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(Adnkronos) - Seconda telefonata in due giorni Volodymyr Zelensky e Donald Trump. "Ho appena parlato con il presidente degli Stati Uniti - per la seconda volta in due giorni - e anche la conversazione di oggi è stata molto produttiva", ha scritto in un post il presidente ucraino che ha chiesto maggiori difese aeree e missili in una chiamata con il suo omologo francese Emmanuel Macron. Stando a quanto rivelato da Axios, ieri i due leader avevano discusso della possibilità che Washington fornisca a Kiev gli ambiti missili a lungo raggio Tomahawk, tema su cui Trump si starebbe avvicinando a una decisione. Secondo la testata è in programma un viaggio a Washington di una delegazione ucraina di alto livello, guidata dal capo di gabinetto di Zelensky Andriy Yermak e dalla premier Yulia Svyrydenko, la prossima settimana. "Ieri abbiamo concordato una serie di argomenti da discutere oggi, e abbiamo coperto tutti gli aspetti della situazione: difesa della vita nel nostro Paese, rafforzamento delle nostre capacità - nella difesa aerea, resilienza e capacità a lungo raggio. Abbiamo anche discusso molti dettagli relativi al settore energetico", ha scritto ancora Zelensky, aggiungendo che Trump "è ben informato su tutto ciò che sta accadendo", che i due hanno "concordato di continuare il nostro dialogo" e che i rispettivi team stanno "facendo i preparativi". La possibilità che gli Stati Uniti acconsentano a rifornire l'Ucraina di missili Tomahawk a lungo raggio è un tema "di estrema preoccupazione", ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov al giornalista della televisione di Stato russa Pavel Zarubin, in dichiarazioni pubblicate oggi e riprese da diversi media internazionali. "Ora è davvero un momento molto drammatico in termini del fatto che le tensioni si stanno intensificando da tutte le parti", ha aggiunto. Nel corso di una telefonata con il presidente francese Emmanuel Macron, Zelensky ha evidenziato la necessità di mezzi per la difesa aerea e missili per far fronte ai continui attacchi russi. "L'ho informato sulle nostre esigenze prioritarie, prima di tutto sistemi di difesa aerea e missili", ha scritto il presidente ucraino in un post sui social, aggiungendo che Mosca "sta approfittando del momento, del fatto che il Medio Oriente e le questioni interne in ogni Paese stanno ricevendo la massima attenzione" per sferrare attacchi "ancora più vili". "Abbiamo discusso di come contrastare tutto questo. In particolare, stiamo lavorando per espandere l'iniziativa Purl", ha proseguito il presidente ucraino, riferendosi al sistema attraverso il quale gli alleati Nato acquistano armi statunitensi per fornirle all'Ucraina. "Abbiamo anche coordinato i nostri contatti con altri partner e i nostri passi diplomatici per le prossime settimane. Stiamo lavorando per aumentare la pressione sulla Russia", ha concluso. La Russia ha lanciato contro i civili e le infrastrutture dell'energia in Ucraina, solo questa settimana, più di 3.100 droni, 92 missili e circa 1.360 bombe plananti, ha denunciato Zelensky in un post su X. "Ogni giorno la Russia uccide i nostri civili. Ieri a Kostiantynivka un bambino è stato ucciso in una chiesa da una bomba. La Russia si sente autorizzata all'escalation degli attacchi, sfruttando apertamente il fatto che il mondo è concentrato sulla pace in Medio Oriente. Per questo è necessario non consentire un calo delle pressioni che devono rimanere sul tavolo perché solo questo approccio può aprire la strada a una pace duratura per l'Europa, in parallelo con il processo in Medio Oriente".
(Adnkronos) - "La pace è la precondizione dello sviluppo, per questo il 25 ottobre noi torneremo nuovamente in piazza per mettere le mani avanti e per dire che la Legge di stabilità all'insegna del riarmo non è accettabile". A dirlo, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Michele Pagliaro, presidente dell'Inca Cgil. "Questo Paese - spiega - ha tantissimi problemi a partire dallo Stato sociale. E' un Paese che ha problemi con le liste di attesa nel settore della Sanità che si allungano sempre di più e che ha problemi nella scuola pubblica e nei trasporti. Noi pensiamo che bisogna partire dai settori produttivi: servono politiche industriali e risposte per il tessuto delle piccole e medie imprese, oggi colpite dai dazi e che hanno un costo dell'energia enorme che si riflette sulle condizioni e la qualità del lavoro".
(Adnkronos) - La rompighiaccio Laura Bassi, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Ogs, è salpata dal porto di Trieste e raggiungerà l’Antartide a dicembre passando per la Nuova Zelanda. La nave parte con un nuovo assetto grazie a un piano di ammodernamento e manutenzione straordinaria, reso possibile dai 4 milioni di euro stanziati dal ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) nell’ambito del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca. L’arrivo della nave Laura Bassi in Nuova Zelanda è previsto per metà novembre, mentre il rientro a Trieste avverrà nella seconda metà di aprile 2026, al termine di una missione di oltre 190 giorni. “La spedizione della N/R Laura Bassi nell’estate australe 2025-2026 si dividerà in due fasi: la prima, dedicata all’approvvigionamento della base Mario Zucchelli, inizierà a fine novembre - spiega Franco Coren, direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Faremo poi un convoglio con la nave rompighiaccio del progetto antartico coreano, la Araon. Le due imbarcazioni si alterneranno lungo la rotta per supportarsi reciprocamente nella navigazione, l’appuntamento è all’inizio di dicembre al limite del ghiaccio. Successivamente, rientreremo in Nuova Zelanda per la seconda parte della missione, focalizzata su 5 progetti scientifici, che durerà fino ai primi di marzo”. Quest’anno, oltre alla strumentazione scientifica e ai materiali per la 41esima campagna del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), la nave trasporterà a bordo anche le carote di ghiaccio raccolte nell’ambito dell’iniziativa internazionale Ice Memory, guidata dalla Ice Memory Foundation. Riconosciuta dall’Unesco, l’iniziativa ha tra i suoi fondatori l’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e l’Università Ca’ Foscari Venezia, oltre ad altre quattro istituzioni europee. A supporto del progetto anche il Programma Nazionale di ricerche in Antartide (Pnra). L’obiettivo è creare un archivio mondiale di campioni da ghiacciai minacciati dal cambiamento climatico, una sorta di banca dati del clima a disposizione delle prossime generazioni di scienziate e scienziati. Il ghiaccio custodisce, infatti, preziose informazioni sull’atmosfera del passato - gas serra, aerosol, polveri e inquinanti - fondamentali per comprendere l’evoluzione del clima e dell’ambiente terrestre. Ad essere trasferite dalla Laura Bassi saranno le carote di ghiaccio estratte nel maggio 2025 sul Grand Combin (Svizzera) e nel 2016 sul Monte Bianco (Francia). I campioni attraverseranno due emisferi con un viaggio di oltre cinquanta giorni da Trieste fino all’Antartide. “Il trasporto dei campioni in Antartide realizza un sogno sul quale abbiamo lavorato per un decennio - ricorda Carlo Barbante, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia, cofondatore del progetto Ice Memory e vice-presidente della Ice Memory Foundation - reso possibile dal team scientifico internazionale, dalle istituzioni e dalle organizzazioni che hanno sostenuto questo impegno per le future generazioni”. “Il Cnr-Isp, tra i fondatori di Ice Memory, è orgoglioso di contribuire a questa missione internazionale che salvaguarda gli archivi naturali del clima, un patrimonio prezioso per la comunità scientifica del futuro", dichiara Giuliana Panieri, direttrice dell’Istituto di scienze polari del Cnr. Una volta arrivate in nave presso la base costiera Mario Zucchelli, le carote saranno trasferite in aereo presso la stazione italo-francese Concordia nel plateau antartico. Il volo, della durata di quasi 5 ore, sarà operato in assenza di riscaldamento anche nella carlinga per garantire il mantenimento della temperatura a -20°C, condizione essenziale per preservare l’integrità dei campioni. Giunte a Concordia, le carote verranno alloggiate presso l’Ice Memory Sanctuary, una galleria lunga 35 metri, alta e larga 5. L’ice cave è stata scavata a circa 4 metri di profondità sotto la neve e realizzata senza l’impiego di alcun materiale da costruzione, per assicurare un impatto ambientale minimo. “Le operazioni di trasporto e conservazione vedono coinvolti tutti e tre gli enti attuatori del Pnra. Nello specifico, Enea si occuperà della gestione della catena del freddo e della logistica, coadiuvata a Concordia dall’Istituto polare francese Paul Émile Victor (Ipev) con il quale viene cogestita la Stazione. Uno sforzo logistico importante considerato il contesto ambientale tra i più difficili del pianeta”, spiega Elena Campana, responsabile dell’Unità tecnica Antartide Enea.