La comunicazione meccanico-istintiva – Parte 4
Nella parte 3 siamo arrivati fino al punto in cui nasce l’acquisizione dell’associazione biscotto-felicità che abbiamo chiamato equivalenza complessa.
Vogliamo però far notare che l’incremento del ROI e/o del ricordo
non sono conseguenza solo di questo meccanismo, che deve essere visto come una
fase di installazione o semina, perchè essi si attivano enormemente nella
fase di richiamo che è successiva. Se andiamo ad analizzare qualunque
caso di diseconomia o insuccesso comunicazionale troveremo in tale fase moltissimi
correttivi da effettuare.
Associazione e ripetizione sono la base della “creazione” del
bisogno.
In realtà se vogliamo usare un altro linguaggio: nulla si crea ma tutto
si orienta al bisogno o al valore.
Il successo indiscutibile di tale meccanismo è testimoniato dal fatto
che ancora oggi, le strategie promozionali e le pubblicità puntano tutte
inevitabilmente su concetti semplici che richiamano i bisogni primari di ogni
persona: il successo, la sopravvivenza, il senso di libertà, il sesso
(bisogno di riproduzione).
Per reclamizzare un silicone si mostra una ragazza nuda all’interno di
una doccia, un assorbente è associato ad una paracadutista e, le automobili
percorrono paesaggi incantevoli oppure si muovono disinvolte in paesaggi urbani “addomesticati” dalla
tecnologia, mentre i prodotti alimentari sono sempre accompagnati da famiglie
perfette, sorridenti e che si amano profondamente.
Quando il consumatore si recherà al supermercato e si troverà davanti ai prodotti, ecco che dentro di sé proverà una strana sensazione magari anche piacevole, ma non si renderà conto dei meccanismi sottili che si stanno innescando in lui in quel momento, poiché grazie al bomabardamento degli stimoli giornalieri è stato allenato a resistere agli anestetici che lo separano dalla sottile e consapevole percezione interiore che avviene leggermente sotto la soglia della coscienza.
In ogni modo tutto questo non sarebbe possibile senza la presenza di un ultimo
fattore, egualmente importante e necessario: la ripetizione.
Nella pubblicità, come nella propaganda e nella vendita, il messaggio
va ripetuto più e più volte, perché la mente umana tende
a considerare vere le informazioni ricevute ripetutamente in diverse condizioni.
Ricevere informazioni familiari è come sentirsi già a casa, perché esse
abitandoci hanno un gusto interiorizzato e quindi già pre-esistente in
noi.
All’ennesima ripetizione di un concetto, quest’ultimo sarà considerato
vero in maniera automatica, e ciò è valido sia sul piano cosciente
che sui livelli inferiori.
Associazione, appello ai bisogni primari, ripetizione: questi, in sintesi,
i fondamenali ingredienti per guidare la mente logico-associativa di un insieme
di individui. Ricordiamoci che questo è un processo naturale, la mente
di ogni uomo procede attraverso lo scorrere di pensieri associativi, a cui non
ci si può sottrarre e che ritornano generalmente sempre sugli stessi percorsi.
Il cervello rettile è quello che regola il funzionamento di questo tipo
di comunicazione, se lo uniamo con le dinamiche del sistema limbico avremo una
comunicazione più sofisticata e così via fino alle dinamiche superiori
relative alla corteccia e alla neo-corteccia. Il discorso della interconessione
di queste dinamiche oltre alla focalizzazione sulla base neo-corticale, sarà il
terreno più interessante che la comunicazione affronterà nel prossimo
futuro.