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Perché Social Mobile non vuol dire Social + Mobile

07 Lug 2020

Tra gli argomenti dibattuti nel corso del Forum della Comunicazione Digitale, svoltosi lo scorso 6 febbraio, vi è stato anche il tema del Social Mobile, oggetto dell’intervento di Giuliano Noci. Se è stato detto, infatti, che il 2010 era “l’anno del social” e oggi si ritiene che il 2011 sarà “l’anno del mobile”, spesso si tende a concludere che una possibile risposta per il futuro sia il “social mobile”, che tende a voler sfruttare il successo ottenuto da ognuna delle due componenti prese singolarmente.

Questo rappresenta tuttavia un approccio in cui permangono logiche sostanzialmente sbagliate con le quali approcciare i nuovi strumenti di comunicazione: da un lato, una scorretta interpretazione della “vita digitale”, che tende a considerarla come qualcosa di avulso rispetto al resto delle interazioni umane; dall’altro, il permanere di logiche insite nel mondo dei media tradizionali, come il concetto di audience applicato ai contesti dei social network e del Mobile.

In realtà i mezzi digitali rappresentano semplicemente un nuovo modo per rispondere ai bisogni di socialità e informazione tipici dell’individuo. In questo senso, è possibile affermare che esiste anche una vita digitale, che si affianca a quella offline e che presenta alcune differenze con essa. Gli individui, infatti, non interagiscono sui social media come fanno invece nella vita reale. I contatti reali sono un sottoinsieme di quelli sui social network e, in base all’oggetto della conversazione, gli individui si rivolgono a un amico piuttosto che ad un altro o si fidanoporn school girl bhabhi del parere di un soggetto invece che di un altro.

È evidente quindi l’importanza di questi strumenti nella formazione delle opinioni degli individui, con impatti che giungono a interessare e a ridisegnare il processo d’acquisto. È per questo che le aziende devono adottare una prospettiva che abbia sempre al centro l’uomo, seguendo lo slogan “Humans are the killer app”, senza cercare di anno in anno la soluzione definitiva per il successo, ma, al contrario, rapportando sempre ogni scelta al proprio interlocutore, creando per l’utente uno spazio di interazione multicanale in cui siano veicolati informazioni e servizi rilevanti e assumendo come elemento centrale e dominante della progettazione i contesti di vita. È infine necessario andare oltre le logiche su cui si basano i social network attuali; è opportuno, ad esempio, andare nella direzione del Social filtering, attraverso la definizione di applicativi in grado di abilitare le interazioni rilevanti per lo specifico contesto in cui l’individuo si trova.

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