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(Adnkronos) - La nomination ai premi Oscar, le "conversazioni mentali" con i suoi genitori e l'amore per David Lynch. Isabella Rossellini si racconta a Francesca Fagnani nella prima puntata della sesta stagione di 'Belve', il programma cult di Rai2 che ricomincia oggi, martedì 28 ottobre, in prima serata, alle 21.20. Figlia d’arte di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini, la star internazionale che "ha conquistato il mondo con un dente scheggiato" da anni vive con i suoi amati animali in una fattoria nello Stato di New York. "La considerano una diva, ci si sente?", domanda Fagnani. "No, ma dopo la nomination all’Oscar all’improvviso in America non sono più Isabella Rossellini, ma ‘Academy award nominee Isabella Rossellini’. Credo abbia cambiato anche per me la percezione di me stessa", dice l’attrice, regista e modella."“C’è qualcosa che dicono di lei che le dispiace perché non è vero?", domanda Fagnani. "Quando da piccola mi dicevano che facevo l’attrice per approfittare dei miei genitori. Sa il comandamento ‘Onora il padre e la madre’? Quando ho avuto la nomination ho proprio sentito di averlo fatto", risponde Rossellini. Isabella Rossellini parla a lungo della sua famiglia, delle “conversazioni mentali” con i genitori (“Quando entro sul palcoscenico l’ultima parola che dico è mamma”), ma anche di alcune “gelosie” familiari. “Si è sentita sfruttata economicamente?”, indaga Fagnani. “No, ma a volte per vergogna di chiedermi dei soldi mi raccontavano tali tragedie che mi veniva il batticuore per la famiglia. Poi scoprivo che tutti quei guai erano meno gravi e quindi mi avrebbero potuto sollevare dal patema d’animo e dalla preoccupazione”. Sorride Rossellini al ricordo dell’eredità (solo 300 mila lire) di suo padre. “Ho dovuto rinunciare all’eredità, altrimenti avrei preso anche i debiti. Ho avuto la strana sensazione che mio padre che è morto a 71 anni avesse vissuto, per i soldi che ha speso, fino a 81 anni!”. Fagnani ricorda è stata la modella con il cachet più alto. “In tutti i mestieri che ho fatto le donne modelle sono pagate più dei modelli uomini”, dice l’attrice. “Per fortuna”, osserva la giornalista. “La donna bella ha un potere”, dice ancora Rossellini. “E lei lo ha saputo gestire?,” domanda Fagnani. “Sì. Ho lavorato tantissimo come modella. All’inizio, siccome ero molto femminista quando ero giovane, avevo un po’ di difficoltà a essere modella perché mi sembrava di andare dalla parte del nemico, di essere diventare un oggetto. Poi ho detto: no anche l’indipendenza finanziaria è l’essenza dell’indipendenza”. Fagnani le chiede “Oggi c’è un amore nella sua vita?”. “Sono single, non ho un compagno da 25 anni” dice l’attrice. “In questi 25 anni ho avuto tre mesi di amore con un uomo, poi ho scoperto che era sposato ed è finita. Avevo però dimenticato quanto è meravigliosa la tenerezza. Mi manca”. “L’amore della sua vita?” domanda Fagnani, e senza esitazione Rossellini dice “David Lynch”. “Una sola volta ha parlato di un abuso subito quando aveva 16 anni” ricorda la giornalista. “L’abuso era di un ragazzo che mi piaceva, lo corteggiavo, che poi però si è imposto. Ci ho messo molto tempo a capire che anche quello era uno stupro. Credo sia una cosa successa a tante donne”. Infine, esilarante siparietto con Fagnani sulle storie dei suoi cortometraggio Green porno, dedicati al sesso degli animali. “I ragni fanno di tutto” dice Rossellini. Ma sono soprattutto i barnacle (patelle) a catturare l’attenzione: “Per riprodursi il maschio ha evoluto un pene lunghissimo. Negli umani ancora non si è arrivato a tanto…” chiosa col suo sorriso.
(Adnkronos) - Un mercato del lavoro resiliente alle tensioni internazionali, ma che allo stesso tempo si sta evolvendo rapidamente, con l'influsso sempre più centrale dell'intelligenza artificiale. E' l'analisi sul mercato del lavoro globale che, in un'intervista ad Adnkronos/Labitalia, traccia Sander van 't Noordende, ceo di Randstad, big player globale delle hr, in occasione della sua visita in Italia. Dal vostro osservatorio, quali tendenze registrate in questo momento sul mercato del lavoro mondiale? Dazi commerciali e guerre stanno avendo un impatto sull'occupazione o su altri aspetti del lavoro? Il mercato del lavoro rimane resiliente, ma si sta evolvendo rapidamente. Allo stesso tempo, l'intelligenza artificiale sta rimodellando mansioni e competenze, mentre le sfide macroeconomiche aggiungono complessità. Questo è la nuova normalità: una realtà a cui i datori di lavoro devono sapersi adattare. In tutti i mercati, assistiamo a un passaggio evidente dalla job security (sicurezza del posto di lavoro) alla employability security (sicurezza dell'occupabilità). Le persone vogliono continuare ad essere rilevanti e le organizzazioni di successo sono quelle che investono nel reskilling per garantire che la tecnologia amplifichi il potenziale umano. Quali sono le previsioni per il futuro del lavoro dei prossimi mesi? Il futuro del lavoro nei prossimi mesi sarà definito dalla capacità di adattamento. Vedremo sempre più modelli ibridi, carriere fluide e una domanda crescente di competenze digitali e interpersonali. L'incertezza economica probabilmente persisterà, ma fondamentale sarà la resilienza delle persone: talenti che imparano, si reinventano e usano gli strumenti dell'AI per crescere e progredire nel loro percorso di carriera. La capacità delle organizzazioni di abilitare questa agilità sarà la chiave di volta per il successo futuro. Dal vostro punto di vista, qual è l'approccio al lavoro della Generazione Z? I nostri dati mostrano che la Gen Z è ambiziosa e pragmatica. I giovani talenti non cambiano lavoro per mancanza di lealtà, ma per desiderio di crescita. Cercano sviluppo, apprendimento e un impiego che si allinei ai loro obiettivi, in un contesto altamente competitivo. Sono anche i più proattivi nell'adottare l'Ai, vedendola come uno strumento per far progredire le loro competenze e carriere, piuttosto che come qualcosa da temere. La loro ambizione è sempre orientata a un obiettivo preciso. Cosa cercano i giovani oggi quando si approcciano a un posto di lavoro? Come le organizzazioni devono tenerne conto per attrarre e trattenerli? La lealtà dei talenti più giovani si guadagna offrendo percorsi di crescita. I giovani, in particolare la Gen Z, desiderano opportunità di formazione che permettano loro uno sviluppo continuo. Questa tendenza è evidente anche in Italia: i talenti cercano datori di lavoro che investano attivamente nella loro crescita e riflettano i loro valori. Lo sviluppo della carriera, la flessibilità e una retribuzione equa sono importanti, ma lo è anche il senso di appartenenza. Per attrarli e fidelizzarli, le organizzazioni devono creare percorsi di carriera visibili e supportare concretamente l'ambizione attraverso opportunità di apprendimento mirate e concrete. In che modo l’intelligenza artificiale sta influenzando il mondo del lavoro? L’Ai ‘ruberà' posti di lavoro agli umani? L'intelligenza artificiale non si limiterà a sostituire alcuni lavori: li ridefinirà. Stiamo già assistendo all'automazione delle mansioni di routine e ripetitive, ma stanno emergendo anche nuove opportunità che richiedono creatività umana, empatia e capacità di giudizio in combinazione con ciò che l'Ai offre. La sfida è garantire che tutti possano beneficiarne in modo equo ed è per questo che un nuovo approccio alla formazione è cruciale. L'Ai sta ridefinendo il concetto stesso di 'skill' e in risposta a questa trasformazione abbiamo bisogno di un approccio olistico. Per le hard skill tradizionali, sono necessari importanti investimenti pubblici e privati in programmi di upskilling e reskilling continui. Solo così potremo rendere accessibili a tutti le competenze tecniche avanzate. Allo stesso tempo, la formazione deve sostenere anche lo sviluppo delle soft skill, sia a scuola che sul luogo di lavoro, incoraggiando le competenze intrinsecamente umane come il pensiero critico, la creatività e il problem-solving complesso. Non dobbiamo dimenticare che un accesso equo alle competenze e agli strumenti dell'Ia sarà l'elemento determinante per costruire un mercato del lavoro più inclusivo. In che modo le tecnologie digitali, e in primis l’intelligenza artificiale, stanno impattando sul lavoro di recruiting di personale? Nel futuro, come trasformeranno l’attività di ricerca e selezione del personale? L’intelligenza artificiale ci permette di passare da una posizione reattiva a una proattiva nel modo in cui facciamo il match tra aziende e talenti. Grazie a questo cambiamento, siamo in grado di servire meglio sia i clienti che i candidati, perché abbiamo un pool di talenti disponibili ancora prima che le aziende si rendano conto di averne bisogno. L'AI sta trasformando il reclutamento migliorando il match e riducendo gli eventuali pregiudizi, ma ci aiuta anche a connettere più velocemente le persone con le opportunità di lavoro. Ma la connessione umana resta al centro. I recruiter del futuro utilizzeranno gli insight forniti dall'AI per guidare le persone verso carriere rilevanti e durature. La formula vincente è chiara: efficienza grazie alla tecnologia, empatia grazie alle persone.
(Adnkronos) - "Sono fiducioso che ci sia una reale e consistente inversione di tendenza o quantomeno un incremento di attenzione da parte dei nostri governanti sul tema dei rischi naturali, ambientali ed antropici ed in particolare sul cosiddetto dissesto idrogeologico". Così Domenico Calcaterra, responsabile scientifico Fondazione Return (collegamento), intervenendo all’appuntamento Adnkronos Q&A, 'Sostenibilità al bivio', questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma. "La nostra fondazione è un ecosistema che da tre anni si occupa in maniera continuativa, nell'ambito delle misure finanziate dal Pnrr, di rischi - spiega - Partiamo dalla trattazione delle singole tipologie di pericolosità, gli esempi sono quelli classici per il nostro paese che purtroppo risente degli effetti della quasi totalità delle pericolosità naturali ed antropiche, pensiamo a frane, alluvioni, terremoti, eruzioni, il degrado ambientale nelle sue varie forme, ad esempio l'inquinamento, per creare dei modelli, tenendo ben presente quanto sta accadendo sotto i nostri occhi e quello che potrebbe nei prossimi anni e nei prossimi decenni accadere in termini di cambiamento climatico". "Il nostro obiettivo è quello di fornire al Paese degli strumenti che, aggiornati allo stato dell'arte, possano servire a migliorare la gestione dei rischi intervenendo con delle soluzioni più adeguate, più efficaci", conclude.