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(Adnkronos) - Sono racconti terrorizzati quelli dei testimoni della strage di New Orleans dove, nel quartiere francese della città, un veicolo si è lanciato ad alta velocità contro la folla che nella notte di Capodanno stava festeggiando l'arrivo del 2025. "Tutto quello che ho visto è stato un camion che si lanciava contro tutti sul lato sinistro del marciapiede di Bourbon", ha detto Kevin Garcia, 22 anni, parlando alla Cnn poco dopo la strage. "Un corpo mi è volato addosso", ha affermato, aggiungendo di aver anche sentito degli spari. Un'altra testimone, Whit Davis, 22 anni, di Shreveport, Louisiana, ha raccontato alla Cnn che l'attacco è avvenuto mentre si trovava in una discoteca su Bourbon Street. "Tutti hanno iniziato a urlare e a correre verso il retro del locale. Siamo rimasti bloccati per un po' e poi la situazione si è calmata, ma non ci hanno lasciato uscire", ha detto Davis. "Quando finalmente ci hanno fatto uscire dal club, la polizia ci ha fatto indicato dove camminare e ci ha detto di andarcene velocemente dalla zona. Ho visto alcuni cadaveri che non sono riusciti a coprire e molte persone che ricevevano il primo soccorso", ha aggiunto. La polizia ha ordinato alle persone presenti sul posto di mettere via i cellulari e di andarsene il prima possibile, ha affermato Davis.
(Adnkronos) - Con il nuovo anno si apre il countdown per uno degli anniversari storici più importanti che attendono gli americani: nel 2026, infatti, saranno trascorsi 250 anni dal quel 4 luglio 1776, giorno in cui fu firmata la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti, che sancì la nascita della più grande democrazia del mondo. Un anniversario che sarà celebrato in pompa magna e che attrarrà milioni di turisti, alla scoperta o alla riscoperta di quanto di storico ha da offrire anche questo paese. La strada che porta ad ‘America 250’ è tracciata, con un sito web già attivo (america250.org), e in questi 365 giorni che separano dal 2026 sarà scandita da tutte quelle tappe che, due secoli e mezzo fa, prepararono il terreno per la nascita della nazione americana. Così, già nel 2025 alcune città sono pronte a commemorare i primi capitoli della Guerra rivoluzionaria americana, o Guerra d'Indipendenza, che pose fine al colonialismo britannico. Le prime grandi battaglie si svolsero nel 1775 a Boston e dintorni, nel Massachusetts. Quello che gli storici chiamano “lo sparo che fece il giro del mondo” partì il 19 aprile 1775 durante le battaglie di Lexington e Concord. E il Minute Man National Historic Park celebrerà l'anniversario con una rievocazione della battaglia del 19 aprile e numerosi altri eventi. Mentre la battaglia di Bunker Hill, combattuta il 17 giugno 1775 nel quartiere di Charlestown a Boston, sarà celebrata dal Boston National Historical Park con visite e programmi speciali per il 250° anniversario. Altri Stati con eventi legati ad ‘America 250’, già in programma nel 2025, includono la Pennsylvania, dove George Washington fu nominato comandante dell'esercito continentale nel maggio 1775, a Philadelphia: la riunione si svolse nell'attuale Independence Hall, dove un anno dopo fu firmata la Dichiarazione d’Indipendenza. In Virginia, mostre e altri programmi ricorderanno il famoso discorso del Padre fondatore Patrick Henry, “Datemi la libertà o datemi la morte”, pronunciato 250 anni fa, il 23 marzo 1775, nella chiesa di St. John a Richmond. Altri importanti siti storici della Virginia includono Colonial Williamsburg, la casa di George Washington a Mount Vernon e la casa di Thomas Jefferson, a Monticello. Un itinerario turistico sulle tracce della nascita degli Stati Uniti percorre la East Coast, da New York fino alla punta del New Jersey, passando per la più storica delle città americane, Philadelphia. Come spiega Fred Dixon, presidente e Ceo di Brand Usa, l'organizzazione di destination marketing per gli Stati Uniti, “la promozione turistica delle destinazioni storiche degli Stati Uniti, come Philadelphia, Cape May e New York City, assume un'importanza strategica per Brand Usa in vista degli anniversari significativi del 2026, tra cui il 250° anniversario della Dichiarazione d'Indipendenza: questo evento rappresenterà una pietra miliare nella storia americana e desideriamo celebrarlo accogliendo sempre più turisti, invitandoli a visitare il Paese e a scoprire il suo patrimonio, incluse le destinazioni meno conosciute”. “Philadelphia, luogo in cui è stata firmata la Dichiarazione d'Indipendenza, Cape May con la sua architettura storica, e New York City, prima capitale degli Stati Uniti e crocevia di eventi fondamentali della storia americana, che si prepara anche a ospitare la finale della Coppa del mondo Fifa 2026, sono tutte mete che possono essere valorizzate per attrarre visitatori interessati a esplorare le radici storiche degli Stati Uniti. Questo contribuirà ad aumentare l'interesse dei viaggiatori italiani verso gli Stati Uniti, un trend che è già in forte crescita dallo scorso anno, con 977.000 arrivi dall'Italia. Per il 2024 si prevede di raggiungere 1,1 milioni di arrivi e, per il 2025, si stima di superare i livelli del 2019 con 1,2 milioni di arrivi. Siamo entusiasti di accogliere un numero sempre maggiore di visitatori italiani per gli eventi straordinari dei prossimi anni”, sottolinea. Per avere informazioni e suggerimenti si può visitare il sito www.thebrandusa.com e anche quello di Visit the Usa, www.visittheusa.com, che si propone di ispirare i viaggiatori a sperimentare la vivacità, la cultura e le infinite possibilità del Paese. Imprescindibile e strategico punto di partenza per qualsiasi viaggio negli Usa, New York City ha molto da offrire anche a chi negli Usa va a caccia della sua storia, sicuramente recente per un europeo, ma sorprendentemente ricca. A dare una mano per orientarsi ad andare indietro nel tempo, nella Grande Mela, corre in aiuto Big Onion Walking Tours, agenzia che offre percorsi a piedi accompagnati da guide esperte, lungo ben 30 itinerari in 20 quartieri. Tra questi, sono diversi quelli a tema storico. Da Harlem, cuore dell’anima afroamericana, fino al Financial District, si può scoprire quel che resta del passato coloniale e capire come New Amsterdam è diventata New York, perché ha perso la sede del Congresso guadagnando però quella della Borsa. E apprendere così il ruolo che ha avuto nella rivoluzione americana questo luogo, in cui per la prima volta fu letta in pubblico la Dichiarazione d’Indipendenza. Ed è proprio nella Lower Manhattan che si possono percorrere le uniche strade corte e strette della città, facendo tappa magari alla leggendaria Fraunces Tavern, il più antico ristorante newyorchese, frequentato dai padri fondatori e ancora oggi attivo con piatti ‘storici’ in menù e un museo al piano superiore. Non lontano Battery Park, dove i cannoni difendevano il porto destinato a diventare il più importante del paese, dove tuttora sono visibili i resti di un forte del XIX secolo. E da qui la vista spazia sull’iconica Statua della Libertà, che racconta un altro volto della storia di New York, quello dell’immigrazione e di generazioni che approdarono qui in cerca di fortuna. E poi la storia di giustizia sociale e di lotte sindacali, di vie commerciali e di proibizionismo. A guardar bene, non c’è quartiere di New York che non sappia svelare, magari nascosto fra i grattacieli, un pezzo del suo passato. Dettagli, eventi e programmi sono illustrati su www.nyctourism.com, il sito di New York City Tourism + Conventions, l’organizzazione ufficiale di destination marketing, convention e Visitors Bureau di New York City, dedicata a massimizzare le opportunità di viaggio e turismo nei cinque distretti della città. A due ore da New York, nell’ideale itinerario lungo la East Coast, raggiungibile anche in treno dalla mitica Penn Station, è Philadelphia, la città storica per eccellenza degli Stati Uniti. E’ qui che si può entrare nella Independence Hall (oggi Patrimonio Unesco), dove i padri fondatori firmarono, il 4 luglio 1776, la Dichiarazione d’Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti. Di fronte le vestigia del primo palazzo presidenziale, che ospitò George Washington e John Adams, oggi spazio museale dove è narrata la storia della schiavitù e dove è custodita la Liberty Bell, la campana simbolo della libertà e dell’indipendenza americana, e il National Constitution Center, unico museo del paese dedicato alla Costituzione degli Stati Uniti. Sono 68 i monumenti nazionali sparsi per la città, in quello che viene definito “il miglio quadrato più storico del paese”; oltre a quelli concentrati nella Old Town, l’edificio storico simbolo di Philadelphia è il City Hall, sede del Comune, mentre nella Benjamin Franklin Parkway quello che viene chiamato il ‘Museum Mile’ raccoglie alcuni tra i musei più importanti degli Stati Uniti, con sorprendenti collezioni d’arte. Nel 2026, quindi, Philadelphia avrà senz’altro un ruolo da protagonista e la festa dell’Indipendenza, che ogni anno si apre il 19 giugno con il Juneteenth per concludersi con la celebrazione del 4 luglio, durerà per mesi. Sono numerose le iniziative già annunciate per l’anniversario ‘America 250’. Al Museo della rivoluzione americana, dal 18 ottobre 2025 al 3 gennaio 2027 si terrà ‘The Declaration’s Journey’, un viaggio per scoprire come la Dichiarazione d’Indipendenza americana è diventata il documento politico più influente dell’epoca moderna. Da gennaio a dicembre 2026, l’Historic District di Philadelphia ospiterà ’52 Weeks of Firsts’ per celebrare i più grandi traguardi raggiunti dalla città lungo tutto l’anno. Mentre il 2 luglio 2026 si terrà la terza edizione di un evento inaugurato quest’anno: ‘Red, White, & Blue To-Do’, che unisce in un filo comune musei, attrazioni, ristoranti e molto altro (per restare aggiornati si può consultare il sito web www.discoverphl.com). L’itinerario sulle tracce della storia dell’Indipendenza americana non può non fare tappa in quella che è una vera e propria gemma nascosta: Cape May, località balneare all’estremo Sud dello Stato del New Jersey, che riporta sulla costa affacciata sull’Oceano Atlantico. Ebbene, in quello che dovrebbe essere considerato un luogo di vacanza e divertimento si cela in realtà un pezzo di storia americana. Cape May, infatti, è la più antica località balneare degli Usa: per oltre due secoli ha ospitato, tra alterne vicende, generazioni di villeggianti diventando una meta iconica. E’ nell’ultima parte del 1800 che Cape May accresce la sua fama. Grazie all’arrivo della ferrovia, nel 1863, diventa più facilmente raggiungibile e anche il fiume Delaware era navigabile fino a Jersey Cape. Nel post-guerra civile, sorgono i primi cottage ma nel 1878 un tragico incendio distrugge buona parte delle abitazioni e così Cape May fu ricostruita proprio in quello stile vittoriano eclettico che l’ha resa famosa. Uno stile difeso anche cento anni dopo, ai giorni nostri, quando, sfidando calamità naturali e la concorrenza di nuove località costiere, si è puntato a un rilancio turistico che valorizzasse proprio la storia e l’architettura, con restauri e ricostruzioni rispettosi dello stile vittoriano. Dalla nascita di veri e propri musei, come Emlen Physick Estate, uno dei migliori esempi di architettura vittoriana, risalente al 1879, al Cape May Lighthouse, il faro del 1859 che ha ispirato artisti e poeti e che oggi ospita un museo sul mare e l’ecosistema, fino alla Promenade, il Lungomare di 2 chilometri accompagnato da archi bianchi ricostruiti di recente sul modello di quelli dei primi del 1900. Lo stile vittoriano, dunque, si è mantenuto intatto per più di un secolo ed è quello che ancora oggi rende unica Cape May. Tanto che la città è stata dichiarata National Historic Landmark City nel 1976, l’unica del paese ad ottenere il riconoscimento. Fra storia e natura, sono infinite le opportunità per vivere questo posto fiabesco (per conoscere attrazioni e attività si possono visitare i siti web www.escapetothejerseycape.com, www.visitnj.org, www.visittheusa.com). E magari guadagnarsi, perché no, le chiavi della città, di cui si usa fare dono agli ospiti davvero speciali.
(Adnkronos) - È stata inaugurata oggi, ai Musei Vaticani, la nuova copertura vetrata fotovoltaica del Cortile delle Corazze. All’evento hanno partecipato il Cardinale Fernando Vérgez Alzaga e la Presidente di Acea Barbara Marinali. Gli impianti sosterranno in modo significativo con una produzione di energia rinnovabile i consumi elettrici dei Musei e concorreranno ad abbattere la Carbon Foot Print dello Stato. L’intervento, realizzato in soli sei mesi da Areti, società del Gruppo ACEA che si occupa della distribuzione dell’energia elettrica a Roma, ha un ulteriore valore estetico e funzionale per un sito di per sé già iconico nell’immaginario collettivo: infatti la sostituzione dei vetri esistenti con i nuovi vetri fotovoltaici ha permesso di realizzare una copertura che garantisce un isolamento termico e un effetto di ombreggiamento che aumentano in modo significativo la vivibilità degli spazi. Così come la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione, ha consentito di migliorare l’efficienza illuminotecnica e una conseguente valorizzazione estetica del sito. A rendere ancora più complessa la sfida per i tecnici, durante i sei mesi di lavoro, la necessità di non intralciare mai il flusso dei visitatori giornalieri attraverso l’ingresso dei Musei. Per questo motivo i tecnici hanno operato su ponteggi interni ed esterni progettati in modo tale da poter eseguire gli interventi in sicurezza e senza alcun intralcio ai visitatori. Oltre al cortile delle Corazze, nel progetto è prevista anche la copertura con vetri fotovoltaici del magazzino della Vignaccia nei Giardini Vaticani, che verrà completata entro i primi mesi del prossimo anno. Complessivamente, i due impianti, prevedono la realizzazione di 350 KW di picco fotovoltaico per una produzione complessiva di circa 500 MWh di energia elettrica all’anno. Sempre oggi sono stati inaugurati anche 20 punti di ricarica “veloci” su 10 colonnine e 2 punti di ricarica “ultra fast”, su una ulteriore colonnina al lato dell’ingresso dell’Aula Paolo VI per incentivare la diffusione della mobilità elettrica. La Presidente di ACEA Barbara Marinali ha dichiarato: “La bellezza dell’arte e l’innovazione tecnologica, un binomio che si concretizza perfettamente nel progetto che inauguriamo oggi ai Musei Vaticani. È un’occasione per ACEA per fornire il proprio contributo, grazie alle altissime professionalità del Gruppo, ad uno dei musei più importanti al mondo, supportando così il settore artistico-culturale. Oggi possiamo dire che il Vaticano diventa sempre più green. Continua così il nostro impegno nel migliorare le infrastrutture e offrire soluzioni che vanno nella direzione delle smart city in un futuro in cui la grande sfida passa attraverso i temi della new technology, della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale”.