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(Adnkronos) - Pechino accusa gli Stati Uniti di utilizzare "standard doppi" dopo che nei giorni scorsi Donald Trump ha minacciato di introdurre ulteriori dazi del 100 per cento sul valore dei beni importati negli Stati Uniti dalla Cina, in aggiunta al 30 per cento già in vigore, e altre restrizioni sull'esportazione di "software critici" a partire dal primo novembre prossimo. Il presidente americano, che venerdì ha anche minacciato di cancellare l'incontro con Xi Jinping previsto in Corea del Sud, a margine del vertice dell'Apec il 31 ottobre e il primo novembre prossimi, ha riacceso la guerra commerciale con la Cina accusando Pechino di imporre misure "straordinariamente aggressive" sulle esportazioni di terre rare il giorno dopo che erano stati anticipati nuovi controlli sull'export di tecnologie per l'estrazione e il trattamento di questi minerali. Il ministero del Commercio a Pechino ha definito le esternazioni di Trump come "un esempio di standard doppi". "Minacciare di introdurre dazi alti in ogni momento non è l'approccio corretto per impegnarsi con la Cina", si legge inoltre in un comunicato pubblicato online.
(Adnkronos) - Tuidi, startup italiana fondata da Giulio Martinacci e Vincenzo Morelli, founder & amministratori, specializzata nello sviluppo di piattaforme proprietarie di machine learning per la grande distribuzione organizzata, annuncia la chiusura di un seed round da 3 milioni di euro. La grande distribuzione alimentare italiana è un pilastro dell’economia nazionale: con oltre 135 miliardi di euro, nel 2024 ha pesato quasi il 6% del Pil italiano. Un’industria importante ma che subisce molte inefficienze dovute ad una gestione dei dati ancora non ottimale. E' su questo terreno che interviene Tuidi, foodtech pugliese che con la propria piattaforma di intelligenza artificiale, affronta il tema di come rendere automatizzata ed economicamente più efficiente la gestione dei punti vendita. Per rafforzare la propria traiettoria di crescita, Tuidi ha chiuso un aumento di capitale da 3 milioni di euro sottoscritto da due investitori istituzionali: Vertis Sgr, tramite i fondi Vertis Venture 6 Digital Sud - parzialmente finanziato dall'Unione Europea Next Generation EU - e Vertis Venture 7 Digital Puglia, e Azimut tramite i fondi Azimut Eltif – Venture Capital ALIcrowd III e IV e il fondo Azimut Digital Equity Italy gestiti da Azimut Libera Impresa Sgr. All’operazione ha partecipato anche QBerg, player attivo nel settore del market research e price intelligence, che avrà anche un ruolo di partner strategico al piano di sviluppo. "Al centro dell’offerta di Tuidi - spiega Giulio Martinacci, co-founder di Tuidi - c’è Delphi, la piattaforma che agisce da controller di punto vendita, un sistema che suggerisce quotidianamente come gestire l’approvvigionamento, i prezzi di sell-out, gli assortimenti e i turni del personale". Con questo passaggio la startup punta a rafforzare il suo posizionamento di brand tecnologico sul mercato potenziando ulteriormente i propri prodotti anche grazie all’utilizzo di agenti Ia ed Ia generativa. A queste parole si collega Vincenzo Morelli, co-founder di Tuidi, che sottolinea: "Il cuore della soluzione è rappresentato dai modelli di machine learning proprietari che elaborano milioni di dati, incrociandoli con variabili interne ed esterne al fine di anticipare i comportamenti di acquisto dei consumatori e migliorare i processi operativi all’interno del punto di vendita". L’impatto della tecnologia di Tuidi si misura già nei risultati dei propri clienti: aumenti delle vendite fino al +2% e diminuzione dei costi degli ordini fino -10%. Con oltre 620 milioni di prodotti gestiti attraverso Delphi, la società ha già contribuito a ridurre sprechi, migliorare le performance di vendita e ottimizzare l’efficienza operativa di realtà come Conad Centro Nord, Maiora, Retail Pro, Ama Crai Est e Gruppo Romano. Tuidi ambisce a guidare la trasformazione quotidiana della grande distribuzione italiana, traducendo la complessità dei dati in scelte operative concrete per i punti vendita. "L’Italia - spiegano i founder - ha nell’alimentare uno dei suoi settori più iconici e riconosciuti nel mondo e il nostro obiettivo è far sì che diventi anche un modello di innovazione tecnologica. Un Paese in cui il foodtech non sia una promessa futura, ma una leva reale di competitività, sostenibilità e qualità per consumatori e retailer". Per Giacomo Giurazza, Partner di Vertis Sgr, il valore dell’innovazione è evidente già dall’esperienza quotidiana del consumatore: «Da consumatore vedo ogni giorno problemi nei supermercati: da scaffali vuoti a prezzi che non soddisfano le aspettative. Tuidi dimostra che esiste una tecnologia all’avanguardia capace di affrontare queste criticità reali. Per questo vogliamo supportarli nel loro percorso di crescita, così da portare l’intera industria alimentare italiana verso standard più elevati di efficienza e innovazione". Guido Bocchio, head of venture capital di Azimut Libera Impresa aggiunge: "Con oltre 28.000 punti vendita in tutta Italia, la gdo rappresenta un mondo con molte aree di miglioramento: oltre il 7% del fatturato è eroso da inefficienze come rotture di stock e sprechi che impoveriscono la competitività dei retailer Tuidi rappresenta la possibilità di migliorare concretamente questo problema". Fabrizio Pavone, founder e ceo di QBerg, sottolinea il valore strategico della partnership: L’ingresso di QBerg in Tuidi rappresenta non solo un investimento, ma la scelta di accompagnare una realtà tecnologica capace di incidere sulle dinamiche della gdo. L’avanguardia della loro tecnologia ci ha convinti a intraprendere un percorso comune, con l’obiettivo di sostenerne l’espansione e consolidarne la crescita in una fase decisiva per l’evoluzione del settore".
(Adnkronos) - Per avere successo “non esiste un'unica ricetta valida per tutte le aziende”. È possibile “identificare tre step di maturità verso la circolarità per le aziende e associare a ciascuna di esse un dominio tecnologico di riferimento”. Lo ha detto oggi all’Adnkronos Enrico Meacci, ceo di Omnisyst, a margine del convegno “Creare valore economico sostenibile attraverso la gestione circolare dei residui industriali” presso Sda Bocconi School of Management, in collaborazione con Omnisyst. Il primo step è “la consapevolezza data-driven, quindi data analytics”. Il secondo “è il coinvolgimento della filiera, quindi passaporto digitale”. Il terzo step “è l'implementazione e l'iterazione di modelli circolari più complessi, quindi intelligenza artificiale e machine learning”. La tecnologia “mette a disposizione delle aziende la capacità di pianificare in maniera migliore quelli che sono i flussi dei materiali, senza dover implementare degli sprechi di materia” ha rimarcato Meacci. “Permette di tracciare questi flussi e di identificare con più facilità dove sono i lotti di materia, in qualche modo anche riducendo i costi di approvvigionamento e permette poi uno scambio sistematico dei dati, incrementando il trust dei vari attori coinvolti e permettendo una maggiore efficacia di tutto il sistema”. “Sono tre le sfide per le aziende che vogliono intraprendere un percorso di economia circolare. La prima è una visione chiara da un punto di vista strategico. In particolare il digitale offre delle importanti opportunità di semplificazione verso il percorso di circolarità, ma non sempre trasformazione digitale e strategia circolare vengono associati”. La seconda sfida riguarda “la capacità di essere efficaci nell'implementare progetti multidisciplinari”. “Trasformare un modello lineare e un modello circolare richiede diverse professionalità sedute attorno al tavolo – ha spiegato. E la terza sfida è la condivisione dei dati lungo la filiera, perché i modelli circolari richiedono più informazioni dei predecessori lineari, soprattutto su catene del valore globalizzate”.