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Dal rubare al condividere

07 Lug 2020

Dal rubare al condividere: bella evoluzione, no?
Meno fuorilegge del furto, talvolta addirittura legale, la condivisione ha in sé un'economia, un’etica, un’intelligenza che il furto neanche lontanamente possiede. È la we generation, bellezza. Il “noi” soppianta l’”io”, il pronome collaborativo lascia l’individuo in solitudine.

È economico, perché condividere significa utilizzare un bene finché ti serve, poi te ne disfi. Aumenta la produttività del bene quindi, che non rimane inutilizzato per del tempo, riducendo i costi di stoccaggio, vera croce per tante aziende coll’antico pallino del justintime, come pure del pericoloso imboscamento della refurtiva.

È etico, perché consente ad altri l’utilizzo del bene a costi irrisosi se non nulli. Ed è pure ecologico!

È intelligente, perché è pigro. La pigrizia è il motore del progresso: avremmo noi inventato le macchine se non fossimo stati dannatamente pigri? I pigri sono i veri creativi, inventano geniali stratagemmi pur di lavorare meno, produrre di più e vivere meglio. Gli sgobboni si rimboccano le maniche e fanno. Per loro l’importante è fare, non raggiungere un benessere o un risultato. Loro, gli sgobboni, facendo non pensano, e così non hanno preoccupazioni.

Condividere è quindi creativo, porta ad adattarsi ed esplorare nuove porn school girl bhabhiutilità..
Condividere va oltre la fase della produzione, in sé faticosa e puzzolente. Ma ne abbiamo già parlato, di prodotti è talmente pieno che non sappiamo più dove smaltirli. Basterebbe riciclarli (creatività, appunto) o condividerli. Il consumo collaborativo non è più una novità ma un delizioso fenomeno in enorme espansione.

Il trend è diventato moda, e quella moda è maturata e sta diventando un classico. Dalla condivisione di informazioni, cioè di tutto il digitale, alla condivisione di beni e servizi, di cui ormai tutto il mondo è pieno. Faccio esempi classici e collaudati, allora, non d’avanguardia: couchsurfing per gli alloggi, riciclaggio di beni, il credito commerciale tutto sardo. Un esempio di libro collettivo? Massì, che ci spiega meglio tutto il discorso...

Mi fermo qui: non devo certo scrivere tutto io...

Bye bye

www.ilriccio.eu
www.marketingeformazione.it

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