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(Adnkronos) - La prima volta non si scorda mai. Matteo Gigante, tennista azzurro di 23 anni, è riuscito a qualificarsi per il tabellone principale dell'Australian Open 2025 con un percorso netto che lo ha visto superare tutti i turni di qualificazione senza lasciare nemmeno un set agli avversari. Nell'ultimo turno Gigante ha battuto il portoghese Henrique Rocha in due set con il punteggio di 6-4, 7-5, terminando la partita in lacrime per la gioia. Ma chi è Matteo Gigante? Matteo Gigante è nato il 4 giugno 2002 a Roma, nel quartiere di Casal Palocco. Al momento numero 146 del mondo, in questo 2025 sta puntando la top 100 della classifica Atp, obiettivo che appare verosimile considerata la crescita costante mostrata dal ragazzo in tutto il 2024 e in questo inizio di stagione. Trampolino di lancio è stata la vittoria del 2023 nel Challenger di Tenerife, proiettandosi nella top 5 dei talenti Next Gen. Matteo si è fatto notare anche nella scorsa edizione degli Internazionali d'Italia, quando a Roma riuscì a superare il primo turno battendo Giulio Zeppieri nel derby azzurro e cedendo in quello successivo all'argentino Francisco Cerundolo. "Ricordo tutti gli anni quando venivo qui a vedere le partite con mio nonno. È stata un'emozione indescrivibile", aveva raccontato emozionato Gigante dopo la vittoria con Zeppieri, "quest'anno è come se avessi cambiato totalmente le cose: gli allenamenti, l'alimentazione, il riposo. Sto diventando un professionista". Grande amico di Flavio Cobolli, Gigante è stato anche tra i protagonisti dell'Italia impegnati nella United Cup, in cui gli azzurri sono usciti ai quarti di finale contro la Repubblica Ceca.
(Adnkronos) - "Del Piano Mattei ci è piaciuta molto l'attenzione da parte del governo a un Continente in così forte sviluppo. Il Piano nel corso del 2024 è stato riempito piano piano di contenuti, e i contenuti hanno iniziato a dare risultati. E mano a mano che passava il tempo è stato come un aggregatore del sistema Paese, con le banche di investimento, la cooperazione economica, Confindustria. Tutti hanno iniziato a parlare del tema in modo più coordinato. Il Sistema Paese ha dato quindi attenzione, dal punto di vista dell'impresa, allo sviluppo del Continente. E quindi il Piano è diventato non solo strategico e importante per l'Italia, ma è riconosciuto come l'unico vero piano per l'Africa sia da tutto il mondo dell'economia reale che dal mondo finanziario". Così con Adnkronos/Labitalia, Massimo Dal Checco, presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, commenta le parole di oggi su Africa e Piano Mattei della premier Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa con la stampa parlamentare. Per Dal Checco quindi il Piano Mattei è diventato "un piano non più fatto solo di annunci e di che cosa si voleva fare, ma un piano concreto. Noi abbiamo fatto a settembre scorso un incontro con 70 aziende, al quale hanno partecipato tutti gli attori coinvolti". E per Dal Checco è fondamentale che "con questo piano la cooperazione italiana, che prima era rivolta esclusivamente a tutto il mondo no profit, si sia rivolta anche al mondo profit. Perché si è capito che lo sviluppo economico in questi Paesi fa molto bene, anche associato a quella che era tutta la parte no profit". Positivo per Dal Checco, l'ampliamento del Piano ad altri Paesi, come annunciato dalla premier. "Da due punti di vista: il primo motivo sicuramente per le imprese, per avere più opportunità di più Paesi dove si può essere appoggiati dal piano Mattei. Ma l'altra cosa secondo me molto importante, non solo dal punto di vista economico, è contribuire alla crescita dell'Africa in un'etica che è conforme alla nostra, in modo tale da avere più facilità di rapporto nel futuro", sottolinea. E il prossimo 22 gennaio Confindustria Assafrica & Mediterraneo terrà la propria assemblea pubblica che sarà occasione per fare il punto proprio con le imprese associate sul piano Mattei. (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - “Questo fantastico impianto fotovoltaico è molto innovativo e unisce la tecnologia alla bellezza del luogo, è stato realizzato in tempi record da Acea e soprattutto da Areti, società del gruppo Acea, per garantire anche al Vaticano questa transizione energetica che diventa ormai ineludibile per tutto il nostro pianeta''. Lo afferma Barbara Marinali, presidente di Acea, durante l'inaugurazione ai Musei Vaticanii della nuova copertura vetrata fotovoltaica del Cortile delle Corazze. ''E' un impianto composto da 235 pannelli fotovoltaici ad altissima prestazione ed è stato realizzato grazie al coordinamento di Areti insieme ad una serie di ditte fornitrici e subappaltatrici in una armonia che ha consentito di realizzare tutto in sei mesi conciliando la realizzazione di questa infrastruttura con le visite dei turisti, che non sono state mai interrotte durante questo periodo. Una sfida che abbiamo accolto e che siamo contenti di aver portato a termine, collaborando con il Governatorato, con la Direzione infrastrutture e con tutte le strutture della città del Vaticano''. ''Questo è il primo passo di un tassello di iniziative che, insieme al Gruppo Acea, la città del Vaticano si accinge a realizzare per avere una completa transizione verso una Net Zero Economy all'interno di questo piccolo ma grande Stato. E' difficile integrare e trovare spazi dove realizzare infrastrutture fotovoltaiche in luoghi già fortemente costruiti e antropizzati. Questo è un esempio straordinario di come in un'infrastruttura che già esisteva si può pensare, immaginare e realizzare un impianto che si compenetri con un'infrastruttura già esistente. La sfida, qui e nelle città, è trovare spazi dove realizzare la transizione con infrastrutture compatibili con l'esistente”.