Dall'immagine alla reputazione
Una dicotomia, forse.. cos’ha più valore oggi? Non chiedetemi i numeri, non ci credo più. Mi fido più delle sensazioni.
Applicata al marketing l’importanza sta nel comprendere se creare prodotti
che esaltino più l’individuo, l’identità, oppure la
sua appartenenza, il gruppo
Immagino che di questi tempi valga di più l’appartenenza.
L’era individualistica per antonomasia era quella degli anni ’80, Il profitto, il consumo, l’ego. Ora si cerca piacere nella collettività, quindi nello scambio. Ciò per tanti motivi, stimolati anche dalla crisi. Si noti che si tratta solo una tendenza, non una rivoluzione.
Tuttavia la si avverte, e gli esempi sono in buona misura legati alle reti sociali, le attuali forme di tribu.
Spetta poi all’impresa creare prodotti, servizi,pornmobile.online emozioni per le quali le persone siano disposte a remunerarla. Come? Troppo facile chiedere denaro in cambio dell’appartenenza. Non funziona L’appartenenza è fatta di scambio, e si scambia con moneta simile.
Che marca cerca allora la gente? Serve allora un nuovo tipo di immagine,
che si trasforma in reputazione, la quale ha un significato simile ma molto
più interiore
che esteriore.
Ricordiamoci che la marca prima era “una promessa di qualità costante”,
oggi è “ciò che la gente dice su di lei”.
Allora l’impresa come guadagna? Non mi incuriosisce. Mi interessa stimolare su com’è che una persona sta meglio, è più felice. L’applicazione pratica sta poi alla fantasia dell’imprenditore.
Però registro che cresce l’uso del baratto. Esso già è una forma di scambio poco semplice, inoltre siamo talmente disabituati dall’usarlo che ci risulta ormai strana anche solo l’idea. Ma il baratto è in crescita, e il baratto richiede fiducia. Il baratto richiede reputazione. Il modo più rapido semplice, economico per costruire una reputazione, è a quest’ora l’utilizzo dei social network.
Identità o appartenenza? Forse sono uscito fuori tema.









