I Professionisti della Comunicazione Pubblica
Lunedì 18 aprile è stata una giornata importante per la comunicazione pubblica e per tutti coloro
che credono necessario e si impegnano per un reale cambiamento degli apparati
pubblici.
I comunicatori pubblici iscritti all’Associazione Italiana della Comunicazione
Pubblica e Istituzionale, hanno tenuto a Roma la loro annuale Assemblea nazionale
dedicata allo stato della comunicazione, alla situazione sul territorio e alla
vita associativa.
L’appuntamento di quest’anno era particolarmente importante per
diversi motivi: era l’Assemblea in cui si rinnovavano le cariche direttive
sino al 2014, era la prima grande occasione per una riflessione comune a pochi
mesi dal ventesimo anniversario della nostra Associazione, era il momento di
un bilancio degli ultimi tre anni di attività del nostro gruppo dirigente.
Di questa giornata, il sito dell’Associazione e un numero speciale
della nostra rivista riporteranno le fasi salienti, le votazioni e i documenti
adottati consentendo così a tutti di poter conoscere ed essere informati
senza ricorrere a nessun tipo di dietrologie.
Mi sia quindi permesso di usare questo spazio libero per ricordare a tutti noi
che il filo conduttore che domani ,molto più di oggi e di ieri, dovrà mantenere
unito il nostro movimento e aprirci ancora di più alla collaborazione
con gli altri, si chiama professione.
Una professione capace di essere tale perché, liberata dalle appartenenze
,dovrà garantire le competenze.
Professione che nel nostro caso non potrà essere autocertificata ma dovrà assumere
le forme di un riconoscimento giuridico-formale, di una competenza riconosciuta,
di una area contrattuale definita.
Punto di partenza è e rimane una preventiva e realistica valutazione dell’attuale
stato della comunicazione pubblica nel nostro Paese. Senza mai dimenticare che,
come per la tecnologia,la semplificazione e tutto quanto produce e accellera
l’innovazione e il cambiamento, anche la comunicazione si muove ormai a
due velocità: quella nazionale e quella territoriale.
Anche se a volte le due velocità tendono a scambiarsi, è ormai
evidente che il territorio è sempre più identificabile come il
vero terreno di coltura e di sviluppo di idee e progetti che spesso sono diversi
perché debbono funzionare in realtà non omogenee mentre
il nazionale deve definire e delimitare il percorso che tutti dobbiamo poi seguire.
La professionalità di cui parliamo si inserisce in maniera coerente e
conseguente anche nel grande dibattito che dagli anni ’90 si è aperto
e che intende favorire l’affermarsi di quella pubblica amministrazione
fatta di innovatori e di competenti che rappresenterà il volto moderno
ed europeo delle nostre Istituzioni nel terzo millenio.
Questo perché con l’espressione professionalità noi intendiamo
una competenza garantita, un valore riconosciuto , una codificazione contrattuale.
Università, Istituzioni, Aran e Sindacati sono dunque i soggetti chiamati
in causa, coloro che vanno stimolati e coinvolti. Per questo la nomina di un
Consiglio Scientifico che si affianca ai sex online bengali bhabhinostri organismi direttivi, capace di
guardare oltre le nostre scrivanie e di ipotizzare scenari e idee nuove va salutata
con grande interesse.
Non è più pensabile continuare a dare risposte evasive a tanti
colleghi, non garantire qualche opportunità ai neo-laureati in scienze
della comunicazione e continuare a parlare sempre e solo usando i verbi al futuro.
Dopo tanti anni di semina adesso è il tempo del raccolto.
Anche per questo manterremo l’ appuntamento annuale sui temi del’evoluzione
della nostra professione sapendo bene che occorrono risposte precise da chi deve
e può altrimenti l’attuale procedere altalenante produrrà solo
soluzioni improvvisate e rattoppi privi di logica.
In una parola,i comunicatori pubblici si candidano, con identico spirito e con
più forti certezze, a essere i primi professionisti pubblici di quella
moderna amministrazione che tutti richiedono.
Siamo in una fase storica nuova e decisiva e per questo abbiamo bisogno di sentire
attorno a noi consenso e partecipazione.
Non sottovaluteremo le difficoltà del presente ma nemmeno le opportunità del
futuro.
I prossimi tre anni li consideriamo decisivi per quel salto di qualità che
venti anni fa spinse un centinaio di noi a darsi una struttura organizzativa
e un grande obiettivo.
In tutto questo tempo abbiamo sempre difeso con fermezza questo spirito
delle origini che ancora una volta ci guiderà in questo impegnativo
percorso.