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(Adnkronos) - Non sarebbe in pericolo di vita Martina Voce, la studentessa fiorentina che è stata ferita con trenta coltellate dall'ex fidanzato a Oslo. La 21enne è stata colpita con un coltello alla gola, ed è ricoverata nel reparto di rianimazione di un ospedale della capitale norvegese, dove ha già subito due interventi chirurgici, come ha riportato la stampa di Oslo: il più lungo è durato sette ore e ha riguardato la lesione dietro l'orecchio sinistro, che ha intaccato la giugulare. Le sue condizioni sono giudicate gravi ma "non sarebbe in pericolo immediato di vita" come ha riferito la Farnesina all'Adnkronos, aggiungendo che "la famiglia è arrivata a Oslo ieri e che l'ambasciata segue la situazione da venerdì con la massima attenzione, prestando assistenza alla famiglia". "La prognosi è ancora riservata, ma le condizioni di Martina sono stazionarie e non ha febbre" racconta all'Adnkronos Antonio Voce, fratello di Carlo Voce, padre di Martina. "Siamo potuti stare con lei, nel reparto di rianimazione, un'oretta circa. Stamattina aveva avuto un collasso a causa delle ferite, ma hanno fermato l'emorragia e ora è stazionaria e bisogna solo aspettare. Nei prossimi giorni, anzi già domani dovrà subire altri interventi, alle mani e alla ferita alla guancia che ha raggiunto anche la gola e la carotide. Comunque i medici ci stanno dando notizie confortanti, l'emorragia è stata fermata ed è stazionaria". L'avvocato Carlo Voce ha raccontato: "Siamo in un ospedale molto ben attrezzato, è il migliore della Norvegia. L'hanno già operata due volte, è sotto controllo. E' in terapia intensiva, è intubata, dovrà affrontare molte altre operazioni ma si sta sperando che ce la faccia". L'aggressore è un 24enne norvegese di origini indiane, informatico. L'uomo, accusato di tentato omicidio, è stato fermato dalla polizia. "L'ex fidanzato di mia figlia non aveva dato segni di squilibrio - ha detto l'avvocato Carlo Voce intervistato da Sky Tg24 -. Sono stati fidanzati per due anni, e hanno convissuto per un anno e mezzo a Oslo. Ragazzo tranquillissimo. E' venuto in vacanza con noi tante volte, l'ho portato da tante parti, è venuto in Italia. Si erano lasciati a settembre, io lo avevo rivisto a novembre, e lui non aveva accettato questa cosa. C'è stata una causa scatenante: mia figlia ora sarebbe venuta in Italia e il fatto che non sarebbe venuto con lei forse... Però tutte le persone che lo hanno conosciuto non avrebbero mai detto che era una persona aggressiva". La ragazza era al lavoro in un fast-food del quartiere di Vulkan, quando si è presentato a sorpresa l'ex, che dopo una breve discussione le si è avventato contro colpendola ripetutamente con un coltello. Un colpo, in particolare, le ha raggiungo la giugulare, provocandole una grave emorragia. Altre tre persone, compreso l'assalitore, sono rimaste ferite perché alcuni colleghi della ragazza fiorentina sono intervenuti per fermare il giovane. Martina Voce, figlia dell'avvocato Carlo Voce, professionista noto a Firenze, si trova da due anni nella capitale della Norvegia per studiare Informatica all'Università. La storia sentimentale tra Martina e il 24enne, secondo quanto si è appreso, sarebbe finita dopo l'estate. Era stata la ragazza a troncare la relazione, ma lui non aveva accettato la sua decisione. Per alcune settimane le ha inviato messaggi insistenti per convincerla a tornare insieme, ma lei, esasperata, lo ha bloccato anche sui social. Venerdì scorso il giovane si è presentato al fast-food in cui Martina Voce lavora e le si è avventato contro impugnando un coltello da cucina: l'ha colpita ripetutamente con furia una trentina di volte, al volto, al collo, alle braccia, allo sterno e alla schiena. Solo grazie all'intervento di tre colleghi, due uomini e una donna, che lavorano con Martina, è stato probabilmente evitato il peggio. Immediatamente soccorsa, la 21enne è stata trasferita in ospedale, che si trova vicino al luogo dell'aggressione. La Procura di Oslo ha aperto un fascicolo d indagine ed ha disposto il fermo del 24enne norvegese, che si trova ricoverato e piantonato in ospedale. Nel frattempo, anche i parenti della vittima hanno presentato una denuncia alla Procura di Roma, competente per i reati commessi contro gli italiani all'estero. Il padre di Martina ha ricostruito anche la dinamica dell'aggressione. L'ex fidanzato è entrato all'improvviso "come un pazzo" nel fast-food gestito da due italiani dove lavora la 24enne e "le è saltato addosso e ha iniziato ad accoltellarla. Per fortuna sono intervenuti tre colleghi, tre ragazzi giovani, due ragazzi e una ragazza, che sono riusciti a fermare colpendo l'aggressore con un coltello, perché altrimenti non si sarebbe fermato". "Quindi c'è un ragazzo ferito con 50-60 punti alle braccia, un ragazzo con una spalla rotta, mia figlia con tutte queste coltellate: ne ha una sul viso, vicino all'occhio, ne ha tre dietro la testa, ne ha una dietro l'orecchio gravissima. Fortunatamente l'ospedale era vicino e in 5 minuti era arrivata - ha continuato l'avvocato Carlo Voce -. Ha anche ferite allo sterno e alla schiena e un polso rotto e le braccia massacrate. Ma posso dire che è stata molto fortunata che l'ospedale era vicino e ci sono stati questi tre santi ragazzi che l'hanno salvata".
(Adnkronos) - Gian Luca Sghedoni, tramite il family office Napura, da lui fondato e guidato, annuncia l’acquisizione di Litokol spa, azienda riconosciuta a livello globale per l’eccellenza tecnica dei suoi sistemi professionali per la posa della ceramica. L’operazione ha visto l’acquisizione delle quote da Daniela Cottafavi, azionista di riferimento e figlia del fondatore Luciano Cottafavi e da alcuni manager dell’azienda. Questa operazione strategica rappresenta un passo decisivo per ridefinire il futuro del settore, introducendo un approccio visionario che combina creatività scientifica e talento personale. “L’assunzione del totale controllo di Litokol - sottolinea Sghedoni - dimostra il grande impegno e coinvolgimento, mio e dei miei figli. Costruire un nuovo campione industriale è la mia sfida principale. In Litokol ho individuato una realtà imprenditoriale di eccellenza, focalizzata su ricerca tecnologica e forte di alti profili professionali. Il mio obiettivo è quello di sviluppare un ambizioso progetto di crescita”. “I miei figli Jacopo e Riccardo sono al mio fianco e insieme vogliamo ripartire all’insegna della gentilezza, dell’etica e dei valori verso tutti gli stakeholder. Il capitale umano è alla base della nostra visione aziendale per creare valore,” continua Sghedoni. “L’acquisizione di Litokol è un atto di fiducia verso il futuro del settore della posa di superfici che, per troppo tempo, è rimasto privo di innovazione. Il nostro obiettivo è creare un ambiente dove creatività scientifica e talento individuale possano prosperare, generando soluzioni che ridefiniscano gli standard”. Litokol sarà un hub di idee rivoluzionarie, un punto di incontro tra scienza dei materiali, intelligenza artificiale e creatività umana. Sarà un luogo in cui ricercatori, progettisti e artigiani potranno collaborare per sviluppare soluzioni che uniscano performance tecniche e un impatto ambientale senza precedenti. Tra i principali obiettivi: sviluppare materiali di posa altamente innovativi, ottimizzati per performance, sostenibilità e durabilità; esplorare l’applicazione di tecnologie avanzate, come nanomateriali e rivestimenti smart; promuovere un modello di innovazione aperta, collaborando con università, centri di ricerca e professionisti del settore. “Il coraggio di sognare e la voglia di innovare sono i pilastri del nostro progetto. Vogliamo costruire un futuro in cui la tecnologia e il capitale umano siano al servizio di un progresso autentico,” ha concluso l’imprenditore. “La cessione a Gian Luca Sghedoni - ha dichiarato Daniela Cottafavi - rappresenta per me il miglior futuro che potessi immaginare per l’azienda per garantirle prospettive solide. Questo accordo è quello che abbiamo voluto e perseguito con determinazione in questi mesi, grazie allo spirito di unione e a un sodalizio che io e Gian Luca abbiamo portato avanti con tenacia e convinzione. Siamo stati una squadra, uniti dallo stesso obiettivo”. Litokol spa, nata nel 1968 a Rubiera nel distretto ceramico, è un’azienda riconosciuta a livello globale per l’eccellenza tecnica dei suoi sistemi professionali per la posa della ceramica con un’expertise esclusiva nelle tecnologie a base epossidica e poliuretanica con brevetti internazionali. Gian Luca Sghedoni, 57 anni, sposato, tre figli. Entrato in Kerakoll nel 1988 all’età di 21 anni, quando l’azienda fatturava 11 milioni di euro, l’ha guidata portandola ai 500 milioni del 2019, quando lasciò l’azienda, per insanabili divergenze di vedute con gli attuali azionisti sulla gestione aziendale e sulla nomina di Andrea Remotti come AD. E’ stato insignito nel 2008 del premio Ernst & Young 'Imprenditore dell'Anno, nel 2014 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica il premio Leonardo Qualità Italia. Grande appassionato di arte contemporanea e design.
(Adnkronos) - “Questo fantastico impianto fotovoltaico è molto innovativo e unisce la tecnologia alla bellezza del luogo, è stato realizzato in tempi record da Acea e soprattutto da Areti, società del gruppo Acea, per garantire anche al Vaticano questa transizione energetica che diventa ormai ineludibile per tutto il nostro pianeta''. Lo afferma Barbara Marinali, presidente di Acea, durante l'inaugurazione ai Musei Vaticanii della nuova copertura vetrata fotovoltaica del Cortile delle Corazze. ''E' un impianto composto da 235 pannelli fotovoltaici ad altissima prestazione ed è stato realizzato grazie al coordinamento di Areti insieme ad una serie di ditte fornitrici e subappaltatrici in una armonia che ha consentito di realizzare tutto in sei mesi conciliando la realizzazione di questa infrastruttura con le visite dei turisti, che non sono state mai interrotte durante questo periodo. Una sfida che abbiamo accolto e che siamo contenti di aver portato a termine, collaborando con il Governatorato, con la Direzione infrastrutture e con tutte le strutture della città del Vaticano''. ''Questo è il primo passo di un tassello di iniziative che, insieme al Gruppo Acea, la città del Vaticano si accinge a realizzare per avere una completa transizione verso una Net Zero Economy all'interno di questo piccolo ma grande Stato. E' difficile integrare e trovare spazi dove realizzare infrastrutture fotovoltaiche in luoghi già fortemente costruiti e antropizzati. Questo è un esempio straordinario di come in un'infrastruttura che già esisteva si può pensare, immaginare e realizzare un impianto che si compenetri con un'infrastruttura già esistente. La sfida, qui e nelle città, è trovare spazi dove realizzare la transizione con infrastrutture compatibili con l'esistente”.