Orgoglio & Storyboard
Fino a quel giorno il Dir. Mktg Livio De Nutis si era limitato a segmentare
i partecipanti alle riunioni in base allo psico-panel di appartenenza (i Codardi,
gli Ipocriti, i Fregamidolce, da non confondere con i Chiagni&Futti, i
Presenti-Assenti, i MutiParlanti, così denominati per l’impalpabilità dei
contenuti apportati, i Preambolisti, i Ricapitolatori, etc.). Ma tutto cambiò in
un piovoso pomeriggio di metà settembre: la luce artificiale del neon
donò di colpo a Livio una nuova, differente visione della palude nefasta
in cui era immersa la filiale italiana della grande multinazionale automobilistica.
Fu, in particolare, guardando il Dr. Salvatori della Customer Care che De Nutis si convinse come solo un approccio completamente diverso, per così dire “etologico”, avrebbe consentito una classificazione veridica ed incontestabile della variegata fauna che abitava l’edificio aziendale e dei loro comportamenti. Se l’Etologia studia il comportamento degli animali nel loro ambiente naturale, la sua declinazione aziendale, teorizzava De Nutis, si sarebbe dovuta occupare dell’analisi del modus vivendi soggettivo in un ambiente innaturale e pericoloso quanto quello dell’intrapresa nell’era degenerata della burocratizzazione. L’indagine avrebbe investito tanto il tasso di devianza individuale da un indicatore sintetico di “presunta normalità” quanto quello della più o meno modesta capacità di resistere ai perversi condizionamenti gerarchico-funzionali (convenzionalmente denominato IDM = Indice Denutisiano di Mediocrità). Da una prima sommaria ricognizione emergeva il dato sconfortante di una popolazione lavorativa in condizione non dissimile da quella derivante da una “reductio” in schiavitù, e dunque sistematicamente depredata dei propri sogni professionali e troppo spesso anche personali.
Livio non si dedicò peraltro in via esclusiva ad una polverosa attività di classificazione per genus e species, ma si spinse decisamente più in là: ragionando per fenotipi, e brandendo qua e là anche qualche rozza visione neo-lombrosiana, si produsse in un acrobatico meccanismo associativo tra visus/facies/postura (dei singoli colleghi) e forme di vita animale corrispondenti, in particolare canine. Come non cogliere, per esempio, nell’incedere pesante del suddetto Salvatori, quasi devitalizzato, nel suo burbero rimbrottare per il tutto e il suo contrario, gli elementi inoppugnabili di una evidente affinità con certi anziani molossi, talmente lenti che li si sarebbe a buona ragione considerare definitivamente fermi? E come ignorare il levriero vanesio e impettito invano nascosto nei raffinati tessuti tasmania di cui proprio non sa fare a meno il capo del Legale Avv. Gennaro Pallante, principe incontrastato dell’effimero più inconcludente, innamorato pazzo delle metafore ardite e delle iperboli più improbabili, oltre che consumato chaperon al servizio della felicità di ogni organismo vivente di sesso femminile dai 20 ai 50 anni? Ictu oculi emergevano non solo molteplici comuni denominatori ma anche apparentamenti strettissimi tra i canini e gli umani “aziendalizzati”.
Livio li guardò attentamente, uno per uno, i suoi amici “aziendali” (apparentemente) a due zampe - diversi per taglia, indole e relazioni con i propri simili - attagliando a ciascuno il suo clone quadrupede; si poteva ritenere soddisfatto delle raffinate analogie fisiche e delle ancor più marcate affinità comportamentali riscontrate. Il lavoro fu condotto con perizia e scientificità ma il quadro che si ricavava passando in rassegna tutti coloro che erano seduti attorno al tavolo della Sala Consiglio era davvero desolante: in quegli occhi vuoti, quasi liquidi, disabituati ad ogni illuminazione ed impeto di sagacia, opacizzati dal rituale improduttivo e massacrante delle circolari e degli ordini di servizio invano si sarebbero ricercati il guizzo, la multisensorialità virtuosa e la lucida reattività di quell’ esemplare medio di Jack Russel (non scomodiamo i campioni col pedigree importante per così poco, per favore) che De Nutis aveva ammirato per strada solo qualche ora prima.