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(Adnkronos) - Presto il Quirinale avrà un altro logo, destinato alla produzione di gadget ma che non sostituirà l'originale. Tant'è che c'è già chi parla di una brandizzazione del Colle, sulla scia di quanto avviene a palazzo Madama e Montecitorio, negli Stati Uniti (basti pensare a tazze e t-shirt vendute dalla Casa Bianca) o in Francia (dove la presidenza di Emmanuel Macron ha persino lanciato una boutique online di souvenir). Il Quirinale, guidato da Sergio Mattarella dal 2015, ha infatti deciso, secondo quanto apprende l'Adnkronos, di entrare nel mondo del merchandising, adeguando il book-shop già in funzione per i numerosi visitatori. Lo scorso 21 maggio, il Segretariato generale della Presidenza della Repubblica ha presentato, in qualità di titolare, una richiesta di registrazione presso l'Ufficio europeo per la proprietà intellettuale (Euipo). Si tratta di un nuovo marchio: una "Q" blu con la gambetta che richiama un'onda tricolore e, in alto, un torrino stilizzato in bianco e nero; e un altro logo, caratterizzato dalla scritta "Quirinale" per esteso. Come rappresentante legale figura lo studio associato Cerino-D'Angelo di Pomigliano d'Arco in provincia di Napoli, specializzato nella tutela della proprietà intellettuale e dei marchi aziendali. Questa operazione di marketing rappresenta anche un'opportunità per valorizzare il Quirinale sotto un profilo commerciale. La Presidenza della Repubblica ha registrato il brand per ben dodici categorie di prodotti e servizi, anche se poi non è detto che tutto venga realizzato: si va dalle candele ai magneti, dalle chiavette Usb alle custodie per tablet, dalle lampade alle spillette. E ancora: portachiavi, orologi, valigie, borse, zaini e portafogli. Non mancano poi articoli di cancelleria di ogni tipo: agende, taccuini, penne e segnalibri, fino ad arrivare a opere d'arte, oggetti decorativi e capi d'abbigliamento, come cappellini, t-shirt, giocattoli e peluche. Il nuovo logo si aggiunge a quello in uso da tempo: il simbolo della Presidenza della Repubblica Italiana che campeggia sul podio dei discorsi del Capo dello Stato è un ovale con le iniziali "P" e "R" sovrapposte, sormontate da una corona e dalla scritta "Presidenza della Repubblica". D'ora in poi, dunque, il Colle potrà diffondere in modo capillare i propri marchi, che si presenterà con una veste grafica completamente rinnovata. (di Antonio Atte e Vittorio Amato)
(Adnkronos) - In che modo l’apertura del capitale sociale a giovani professionisti può rappresentare un modello innovativo per la crescita delle imprese italiane? La risposta arriva da Smh group. "Smh group - spiega all'Adnkronos/Labitalia la presidente Sabina Megale Maruggi - è un ecosistema integrato di servizi professionali tradizionali (tax, legal ed engineering) e consulenza strategica, digitalizzazione, gestione del cambiamento, formazione, compliance e Esg. Al suo interno, sei società specializzate operano in sinergia per offrire soluzioni dedicate alle imprese, con un modello innovativo di servizio che si fonda sulla sinergia tra sfera umana e professionale e tecnologie digitali proprietarie". "L’apertura del capitale sociale ai giovani professionisti - dice - rappresenta un modo per valorizzare il loro apporto e proiettarlo in una dimensione di crescita. Il futuro dell’impresa passa attraverso la continua ricerca di approcci innovativi in grado di indirizzare i numerosi cambiamenti radicali che stiamo vivendo nel nostro tempo. L’energia dei giovani è fondamentale per sostenere questo sforzo di visione verso il futuro". "Oggi il cambiamento per restare competitivi passa da tre leve concrete: digitalizzazione dei servizi, sostenibilità come valore integrato e centralità dei bisogni del cliente. In Smh questo significa potenziare i servizi professionali con soluzioni digitali orientate ai processi. Pensiamo che questa nuova visione serva per accompagnare le imprese nella transizione, con un modello che integri tecnologia, professione e cultura del miglioramento continuo", aggiunge. In che modo è possibile conciliare l’uso delle tecnologie digitali con l’importanza delle relazioni umane nel lavoro quotidiano? "La tecnologia - sottolinea - può essere un potente alleato nel semplificare i processi, ma è fondamentale utilizzarla per amplificare e non sostituire le relazioni umane. Le tecnologie digitali ci aiutano a rendere i servizi più efficienti e accessibili, liberando tempo e risorse da dedicare all’ascolto e alla consulenza personalizzata. In Smh diciamo: be human, be smart. Per noi, l’innovazione ha senso solo se mette la persona al centro". Perché il supporto alle micro e piccole imprese è considerato strategico per la valorizzazione del territorio e delle comunità locali? "Le micro e piccole imprese - fa notare Sabina Megale Maruggi - sono il cuore pulsante dell’economia locale: generano occupazione, reddito per le famiglie e quindi la stabilità sociale. In Smh lavoriamo ogni giorno per semplificare la vita di queste imprese, accompagnandole nella risoluzione delle problematiche quotidiane e anche nell’innovazione e nella crescita. Sostenere le micro e piccole imprese significa rafforzare la spina dorsale dell’economia del nostro Paese".
(Adnkronos) - "In questi dieci anni la legge antispreco ha sicuramente prodotto un risultato dal punto di vista quantitativo (nel caso di Banco Alimentare, rispetto ai dati precedenti la legge 166 del 2016, il recupero delle eccedenze è aumentato del 390%); però c'è anche un aspetto qualitativo, perché rimuovere gli ostacoli burocratici e condividere buone pratiche e studi è un modo per spingere quei cambiamenti che sono necessari, le leggi hanno bisogno di vivere su un tessuto culturale e sociale che va nella stessa direzione". Così Maria Chiara Gadda, vicepresidente commissione Agricoltura della Camera e prima firmataria della legge 166/16, intervenendo alla conferenza stampa ‘Prevenire lo spreco alimentare: la rivoluzione digitale di Planeat’, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato. "La legge 166 interviene a valle - spiega - tecnicamente la donazione è un modo per allungare il ciclo di vita di un prodotto, unisce due mondi che apparentemente sono diversi: i donatori, quindi le imprese di tutta la filiera produttiva, distributiva, della somministrazione con l'altra faccia della medaglia che è il mondo del terzo settore che risponde a bisogni sociali crescenti". "Non pensiamo però che le aziende che usano oggi quotidianamente la legge 166 lo facciano per frutto dell'errore; l'economia circolare, la sostenibilità si pensa, spreca chi per esempio non include nelle politiche aziendali la donazione. Donare significa misurare, significa essere consapevoli dei propri processi interni, logistici, distributivi, del rapporto con il proprio cliente, con i consumatori. Quindi in realtà la donazione non è frutto dell'errore, è frutto di un pensiero", aggiunge.