La comunicazione meccanico-istintiva – Parte 3
A questo punto sarebbe doveroso proseguire scrivendo qualcosa sulla psico-analisi,
che tanto successo ha avuto nelle società occidentali avanzate, ma fortunatamente
le moderne neuroscienze hanno fatto cadere il concetto di inconscio così come
Freud lo ha impostato, costringendo oggi la psicologia e la pedagogia a riorganizzare
la propria conoscenza.
Per i nostri fini legati all’epoca della globalizzazione e delle reti, è più utile
riprendere l’opera di Gustave Le Bon, l’autore della Psicologia delle
Folle, che analizza il comportamento sviluppato dalle persone nel momento in
cui si formano dei gruppi più o meno numerosi, arrivando a sostenere che
all’interno di una folla emerge e prende il soppravvento una sorta di “coscienza
collettiva” indipendente da quella dei singoli che la compongono, una coscienza
che risponde a dettami “inconsci o involontari”, sentimenti che
possono essere abilmente guidati da personalità carismatiche che sono
in grado di comunicare direttamente con questa enorme “coscienza”.
Attualizzando potremo dire che la coscienza individuale del singolo, intesa come
contenuto, quando si inserisce in un macro contenitore o ambiente superiore (squadra-gruppo-folla) è soggetta
a ordini di fenomeni e quindi di leggi sociali diverse perché di natura
rettile-emozionale.
Una pubblicità focalizzata sull’elenco neutro delle qualità e
dei benefici dei prodotti reclamizzati dove agisce? Possiamo dire di una bibita
che è dissetante o di un abito che fatto con un tessuto resistente, ci
rivolgeremo così alla parte razionale e cosciente della mente del consumatore.
Potremo essere anche più creativi, sofisticati e dar vita a quelle che
si chiamano “distorsioni”, ma agiremo sempre sulla stessa parte.
Si ha una “distorsione” quando un prodotto non è presentato
per le sue intrinseche qualità, ma in associazione con un sentimento positivo,
con una promessa di felicità, con uno stile di vita agognato. Naturalmente
il processo si completa solo attraverso l’uso delle immagini legate alla
sfera emotivo-corticale perché si accostano per analogia anche elementi
senza alcuna correlazione in modo da stabilire un’equivalenzasex desi sarita teenager complessa.
Nel pubblicizzare dei biscotti è possibile soffermarsi sulla loro squisitezza
o sulle qualità nutritive, ma sarà più conveniente mostrare
una famiglia felice in una bella casa che con quel biscotto consuma sempre la
sua meravigliosa colazione.
Di un’automobile non si farà mai una lista delle sue prestazioni,
ma la inserirà in uno spazio aperto, solare che suggerisse un senso di
libertà o in uno spazio tortuoso in cui ci si muoverà con grande
agilità.
Il consumatore odierno, visto in aggregato, è come il cane di Pavlov: è abituato
ad associare ai prodotti pubblicizzati un determinato sentimento. Prima ci si
immerge nel coinvolgimento emotivo seminando, poi si getta l’amo per la
vendita attraverso il meccanismo “motorio” dell’associazione
che segue tra l’altro anche le leggi delle dinamiche imitative (che sono
il legame con la parte limbica regolata dai neuroni specchio). Per esempio quando
il consumatore al momento di fare la spesa si troverà di fronte a quel
particolare biscotto, entrerà inconsciamente in funzione il meccanismo
di associazione, e sarà portato a scegliere quel prodotto - riflesso
condizionato - nello stesso modo in cui la salivazione del cane aumentava al suono del campanellino.