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(Adnkronos) - Mentre c'è da sciogliere il nodo allenatore, Carlos Alcaraz si diverte con Flavio Cobolli. Il tennista spagnolo sta preparando la nuova stagione a Murcia con l'azzurro, grande protagonista del trionfo in Coppa Davis proprio contro la Spagna del numero uno del mondo, assente a Bologna per infortunio. Tra un allenamento e l'altro però i due trovano anche il modo per concedersi qualche momento di svago. Nell'ultimo video postato sulle storie Instagram di Stefano Cobolli, padre di Flavio, si vede l'azzurro costretto a pagare una 'penitenza' particolare dopo aver perso una sfida di campo. Alcaraz è infatti saltato sulle spalle di Cobolli, che lo ha portato così in giro facendo finta di colpirlo come un fantino con il suo cavallo. "Si paga... come sempre", ha scritto Stefano Cobolli, facendo intendere che non è la prima volta che Flavio paga una penitenza di questo genere. Risate e sorrisi tra i due, mentre l'azzurro si esibisce in squat con Alcaraz sulle spalle a fare il gesto del torero. Poi l'abbraccio, fraterno, tra i due. A seguire la preparazione di Alcaraz non c'è Juan Carlos Ferrero. Il tennista spagnolo si è infatti separato dallo storico allenatore, che lo ha seguito per sette anni, ufficializzando l'addio con un lungo post su Instagram. Ferrero ha risposto a sua volta con una, velata, frecciata: "Mi sarebbe piaciuto continuare", ha scritto il coach, facendo così intendere che la decisione di separarsi non sia stata del tutto condivisa. Ma quali sono stati i motivi dell'addio? I motivi dell'addio sembrano essere di natura contrattuale. Secondo quanto riportato da diversi media spagnoli, alla base della separazione ci sarebbe proprio il rinnovo del contratto di Ferrero. Il coach vantava infatti percentuali molto alte sugli introiti del giocatore, reduce da una delle migliori stagioni della carriera culminata con la riconquista del primo posto nel ranking Atp. L'entourage di Alcaraz avrebbe quindi provato ad abbassare queste percentuali e a rinegoziare un accordo al ribasso, che però Ferrero non ha accettato. Da qui nasce la rottura che ha portato poi alla definitiva separazione. Ma non è tutto. Sempre dalla Spagna riportano di un rapporto che si era fatto più teso tra i due, con Carlos che avrebbe voluto più libertà rispetto a quella che gli 'concedeva' Ferrero, che negli ultimi anni ha lavorato per far sì che il tennis fosse al primo posto. Per ora non sembrano essere previsti nuovi inserimenti nello staff di Alcaraz. Stando a quanto riportato da Marca, ad allenare lo spagnolo rimarrà Samuel Lopez, mentre potrebbe avere sempre più risalto nel team la figura di Alvaro Alcaraz, fratello di Carlos finora sparring partner.
(Adnkronos) - Il Ristorante Hotel Cipriani di Rio de Janeiro, guidato dallo chef Nello Cassese e ospitato nell'omonimo edificio, è stato nuovamente nominato miglior ristorante italiano al mondo dalla guida 50 Top Italy 2026 , che presenta il meglio della ristorazione italiana in Italia e all'estero. Il secondo posto è andato a Il Carpaccio, guidato da Alessandra Del Favero e Oliver Piras , situato presso Le Royal Monceau, a Parigi. Il terzo posto è andato a DaNico dello Chef Daniele Corona, a Toronto. La cucina italiana, recentemente dichiarata Patrimonio culturale immateriale dell'Umanità dall'Unesco, è stata celebrata dai suoi massimi esponenti durante il gran galà della cucina italiana 50 Top Italy 2026 al Teatro Manzoni di Milano. Il quarto posto è andato al Rezdôra di Stefano Secchi a New York, mentre il quinto è andato al Da Vittorio Shanghai , di proprietà della famiglia Cerea. Il sesto posto è andato a Torno Subito a Singapore, sotto la direzione dello chef Alessio Pirozzi e la supervisione di Massimo Bottura. Il settimo posto è andato al Fiola di Fabio Trabocchi a Washington Dc, e l'ottavo posto a Otto e Mezzo Bombana a Hong Kong, dello chef Umberto Bombana. Il nono posto è andato ad 'Agli Amici Rovinj' a Rovigno, di proprietà della famiglia Scarello, e il decimo posto ad Acquarello di Mario Gamba a Monaco di Baviera. I paesi con il maggior numero di sedi nella classifica di quest'anno sono gli Stati Uniti, la Francia e la Svizzera con 7 sedi ciascuno, seguiti da Cina e Belgio con 4. Sono stati assegnati sedici premi speciali al meglio della cucina italiana dentro e fuori i confini del Belpaese: Il Premio Pranzo dell'Anno 2026 – Pastificio dei Campi è andato a Il Carpaccio di Parigi; il Premio Piatto dell'Anno 2026 – Premio Latteria Sorrentina è andato a Fusillo al Ferretto, Lamiaceae, Caprino e Lime di Marotta Ristorante di Squille, mentre il Miglior menu degustazione 2026 – Premio Latteria Sorrentina è andato a Miseria e Nobiltà dell'Osteria Francescana di Modena. Lo chef dell'Anno 2026 – Premio Ferrarelle è Nello Cassese del Ristorante Hotel Cipriani di Rio de Janeiro. Il Maître dell'Anno 2026 – Premio Maistà è Massimo Raugi presso Villa Crespi a Orta San Giulio. Il manager dell'Anno 2026 – Premio Il Fritturista – Oleificio Zucchi (Manager dell'anno 2026 – Premio Il Fritturista – Oleificio Zucchi) è Gianni Caprioli di Giando a Hong Kong. Il Premio novità dell'anno 2026 – Solania è andato a Orsini di Zurigo, mentre il Premio Sommelier dell'Anno 2026 è andato a Emanuele Izzo presso Piazzetta Milù a Castellammare di Stabia. Il Premio made in Italy 2026 – Salumi Coati è andato a Torno Subito di Singapore, mentre il Premio Performance dell'Anno 2026 – D'Amico è andato a Roscioli Salumeria con Cucina di Roma. Il Premio migliore prima colazione 2026 – Latteria San Salvatore è andato a Il San Corrado di Noto , in Sicilia, mentre il Premio Icon 2026 – Latteria San Salvatore è andato a Mario Gamba di Acquarello di Monaco. Il Premio migliore comunicazione social 2026 – Premio Mammafiore è andato a Uliassi di Senigallia. Il Premio One to Watch 2026 – Goeldlin è andato a Sustànza di Napoli. Il Premio Pasticceria nella Ristorazione 2026 – Premio Mulino Caputo è andato al ristorante Duomo di Ragusa, mentre il Premio Pasticceria dell'Anno 2026 – Premio Mulino Caputo è andato a Pietro Macellaro di Piaggine.
(Adnkronos) - Sentimenti di ansia, sfiducia e rabbia nei confronti del futuro. Così l’emergenza climatica impatta sulla salute mentale e sul benessere psicologico, in particolare dei giovani italiani. È quanto emerge dall'indagine sull’ecoansia, condotta su un ampio campione di giovani italiani tra i 18 e i 35 anni, realizzata dall’Istituto Europeo di Psicotraumatologia e Stress Management (Iep) per conto di Greenpeace Italia e ReCommon, con la collaborazione di Unione degli universitari (Udu) e Rete degli studenti (RdS), e pubblicata sul Journal of Health and Environmental Research. I dati sono stati raccolti tra giugno e novembre 2024 con un questionario diffuso dalle associazioni studentesche in scuole e università italiane e online, compilato da 3.607 persone. Dalle risposte emerge che il 41% dei giovani intervistati associa il tema del cambiamento climatico a sentimenti di ansia per il futuro, il 19% a una sensazione di rabbia e frustrazione, il 16% ad impotenza e rassegnazione. Solo l’1% ha risposto affermando di sentirsi responsabile o di avere dei doveri nei confronti del Pianeta. Infine, per il 44% l’ansia generata dal cambiamento climatico ha un effetto negativo sul benessere psicologico nella vita di tutti i giorni. "Il cambiamento climatico non è solo un problema ambientale ma è diventato a tutti gli effetti una crisi emotiva e valoriale che interessa profondamente i giovani italiani, incidendo sul modo in cui immaginano il futuro, sulle decisioni quotidiane e persino sulle relazioni sociali - spiega Rita Erica Fioravanzo, presidente dello Iep - Per tutelare i giovani, dobbiamo riconoscere la gravità del loro disagio e affrontarlo insieme alle cause strutturali del cambiamento climatico". L'analisi evidenzia forti collegamenti tra l’ecoansia e un maggiore disagio psicologico generale, evidente non solo tra i giovani che sono stati colpiti direttamente da eventi climatici estremi, come alluvioni e ondate di calore, ma anche tra coloro che possiedono semplicemente una consapevolezza della minaccia climatica. Particolarmente colpiti risultano i giovani che vivono al Sud e nelle Isole, i quali presentano in media sia più preoccupazione per gli effetti della crisi climatica, sia in alcuni casi sintomi psicologici più intensi, come ad esempio insoddisfazione, ruminazione e ansia. Dall’analisi emerge che l'impatto del cambiamento climatico sul disagio psicologico è prevalentemente indiretto ed è mediato da tre fattori psicologici: l'ecoansia, il pessimismo nei confronti del futuro e, soprattutto, la mancanza di scopo nella vita. L’analisi delle risposte conferma la presenza diffusa di forte sfiducia, rabbia e frustrazione, sentimenti che sembrano prevalere nettamente sulla percezione della propria capacità individuale di poter contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici. "L’emergenza climatica incide drasticamente sulla nostra vita, con impatti ambientali già molto visibili. Questa indagine mostra che è anche una questione di salute mentale, che non possiamo continuare a ignorare - dichiara Simona Abbate della campagna Clima di Greenpeace Italia - Chiediamo al governo di riaccendere la speranza nel futuro agendo contro le cause della crisi climatica e facendo pagare ai suoi principali responsabili, le aziende del gas e del petrolio, i danni che stanno causando con le loro emissioni, oltre a garantire un supporto concreto alla salute delle persone, inclusa quella mentale, minacciata dagli effetti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici".