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(Adnkronos) - Giù le mani da Jannik Sinner. Il fuoriclasse azzurro, numero 2 del mondo, finisce nel mirino di addetti ai lavori e (pochi) tifosi per la decisione di rinunciare alle Finals di Coppa Davis in programma a Bologna dal 18 al 23 novembre. Tra i difensori dell'altoatesino, spiccano nomi della politica e dello sport. Nello schieramento pro Sinner c'è anche Matteo Salvini. "Non farei il processo a Sinner, è un orgoglio italiano", dice il leader della Lega. "Capisco la rabbia, la frustrazione, l'invidia di qualche tennista da salotto, ma godiamoci un campione che ci invidia il mondo", aggiunge a margine della firma del progetto per la realizzazione del nuovo conservatorio del quartiere Rogoredo, a Milano. Sinner ha spiegato che la rinuncia alla Coppa Davis gli permetterà di riposare una settimana in più dopo le Atp Finals di Torino e di programmare meglio la preparazione in vista degli Australian Open 2026, in programma a gennaio. "Jannik ci porta già onori, gloria e vittorie come italiano con i suoi risultati nel circuito Atp, sta facendo cose straordinarie, per cui ci sta che si possa fermare un attimo, anche perché l’Italia ha un’ottima squadra in Davis", dice Dino Zoff, totem del calcio italiano, a Un giorno da pecora su Radio1. "Penso che il suo gesto verrà capito dai tifosi, visti i risultati che porta agli italiani con tutte le sue vittorie", aggiunge il portiere e capitano dell'Italia campione del mondo nel 1982. Nel mondo del tennis ci sono posizioni diverse. Se Nicola Pietrangeli ha criticato la scelta di Sinner, Paolo Bertolucci la giudica in maniera diversa. "Era nell'aria che dopo aver vinto due volte la Coppa Davis, quest'anno non l'avrebbe giocata. Negli ultimi anni tanti abbiamo visto spesso grandi giocatori rinunciare a scendere in campo, da Federer a Djokovic, fino a Nadal e Alcaraz", dice l'ex capitano azzurro di Coppa Davis all'Adnkronos. "Nel tennis moderno la Coppa Davis conta sempre meno, è diventata una competizione secondaria -sottolinea Bertolucci vincitore della Coppa Davis da giocatore nel 1976-. Contano gli Slam, sono quelli che i grandi giocatori vogliono vincere. Poi ci sono i Masters 1000 che fanno da preparazione agli Slam e sono comunque importante perché danno soldi e punti per il ranking. La Davis viene dopo, quella di Sinner non è la prima né l'ultima rinuncia che vedremo".
(Adnkronos) - “L’obiettivo del progetto Si.in.pre.sa. (Sicurezza, informazione, prevenzione, salute) è quello di arrivare al maggior numero di luoghi di lavoro. In Italia ci sono 3 milioni e 700 mila realtà produttive e amministrative, tra industria, commercio, agricoltura e terziario, ed è all’interno di queste che si misura la capacità di prevenire i rischi da infortunio e di malattie professionali. Decentrare le iniziative dell'Inail è fondamentale per arrivare il più vicino possibile ai luoghi in cui lavoratori e imprese organizzano la propria attività, tenendo sempre conto dell'articolo 1, che regola la qualità del lavoro, della sicurezza e della salute”. Lo spiega il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza Inail, Guglielmo Loy, all’evento organizzato dall’Istituto in occasione della Settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro promossa dall’Eu-Osha, di cui l’Istituto è focal point per l’Italia. L’evento è stato dedicato alle nuove strategie per la sicurezza nei luoghi di lavoro e ad alcuni dei più recenti progetti di ricerca ad alto tasso tecnologico sviluppati dai ricercatori Inail. “Si tratta di un’iniziativa che ha anche un valore simbolico. l'Inail esce dalle proprie sedi e va laddove si lavora, si produce e dove si mettono in campo le misure di prevenzione - aggiunge Loy - attraverso suggerimenti, consigli e l’illustrazione delle opportunità e dei finanziamenti che Inail mette in campo per la formazione, per la prevenzione e per l'innovazione tecnologica”.
(Adnkronos) - Mettere al centro la connessione tra attori diversi, ma complementari. Unire le forze e fare rete per creare sinergie tra grandi aziende, Pmi, startup, università, attori finanziari e istituzioni in un momento storico in cui la transizione energetica rappresenta una della sfide più complesse degli ultimi tempi. Se ne è parlato al centro ricerche Eni di San Donato Milanese all’evento ‘Eni Supply Chain Day - Connecting Energies’. Un incontro durante il quale è emerso un quadro positivo e incoraggiante: la filiera di Eni risulta solida e performante. (VIDEO) “Riteniamo che la filiera dell'energia sia solida e sempre al nostro fianco, anche quando intraprendiamo nuovi progetti - ha affermato durante i lavori Costantino Chessa, Head of procurement Eni - Nel tempo ha dimostrato di essere pronta a rispondere alle sfide del momento. Deve continuare ad essere competitiva e cogliere le opportunità legate alla trasformazione”. Dall’incontro è emerso un messaggio chiaro: solo lavorando insieme è possibile cogliere appieno le opportunità offerte dalla trasformazione in atto. In tal senso, attraverso il suo Head of procurement, Eni evidenzia la volontà di portare avanti “l’approccio di sistema inclusivo, continuando ad essere vicini alle imprese, in particolar modo alle Pmi”. Da una survey condotta sulla filiera è emerso il bisogno di supporto nello sviluppo di competenze e tecnologie, le dimensioni più impattate dalla transizione. L’azienda si impegna dunque a supportare le imprese della propria supply chain lungo tutte le dimensioni della competitività, orientando e accompagnandola nei percorsi di crescita, promuovendo alleanze e collaborazioni - per favorire uno sviluppo condiviso e sostenibile - e sviluppando strumenti concreti, con un’attenzione particolare alle Piccole e medie imprese. In questo contesto, sono stati già realizzati strumenti in ambito finanziario, come il Basket Bond e il reverse factoring, e operativo come l’Alleanza di sistema Open-es, che riunisce oltre 38mila imprese. Oggi Eni sta portando avanti anche il programma Energia di Filiera, “un'altra iniziativa a supporto delle imprese, soprattutto a quelle maggiormente impattate dalla transizione”, conclude Chessa.