ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Grande successo per l’evento 'Power Up Your Future Ess Experience Day' organizzato da Sungrow lo scorso 21 novembre, che ha visto la partecipazione di più di 200 tra i protagonisti del settore energetico in Italia e in Europa. L'evento ha avuto luogo in uno spazio che in passato era dedicato alla produzione di energia elettrica, macchinari e componentistica, e oggi si pone come icona di rinnovamento e design, "a conferma - evidenzia una nota - dell'impegno costante di Sungrow verso l'innovazione e il suo ruolo di leader nello sviluppo di soluzioni di energy storage in grado di sostenere gli ambiziosi obiettivi dell'Italia in materia di energie rinnovabili". Lewis Jindong Li, Presidente di Sungrow Europe, ha aperto i lavori dichiarando: “Abbiamo sempre riconosciuto l'Europa come un protagonista della transizione energetica globale. Siamo orgogliosi di presentare le nostre innovative soluzioni di energy storage raffreddate a liquido in Italia e di offrire un'opportunità per promuovere la collaborazione tra leader ed esperti del settore che sono in prima linea nella transizione energetica”. Le discussioni si sono incentrate sulle sfide e le soluzioni associate all'implementazione di sistemi Bess (Battery Energy Storage System) in Italia, a sostegno dell’impegno del Paese a raggiungere la 'carbon neutrality' entro il 2050. Le soluzioni Bess - spiega la nota - sono in grado di affrontare in modo unico. L'importanza dell'energy storage per la rete italiana è stata evidenziata da Fabio Zanellini, presidente della commissione tecnica di Anie, mentre il dott. Cai Zhuang, direttore generale, product center di Energy Storage Bu presso Sungrow, ha indicato che, secondo le previsioni, l'Italia avrà la quota più grande di nuovi sistemi BESS in Europa nel periodo 2024-2028, con 7,7 GWh che rappresentano oltre il 30% del totale stimato di nuove installazioni nella regione. Durante l'evento vi sono state presentazioni e panel approfonditi con rappresentanti delle istituzioni, accademici ed esperti del settore, che hanno condiviso le loro prospettive sulle tendenze dell’energy storage. Sono stati presentati casi di studio e si è discusso il ruolo di soluzioni innovative quali PowerStack 200CS di Sungrow per progetti commerciali e industriali e PowerTitan 2.0 per applicazioni da parte dei fornitori di energia elettrica. Entrambe le soluzioni sono progettate per migliorare la stabilità della rete, massimizzare l'utilizzo di energia rinnovabile e ridurre i costi operativi, allineandosi perfettamente alle mutevoli esigenze energetiche dell'Italia. Al contempo, l'impegno di Sungrow verso la massima sicurezza è stato dimostrato con l’esposizione dei risultati dei recenti Burn Test di PowerTitan 2.0 che Sungrow ha eseguito con successo sotto la supervisione degli esperti Dnv (Det Norske Veritas). I più recenti Bess di Sungrow, PowerTitan 2.0 e il PowerStack 200CS, che utilizzano l’avanzata tecnologia di raffreddamento a liquido dell’azienda, sono stati presentati per la prima volta in Italia nel corso dell’evento. I partecipanti hanno avuto l'opportunità di scoprire di persona questi prodotti innovativi. "PowerTitan 2.0, ideale per progetti su larga scala, offre capacità di formazione della rete senza paragone, migliorando la stabilità e la resilienza delle reti elettriche, mentre la sua scalabilità, il suo ingombro ridotto e l'elevata efficienza lo rendono perfetto per l'energy storage nel lungo termine. D'altro canto, PowerStack 200CS è su misura per l'uso commerciale e industriale (C&I), concentrandosi sulla riduzione dei costi operativi, sull'ottimizzazione del consumo energetico e consentendo alle aziende di ottenere una perfetta integrazione delle energie rinnovabili", spiega il comunicato stampa. Insieme, questi sistemi rappresentano l'impegno di Sungrow verso la creazione soluzioni energetiche sostenibili, offrendo affidabilità, prestazioni e flessibilità nell'affrontare le sfide del moderno panorama energetico. L'evento di Sungrow ha anche sottolineato la sua dedizione nel potenziare i suoi partner con tecnologie e servizi best-in-class che consentono un futuro più pulito e sostenibile. In questo ambito, l'evento ha ospitato importanti casi di studio come quello presentato da Richard Thwaites, ceo di Penso Power. Penso Power insieme a Bw Ess ha recentemente costruito un imponente progetto di battery storage da 100 Mw/331 Mwh a Bramley, nel Regno Unito, per il quale ha avuto luogo la prima consegna di PowerTitan 2.0 in Europa. Sul lato C&I, Glayx Srl ha fornito una visione dettagliata del settore, con Francesco Del Medico, ceo e business development manager dell'azienda, che ha portato un’interessante presentazione sulle sfide e le opportunità del Bess per i progetti C&I. "Le partnership - viene evidenziato - sono un elemento importante per lo sviluppo di progetti Ess di successo che siano sostenibili dal punto di vista tecnico, ambientale e finanziario". Secondo Vittoria Gratarola, product manager di Sungrow Italia, "la chiave per il successo di progetti Ess è una gestione efficace di svariati fattori, che coinvolgono non solo la progettazione e la consegna in sito delle soluzioni, ma anche un'attenta supervisione di tutte le fasi del ciclo di vita del progetto, dalla pianificazione e installazione alla fase di Operations & Maintenance, all'ottimizzazione a lungo termine. È essenziale comprendere appieno che un sistema di accumulo di energia è molto più di una semplice batteria, e una gestione completa è ciò che rende un progetto Ess un successo". Grazie al successo dell’evento Power Up Your Future Ess Experience Day di Milano, Sungrow - conclude la nota - "ha riaffermato il suo ruolo di partner affidabile nella transizione energetica dell'Italia, gettando le basi per future collaborazioni che plasmeranno il percorso del Paese verso un panorama energetico più verde e sostenibile".
(Adnkronos) - Il 69,6% di lavoratrici e lavoratori italiani ha un carico di cura: tra questi, il 36% ha la responsabilità di figli minorenni, il 46% segnala di occuparsi di familiari anziani o fragili (nel 16% dei casi si tratta di un impegno quotidiano) e il 30% si prende cura di altri minori della famiglia, come ad esempio i nipoti. Considerando chi affianca la responsabilità su figli minori e la cura di altri familiari anziano o fragili, è stato possibile identificare la cosiddetta “generazione sandwich”: si tratta del 18% dei lavoratori. Sono i principali risultati dell’Osservatorio Nazionale sui bisogni di welfare di lavoratrici e lavoratori con responsabilità di cura, di Welfare Come Te, in partnership con la Prof.ssa Elena Macchioni (Professoressa di Sociologia – Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali 'Università di Bologna’) e con il contributo dell’Istituto di Ricerca Ixè. Welfare Come Te – provider di welfare aziendale espressione della cooperazione sociale – oltre a servire numerose aziende nella progettazione di iniziative e servizi dedicate ai caregiver e al benessere personale, ha voluto anche creare questo spazio organico di osservazione sulle esperienze in atto di welfare aziendale, con una focalizzazione sulla condizione dei ‘lavoratori caregiver’. Il progetto si struttura a partire da un’indagine demoscopica quantitativa – realizzata su un campione rappresentativo di lavoratrici e lavoratori del settore privato. L’indagine monitora, con periodicità biennale, il welfare aziendale, fornendo una fotografia delle condizioni familiari, lavorative, dei bisogni e delle necessità di welfare dei lavoratori italiani, con un focus su quanti hanno una responsabilità di cura. La prima indagine è stata realizzata nel maggio 2024. Emergono altri dati interessanti: la conciliazione si basa prevalentemente sul “fai-da-te” degli stessi lavoratori, che in larga maggioranza (70%) dichiarano di riuscire a gestire gli impegni di lavoro e quelli personali e familiari grazie alla propria capacità organizzativa, aspetto rimarcato - per lo più - dalle donne e che si consolida con l’età delle rispondenti; sul fronte delle carenze i lavoratori lamentano innanzitutto (49%) la mancanza di servizi pubblici territoriali, particolarmente avvertita dai lavoratori residenti nelle regioni del centro e del sud Italia. Il 41% segnala anche la carenza di servizi di welfare aziendale. Nel groviglio di impegni da conciliare, i lavoratori trascurano, innanzitutto, il proprio benessere psicofisico, tema indicato dal 68%, e sottolineato per lo più dalle lavoratrici. Un lavoratore dipendente su tre sente di aver trascurato responsabilità familiari e il 19% il lavoro; chi è gravato da carichi di cura tende a giudicare se stesso con maggiore severità, sottolineando in misura significativamente più marcata le proprie mancanze sul fronte lavorativo e familiare. In questo scenario il welfare aziendale occupa uno spazio che appare ancora contenuto e non del tutto adeguato, il welfare offerto dalle imprese ha pochi elementi di utilità sociale, là dove presenti ricalcano i pillar del welfare state tradizionale (senza ricercare una vera e propria modalità di integrazione) e seguono una pratica di convenienza (ciò che la normativa permette di offrire con vantaggio fiscale), piuttosto che di convinzione (ciò che può essere realizzato tenendo conto dei reali bisogni di lavoratrici e ai lavoratori). Questo studio ha restituito la dimensione del fenomeno su scala nazionale ed ha evidenziato uno spazio ampio di lavoro e di intervento. È necessario promuovere una nuova narrazione del welfare, lo sviluppo di una prospettiva sociale e di personalizzazione degli interventi, attraverso un approccio plurale– preferibilmente sviluppato a partire dal livello territoriale – in cui imprese, PA e Terzo Settore possano cooperare in risposta ai bisogni crescenti di cura di lavoratrici e lavoratori.
(Adnkronos) - Milano, 27 nov. - "Una delle grandi novità di questo Rapporto integrato di sostenibilità è che al nostro fianco, nel percorso di costruzione dei contenuti del rapporto e in una logica di miglioramento continuo, abbiamo voluto un comitato scientifico di indirizzo, che ha tra le sue punte di diamante il fisico Guido Tonelli e il già ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, da cui è nato il sistema di consorzi di filiera ed è stato il primo a mettere in atto quella che oggi chiamiamo economia circolare, ma che all'epoca era solo gestione migliore dei rifiuti. Ronchi è un attento conoscitore dell'evoluzione della normativa e degli aspetti legati alla necessità di mettere a disposizione delle istituzioni dati ed informazioni sempre più accurati. All’interno del comitato scientifico di indirizzo, abbiamo anche la vicepresidente di Confindustria Lara Ponti, con delega all'Ambiente”. Così Simona Fontana, direttore generale di Conai - Consorzio nazionale imballaggi, in occasione della presentazione del Rapporto di sostenibilità 2024 del consorzio. “Noi siamo un consorzio di oltre 700.000 imprese, produttori e utilizzatori di imballaggi - spiega Fontana - all'interno del quale il ruolo delle aziende private che producono e utilizzano imballaggi è fondamentale. Noi siamo le imprese che si occupano di gestire correttamente gli imballaggi che vengono utilizzati e che vengono da loro prodotti”. “L'altro referente che abbiamo all'interno del nostro Comitato scientifico di indirizzo è il professor Bellavite Pellegrini, docente universitario esperto della tematica degli Esg applicata al mondo delle imprese, che ci può dare quindi una chiave di lettura altrettanto interessante di quello che rappresenta il rapporto integrato di sostenibilità di Conai in questa fase di evoluzione della reportistica della sostenibilità delle imprese - aggiunge il direttore generale del consorzio, che prosegue - L'altra importante novità di questo Rapporto integrato di sostenibilità è legata al lavoro di attenta valutazione fatta con tutti i nostri stakeholder. Quello che noi presentiamo è quello che ci è stato chiesto di presentare dai nostri stakeholder, che vanno dalle istituzioni, abbiamo infatti un forte legame con il Mase e dal Mimit e i loro organi più tecnici, Enea da una parte e Ispra dall'altra, alle imprese nostre consorziate, fino all'ecosistema dei consorzi che fanno parte di Conai e che rappresentano coloro che rendono possibile il la trasformazione dei rifiuti di imballaggio in nuove materie” conclude Fontana. "Il nostro rapporto di sostenibilità di quest'anno fa una descrizione di come l'economia circolare, applicata alla corretta gestione degli imballaggi, rappresenti un valore per l'intera economia nazionale. Lo abbiamo fatto partendo per la prima volta da uno studio promosso insieme ad European House Ambrosetti per quantificare l'impatto economico su tutto il sistema nazionale del gestire bene i nostri imballaggi”. Lo dichiara Simona Fontana, direttore generale di Conai - Consorzio nazionale imballaggi, in occasione della presentazione del Rapporto di sostenibilità 2023 tenutasi a Milano. “Le aziende italiane, che utilizzano e producono gli imballaggi, si fanno carico dell'aspetto economico della loro corretta gestione a fine vita, pagando un contributo, chiamato contributo ambientale Conai - spiega Fontana - Questo è il miglior investimento che le aziende possono fare per la nostra economia, in quanto un euro di contributo ambientale vale 4,6 euro nell'economia reale. Questo è il principale risultato e la principale novità che portiamo oggi nel nostro rapporto integrato di sostenibilità”. “Quando parliamo di economia circolare e di sostenibilità, il nostro principale compito, come Conai, è garantire il corretto raggiungimento degli obiettivi ambientali e, di conseguenza - continua - delle ricadute positive per l'ambiente del gestire correttamente, attraverso riutilizzo e riciclo, gli imballaggi che vengono utilizzati dalle nostre imprese e da tutti noi nella vita quotidiana”. “Abbiamo potuto calcolare che nel solo 2023, grazie al riutilizzo e al riciclo degli imballaggi usati, è stato possibile risparmiare un’enorme quantità di CO2 pari a quella che si consumerebbe per fare 8mila viaggi in aereo intorno al mondo - sottolinea direttore generale di Conai - Se poi pensiamo anche al fatto che riciclare consente anche di ridurre i consumi di energia e, quindi, di rendere più efficienti i processi in cui viene utilizzato anche il materiale da riciclo, anziché il materiale primario, vediamo che il risparmio di energia che è stato generato nel solo anno 2023 è pari a quello del consumo della metà delle famiglie italiane”. “Numeri impressionanti che dimostrano ancora una volta come un piccolo pezzo del monte rifiuti (gli imballaggi sono solo l'8% del totale dei rifiuti che vengono prodotti in un anno in Italia) porta importanti risultati, quindi è un messaggio propositivo per fare in modo che il restante 92% possa contribuire maggiormente ai risultati positivi che stiamo presentando oggi nella corretta gestione degli imballaggi”, conclude.