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(Adnkronos) - Ha scelto la potenza di un'immagine in bianco e nero, l'icona del cuore nero, e nient'altro, Gino Paoli, per omaggiare sui social Ornella Vanoni, scomparsa a Milano all'età di 91 anni. Il cantautore ha postato una foto che li ritrae giovanissimi al pianoforte, con lui che suona e Vanoni appoggiata sullo strumento con indosso una collana di perle. Negli anni '60 i due vissero una relazione intensa e tormentata, che ispirò canzoni immortali come 'Senza fine' e 'Che cosa c’è'. Pur separandosi, sono stati legati da stima e affetto per tutta la vita. Ornella Vanoni e Gino Paoli avrebbero potuto tornare insieme per una canzone, secondo quanto dice Orietta Berti. "Con grande dispiacere e immensa tristezza nelle scorse ore ho ricevuto la notizia della scomparsa della cara Ornella. Ornella è un’ icona della musica italiana. Voce unica, eleganza, personalità, con un amore straordinario per l'arte. Era una Donna raffinata e di grande profondità che alternava un'ironia e una leggerezza meravigliose. Ha avuto una carriera straordinaria ed era davvero una Signora della musica italiana, ricevendo la stima e l'affetto di tante generazioni", dice Berti per poi rivelare: "Ci eravamo sentite l'ultima volta due settimane fa - continua Berti - per una bella telefonata dove mi raccontava dei suoi progetti imminenti, sia televisivi sia musicali e che stava per registrare un nuovo brano con Gino Paoli. Ci eravamo ripromesse di ritrovarci a Milano quanto prima". Nel 1960 la Vanoni sposò Lucio Ardenzi, impresario teatrale. Il matrimonio, però, non fu guidato dall'amore e la relazione con Ardenzi si concluse due anni dopo, poco prima della nascita del figlio Cristiano. Ornella era nonna di due nipoti, Matteo e Camilla. Nello stesso periodo Vanoni incontrò Gino Paoli, dando vita a un sodalizio artistico che si trasformò presto in passione amorosa. Nonostante la reciproca attrazione, la storia fu segnata da tradimenti e difficoltà. La loro intesa musicale, invece, rimase forte: insieme pubblicarono anche il libro "Noi due, una lunga storia" (Mondadori, 2004), che ripercorre dettagli e ricordi del loro rapporto. Secondo Vanoni, la relazione fu dolorosa e controversa: "Quando è scoppiato l'amore con Gino Paoli, lui era sposato e io mi sono sposata poco dopo. Una sofferenza tremenda, altro che scandalo" ha raccontato in varie interviste. Nonostante la complessità sentimentale, il loro rapporto ha generato una delle canzoni più eleganti e delicate della musica italiana: "Senza fine", scritta da Paoli, è una ballata romantica dallo stile quasi waltz, e si chiude con un delicato fade‑out, simbolo di un amore che sembra non finire mai. Anche "Che cosa c'è", un altro valzer sentimentale, nacque dal loro legame: il testo, intriso di tenerezza e malinconia, sembra riflettere proprio la complessità della loro unione. Nel 1961, Ornella Vanoni pubblica il suo primo album, che contiene "Cercami", brano che diventa il suo primo grande successo commerciale. Questo pezzo, dedicato idealmente a Paoli, segna una svolta nella carriera della cantante, consolidando la sua voce come una delle più intense e sofisticate del panorama italiano. La loro collaborazione professionale non si esaurisce con la fine della relazione sentimentale. Negli anni a seguire, Paoli e Vanoni continuano a duettare e a esibirsi insieme: un esempio è l'album live "Insieme", pubblicato nel 1985, che raccoglie molti dei loro pezzi più famosi, come "Senza fine", "Che cosa c'è", "L'appuntamento" e "Non andare via". Nonostante la sofferenza vissuta, Ornella ha dichiarato che il legame con Paoli non è mai davvero svanito: nel corso degli anni, i due hanno costruito un rapporto di amicizia e stima reciproca.
(Adnkronos) - Il digitale non è più solo tecnologia, è un laboratorio sociale. Lo dimostra il progetto di EY Italia, in collaborazione con l’Istituto italiano di tecnologia e l’università La Sapienza, che ha esplorato come gli ambienti virtuali possano favorire relazioni e superare pregiudizi. L’esperimento, condotto nel Padiglione Italia virtuale di Expo 2025 Osaka, ha coinvolto circa 200 visitatori immersi in scenari popolati da avatar di diverse etnie. I risultati parlano chiaro: la prossemica fisica si riproduce anche nel mondo digitale e le differenze culturali restano evidenti. I giapponesi, ad esempio, mantengono distanze più ampie rispetto agli italiani, riflettendo codici sociali radicati. Inoltre, attrattività e affidabilità degli avatar influenzano la distanza percepita. Secondo quanto rilevato da EY, per ogni punto di incremento dell’attrattività, la distanza si riduce di 0,27 cm; per l’affidabilità, di 0,17 cm. Segnali che confermano come il virtuale sia un nuovo spazio di socializzazione, capace di rinegoziare confini culturali e creare fiducia. Queste sperimentazioni anticipano il ruolo centrale del digitale all’Expo 2030 di Riad, dove innovazione e realtà immersiva promettono di ridefinire le relazioni interculturali e immaginare comunità più inclusive. Un futuro in cui la tecnologia non sarà solo progresso, ma anche ponte tra i popoli. Qui il link ai risultati della ricerca.
(Adnkronos) - "Asvis ha deciso di lanciare un progetto che si chiama Ecosistema Futuro. Con un vasto programma, cioè quello di mettere il futuro al centro della riflessione culturale, politica, sociale del Paese". Così Enrico Giovannini, direttore scientifico Asvis, nel suo intervento a 'Salute e benessere come priorità sociale', evento di apertura della Social Sustainability Week che si è svolto questa mattina presso il Palazzo dell’Informazione a Roma. "Come Asvis è attuatore dell'Agenda 2030, Ecosistema Futuro, che è un spin-off di Asvis, è l'attuatore del Patto sul futuro, una decisione delle Nazioni Unite di settembre 2024 con la quale viene chiesto a ogni Paese, tra le altre cose, di dotarsi di strutture di governance anticipante", spiega. Giovannini ricorda, poi, la modifica dell'articolo 9 della Costituzione del 2022, "che cita l'interesse delle future generazioni". Conseguentemente "il governo ha adottato la nostra proposta di creare la valutazione di impatto generazionale. Il Parlamento ha votato il testo definitivo qualche settimana fa, la Vig entrerà in vigore dopo il decreto attuativo e dice due cose: la prima è che bisognerà valutare l'impatto di tutte le nuove leggi in termini sociali e ambientali". Dopodiché, aggiunge, "il governo ha scritto il primo comma che dice: le leggi della Repubblica promuovono l'equità tra generazioni. Lo sottolineo perché capiate la potenza teorica, sperando che non diventi qualcosa di puramente burocratico, della rivoluzione: il combinato disposto del cambio della Costituzione e dell'adozione di questa legge". Dunque, conclude Giovannini, "se questi due passi che sono in linea con il Patto sul futuro verranno realizzati concretamente, forse recupereremo anche un po' di fiducia, dei giovani in particolare, nel sentire che chi è al comando ha un'idea di dove vuole andare ma soprattutto si sottopone alla valutazione pubblica dei propri atti. Una potenziale rivoluzione e spetta a tutti noi aiutare il governo ad attuarla nei prossimi mesi".