Quarti d’ora e povertà
La povertà oggi si misura in quarti d’ora.
Alla faccia di una crisi da carenza di euro, di un benessere misurato in qualità dei
servizi, è proprio il tempo, unità di misura della vita, a scarseggiare
sempre più. Il tutto in un’epoca in cui l’aspettativa di vita
si allunga di molto. Ma pur nella lentissima Oristano, quando chiedo “come
va?” la risposta è sempre: “di corsa”. Frustrante.
Aggiungo che chi lavora, oggi, lo fa perdendo tempo, visto che i risultati economici
son quelli che sappiamo benissimo... Ma il modo frenetico di affrontar
la vita non lascia spazi neanche ai disoccupati.
I bambini? Stressati, super impegnati e pare anche in crisi di valori
Gli adulti? Lasciamo stare.
Le donne? No comment.
Il problema sta forse nel troppo voler fare. Oggi vogliamo fare di più.
E si osserva un altro fatto impressionante: negli ultimi vent’anni si sono
diffusi due strumenti che moltiplicano il nostro tempo in misura esponenziale:
il cellulare ed il computer. Grazie ad essi infattixxx isha bhabhi desi si profetizzavano epoche
in cui si sarebbe potuto goder del tempo in maniera paradisiaca … Previsione
fallita!
Essi consentono dei risparmi di tempo che solo negli anni 80 si stimavano… inestimabili:
figurarsi oggi senza pc e telefonino, saremmo sepolti. Ed invece, coincidenza,
proprio dal loro avvento, eccoci poveri di tempo, stressati, ed anche in crisi
economica. Non sfugge qualcosa?
Un altro fatto mi colpisce: quanto tempo si trascorre oggi, scrivendo e leggendo?
E non mi riferisco solo al tempo impiegato sulle reti sociali. Certo, attività che
in termini lavorativi comincia a dare i suoi risultati anche se, come tutto ciò che
stiamo imparando ad usare, di tempo ne assorbe assai. Purtroppo, ai ritmi in
cui escono nuovi “prodotti” il tempo utilizzato per conoscerli,
capire se ci sono utili ed imparane l’uso efficiente comincia ad essere
rilevante
Mi viene un dubbio forse abbiamo poco tempo perché lo impieghiamo tutto
ad imparare ad usare i nuovi prodotti?
A presto