formalizza l'alleanza tra due partner solidi e qualificati, per un progetto industriale che rivoluzionerà il mondo dell'igiene urbana nel Nord Ovest milanese e che guarda al futuro dei servizi pubblici, in un'ottica di efficienza e innovazione. Oggi non sottoscriviamo un'operazione per diventare semplicemente più grandi, ma anche e soprattutto per migliorare la qualità e l’efficienza dei servizi che eroghiamo ai cittadini, traducendo nel concreto quel concetto di economia circolare dal quale non si può prescindere per uno sviluppo sostenibile".