(Adnkronos) - È morto in Australia il coccodrillo 'Burt', protagonista del film di grande successo 'Mr. Crocodile Dundee' (1986) di Peter Faiman, interpretato da Paul Hogan nel ruolo di Michael J. Mick Dundee e Linda Kozlowski, e ambientato nell'entroterra australiano e a New York. Come primo film della serie di film, è stato seguito da due sequel: 'Mr. Crocodile Dundee 2' (1988) e 'Crocodile Dundee 3' (2000). Si pensa che 'Burt' avesse più di 90 anni. La notizia della sua morte è stata confermata dal personale del Crocosaurus Cove di Darwin, un'attrazione per rettili e acquari, dove "Burt" viveva dal 2008. In un comunicato pubblicato su Instagram, il centro faunistico ha scritto: "È con grande tristezza che annunciamo la scomparsa di Burt, l'iconico coccodrillo d'acqua salata e protagonista del classico australiano Mr. Crocodile Dundee'. Burt si è spento serenamente nel fine settimana, con un'età stimata di oltre 90 anni, segnando la fine di un'era incredibile". Nel film il personaggio di Michael J. Mick Dundee (Hogan) cambia l'entroterra australiano per la giungla di New York dopo aver incontrato la reporter americana Sue Charlton (Kozlowski), che alla fine si innamora di lui. Il coccodrillo è famoso nella scena in cui il personaggio di Kozlowski viene attaccato mentre si inginocchia vicino a un ruscello. 'Burt', catturato negli anni '80 a Reynolds River, nel Territorio del Nord dell'Australia, è stato descritto da Crocasourus Cove come un animale dalla personalità "audace". "Burt era uno scapolo impenitente, era evidente durante i suoi primi anni in un allevamento di coccodrilli", continua la dichiarazione del centro faunistico. "Il suo temperamento focoso gli è valso il rispetto dei suoi custodi e dei visitatori, poiché incarnava lo spirito grezzo e indomito del coccodrillo d'acqua salata. Burt era davvero unico nel suo genere. Non era solo un coccodrillo, era una forza della natura che ci ricorda la potenza e la maestosità di queste incredibili creature. Sebbene la sua personalità potesse essere impegnativa, era anche ciò che lo rendeva così memorabile e amato da coloro che lavoravano con lui e dalle migliaia di persone che lo hanno visitato nel corso degli anni". La dichiarazione conclude: "I visitatori di tutto il mondo si sono meravigliati delle sue dimensioni impressionanti e della sua presenza imponente, soprattutto al momento del pasto". Non è insolito che i coccodrilli d'acqua salata vivano oltre i 70 anni, soprattutto in cattività. 'Burt' sarà onorato con un cartello commemorativo presso l'attrazione australiana.
(Adnkronos) - "Conosco i ristoranti stellati, ci ho lavorato a lungo, ma non credo che l'ambizione di chi ama fare questo lavoro debba essere il riconoscimento di una guida. Il vero riconoscimento è sempre quello che arriva dalla clientela". Parola di Fabio Dodèro, 33enne chef romano che nel 2022 ha aperto un ristorante alle porte della Capitale, a Mezzocamino, che in due anni è diventato una meta di destinazione per chi ama la cucina gastronomica creativa ma anche concreta, e per chi sceglie il fine dining senza rinunciare al rapporto umano tipico delle vecchie osterie. "Questa è stata anche la scommessa di aprire un locale fuori dal centro: volevo che fosse un polo di riferimento per clienti abituali - racconta - e in due anni abbiamo già una clientela fissa che ritorna e con la quale c'è un confronto, uno scambio reciproco, in cui credo molto". Il nome del ristorante, Metis, deriva dal greco antico e indica quell'intelligenza pratica alla base dell'approccio personale di Dodèro alla ristorazione. Una reminiscenza del liceo classico che lo chef ha frequentato prima di scegliere la strada che lo ha portato all'Università dei Sapori di Perugia e poi all'Alma, la scuola di Gualtiero Marchesi a Colorno, che gli ha aperto le porte delle cucine stellate. Due anni fa l'idea di aprire, con il cugino Francesco socio di minoranza, un locale suo. La cucina che Fabio propone da Metis, e che si può provare scegliendo dal menu alla carta o con il percorso degustazione da sei portate a 55 euro, è tecnica e concreta e soprattutto sostenibile. "La mia - spiega - è una cucina sostenibile, a partire dalle materie prime, da quelle vegetali, scelte di stagione e possibilmente a km 0, alle carni, prese in allevamenti toscani che seguono determinati principi, fino al pesce pescato localmente. E su questa base spaziano le ricette, che si rifanno sicuramente a quella che è stata la mia formazione in cucine d'autore. Mi piace anche molto sperimentare, trovare nuovi abbinamenti, andare alla ricerca di gusti particolari, usare nuove tecniche come le fermentazioni. Quindi alterno grandi classici a innovazioni. Ad esempio, il supplì al cioccolato servito come dolce o le fettuccine di sedano rapa con tartufo nero e parmigiano stagionato 10 anni. Una cucina quindi sostenibile e innovativa, ma sempre un'alta cucina, dove l'occhio vuole la sua parte, con piatti belli pure da vedere". In tempi non semplici per l'alta ristorazione, in cui persino nomi altisonanti hanno deciso di gettare la spugna, Dodèro ha le idee chiare. "Non credo che siamo alla fine del fine dining - sottolinea - ma sicuramente un certo modello di fine dining è in crisi. Proprio la rincorsa della 'stella' rischia di creare un cortocircuito. Quindi la sostenibilità deve essere anche economica. Ad esempio, non servono tanti camerieri e un servizio troppo formale in sala, che poi fanno lievitare i costi e il conto, in un periodo in cui tutti stiamo attenti a rivalutare le esigenze reali. E fanno anche perdere il rapporto diretto con il cliente che invece è essenziale. L'essere sostenibili, in un ristorante, si vede anche da come è gestito il personale: da noi si lavora 5 giorni a settimana, con due di riposo, e per non più di otto ore al giorno". In questo periodo dell'anno l'impegno è rivolto naturalmente al Natale e lo chef si cimenta anche nella produzione propria di Panettoni, serviti al ristorante o venduti ai clienti che li prenotano. Due le varianti: il classico, con arancia e bergamotto come canditi provenienti della Sicilia, e quello con cioccolato e pere candite 'in casa'. Una terza versione, in gara alla recente manifestazione romana 'Panettone Maximo', al caffè, cioccolato e frutti rossi, è andata sold-out. E in questi giorni che precedono le festività il lavoro ferve in cucina, per essere pronti per i due grandi cenoni della Vigilia di Natale e di Capodanno. Una curiosità: come augurio per il nuovo anno nella Notte di San Silvestro sarà servita, al posto del tradizionale cotechino, la salama da sugo di Ferrara. E chissà che non porti più fortuna per il 2025.
(Adnkronos) - È stata inaugurata oggi, ai Musei Vaticani, la nuova copertura vetrata fotovoltaica del Cortile delle Corazze. All’evento hanno partecipato il Cardinale Fernando Vérgez Alzaga e la Presidente di Acea Barbara Marinali. Gli impianti sosterranno in modo significativo con una produzione di energia rinnovabile i consumi elettrici dei Musei e concorreranno ad abbattere la Carbon Foot Print dello Stato. L’intervento, realizzato in soli sei mesi da Areti, società del Gruppo ACEA che si occupa della distribuzione dell’energia elettrica a Roma, ha un ulteriore valore estetico e funzionale per un sito di per sé già iconico nell’immaginario collettivo: infatti la sostituzione dei vetri esistenti con i nuovi vetri fotovoltaici ha permesso di realizzare una copertura che garantisce un isolamento termico e un effetto di ombreggiamento che aumentano in modo significativo la vivibilità degli spazi. Così come la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione, ha consentito di migliorare l’efficienza illuminotecnica e una conseguente valorizzazione estetica del sito. A rendere ancora più complessa la sfida per i tecnici, durante i sei mesi di lavoro, la necessità di non intralciare mai il flusso dei visitatori giornalieri attraverso l’ingresso dei Musei. Per questo motivo i tecnici hanno operato su ponteggi interni ed esterni progettati in modo tale da poter eseguire gli interventi in sicurezza e senza alcun intralcio ai visitatori. Oltre al cortile delle Corazze, nel progetto è prevista anche la copertura con vetri fotovoltaici del magazzino della Vignaccia nei Giardini Vaticani, che verrà completata entro i primi mesi del prossimo anno. Complessivamente, i due impianti, prevedono la realizzazione di 350 KW di picco fotovoltaico per una produzione complessiva di circa 500 MWh di energia elettrica all’anno. Sempre oggi sono stati inaugurati anche 20 punti di ricarica “veloci” su 10 colonnine e 2 punti di ricarica “ultra fast”, su una ulteriore colonnina al lato dell’ingresso dell’Aula Paolo VI per incentivare la diffusione della mobilità elettrica. La Presidente di ACEA Barbara Marinali ha dichiarato: “La bellezza dell’arte e l’innovazione tecnologica, un binomio che si concretizza perfettamente nel progetto che inauguriamo oggi ai Musei Vaticani. È un’occasione per ACEA per fornire il proprio contributo, grazie alle altissime professionalità del Gruppo, ad uno dei musei più importanti al mondo, supportando così il settore artistico-culturale. Oggi possiamo dire che il Vaticano diventa sempre più green. Continua così il nostro impegno nel migliorare le infrastrutture e offrire soluzioni che vanno nella direzione delle smart city in un futuro in cui la grande sfida passa attraverso i temi della new technology, della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale”.