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(Adnkronos) - Manca meno di una settimana all'attesissimo annuncio dei cantanti che calcheranno il palco dell'Ariston per la 75esima edizione del Festival di Sanremo. L'appuntamento è fissato per domenica 1 dicembre, durante l'edizione delle 13.30 del Tg1, quando il direttore artistico Carlo Conti svelerà i protagonisti in gara. Nel frattempo, cresce l'attesa e impazza il Totofestival, il fenomeno legato al FantaSanremo, il popolare fantasy game che permette ai fan di fare previsioni sui possibili concorrenti. Grazie all’app ufficiale, i partecipanti possono scommettere sui nomi più quotati, cercando di indovinare chi sarà davvero in gara al Festival. Secondo la fantaclassifica, aggiornata per l’Adnkronos, i nomi più gettonati dai fan vedono saldamente sul podio: Anna Pepe; Elodie e Achille Lauro. A seguire, nella Top 10, troviamo: Olly, Benji e Fede, Alfa, Arisa, Bresh, Gaia e, in decima posizione, i Pinguini Tattici Nucleari. L’ingresso della band bergamasca in decima posizione è una delle novità della classifica aggiornata. La popolare band, reduce da record di vendite e concerti sold out, ha preso il posto di Sarah Toscano, che scende al 13esimo posto. La parte centrale della classifica registra importanti variazioni, con artisti in ascesa e altri in leggera flessione. Spiccano i progressi degli 883, Annalisa, Tony Effe e Jalisse. Mentre subiscono una lieve flessione, oltre alla vincitrice della scorsa edizione del talent 'Amici' Sarah Toscano, Tananai, Irama, Madame, Ermal Meta e Francesca Michielin. Tra le sorprese più intriganti, spiccano due new entry: la vincitrice del festival della scorsa edizione Angelina Mango (28esimo posto) e Cesare Cremonini (30esimo posto), che potrebbe rappresentare un vero e proprio colpo di scena. Nel dettaglio la fanta-lista dall'11esima alla 30esima posizione: 11. il sogno di una reunion degli 883, con Max Pezzali e Mauro Repetto (+1); 12. Annalisa (+2); 13. Sarah Toscano (-3); 14. Tananai (-1); 15. Francesco Gabbani (stabile); 16. Tony Effe (+2); 17. Irama (-1); 18. Madame (-1); 19. Tiziano Ferro (stabile); 20. Damiano David (stabile); 21. Coma_Cose (stabile); 22. Tommaso Paradiso (stabile); 23. Blanco (stabile); 24. Jalisse (+1); 25. Ermal Meta (-1); 26. Caparezza (stabile); 27. Brunori Sas (stabile); 28. Angelina Mango (new entry); 29. Francesca Michielin (-1); 30. Cesare Cremonini (new wentry). Tra gli esclusi dalla classifica aggiornata figurano il celebre duo Al Bano e Romina Power e Michele Bravi, che non compaiono più tra i favoriti del Totofestival. Con l’annuncio ufficiale ormai imminente, il fermento tra i fan è alle stelle. La fantaclassifica riflette le aspettative del pubblico, ma sarà solo Carlo Conti, domenica 1 dicembre, a svelare i veri protagonisti della 75esima edizione del Festival di Sanremo. Non resta che attendere per scoprire se le previsioni dei fan troveranno conferma.
(Adnkronos) - Il 69,6% di lavoratrici e lavoratori italiani ha un carico di cura: tra questi, il 36% ha la responsabilità di figli minorenni, il 46% segnala di occuparsi di familiari anziani o fragili (nel 16% dei casi si tratta di un impegno quotidiano) e il 30% si prende cura di altri minori della famiglia, come ad esempio i nipoti. Considerando chi affianca la responsabilità su figli minori e la cura di altri familiari anziano o fragili, è stato possibile identificare la cosiddetta “generazione sandwich”: si tratta del 18% dei lavoratori. Sono i principali risultati dell’Osservatorio Nazionale sui bisogni di welfare di lavoratrici e lavoratori con responsabilità di cura, di Welfare Come Te, in partnership con la Prof.ssa Elena Macchioni (Professoressa di Sociologia – Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali 'Università di Bologna’) e con il contributo dell’Istituto di Ricerca Ixè. Welfare Come Te – provider di welfare aziendale espressione della cooperazione sociale – oltre a servire numerose aziende nella progettazione di iniziative e servizi dedicate ai caregiver e al benessere personale, ha voluto anche creare questo spazio organico di osservazione sulle esperienze in atto di welfare aziendale, con una focalizzazione sulla condizione dei ‘lavoratori caregiver’. Il progetto si struttura a partire da un’indagine demoscopica quantitativa – realizzata su un campione rappresentativo di lavoratrici e lavoratori del settore privato. L’indagine monitora, con periodicità biennale, il welfare aziendale, fornendo una fotografia delle condizioni familiari, lavorative, dei bisogni e delle necessità di welfare dei lavoratori italiani, con un focus su quanti hanno una responsabilità di cura. La prima indagine è stata realizzata nel maggio 2024. Emergono altri dati interessanti: la conciliazione si basa prevalentemente sul “fai-da-te” degli stessi lavoratori, che in larga maggioranza (70%) dichiarano di riuscire a gestire gli impegni di lavoro e quelli personali e familiari grazie alla propria capacità organizzativa, aspetto rimarcato - per lo più - dalle donne e che si consolida con l’età delle rispondenti; sul fronte delle carenze i lavoratori lamentano innanzitutto (49%) la mancanza di servizi pubblici territoriali, particolarmente avvertita dai lavoratori residenti nelle regioni del centro e del sud Italia. Il 41% segnala anche la carenza di servizi di welfare aziendale. Nel groviglio di impegni da conciliare, i lavoratori trascurano, innanzitutto, il proprio benessere psicofisico, tema indicato dal 68%, e sottolineato per lo più dalle lavoratrici. Un lavoratore dipendente su tre sente di aver trascurato responsabilità familiari e il 19% il lavoro; chi è gravato da carichi di cura tende a giudicare se stesso con maggiore severità, sottolineando in misura significativamente più marcata le proprie mancanze sul fronte lavorativo e familiare. In questo scenario il welfare aziendale occupa uno spazio che appare ancora contenuto e non del tutto adeguato, il welfare offerto dalle imprese ha pochi elementi di utilità sociale, là dove presenti ricalcano i pillar del welfare state tradizionale (senza ricercare una vera e propria modalità di integrazione) e seguono una pratica di convenienza (ciò che la normativa permette di offrire con vantaggio fiscale), piuttosto che di convinzione (ciò che può essere realizzato tenendo conto dei reali bisogni di lavoratrici e ai lavoratori). Questo studio ha restituito la dimensione del fenomeno su scala nazionale ed ha evidenziato uno spazio ampio di lavoro e di intervento. È necessario promuovere una nuova narrazione del welfare, lo sviluppo di una prospettiva sociale e di personalizzazione degli interventi, attraverso un approccio plurale– preferibilmente sviluppato a partire dal livello territoriale – in cui imprese, PA e Terzo Settore possano cooperare in risposta ai bisogni crescenti di cura di lavoratrici e lavoratori.
(Adnkronos) - “L’Italia, Paese leader del riciclo in Europa, vive un paradosso proprio sul materiale riciclabile al 100 per cento e infinite volte, l’alluminio. Non sono infatti disponibili quantità sufficienti di rottami. Abbiamo, cioè, una capacità di riciclo sottoutilizzata”. Lo hanno affermato il presidente di Assomet-Centroal, Danilo Amigoni, e il direttore generale di Cial, Stefano Stellini, in una conferenza stampa alla Camera. (VIDEO) “La ragione - ha spiegato Amigoni - è che in quantità crescente (a livello Ue 1,4 mln t nel 2023, +13% su base annua) i rottami di alluminio vengono accaparrati sul mercato da Paesi del Far East, dove vengono lavorati con bassi standard ambientali e tramite sussidi che danneggiano l’Europa e, al suo interno, in modo particolarmente grave, l’Italia. Chiediamo alla politica italiana, che nei mesi scorsi ha offerto un primo segnale inserendo i rottami di alluminio e di altri metalli non ferrosi nel sistema di monitoraggio nazionale sull’export delle materie prime critiche, di spingere per l’introduzione in Europa di norme che consentano la fuoriuscita di rottame solo verso Paesi terzi in grado di certificare i medesimi standard ambientali della Ue, e dunque i medesimi oneri a carico delle imprese. Chiediamo inoltre una posizione a favore di modifiche al Cbam, il meccanismo che tassa l’importazione in Ue di materiali ad elevate emissioni, ma non i prodotti finiti che al loro interno contengono proprio quei materiali. Il che è un ulteriore elemento di penalizzazione per le attività di riciclo e per il mercato all’interno della Ue”. Le performance dell’alluminio nel riciclo sono molto evidenti nel comparto degli imballaggi, di cui si occupa Cial. Stellini ha evidenziato: “Con un tasso di riciclo medio, negli ultimi cinque anni, del 70% di imballaggi in alluminio, il nostro Paese non solo ha da tempo raggiunto e superato gli obiettivi al 2030, ma si colloca al primo posto in Europa con ben 10 punti percentuali sopra la media (59%) degli altri paesi. L’efficienza del sistema italiano è ancor più evidente se si analizza lo spaccato del tasso di riciclo per le sole lattine in alluminio per bevande, pari al 93,8% per il 2023. Un risultato da record, in linea con quello dei paesi i cui sistemi sono basati sul deposito cauzionale e abbondantemente superiore al tasso medio di riciclo europeo del 76%”. Ma l’Italia è capofila anche sulla prevenzione. "Uno studio realizzato da Cial per tracciare la tendenza evolutiva del packaging in alluminio a partire dal 2000 dimostra come le imprese della filiera siano riuscite a risparmiare in media ogni anno circa 5.350 tonnellate di materiale (l’equivalente di 51.000 carrozzerie per auto) per un totale di 107.000 tonnellate pari ad una riduzione complessiva di 936.000 tonnellate di CO2. Ciò grazie a miglioramenti dei processi produttivi e a una progettazione dell’imballo finalizzata a massimizzare il riciclo”, ha aggiunto Stellini. “In Italia - hanno ricordato Amigoni e Stellini - viene prodotto solo alluminio da riciclo che garantisce sostenibilità ambientale, decarbonizzazione ed efficienza energetica. Il riciclo necessita di solo il 5% dell’energia richiesta per la produzione di alluminio primario. A livello europeo il riciclo dell'alluminio potrebbe comportare una riduzione delle emissioni di CO2 del 46% all’anno al 2050”.