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L’influenza nascosta delle reti sociali – Parte 5

07 Lug 2020

Quando ho visto per la prima volta l’intervento del Prof. Nicholas Christakis, cattedra di sociologia e sociologia medica alla Università di Harvard, nell’edizione 2010 di T.E.D., ho deciso di trascriverlo interamente e immediatamente per condividerlo con voi tutti. Troverete degli spunti molto interessanti per capire meglio le reti sociali e il loro possibile utilizzo, approfondendo le dinamiche del sistema limbico o emotivo-relazionale.
Una rete sociale è una sorta di rete neuronale espansa, un macro-aggregato in cui siamo immersi come un semplice e piccolo “nodo”.

Quest’ultimo può essere visto come un puntino indistinto e insignificante,così come una stella si perde in una immensa galassia, o come un punto di luce visto a grandissima distanza. Preferiamo all’ombra, il valore dato dal riflettere la luce. Proprio questo concetto emerge con forza da questa trattazione, che l’uomo possa darsi presto un nuovo valore di auto-definizione, un valore che nasca dallo scoprirsi irrinunciabilmente interconesso agli altri, a tutto e a ogni cosa.

Prof. Christakis: “…la tesi che vorrei sostenere è che le reti sociali hanno un valore. Sono una forma di capitale sociale. Nuove proprietà emergono grazie alla nostra appartenenza a legami sociali, e sono proprietà della struttura delle reti, non solo degli individui al loro interno. Pensate a questi due oggetti familiari (una matita e un anello con diamante). Sono entrambi fatti di carbonio, tuttavia gli atomi di carbonio di uno sono disposti in un certo modo, sulla sinistra, e ottenete così la grafite, che è morbida e nera. Ma se prendete gli stessi atomi di carbonio e li disponete in modo diverso, ottenete il diamante, che è trasparente e duro. E queste proprietà di morbidezza, durezza, opacità e trasparenza non appartengono agli atomi di carbonio. Appartengono alle interconnessioni tra gli atomi di carbonio, o quantomeno emergono grazie a queste interconnessioni. Analogamente, gli schemi di connessione tra le persone conferiscono ai gruppi di persone proprietà differenti. Sono i legami tra le persone a rendere l’intero più grande della somma delle sue parti. A condizionarci, dunque, non è solo quello che sta avvenendo a queste persone – che perdano o guadagnino peso, o denaro, o che diventino più o meno felici; è anche l’architettura dei legami attorno a noi. La nostra esperienza del mondo dipende dalla struttura delle reti a cui apparteniamo e da tutte le cose sorgono e scorrono nella rete. La ragione, a mio avviso, per cui le cose stanno così è che gli esseri umani si raggruppano e formano una specie di superorganismo. Un superorganismo è un insieme di individui che mostrano o dimostrano comportamenti o fenomeni non riconducibili allo studio degli individui e che possono essere capiti solo volgendo lo sguardo, e studiando, la dimensione collettiva, come ad esempio uno sciame di api che sta cercando un posto dove fare il nido, o uno stormo dipornmobile.online uccelli in fuga da un predatore, o uno stormo di uccelli che mettono in comune le proprie abilità e insieme trovano una minuscola isola nel mezzo del Pacifico, o un branco di lupi capace di abbattere una preda più grossa di loro. I superorganismi hanno proprietà che non possono essere comprese studiando i soli individui. Penso che comprendere le reti sociali, capire come funzionano, come si formano, possa aiutarci a comprendere non solo la salute o le emozioni, ma ogni tipo di altro fenomeno – il crimine, la guerra, fenomeni economici come le corse agli sportelli, i crolli del mercato, l’adozione di innovazioni e la diffusione nell’adozione di un prodotto. Osservate questo. Penso che formiamo reti sociali perché i benefici di una vita “connessa” superano i costi. Se fossi sempre violento con voi o vi dessi informazioni sbagliate, o vi rendesi tristi, o vi infettassi con germi mortali, tagliereste i ponti con me, e la rete si sfalderebbe. Devono diffondersi cose buone e preziose, per sostenere e corroborare le relazioni sociali. E analogamente, servono reti sociali per diffondere cose buone e preziose, come l’amore, la gentilezza, la felicità, l’altruismo e le idee. In effetti, penso che se ci rendessimo conto di quanto valore abbiamo i legami sociali, spenderemo molto più tempo a coltivarli e rafforzarli, perché penso che le relazioni sociali abbiano una connessione profonda col meglio di noi. E penso che “ciò che al mondo serve ora” siano più connessioni. Grazie.” (Fine)

La trascrizione completa è visionabile su www.coachingemozionale.org all’interno della categoria “Relazioni” e/o “Società”

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