ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - "Il 2025 è stato un anno di sfide affrontate con determinazione e responsabilità. Abbiamo concentrato i nostri sforzi nel riportare la politica industriale europea su un piano realistico, abbandonando alcune derive ideologiche che, sposate troppo frettolosamente, hanno rischiato di strozzare le imprese e di mettere a serio rischio la crescita economica dell’intero continente". Lo scrive il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, nell'intervento per la 35esima edizione del Libro dei Fatti dell'Adnkronos, in libreria dal 4 dicembre con una cronologia ampliata al 31 ottobre 2025. "Abbiamo parlato con chiarezza e agito con fermezza - rivendica Urso - proteggendo settori fondamentali come l’automotive, duramente colpito da politiche troppo restrittive. A difesa di questo settore strategico, abbiamo presentato un ‘non paper’ che ha ottenuto il supporto di 14 Paesi membri, ma soprattutto ha avuto il merito di infrangere un tabù: dire no all’utopia del Green Deal". "Da qui - ricorda - è partito un processo virtuoso che ha generato la presentazione di altri 6 ‘non paper’ in collaborazione con diversi Paesi europei, a difesa di un’industria ancora forte che chiede di essere protetta dal declino. Occorre muoverci con investimenti e misure al passo con i tempi, mentre altri giganti avanzano, conquistando terreno sulla tecnologia e sul controllo dei mercati". Il ministro sottolinea come "il Paese, grazie alla conquista di una nuova credibilità internazionale, fondata sulla stabilità politica e sull’impegno rigoroso nella finanza pubblica, non solo è tornato attendibile, ma è divenuto un punto di riferimento internazionale. L’Italia di oggi è migliore di come l’abbiamo trovata: lo spread è crollato, l’occupazione è cresciuta, i conti pubblici migliorano, le agenzie di rating ci premiano di mese in mese e gli investitori esteri guardano al Paese con inedito entusiasmo, regalandoci record mai visti e consentendoci di scalare le classifiche internazionali di attrattività. Anche le esportazioni mostrano segnali positivi, nonostante un contesto internazionale complesso e l’introduzione di nuovi dazi, grazie alla qualità dei prodotti Made in Italy". "Continueremo su questa strada con fiducia - continua Urso - esplorando nuovi percorsi come delineato nel 'Libro Bianco per la Politica Industriale'. È cruciale sostenere sia i settori tradizionali della nostra manifattura, sia quelli strategici per il futuro, come la blue economy, la difesa, lo spazio e il settore farmaceutico, pilastri di un’Italia che guarda avanti e investe nelle sue eccellenze". "Ci attende un percorso impegnativo in un contesto geopolitico complesso, ma lavoreremo instancabilmente affinché Bruxelles acceleri nelle decisioni critiche per il rilancio industriale, essenziali per l’autonomia strategica e quindi per la libertà e la democrazia. Proseguendo su questa strada, con unità d'intenti, determinazione e visione, l’Italia - conclude - continuerà a essere protagonista di un’Europa più forte, equa e sostenibile, che non lascia indietro nessuno".
(Adnkronos) - Manageritalia executive professional, l’associazione di Manageritalia dedicata alle figure manageriali e alle alte professionalità che operano con contratti libero professionali, è fortemente contraria alla disposizione che subordina il pagamento dei compensi ai liberi professionisti per prestazioni rese in favore della pa alla dimostrazione della regolarità fiscale e contributiva, senza alcun limite di importo e quindi anche per somme irrisorie. “Riteniamo fortemente vessatorio - afferma Carlo Romanelli, presidente di Manageritalia Executive Professional - abolire il limite di 5000 euro attualmente esistente per legge per il pagamento dei debiti della PA. Inoltre, obbligare il professionista a produrre la documentazione che prova la regolarità fiscale e contributiva al momento della presentazione della fattura rappresenterebbe un aggravio di costi e di tempo. Chiediamo – conclude Romanelli - l’abolizione della norma all’art. 129 e il ritiro dell’emendamento, entrambi iniqui e penalizzanti per la categoria dei liberi professionisti”.
(Adnkronos) - Sono 2,4 milioni - il 9,1% del totale - le famiglie che nel 2024 si sono trovate in condizione di povertà energetica secondo l’Oipe, Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica. Un valore che, pur rappresentando il massimo storico della serie, risulta solo in lieve aumento rispetto all’anno precedente quando la povertà energetica toccava 2,36 milioni di famiglie, il 9%. Queste le evidenze presentate oggi a Milano durante il seminario 'La povertà energetica in Italia', ospitato da Arera e promosso da Oipe e Fondazione Banco dell’energia, ente filantropico che ha tra i suoi obiettivi quello di sostenere persone e famiglie vulnerabili attraverso progetti solidali. A livello territoriale la quota di famiglie aumenta nelle Isole (+0,8%) e nel Nord Ovest (+0,7%) mentre si riduce di quasi 1 punto percentuale nel Sud e rimane invariata nel Centro e nel Nord Est. Si conferma inoltre una maggior concentrazione del fenomeno nelle periferie e nei piccoli centri. A livello regionale, la percentuale di famiglie in povertà energetica oscilla tra il 5% del Lazio e il 18,1% della Puglia (nel 2023 ultima in classifica era la Calabria). La Sardegna è la regione che registra l’incremento maggiore (+2,8 punti percentuali) seguita dal Piemonte (+2,3 p.p.) e dall’Umbria (+1,6 p.p.). Bene invece la Basilicata (-3,7 p.p.) seguita dalla Campania (-1,8 p.p.) e dalla Calabria (-1,7 p.p.). “La povertà energetica è un fenomeno che riguarda strutturalmente oltre 2 milioni di famiglie, in particolare nelle aree periferiche, piccoli centri, e che affligge le famiglie con minori e stranieri. Occorre intervenire sul fronte delle politiche di contrasto per renderle più selettive ed efficaci”, dice Luciano Lavecchia, economista, Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica. La quota di famiglie in povertà energetica con minori è in aumento rispetto al 2023 (+0,8 punti percentuali) e si attesta all’11,4% del totale, un dato superiore alla media complessiva (9,1%). Il fenomeno interessa 1,1 milioni di bambini, in riduzione del 5% rispetto all’anno precedente. L’incidenza della povertà energetica rimane più concentrata nelle famiglie la cui persona di riferimento è straniera. In particolare, rispetto al 2023, c’è una significativa riduzione del numero di minori coinvolti appartenenti a famiglie straniere (-12,5%) a fronte di una riduzione più contenuta per quelli di famiglie italiane (-1,2%). A livello territoriale, si riduce il numero complessivo di minori coinvolti nel Mezzogiorno (-22%) e nel Centro (-4%) a fronte di un aumento nel Nord (+9%). In generale, l’incidenza del fenomeno è maggiore nelle famiglie 'straniere', sia con minori (2,5 volte superiore) sia senza (2,8 volte). Le famiglie italiane con meno disponibilità economiche continuano a destinare una quota molto elevata della propria spesa complessiva ai beni energetici: l’8-9%, contro il 3-4% delle famiglie più benestanti. Questo divario persiste nonostante nel 2024 la spesa domestica per l’energia sia diminuita complessivamente di quasi il 15% rispetto al 2023, grazie a una sostanziale contrazione dei prezzi. Nel 2024 i bonus sociali per elettricità e gas sono tornati a un regime ordinario, a seguito dell’eliminazione della componente integrativa e dell’abbassamento della soglia di accesso a 9.530 euro dai 15mila del 2023. Contestualmente è venuta meno anche la gradualità che prevedeva un sostegno ridotto fino a 15mila euro. Questi cambiamenti hanno determinato una riduzione significativa nel 2024 del numero di bonus erogati, pari a 4,5 milioni (-40,5% su base annua), e degli importi complessivi, scesi del 78,8% da 2.143 a 453 milioni di euro (fonte: Arera). Negli anni precedenti, in particolare nel 2022 e per tutto il 2023, il caro energia aveva portato all’introduzione di misure straordinarie: l’automatismo e l’innalzamento temporaneo delle soglie Isee avevano ampliato la platea dei potenziali beneficiari, facendo crescere il numero dei bonus erogati da 1,35 milioni nel 2020 al picco di 7,58 milioni nel 2023. "La giornata di oggi offre un’opportunità di confronto necessario per approfondire, partendo dai dati, un fenomeno che interessa 2,4 milioni di famiglie in Italia con un impatto differente sui territori. Per la Fondazione Banco dell’energia questi numeri indicano che dobbiamo continuare a costruire interventi capaci di sostenere i nuclei familiari più fragili, affiancandoli anche con attività di sensibilizzazione sui consumi. Sappiamo che per raggiungere un risultato duraturo occorre un impegno condiviso: per questo vogliamo proseguire nello sviluppo di alleanze territoriali e di iniziative capaci di generare effetti positivi nel medio-lungo periodo. In questa prospettiva, il contributo dell’Osservatorio e l’analisi di oggi sono essenziali per orientare scelte strategiche ed efficaci, a beneficio delle comunità", osserva Roberto Tasca, presidente Fondazione Banco dell’energia e presidente di A2A. “Di fronte alle 2,4 milioni di famiglie toccate dal fenomeno della povertà energetica in Italia, secondo i nuovi dati Oipe, continuiamo a sentire la responsabilità di trasformare i numeri in azioni concrete. L'obiettivo di Edison resta fare sistema con imprese, istituzioni ed enti del terzo settore, e siamo convinti che il confronto su esperienze e dati, come avvenuto oggi presso la sede di Arera, aiuti a trovare soluzioni per supportare le famiglie in difficoltà e generare un impatto positivo. Crediamo nella forza delle alleanze: la Fondazione è il luogo in cui la responsabilità sociale diventa progetto condiviso, misurabile e duraturo”, dichiara Nicola Monti, vicepresidente di Fondazione Banco dell'energia e amministratore delegato di Edison.