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(Adnkronos) - Mosca non modera i toni contro l’Italia e anzi rilancia. Convocato ieri alla Farnesina, l’incaricato d’affari russo ha fatto sue le parole della portavoce del ministero degli Esteri, secondo cui il crollo della Torre dei Conti a Roma sarebbe legato allo “sperpero” di soldi per sostenere militarmente Kiev. Parole definite “squallide e volgari” dalla Farnesina, che ha ribadito la “ferma condanna per le dichiarazioni inaccettabili” di Maria Zakharova. Dichiarazioni dai "toni contundenti e del tutto fuori luogo", che sottolineano ancora una volta come il ministero guidato da Sergei Lavrov "appaia talvolta più oltranzista dello stesso servizio stampa del Cremlino" nel rapporto con l'Occidente, dicono all'Adnkronos osservatori di cose moscovite. In un post su Facebook pubblicato a incontro ancora in corso con la direttrice generale per gli Affari politici della Farnesina ed ex ambasciatrice a Mosca Cecilia Piccioni, l’incaricato d’affari russo Mikhail Rossiyskiy ha detto di aver ribadito “le fondate preoccupazioni manifestate da Zakharova sulla riduzione dei finanziamenti ai settori dei beni culturali e del patrimonio storico italiano, causata dall'impiego sconsiderato dei fondi provenienti dai contribuenti italiani a sostegno del criminale regime terroristico ucraino". E poi, dopo aver fatto le condoglianze per la morte dell'operaio Octay Stroici, in un gesto che la Farnesina ha letto come una “smentita”, l’unica, “alla volgarità” della portavoce, il vice capo missione ne ha approfittato per esprimere "le proprie ferme rimostranze in merito all’aggressiva, esecrabile campagna antirussa promossa da Roma sui media". Senza tralasciare di denunciare “la scortesia diplomatica” di essere stato convocato nella Giornata dell’Unità nazionale, che è festa in Russia. Toni e affermazioni contestati con forza dalla Farnesina, dove all’incaricato d’affari - l'ambasciatore Alexey Paramonov non era in sede - è stato rivolto un richiamo formale e sono state contestate le volgari parole di Zakharova. In una nota, la Farnesina ha ripetuto "con fermezza la condanna delle preoccupanti dichiarazioni della portavoce russa, diffuse mentre era in corso in Italia una tragedia che ha coinvolto vite umane". Parole "ancor più inaccettabili", è stato sottolineato, dopo i sentimenti di vicinanza espressi dall’Italia anche quando in Russia si sono verificati eventi luttuosi. "L’Italia non cambia la sua posizione politica estera e il suo sentimento in virtù di attacchi verbali sconsiderati", rivendica la Farnesina, secondo cui "tutte le dichiarazioni aggressive che provengono dalla Russia non fanno che rafforzare l’idea del popolo italiano di difendere chi è sotto attacco in una aggressione illegale e ingiustificata, in violazione del diritto internazionale". Resta l'interrogativo sulle ragioni di una tale 'estremizzazione' del ministero degli Esteri russo. Secondo alcune fonti, potrebbe essere una forma di reazione ai recenti palesi insuccessi della diplomazia russa, provando a rispondere in termini propagandistici ai risultati deludenti e alla perdita di centralità interna. O potrebbe essere un modo di riconquistare il favore del Cremlino, dopo che Lavrov è diventato il capro espiatorio del fallimento del colloquio con Marco Rubio, che ha fatto naufragare il vertice di Budapest annunciato da Donald Trump, raccontano insider russi citati da media indipendenti.
(Adnkronos) - Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone ha nominato Natale Forlani, presidente dell’Inapp, l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche. Rinnovato anche il consiglio di amministrazione dell’Istituto con la nomina di Fabrizio Antolini, in rappresentanza del ministero del Lavoro, di Fiorella Lunardon, in rappresentanza del ministero del Lavoro d’intesa con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Giovanni Bocchieri, in rappresentanza della Conferenza delle regioni e delle province autonome e Sandra D’agostino in rappresentanza dei ricercatori e dei tecnologi dell’Inapp. Presidente e consiglio di amministrazione dureranno in carica 4 anni. Per Natale Forlani, che svolgerà il suo incarico a titolo gratuito, si tratta di una conferma in quanto era stato nominato al vertice dell’Istituto nell’aprile del 2024. Esperto di relazioni industriali, mercato occupazionale e organizzazione del lavoro, è stato tra gli estensori con Marco Biagi del Libro bianco sul lavoro. Dopo aver ricoperto il ruolo di Segretario confederale nazionale della Cisl, Forlani è stato presidente e amministratore delegato di Italia Lavoro spa, in seguito direttore generale della D.G. Immigrazione e Politiche di Integrazione del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, nonché membro del collegio dei sindaci dell’Inps.
(Adnkronos) - L’Italia brilla nella gestione del riciclo, ma resta ancora un Paese a due velocità nella gestione dei rifiuti. È il quadro tracciato da Stefano Besseghini, presidente di Arera, intervenuto oggi al convegno 'Il consolidamento della regolazione del ciclo dei rifiuti: i nuovi provvedimenti di Arera', in occasione della giornata inaugurale di Ecomondo a Rimini. “La cosa vera - ha dichiarato Besseghini - è che nella gestione del riciclo, in particolare di certe materie, l’Italia brilla. Brilla forse un po’ per necessità, perché storicamente, essendo un Paese povero di materie prime, ha sviluppato nel tempo cicli industriali di eccellenza”. Secondo il presidente dell’Autorità, il sistema nazionale può contare su un patrimonio consolidato di impianti, logistica e capacità di gestione economica del rifiuto, che si sta estendendo anche al settore dei rifiuti urbani. “La crescita del biometano e l’utilizzo energetico dei rifiuti - ha aggiunto - dimostrano che siamo in grado di individuare spazi di miglioramento e di avanzare in modo significativo”. Resta però aperta una sfida cruciale: quella delle disuguaglianze territoriali. “Abbiamo un vero e unico problema - ha sottolineato Besseghini - ovvero la grande differenza tra aree del Paese che smaltiscono in discarica meno del 5% dei rifiuti e altre che sono ancora sopra il 70%. È una disparità su cui bisogna lavorare molto, perché il percorso verso un sistema circolare deve essere omogeneo e inclusivo”. Il convegno è stato anche l’occasione per fare il punto sul percorso di regolazione del ciclo dei rifiuti, avviato da Arera negli ultimi anni. “Il settore dei rifiuti - ha ricordato il presidente - è relativamente nuovo alla regolazione, ma in pochi anni ha compiuto passi in avanti importanti, grazie al contributo degli operatori e delle associazioni di categoria. L’attività regolatoria conclusa prima dell’estate ha delineato lo scenario per i prossimi anni, ma il lavoro non è finito: serve continuare il confronto per dare concretezza e sostanza a un processo che porterà benefici reali ai cittadini”.