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(Adnkronos) - È stato firmato questa mattina un accordo quadro tra l’Università di Roma Tor Vergata e la Federazione Italiana Scherma: il magnifico rettore professor Nathan Levialdi Ghiron e il presidente Fis professor Luigi Mazzone hanno siglato una importante collaborazione all’insegna della ricerca, didattica, formazione. I due enti infatti – si legge nell’accordo - si impegnano a collaborare, nel rispetto dei rispettivi ruoli e compiti istituzionali, al fine di promuovere e sviluppare progetti di ricerca, studio, formazione e aggiornamento.Utilizzando in particolar modo le rispettive strutture e risorse, mezzi e personale atti a garantire l’attuazione di progetti e iniziative. L’Università di Roma Tor Vergata è il primo campus universitario in Italia: 600 ettari sui quali insistono, non solo aule e laboratori, ma anche enti pubblici e privati che animano la vita di Ateneo e contribuiscono allo sviluppo di ricerca e innovazione di alto livello. In stretta collaborazione con diverse Federazioni Sportive Nazionali del Coni, si stanno sviluppando importanti progetti per la realizzazione di strutture dedicate a varie discipline. “Sugelliamo oggi un primo atto concreto nell’unione del mondo della cultura e il mondo della scherma: l’accordo rientra nella collaborazione istituzionale cercata e favorita dall’Università di Roma Tor Vergata con il mondo dello sport e in questo caso con la prestigiosa Federazione Italiana Scherma”, ha affermato il rettore Nathan Levialdi Ghiron, che prosegue “Questo forte legame con il mondo sportivo nel corso degli anni ha permesso a Roma Tor Vergata di acquisire un qualificato expertise nel settore, anche grazie alla istituzione del Corso di Laurea in Scienze Motorie”. “L’Ateneo considera fondanti i valori trasmessi attraverso una sana e corretta attività motoria - ha concluso il professor Levialdi Ghiron - e si impegna in questo senso alla promozione di attività di ricerca e formazione nei settori della salute e del benessere, ma anche nel turismo e nel tempo libero e nel campo dell’espressività e della creatività corporea e artistica”. Il presidente della Federazione Italiana Scherma professor Luigi Mazzone, ricordando come la Fis sia la più medagliata tra le federazioni nazionali, ha sottolineato l’importanza della collaborazione: “È un vero onore, e soprattutto una grande emozione, sottoscrivere questo accordo quadro che unisce la Federazione Italiana Scherma all’Ateneo di Roma Tor Vergata. Sotto il profilo istituzionale si tratta di un’intesa strategica, che si fonda su una comune visione che valorizza il binomio virtuoso tra sport e cultura. Una sinergia di eccellenze, rispettivamente sul piano agonistico e accademico, che dà lustro all’Italia e che si propone, nella condivisione di questo percorso, il raggiungimento di obiettivi concreti e sempre più ambiziosi”. “Professionalmente e personalmente, non posso negarlo, sono orgoglioso di vedere oggi unite due famiglie che sono parti integranti e irrinunciabili della mia vita – conclude Mazzone, che è professore ordinario e direttore della Scuola di specializzazione in Neuropsichiatria infantile a Roma Tor Vergata e attualmente direttore del Dipartimento di Inclusione Sociale del CONI - “Ai vertici dell’Ateneo e al mio Consiglio federale va il ringraziamento per aver creduto in questo progetto che sarà valore aggiunto tanto per Tor Vergata quanto per la scherma italiana”.
(Adnkronos) - “In Italia manca un recupero della produttività. Il nostro Paese cresce perché si lavora di più. Resta rilevante la questione salariale: la retribuzione oraria reale nel primo semestre del 2025 è del 5% inferiore al 2019, quando già veniva da anni di invarianza. Il tema salariale è legato a quello della produttività”. Lo spiega Gabriele Barbaresco, direttore Area Studi di Mediobanca, all’incontro stampa organizzato da Centromarca oggi a Milano, per illustrare dinamiche e prospettive economiche del comparto largo consumo e dell’industria di Marca per il 2026. Restando in tema di produttività, Barbaresco fa sapere che “nell'ultimo triennio il Pil pro capite italiano è cresciuto dello 0,8% medio annuo solo grazie agli aumenti di occupazione e orario di lavoro, in assenza dei quali la produttività oraria lo avrebbe fatto cadere dell'1,3%. Tale dato – spiega – è a sua volta integralmente dovuto alla produttività totale dei fattori, che rispecchia le inefficienze del sistema Paese. Pesano anche l'aumento occupazionale in settori a basso valore aggiunto e il fenomeno del lavoro improduttivo: nel 2023-24 nella manifattura l'occupazione è salita del 2% a fronte di un calo del 5,3% della produzione. Eppure – continua – si stima un fabbisogno lavorativo al 2028 tra 3,1 e 3,6 milioni di persone, con un 80%-90% da puro replacement. I contratti di lavoro con difficoltà di reperimento sono passati dal 26% (2018) al 50% (2023)”. Ma da cosa dipende questa difficoltà? “I due terzi dal labour shortage, ossia le candidature deserte – illustra Barbaresco – Un fenomeno che costa circa 2,5 punti di Pil. Rimaniamo una manifattura votata all'export, il cui successo si fonda su tre driver: qualità, specializzazione e competenza tecnica – approfondisce – Siamo invece penalizzati dal costo dei beni intermedi e da quello dell'energia (+20% tra 2020 e 2025)”. “All'interno dei nostri punti di forza si nascondono anche insidie, tra le quali la medtech. Vedo però una call to action che si articola su due punti: il primo è il decisore politico, a cui si chiede di favorire la crescita dei settori a maggiore valore aggiunto e garantire l'autonomia strategica – illustra – Il secondo è chiedere al ceto imprenditoriale di intraprendere con convinzione la transizione digitale, intendendola come un investimento e non come un costo, e passando dalla mera adozione alla sua assimilazione, in modo che diventi uno strumento di miglioramento organizzativo e del mindset aziendale”. “Altra leva è il rafforzamento delle logiche di filiera – dice – per contenere la sempre maggiore distanza tra imprese leader e imprese lagger. Spetta alle imprese leader collocarsi nei segmenti pregiati delle Cgv (Catene globali del valore) e veicolare conoscenza alla rete della fornitura nazionale. Qualità e competenze produttive sono garantite dal nostro capitalismo familiare, ma esso oggi è chiamato a un percorso di crescita inorganica (M&A), modernizzazione della governance e crescita degli investimenti intangibili". "I fondi di Private Equity (PE) possono giocare un ruolo fondamentale: essi sono oggi portatori di proposte imprenditoriali votate alla crescita rispetto al loro precedente ruolo di puri efficientatori. Ritorna, su questo tema, il ruolo cruciale dell’uso a fini produttivi del cospicuo risparmio privato”, conclude.
(Adnkronos) - È stato presentato oggi, presso la centrale di cogenerazione di Borgo Trento (Verona), il revamping dell’impianto che dal 1994 produce energia elettrica e acqua calda per il teleriscaldamento cittadino. L’intervento di efficientamento ha riguardato il cuore dell’impianto, la sezione cogenerativa, con l’installazione di due nuovi motori a combustione interna dotati di generatori per la produzione di energia elettrica. Questa tecnologia all’avanguardia - spiega l'azienda in una nota - sostituisce il precedente ciclo combinato a turbina a gas e turbina a vapore, garantendo maggiori prestazioni in termini di efficienza energetica, ottimizzazione delle perdite di rete ed elevata affidabilità operativa. Grazie al nuovo assetto impiantistico, le emissioni di anidride carbonica in atmosfera vengono ridotte di quasi il 10%, passando da 81mila tonnellate/anno a 73mila tonnellate/anno. I lavori hanno permesso di dotare la centrale di quattro serbatoi di accumulo, ognuno da 200 metri cubi, per una gestione più efficiente dell’energia termica recuperata. Il revamping ha consentito, inoltre, di estendere la capacità produttiva dell’impianto alla rete di teleriscaldamento servita dalla centrale di Forte Procolo. L’impianto si distingue a livello nazionale per la presenza del più grande impianto solare termico mai realizzato a supporto di un impianto di teleriscaldamento, composto da 244 pannelli termici e sviluppato su una superficie di oltre 2.000 mq. L’investimento complessivo dei lavori è stato di 31 milioni di euro. “L’adozione di nuove tecnologie per efficientare un sistema già virtuoso come quello del teleriscaldamento va nella direzione tracciata dal nostro Piano Industriale, che punta a una transizione energetica sostenibile sotto ogni profilo - ha dichiarato Federico Testa, presidente del Gruppo Agsm Aim - Il revamping della centrale di Borgo Trento prepara il terreno alla sfida più grande che ci siamo posti con il Progetto Geotermia, una sfida che riguarda l’ambiente, le imprese e le famiglie delle nostre città e che intendiamo realizzare entro il 2030, per rilanciare il teleriscaldamento di Verona e Vicenza come modello di sviluppo sostenibile”. “Il revamping della centrale è un intervento ad alto valore tecnologico che consentirà di migliorare significativamente le performance dell’impianto - ha affermato Alessandro Russo, consigliere delegato del Gruppo Agsm Aim - Si tratta del primo passo di un progetto più ampio, dove il protagonista è proprio il teleriscaldamento, che mira a ridurre di oltre il 40% l’utilizzo di gas e le relative emissioni di anidride carbonica, in un percorso verso la carbon neutrality”. Situata nella zona nord-ovest di Verona, in viale Caduti del Lavoro, la centrale è operativa dal 1994. Con circa 88 chilometri di tubazioni, serve i quartieri di Borgo Trento e Navigatori e soddisfa il fabbisogno di energia elettrica di circa 34mila famiglie. L’impianto fornisce sia energia elettrica sia energia termica per riscaldamento e acqua sanitaria. La centrale è composta da due sezioni: Sezione Cogenerativa, oggi rinnovata con l’installazione dei due nuovi motori a combustione interna, che sostituiscono la precedente tecnologia a ciclo combinato; Sezione Termica, dedicata alla circolazione e integrazione del calore nella rete di teleriscaldamento, con cinque caldaie ausiliarie (70 MWt complessivi) e quattro serbatoi di accumulo da 200mc ciascuno, per una gestione efficiente dell’energia recuperata. All’esterno della centrale è stato realizzato un campo solare da 244 pannelli termici, con una potenza termica nominale di circa 1.200 kWt, che preriscalda l’acqua di ritorno dalla rete cittadina.