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Orgoglio & Storyboard

07 Lug 2020

Il Dir. Mktg Livio De Nutis, di tanto in tanto, si lasciava andare ad un piccolo bilancio del proprio percorso professionale, corredato di annesso esame di coscienza. La condizione esistenziale all'interno della multinazionale automobilistica, ingrigita da una sensibilità al business inversamente proporzionale alle dimensioni pachidermiche della struttura ed infiacchita da burocratismi onanistici inimmaginabili anche per il più fantasioso dei pessimisti, lo obbligava ad assecondare periodicamente la disperata ricerca di una qualunque via di fuga ad opera della propria mente.

La consapevolezza di una crescente e disumanizzante parcellizzazione delle attività, la sensazione - sempre più diffusa e condivisa - di non poter incidere neppure minimamente sulla rotta e sulle sorti del vascello aziendale, così come sulla quantità e sulla qualità del raccolto, lo sconcertavano al punto da fargli rimpiangere, in occasione di qualche accesso di frustrazione e demotivazione, di aver preferito gli studi classici e di comunicazione ad un diverso cammino, ad un'attività artistica o più artigianale (e forse perfino manuale) che permettesse di recuperare l'ormai negletto primato dell'Idea su quello imperante dell'assuefazione acritica, di reinsediare il governo della creatività deposto dai moti incruenti (ma non per questo meno drammatici) scatenati dai sacerdoti del pensiero ad autonomia limitata. Era nel corso di queste derive divagatorie che gli tornava in mente un vecchio, strampalato progetto, quello di innestare, impiantare in organismi aziendali dagli encefalogrammi ormai piatti, rassegnati a considerare la quotidianità come il proprio orizzonte temporale più ambizioso, cellule anarchiche rivitalizzanti,veri e propri corpi speciali composti da agenti guastatori con il compito preciso di rieducare - attraverso un caos virtuoso - alla circolazione delle idee, alla dialettica, alla coltivazione e rifioritura dei talenti. In fondo il progettino non era poi tanto campato in aria, pensava Livio, considerato come erano andate le cose negli ultimi anni, l'ulteriore deterioramento del sostrato motivazionale e l'arretramento sul fronte della capacità di generare competitività e creare distintività, comune peraltro a larghissime porzioni del sistema economico occidentale. Vagheggiava, De Nutis, il definitivo debellamento di quella malattia endemica e contagiosa che aveva ribattezzato “circolarite”, una lotta spietata a quelle forme capziose di seriosità che sotto le mentite spoglie dell'equilibrio e della compostezza nascondevano null'altro se non il dilagare della mediocrità. Gli sarebbe piaciuto, e per una volta non per mero narcisismo, poter tirare le fila, anche provocatoriamente, di questa migrazione virtuosa verso la modernità, non solo assistere ma organizzare lo spettacolo maestoso della cultura del monopensiero ossequioso che si decompone, scrollandosi di dosso le incrostazioni della routinarietà. Livio decise che sarebbe stata questa la sua nuova e ultima missione. Ne ebbe piena consapevolezza nel cuore di un pomeriggio piovoso, al termine della ennesima polverosa, improduttiva riunione-fotocopia, il solito minuetto con i ruoli invariabilmente assegnati e dagli esiti largamente scontati. Sì, sarebbe diventato un sobillatore interno, a qualunque costo. Nella peggiore delle ipotesi, del resto, avrebbe collazionato le idee in un libro memorabile, ed anzi avrebbe fatto da precursore ad un nuovo genere letterario, con decine di milioni di potenziali lettori, la fantascienza aziendale. Il narcisismo tornava a riaffiorare mentre De Nutis si immaginava novello Philip Dick a rilasciare pirotecniche interviste o a firmare sorridente centinaia di copie per le sue fanatiche adoratrici.

Ripresosi dall'ennesima sbornia egocentrica Livio si domandò più semplicemente che cosa avrebbe fatto l'indomani, così profondamente ispirato, come primo passo verso il futuro del pianeta aziendale. Di certo non ne avrebbe potuto parlare con i suoi abituali interlocutori interni, sex bhabhi gangbangassopiti e assordati da quel rumore di fondo che fungeva da implacabile anticorpo verso qualunque embrione di nuovo. Con amarezza, guardandosi intorno e scorrendo l'organigramma della filiale italiana, constatò che alle sue ordinarie latitudini professionali non c'era nessuna forma di vita professionale degna di essere vissuta. L'analisi impietosa si estese all'intera multinazionale, fino agli headquarters londinesi. Anche lì, storie di ordinaria tassidermia. Poi si ricordò di uno straordinario folle visionario, forse l'unico in grado di inerpicarsi con lui per sentieri tanto spericolati. Gli mandò una mail, poche parole e già un primo delirante decalogo… Dopo pochi minuti il telefono di Livio squllò. Dopo tanto tempo sembrava tornare a trillare di gioia.

Di Vittorio Correale
Responsabile Marketing Area Private Banking Gruppo Mps di Gruppo MPS- Area Private
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