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(Adnkronos) - Luigi Nappi, professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università di Foggia, è stato eletto presidente nazionale della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) per il biennio 2028–2029. L’elezione - informa una nota - è avvenuta nel corso del 100esimo congresso nazionale della Sigo a Bari, alla presenza del presidente della Federazione mondiale di Ginecologia e Ostetricia, del presidente del Collegio europeo e di oltre 1.500 ginecologi provenienti da tutta Italia. Già Presidente dell’Associazione ginecologi universitari e membro del Consiglio esecutivo del Board europeo, Nappi guiderà ora l’intera comunità dei ginecologi italiani, includendo professionisti ospedalieri, territoriali e universitari. Nel delineare le linee del suo mandato, il neo Presidente ha sottolineato il forte valore istituzionale e sociale dell’incarico: "È per me motivo di grande orgoglio poter lavorare per il benessere della salute femminile e per i ginecologi che quotidianamente se ne prendono cura. Il mio mandato si colloca in una fase di profondi cambiamenti, che richiede interventi prioritari e condivisi da tutte le componenti professionali, in stretta collaborazione con il Ministero della salute, con le più alte Istituzioni nazionali e con quelle internazionali". Nel corso della cerimonia inaugurale del congresso, ha inoltre richiamato il messaggio istituzionale della presidente Giorgia Meloni che, nel salutare l’apertura dei lavori del congresso Sigo, ha ribadito "la centralità della professione ginecologica nella crescita del Paese, a sostegno delle donne, delle famiglie e dell’intera società". Al prof. Nappi sono giunti gli auguri del Rettore dell’Università di Foggia, prof. Lorenzo Lo Muzio, che ha espresso "vivo apprezzamento per l’importante riconoscimento, sottolineando come l’elezione rappresenti motivo di prestigio per l’Ateneo e per l’intera comunità accademica" conclude la nota.
(Adnkronos) - "Giovani e lavoro dignitoso per le ACLI di Roma non sono uno slogan, ma una direzione di marcia. Un binomio fondamentale per il presente e il futuro del Paese, perché senza un lavoro dignitoso non si costruisce una famiglia, non si progettano percorsi di vita stabili, non si coltiva quella serenità che permette di affrontare il quotidiano con fiducia. Per questo, per noi, il LaborDì è un vero e proprio laboratorio di speranza che mette al centro i valori del lavoro dignitoso, gli orizzonti di cambiamento e strumenti concreti, ideato per restituire fiducia e indicare coordinate chiare ai giovani che desiderano comprendere come costruire il proprio percorso professionale". È quanto ha dichiarato Lidia Borzì, vicepresidente delegata della ACLI di Roma e provincia, aprendo questa mattina, presso l’Auditorio della Tecnica dell’EUR, la IV edizione di LaborDì, la giornata promossa dalle ACLI di Roma che ha favorito l’incontro tra 1.600 studenti e il mondo del lavoro, tra competenze, imprese e sfide del futuro. "In questa giornata - ha aggiunto Borzì - ragazze e ragazzi possono toccare con mano ciò che spesso resta teoria, vivendo un’esperienza concreta costruita grazie a un grande lavoro di rete che li sostiene e non li imbriglia e che coinvolge Chiesa, Istituzioni, Imprese, Scuole e Terzo Settore. Tutti insieme dobbiamo impegnarci per costruire una grande alleanza per il lavoro dignitoso, affinché il lavoro non sia più sinonimo di incertezza, ma di futuro, affinché ogni persona, possa crescere, partecipare e contribuire al Bene Comune. Un luogo in cui i giovani, non si limitino a “sopravvivere” ma fiorire attraverso la propria umanità, professionalità e competenze". Il percorso della giornata ha accompagnato le classi del quarto e quinto anno di oltre 20 istituti superiori di Roma e provincia attraverso sessioni tematiche, simulazioni di colloquio con recruiter e momenti di orientamento personalizzato, con oltre 80 appuntamenti in agenda, 75 postazioni dedicate ai colloqui e circa 50 realtà imprenditoriali presenti. L’incontro tra profili e opportunità è ottimizzato da una piattaforma digitale di matching, pensata per trasformare l’orientamento in esperienza concreta. C’è stata la partecipazione della Regione Lazio con un punto informativo. L'intervento è stato finanziato con i fondi europei FSE+ 2021-2027. Tra i partner coinvolti: Poste Italiane, Eni, Italo, Autogrill, Würth. Presenti anche Acea, Anantara Palazzo Naiadi, Decathlon, Randstad, Leroy Merlin, EUR spa e altri brand del territorio e nazionali. "Abbiamo avuto anche - conclude Borzì - la gradita sorpresa di un messaggio arrivato da Papa Leone XIV. Lo ringraziamo per la vicinanza, il suo è sicuramente un incoraggiamento a proseguire su questa strada". "Penso questa sia un’interessante iniziativa. Ho voluto donare ai ragazzi la parola “Coraggio”, di esprimere le loro potenzialità ma anche di affrontare potenziali difficoltà e cadute", ha commentato il card. Reina. Mentre il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri ha detto: "Parliamo di un appuntamento molto utile per i ragazzi. Il lavoro è un tema fondamentale e noi lavoriamo per rafforzare la capacità della nostra città di offrire lavoro di qualità, creando opportunità ma anche alzandone il livello". L’assessore al Lavoro, Scuola, Formazione, Ricerca, Merito e Urbanistica della Regione Lazio, Giuseppe Schiboni, ha sottolineato come questa sia "una giornata importante, alla quale la Regione Lazio partecipa con piacere. Di questi giovani risalta la loro forza e la loro potenza, nonché la volontà di mettersi in gioco per raggiungere i loro obiettivi". Infine, il presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti, ha invitato i giovani a cercare "non il lavoro per vivere, ma uno che possa realizzarvi, senza dimenticare però che il lavoro serve anche incontrarlo e quindi essere pronti a cogliere sfide e opportunità".
(Adnkronos) - Oltreplastica è una mostra sul mutamento in atto nella plastica contemporanea e sul ruolo che il design svolge nel ripensare la materia, il progetto, la responsabilità. Lo si legge in una nota. Curata da Frida Doveil e prodotta da Adi Design Museum con il supporto di Eni, Main Partner del museo, la mostra esplora i percorsi di transizione che accompagnano la plastica “oltre” la sua natura, mettendo a fuoco il rapporto tra cultura materiale, innovazione industriale e sostenibilità ambientale. “Oltreplastica è qualcosa di più duraturo di un titolo di mostra” osserva la curatrice “È un neologismo. Vuole mettere in evidenza uno stato di fatto: la plastica come l’abbiamo sempre conosciuta è cambiata. Questo richiede modi nuovi di nominarla, di classificarla, ma soprattutto di utilizzarla. Oltreplastica ci suggerisce una nuova tassonomia di una materia in mutazione, e ci racconta dell’innovazione di design come vero volano culturale capace di favorire questa trasformazione” Più di trent’anni dopo l’appello di Carl Sagan a custodire “il pallido puntino blu”, simbolo della fragilità del nostro pianeta, la Osaka Blue Ocean Vision del G20 (2019) segna il primo impegno internazionale per azzerare entro il 2050 la dispersione di rifiuti plastici nei mari, attraverso un approccio globale al ciclo di vita della plastica. Un atto di responsabilità che, al di là della tecnica, chiama in causa l’intero sistema industriale e la Cultura del Progetto: un nuovo modo di pensare la materia, le sue forme, i suoi cicli vitali. “Progettare per la contemporaneità pone problemi di ruolo e di metodo: superate le illusioni del Modernismo, ci resta oggi l’idea di un progetto riformatore di design come modificazione continua del contemporaneo, un progetto che si carica di senso solo all’interno di un più vasto contesto sociale e acquista valore attraverso il dispiegarsi disciplinare nelle sue applicazioni concrete”. Commenta il presidente Adi Luciano Galimberti. “Scienza e tecnologia hanno oggi bisogno di nuove domande per poter elaborare nuove risposte orientate ai valori del progresso sociale. Solo una disciplina consapevole che il progetto di design non può limitarsi a prudente misura della distanza dagli obiettivi, ci aiuterà a capire i caratteri dinamici che la modificazione continua del contemporaneo impone.” Oltreplastica non celebra né condanna la plastica: ne indaga piuttosto la metamorfosi. Da simbolo del progresso moderno e della produzione di massa, materia leggera, versatile, accessibile, la plastica si trova oggi al centro di una ridefinizione radicale, nella quale design e scienza dei materiali agiscono insieme per riscriverne il destino. Attraverso una costellazione di prodotti, materiali e processi pionieri, la mostra racconta un percorso ancora in itinere, fatto di sperimentazioni concrete e invenzioni di progetto che testimoniano la possibilità di una plastica responsabile, capace di superare i limiti della propria origine. Il racconto si apre con un richiamo alle origini, quando i primi polimeri sintetici divennero materia dell’innovazione e del sogno moderno, con la sezione “La plastica degli inizi”. Cinque plastiche iconiche – poliuretano, resina poliuretanica, polietilene, polipropilene, acrilonitrile butadiene stirene, SAN stirene acrilonitrile – rievocate attraverso altrettanti oggetti premiati con il Compasso d’Oro tra il 1954 e il 2004, tracce tangibili di un’epoca in cui la plastica era “la materia dell’invenzione” per eccellenza. Da questa premessa storica si dipana una classificazione delle plastiche contemporanee, articolata in cinque profili di trasformazione e circolarità: rivitalizzata, la plastica che rinasce dal riciclo chimico e meccanico; a massa bilanciata, derivata da materie prime alternative; bio-based, prodotta da fonti biologiche rinnovabili; rigenerata, ottenuta da scarti e residui organici, biofabbricata, creata da organismi e cellule viventi. Cinque sezioni dove la materia non è più un’entità inerte, ma un campo di relazioni tra tecnologia, biologia e progetto. Collocando la lettura del cambiamento nella realtà concreta della produzione, Oltreplastica restituisce un panorama di imprese, ricercatori e designer che interpretano la materia come agente attivo di trasformazione. Il design emerge qui come pratica evolutiva, capace di generare bellezza a partire dallo scarto, di ridefinire gli standard estetici, di prefigurare un futuro in cui la plastica, pur restando plastica, diventa “plausibile” dal punto di vista ambientale, tecnico e culturale. Questo processo è inarrestabile: si muove in modo organico e rapido, attraversando scienza, industria, società e immaginario. Un’evoluzione che non riguarda soltanto i materiali, ma la nostra stessa idea di contemporaneità. La mostra è realizzata con il supporto di Eni, Main Partner.