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(Adnkronos) - Netflix annuncia il rinnovo di 'Emily in Paris': la serie tv con protagonista Lily Collins avrà una quinta stagione. La quarta stagione ha debuttato il 15 agosto al primo posto nella Top 10 Globale di Netflix con 19,9 milioni di visualizzazioni nei suoi primi quattro giorni, raggiungendo la Top 10 di 93 Paesi ed è rimasta nella classifica per quattro settimane consecutive. La seconda parte dell'ultima stagione era ambientata a Roma e probabilmente anche nella quinta stagione ci saranno quindi nuove puntate girate in Italia, come si augurava la protagonista Lily Collins in un'intervista all'Adnkronos. "Amo tantissimo Roma e amo visitarla. Non so se ci vivrei, ma ci passo molto tempo, quindi spero che la quinta stagione si farà così avrò l'occasione di tornare a girare ancora in Italia. Qui mi sento a casa", aveva dichiarato. D'altronde le foto con cui viene dato l'annuncio dell'arrivo della quinta stagione sono state scattate proprio nella 'Città Eterna'.
(Adnkronos) - "Nonostante la crisi e l’instabilità geopolitica internazionale crescono le imprese nel territorio milanese, con una tenuta nei settori artigiani, anche se ci sono segnali di rallentamento emersi nel 2024. Nella fase attuale di rapida affermazione e diffusione dell'intelligenza artificiale nei vari comparti, si nota una crescita proprio nei settori maggiormente innovativi e anche nelle richieste di lavoro da parte delle imprese è particolarmente apprezzata la capacità di innovare e applicare soluzioni creative". Così, con Adnkronos/Labitalia, Marco Accornero, presidente della Consulta del territorio milanese della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e segretario generale di Unione Artigiani, analizza la situazione delle imprese alla ripresa di settembre. La tutela dell'artigianato è fondamentale. "In questo contesto promuoviamo un incontro lunedì 23 settembre sul tema 'Autenticamente artigiano'. L'utilizzo della dicitura "artigianale" per prodotti che non lo sono rappresenta infatti una forma di abusivismo. Ci concentriamo proprio sulla tutela di questo aspetto. per noi centrale e alla base dell'autentica professionalità artigiana, che rappresenta un importante elemento di qualità e competitività per i nostri prodotti, da valorizzare e tutelare anche e particolarmente in un contesto innovativo", spiega. I primi settori delle imprese per Milano, secondo i dati del Registro imprese a fine giugno 2024, sono: immobiliare con 32 mila imprese, commercio all'ingrosso con quasi 32 mila imprese, commercio al dettaglio con 30 mila, costruzione con 29 mila, ristorazione con 18 mila, consulenza d'impresa con 16 mila. Crescono dello 0,8 percento le imprese milanesi in un anno, da fine giugno 2023 e diventano 318.234 a fine giugno 2024. Sono 67 mila le imprese artigiane e restano stabili in un anno. Sono 57.161 le imprese femminili e crescono dello 0,4% in un anno. Primi settori per crescita: fornitura di energia elettrica, gas + 13,4%, attività di servizi finanziari + 13,1%, alberghi e alloggio + 11,0%, attività di risanamento e altri servizi di gestione dei rifiuti + 9,5%, servizi veterinari + 8,9%, ingegneria civile + 8,6%, attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale + 8,1%, altre attività professionali, scientifiche e tecniche +6,2%, ricerca scientifica e sviluppo + 5,5%. Le previsioni occupazionali del Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, mostrano le richieste da parte delle imprese di lavoratori, pari a circa 507 mila nell'anno 2023, di cui il 29% sono giovani. Su 25 mila entrate previste a Milano dalle imprese come lavoratori, nel mese di agosto 2024, il 20,4 percento è mirato ad applicare soluzioni creative e innovative e il 18,2 percento a coordinare altre persone. Tra i titoli di studio, la maggior richiesta è nei diplomi professionali col 32,2 percento e nei diplomi secondari che coprono il 29,9 percento delle entrate. Seguono titolo universitario col 18,1 percento e scuola dell'obbligo col 18,1 percento. Il 44,5 percento delle entrate è di difficile reperimento e nel 46,6 per cento dei casi l'impresa chiede esperienza nel settore.
(Adnkronos) - “Finalmente, abbiamo completato i lavori che consentiranno, grazie a questa collaborazione industriale tra Rea Dalmine e A2A Calore e Servizi, di fornire calore green, quindi calore di recupero, di scarto, del nostro termovalorizzatore, alla rete di teleriscaldamento di Bergamo che potrà così spegnere diverse migliaia di caldaiette con un bilancio di riduzione dell’equivalente di circa 15 mila tonnellate di Co2, dall'ambiente e dalla città di Bergamo, ogni anno”. Lo ha detto Marco Sperandio, presidente del Consiglio di amministrazione di Rea Dalmine, Gruppo Greenthesis, in occasione della presentazione del progetto di sviluppo della rete di teleriscaldamento da Dalmine a Bergamo. “Questo impianto - racconta Sperandio - nasce come idea alla fine degli anni 90, quando la regione Lombardia si trova ad affrontare la crisi dei rifiuti”, per i quali non si “trovavano abbastanza spazi in Italia”, tanto che, “venivano addirittura asportati all'estero. L'iniziativa, totalmente privata, a servizio inizialmente della città e della provincia di Bergamo, ha permesso quindi l'autosufficienza di tutta la provincia di Bergamo nella valorizzazione che fino ad oggi è stata esclusivamente per la produzione di energia elettrica dai rifiuti della provincia”. Con il passare degli anni “è nata anche questa opportunità di incrementare l'efficienza di recupero dell'impianto. Noi produciamo l'equivalente del consumo civile di tutta la città di Bergamo”. Questo “è uno degli impianti, sotto il punto di vista della qualità delle emissioni, più performanti in Italia e in Europa, con livelli di inquinanti emessi dal 60 al 99% più bassi degli attuali limiti di legge dell'Unione Europea”, conclude.