ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - “Ho appreso con grande dolore personale la notizia della morte di Papa Francesco, avvertendo il grave vuoto che si crea con il venire meno del punto di riferimento che per me ha sempre rappresentato”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “La morte di Papa Francesco - prosegue il capo dello Stato - suscita dolore e commozione tra gli italiani e in tutto il mondo. Il suo insegnamento ha richiamato al messaggio evangelico, alla solidarietà tra gli uomini, al dovere di vicinanza ai più deboli, alla cooperazione internazionale, alla pace nell’umanità”. “La riconoscenza nei suoi confronti - conclude Mattarella - va tradotta con la responsabilità di adoperarsi, come lui ha costantemente fatto, per questi obiettivi”. Punti di riferimento nelle drammatiche settimane del Covid, come il 27 marzo del 2020, quando uno dopo l’altro lanciarono un messaggio di speranza ed incoraggiamento all’Italia e al mondo. L'impegno comune mai venuto meno, pur da una inevitabile diversità di prospettiva legata ai rispettivi ruoli svolti, per evitare che la 'guerra mondiale a pezzi' porti "a un mondo in pezzi", sollecitando "la soluzione pacifica dei conflitti in atto", a cominciare da quelli in Ucraina e Medio Oriente. Gli appelli rivolti alla comunità internazionale praticamente all'unisono, a partire soprattutto dalla fine del 2023 e l'inizio del 2024, per sviluppare un dibattito sui rischi e le opportunità connessi alle nuove tecnologie, in primo luogo l'intelligenza artificiale. Un’identità di vedute frutto di una vera e propria familiarità, andata oltre quella sintonia, anche sul piano umano e dell’amicizia, che ha caratterizzato il rapporto tra diversi Capi di Stato italiani e Papi. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e Papa Francesco, grazie anche al loro rapporto personale, nei dieci anni durante i quali hanno incrociato le loro strade, sono stati capaci di parlare lo stesso linguaggio, nella forma e nei contenuti, rispetto a tutti i temi forti e controversi che caratterizzano quello che il Pontefice non ha esitato a definire un cambiamento d’epoca: pandemia, guerre, sfide tecnologiche, immigrazione, lavoro, povertà, minaccia terroristica, tutela del pianeta. Questioni alcune delle quali subito centrali a partire dalla visita ufficiale del Capo dello Stato oltre Tevere il 18 aprile 2015 e da quella ricambiata dal Papa al Quirinale il 10 giugno del 2017, momenti culminanti di una continua interlocuzione fatta di occasioni pubbliche di incontro, scambio di messaggi, colloqui privati. E da ultimo con quel "richiamo alla speranza", tema guida del Giubileo in corso, che "tocca a noi saper tradurre in realtà", di fronte a problematiche che richiedono risposte coerenti con i doveri di solidarietà e di rispetto della dignità umana, ma anche in linea con i principi fondamentali della Costituzione e con i valori che ispirarono i padri fondatori dell’Unione europea, oggetto di ripetute esortazioni sia da parte di Mattarella che di Francesco. Così se per l’uno “l'occupazione, e la dignità -che ad essa è intrinsecamente legata- deve costituire il centro dell'esercizio delle responsabilità di istituzioni e forze sociali, così da prevenire e curare fenomeni di emarginazione, povertà, solitudine e degrado", per l’altro “il disagio giovanile, le sacche di povertà, la difficoltà che i giovani incontrano nel formare una famiglia e nel mettere al mondo figli trovano un denominatore comune nell'insufficienza dell'offerta di lavoro, a volte talmente precario o poco retribuito da non consentire una seria progettualità. È necessaria un'alleanza di sinergie e di iniziative perché le risorse finanziarie siano poste al servizio di questo obiettivo di grande respiro e valore sociale e non siano invece distolte e disperse in investimenti prevalentemente speculativi". Al Pontefice, Mattarella riconosce di aver sollecitato, con l'enciclica 'Laudato si', la comunità mondiale ad intervenire per far fronte a "fenomeni globali incontrollati come il riscaldamento del pianeta", prima che si arrivasse all'Accordo di Parigi sul clima. Entrambi si ritrovano concordi nel denunciare la trasformazione del mar Mediterraneo “da culla di civiltà in un baratro che divora uomini, donne e bambini, insieme alle loro speranze, alle loro aspirazioni, ai loro sogni”, in “un freddo cimitero senza lapidi”. Bergoglio in occasione di quegli incontri ufficiali rende merito al "modo col quale lo Stato e il popolo italiano stanno affrontando la crisi migratoria", ma “le proporzioni del fenomeno richiedono un coinvolgimento molto più ampio, non dobbiamo stancarci nel sollecitare un impegno più esteso a livello europeo e internazionale” per fermare “questo naufragio di civiltà”. La stessa collaborazione necessaria per rispondere alla tremenda sfida lanciata dal terrorismo, che spinge il Presidente della Repubblica a sottolineare l’importanza del viaggio del Pontefice in Egitto e il colloquio con le autorità religiose islamiche dell'Università di El Azhar. "Parole, e gesti, che hanno rappresentato un passo decisivo verso una maggiore comprensione reciproca, verso la costituzione di un fronte comune nei confronti dell'estremismo e del fanatismo, di qualunque matrice esso sia". “Come credente –afferma ancora Mattarella durante il suo primo mandato- mi rendo conto, tra gli altri aspetti, di quanto il mondo attuale abbia bisogno, senza rendersene conto, di quella misericordia che Francesco proclama e invoca. Questo sentimento lo avvertirei, peraltro, anche se non fossi credente”. E il Papa ricambia la stima, ricordando che da "tutti coloro che hanno responsabilità in campo politico e amministrativo ci si attende un paziente e umile lavoro per il bene comune, che cerchi di rafforzare i legami tra la gente e le Istituzioni, perché da questa tenace tessitura e da questo impegno corale si sviluppa la vera democrazia". “Grazie della testimonianza”, dice al Presidente della Repubblica, salutandolo al termine della visita di congedo in Vaticano il 16 dicembre del 2021, che si rivelerà soltanto un arrivederci, vista la riconferma al Colle di Mattarella che arriva poco più di un mese dopo. "Il popolo italiano non dimentica la sua rinuncia al meritato riposo fatta in nome del servizio richiestole dallo Stato", gli dirà Bergoglio il 29 maggio del 2023, consegnandogli in Vaticano il Premio 'Paolo VI', "una bella occasione per celebrare il valore e la dignità del servizio, lo stile più alto del vivere, che pone gli altri prima delle proprie aspettative". E sempre in quella occasione il Sommo pontefice, nel sottolineare "quella componente essenziale del vivere comune che è l’impegno per la legalità", ricorda il fratello del Capo dello Stato Piersanti tra "quanti hanno sacrificato la vita per la giustizia". "Paolo Vi -sottolinea il Presidente della Repubblica- è stato il Papa del mio passaggio dalla giovinezza all'età matura, è stato anche il mio Vescovo, perché negli anni del Concilio, tra Giovanni XXIII e Paolo VI, ero impegnato nella Gioventù di Azione cattolica della Diocesi di Roma. Per queste ragioni e tante altre che potrebbero essere ricordate avverto in alta misura l'onore di ricevere il Premio a lui intitolato e non posso nascondere la commozione di averlo ricevuto dalle mani del Santo Padre". Il suggello di un rapporto, come detto, andato oltre la diplomazia e l'amicizia.
(Adnkronos) - "La mia esortazione personale alle imprese è quella di cogliere le opportunità per aumentare la competitività. Ce ne sono alcune facilmente fruibili e che possono addirittura essere finanziate". Così Flavio Ferretti, presidente di Ibc, l'Associazione industrie beni di consumo, partecipando, oggi a Bologna, al seminario 'Industria dei beni di consumo ed evoluzione del contesto competitivo. Strumenti e soluzioni per la trasformazione digitale'. Un incontro pensato dall’associazione per “avvicinarsi alle aziende direttamente sul territorio”, sottolinea Ferretti. Organizzato in collaborazione con GS1 Italy e la società di consulenza Deloitte, l’evento si inserisce nel piano di iniziative varato da Ibc per promuovere l’innovazione delle imprese associate, con particolare attenzione alle piccole e medie, e rafforzare la collaborazione tra i comparti produttivo e distributivo. “Il tessuto imprenditoriale italiano è molto diffuso e ampio - spiega il presidente dell’associazione - Delle 35mila aziende associate ad Ibc, 20 mila sono micro e piccole, al di sotto del milione di fatturato annuo. Un numero che la dice lunga sull’organizzazione e la tipologia di competenze che queste aziende possono avere nel proprio organico”. Adottare strumenti utili a ottimizzare i processi e aumentare le performance aziendali sono driver di sviluppo imprescindibili in un contesto in continua evoluzione. Proprio nell’intento di supportare le aziende a individuare tali tool, è stata recentemente siglata una partnership tra Ibc e Cerved, che con la piattaforma 'Cerca il bando', raggruppa i bandi disponibili in Italia e supporta le aziende nell'orientamento al loro utilizzo: “Raggiungere gli obiettivi di maggiore digitalizzazione e modernità nei processi logistici - conclude Ferretti - è estremamente necessario per riuscire a portare le nostre aziende a livelli più alti Cerved è la modalità che abbiamo identificato per aiutare gli associati a trovare quelle vie di finanziamento o di contribuzione che altrimenti farebbero più fatica a raggiungere”.
(Adnkronos) - Le storie delle persone e delle comunità impegnate nel salvare le barriere coralline, un ecosistema vitale ma sempre più minacciato: è ora disponibile in streaming su Prime Video il documentario Reef Builders. Presentato da Sheba, il documentario esplora il programma Sheba Hope Grows, uno dei più grandi progetti di ripristino delle barriere coralline al mondo, guidato da Mars Sustainable Solutions (Mss). Attraverso spettacolari immagini fotografiche, sia terrestri che subacquee, il film racconta le sfide quotidiane, le soluzioni innovative e la speranza di chi lavora per proteggere uno degli ecosistemi più importanti per la biodiversità marina. (Video) Il film inizia con la storia di successo più conosciuta del programma, il ripristino della Hope Reef in Indonesia. Hope Reef è stata costruita grazie a un’invenzione semplice ma rivoluzionaria: una struttura in acciaio chiamata Reef Star, che ha trasformato un fondale distrutto e ricoperto di macerie coralline in una barriera corallina rigogliosa. Attraverso le testimonianze dirette dei volontari locali impegnati nella salvaguardia delle loro barriere coralline, gli spettatori scopriranno come il team di Mss, guidato da David Smith, stia collaborando con le comunità costiere e le Ong per ampliare il progetto su scala globale e ottenere un impatto ancora maggiore. Il documentario restituisce un quadro realistico delle sfide e delle difficoltà affrontate, così come dei successi e dei traguardi raggiunti, mettendo in luce la speranza, l’impegno costante e il potenziale trasformativo di uno dei più grandi e ambiziosi programmi di formazione per il restauro mai realizzati (Mss Impact Report, 2024). “Reef Builders racconta non solo un progetto di ripristino ambientale, ma una visione concreta del futuro che Mars intende contribuire a costruire. Attraverso la visibilità e il seguito dei nostri brand, disponiamo di una piattaforma di grande impatto, e sentiamo la responsabilità di metterla al servizio di un cambiamento positivo - ha affermato Aldo Mastellone, Corporate Affairs Senior Manager di Mars Italia - Il lancio del documentario Reef Builders rappresenta un momento significativo nella missione del programma Sheba Hope Grows. Con questo progetto vogliamo ispirare ed educare un numero sempre maggiore di persone sull’importanza di sostenere il ripristino delle barriere coralline”. Le barriere coralline, spesso chiamate le 'foreste pluviali del mare', sono oggi in grave pericolo. Gli scienziati stimano che, senza interventi concreti, entro il 2043 il 90% delle barriere coralline tropicali del pianeta potrebbe scomparire (Icri), con gravi conseguenze per il 25% della vita marina (Epa) e per circa un miliardo di persone che dipendono direttamente o indirettamente dai servizi ecosistemici che esse offrono, come la protezione delle coste e la sostenibilità delle risorse ittiche (Noaa). Diretto e prodotto da Stephen Shearman, con i produttori esecutivi Victoria Noble e Ben Padfield, e l’attrice e attivista ambientale Auli’i Cravalho in veste di produttrice associata, Reef Builders accompagna gli spettatori in un viaggio che tocca Bontosua (Indonesia), Lamu (Kenya), la Moore Reef (Australia) e l’isola natale di Auli’i, O’ahu (Hawai’i), offrendo uno sguardo senza precedenti sulla lotta per salvare le barriere coralline del pianeta.