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(Adnkronos) - "Gomorra" di Roberto Saviano come simbolo negativo, un esempio "da evitare", contrapposto all'immagine di Falcone e Borsellino. È questo il messaggio diffuso sui social da Fratelli d'Italia nel giorno dell'anniversario della strage di Capaci. Nella didascalia del post si legge: "Diffida di chi ha migliorato la propria vita speculando sulla criminalità. Prendi esempio da chi l'ha combattuta, pagando con la vita". A stretto giro la reazione su Facebook di Nicola Fratoianni, di Avs: "Nel giorno in cui si ricordano le vittime di una delle stragi più efferate della mafia, come Giovanni Falcone, sua moglie e il personale di scorta, il partito della premier, sull’account ufficiale di FdI, non trova di meglio che attaccare un intellettuale come Roberto Saviano. E lo fanno senza citarlo, lanciando la pietra e nascondendo la mano. Come i codardi. E lo fanno utilizzando le stesse argomentazioni che ricordano quelli che la camorra ha utilizzato contro Saviano". "Lo dice il partito della presidente del Consiglio, un messaggio pericolosissimo - prosegue il leader di Sinistra italiana - che può essere letto come lo Stato che abbandona Saviano (e gli disegna un bersaglio sulla schiena). Lo scrittore vive sotto scorta da anni ormai, proprio per aver avuto il coraggio di raccontare. Lo Stato dovrebbe proteggerlo. E invece…". "Mi auguro che Meloni intervenga il prima possibile e faccia rimuovere questo post vergognoso. E spero anche che non abbia bisogno di chissà quale indagine interna per capire cosa sia accaduto. Vergogna", conclude Fratoianni.
(Adnkronos) - “La sicurezza stradale non può essere un optional: servono formazione, consapevolezza e responsabilità. A partire dalle autoscuole”. A dirlo oggi Unasca (Unione nazionale autoscuole e studi di consulenza automobilistica) nella sala capitolare del Senato della Repubblica, durante l’iniziativa 'Neo patentati: più sicurezza! Giovani, scuole guida e assicurazioni verso l’Europa', promossa dal senatore Gianluca Cantalamessa. Nel suo intervento, Alfredo Boenzi, segretario nazionale autoscuole Unasca, ha posto l’accento sulla necessità urgente di rivedere i percorsi formativi attuali: “Non possiamo limitarci alle sei ore minime di guida previste dalla legge. Formare un conducente significa formare un cittadino responsabile: verso sé stesso, verso gli altri, verso l’ambiente. Questo impegno va riconosciuto anche dalle istituzioni”. Sulla stessa linea Andrea Onori, responsabile nazionale sicurezza stradale Unasca: “La percezione del rischio alla guida è una competenza che si costruisce con metodo, esperienza e tempo. Occorre affiancare alla tecnica una vera educazione alla sicurezza stradale, che includa simulazioni, gestione delle emergenze e consapevolezza dell’impatto sociale degli incidenti. Solo così possiamo costruire una cultura della prevenzione”. Unasca ha avanzato anche una proposta concreta: incentivi fiscali per i corsi di approfondimento sulla sicurezza rivolti ai giovani. “Una riduzione dell’iva per i corsi collegati al conseguimento della patente - spiegano Boenzi e Onori - sarebbe un segnale concreto da parte dello Stato. Oggi questi percorsi non sono incentivati, nonostante possano fare la differenza tra un guidatore distratto e uno realmente preparato”. L’appello di Unasca alle istituzioni è chiaro: la revisione del sistema formativo dei conducenti non è più rinviabile. “La vera rivoluzione culturale inizia dai banchi dell’autoscuola. E' lì che si costruisce un futuro più sicuro per tutti”.
(Adnkronos) - “Il Piemonte, con tutti i suoi 1180 comuni, grandi, piccoli, piccolissimi, ha un tema che è quello di innovarsi ma soprattutto, di protendere verso un futuro che sia sostenibile e soprattutto sinergico; sinergico con le imprese che ci sono sul territorio, sinergico con gli enti locali che lo rappresentano, per far sì che entrambe le due figure, i due stakeholder principali, imprese e città, siano davvero il tessuto vivo”. E’ il commento del vicepresidente Anci Piemonte, Steven Palmieri, intervenuto a Biella alla presentazione del settimo bilancio di sostenibilità ambientale di A2A che ribadisce come sia fondamentale l’impegno delle politiche a livello regionale: “Non possiamo andare avanti con dei territori che diventano sempre più poveri senza imprese e non possiamo pensare di avere dei comuni che siano senza imprese e senza la spinta giusta per allocarle e farle crescere”.