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(Adnkronos) - In attesa della proposta di Digital Networks Act che la Commissione europea presenterà entro la fine del 2025, il dibattito sul futuro delle reti digitali entra in una fase decisiva. Il nuovo quadro normativo punta a rivedere l’attuale Codice europeo delle comunicazioni elettroniche (Eecc), con l’obiettivo di comprendere le evoluzioni dell’ecosistema digitale, semplificare le regole e favorire l’armonizzazione tra gli Stati membri. In questo contesto l’Italia è chiamata a offrire il proprio contributo alla definizione delle politiche europee, assicurando un approccio che favorisca competitività, innovazione e certezza del diritto, e che non ostacoli la trasformazione digitale di imprese, cittadini e pubbliche amministrazioni. Con questo obiettivo si terrà lunedì 3 novembre 2025, alle ore 16.30, presso il Palazzo dell’Informazione di Adnkronos in Piazza Mastai 9 a Roma, la tavola rotonda “Reti, cloud e regole: il cantiere europeo del Digital Networks Act”, organizzata in collaborazione con Open Gate Italia. L’incontro riunirà policy maker, rappresentanti delle istituzioni, accademici e imprese per discutere come orientare le scelte nazionali in coerenza con gli obiettivi di armonizzazione europea e di competitività del mercato unico digitale. L’incontro riunirà policy maker, rappresentanti delle istituzioni, accademici e imprese per discutere come orientare le scelte nazionali in coerenza con gli obiettivi di armonizzazione europea e di competitività del mercato unico digitale. Dopo i saluti di apertura di Silvia Compagnucci, senior consultant di Open Gate Italia, è previsto il keynote speech di Federico Eichberg, capo di gabinetto del Ministero delle imprese e del made in Italy (Mimit). Seguirà un intervento introduttivo di Luca Rigoni, responsabile delle relazioni istituzionali del Dipartimento per la trasformazione digitale della presidenza del Consiglio dei ministri, che delineerà il quadro nazionale delle politiche per la connettività e la digitalizzazione. La tavola rotonda vedrà la partecipazione di Laura Aria, commissaria dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom); Giuseppe Bianchi, ordinario di telecomunicazioni e sicurezza delle reti all’università degli studi di Roma Tor Vergata; Stefano Cavedagna, europarlamentare, membro della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (Imco); Letizia Pizzi, direttore generale di Anitec Assinform. I lavori saranno moderati da Giorgio Rutelli, vicedirettore di Adnkronos. Per informazioni e accrediti: eventi@adnkronos.com
(Adnkronos) - Coltivare anche senza terra e in ogni luogo, dai tetti degli edifici urbani ai campi profughi, promuovendo la sicurezza alimentare e la resilienza climatica nelle comunità più vulnerabili e al tempo stesso creando nuove opportunità economiche. E' il sistema idroponico 'farm-in-a-box' ideato da Smartel, attività avviata in Nigeria da un gruppo di giovani che sta rivoluzionando il modo e i posti in cui è possibile coltivare. Un'idea pluripremiata - un metodo di coltivazione senza suolo che utilizza acqua arricchita di nutrienti con un risparmio idrico del 90% - e che è finalista anche del premio UN Sdg Action Awards, l’iniziativa di punta della UN Sdg Action Campaign, promossa dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, ospitata dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp) e con sede a Bonn, Germania, e sostenuta dai governi italiano e tedesco. Smartel è uno dei tre finalisti per la categoria 'Creatività' del premio 'Heroes of Tomorrow: UN Sdg Action Awards' promosso nell'ambito della campagna, che celebra iniziative e individui che utilizzano creatività e innovazione capaci di generare cambiamenti concreti per avvicinarci a un mondo più sostenibile, equo e pacifico. Attraverso la creatività, la resilienza e l’impegno personale, questi protagonisti trasformano sfide globali in opportunità, influenzando politiche, comportamenti e percezioni pubbliche. Le categorie premiate includono Creatività, Resilienza e Changemaker, con esempi ispiratori che spaziano dalla lotta contro la violenza di genere alla promozione dell’inclusione e alla difesa dell’ambiente. La cerimonia 2025 si terrà il 29 ottobre a Roma e sarà trasmessa a livello globale. I finalisti, selezionati tra migliaia di candidature da oltre 190 paesi, parteciperanno a un programma formativo e celebrativo che unisce arte, musica e leadership. Al centro della storia di Smartel si trova Israel Smart, innovatore nigeriano nel campo della tecnologia climatica e imprenditore nato da una famiglia di piccoli agricoltori nello Stato di Taraba. Avendo vissuto la malnutrizione da bambino, Smart ha trasformato le difficoltà personali in una missione: garantire che nessuna comunità venga lasciata indietro nella lotta per la sicurezza alimentare e la resilienza climatica. La sua avventura è iniziata con un’idea semplice ma rivoluzionaria: coltivare cibo senza terra o input sintetici. Grazie alla sua formazione in ingegneria ed energie rinnovabili, ha sviluppato un sistema idroponico 'farm-in-a-box' alimentato da energia solare e supportato da intelligenza artificiale, realizzato con plastica riciclata. Questi sistemi modulari e portatili permettono alle comunità di coltivare prodotti freschi anche nelle condizioni più estreme, sui tetti, nelle scuole, nei campi profughi o in terre aride. Ciò che è iniziato come un esperimento locale si è evoluto in un modello scalabile che unisce tecnologia, co-creazione comunitaria e rigenerazione ambientale. Oggi, gli hub idroponici guidati dalle comunità di Smartel fungono sia da centri di produzione alimentare che da laboratori locali di innovazione, dove donne e giovani ricevono formazione pratica sull’agricoltura climaticamente intelligente. Ogni hub diventa uno spazio di apprendimento, sperimentazione e imprenditorialità, trasformando luoghi inutilizzati in centri di opportunità e speranza. I risultati di Smartel parlano da soli. Ha già prodotto migliaia di chili di cibo fresco per comunità vulnerabili, riducendo l’utilizzo di acqua fino al 90% rispetto all’agricoltura convenzionale. Oltre al cibo, sta generando mezzi di sussistenza per imprenditrici, giovani e piccoli agricoltori, trasformando spazi inutilizzati in vivaci centri economici. Il suo design portatile e modulare ha attirato l’interesse di governi, agenzie umanitarie e investitori globali, dimostrando che può essere scalato dalle comunità locali fino a interventi internazionali. Finora, Smartel ha raggiunto oltre 150.000 persone in Nigeria e Rwanda, formando più di 15.000 giovani nella costruzione e gestione di fattorie idroponiche. Riconosciuta con numerosi premi globali per innovazione, sostenibilità e impatto, Smartel sta definendo un nuovo standard per l’agricoltura climaticamente intelligente. In Nigeria, 33 milioni di persone affrontano una grave insicurezza alimentare, con gli stati nordorientali di Borno, Adamawa e Yobe tra i più colpiti. Sebbene oltre il 70% dei nigeriani dipenda dall’agricoltura per il proprio sostentamento, quasi il 43% del territorio nazionale è degradato dalla desertificazione, minacciando la sopravvivenza di oltre 40 milioni di persone. Con l’aggravarsi dei cambiamenti climatici, la sfida è chiara: coltivare cibo dove terra e acqua stanno scomparendo. Unendo scienza, design e impatto sociale, Smartel non sta solo producendo cibo,ma sta costruendo un sistema alimentare resiliente e adattato al clima, che funziona ovunque. La sua visione è audace ma semplice: ogni comunità, per quanto remota o priva di risorse, dovrebbe avere gli strumenti per coltivare il proprio futuro. Smartel invita così governi, donatori e changemaker a investire in un’agricoltura guidata dalle comunità, scalabile, sostenibile e pronta ad affrontare le sfide di un mondo in riscaldamento. Ogni modulo installato è un passo verso un futuro alimentare sicuro, radicato nella resilienza e coltivato con creatività. Dalla lotta contro l’insicurezza alimentare alla riscrittura delle regole dell’agricoltura, finalisti come Smartel dimostrano che la creatività cresce meglio quando è condivisa.
(Adnkronos) - "Sono fiducioso che ci sia una reale e consistente inversione di tendenza o quantomeno un incremento di attenzione da parte dei nostri governanti sul tema dei rischi naturali, ambientali ed antropici ed in particolare sul cosiddetto dissesto idrogeologico". Così Domenico Calcaterra, responsabile scientifico Fondazione Return (collegamento), intervenendo all’appuntamento Adnkronos Q&A, 'Sostenibilità al bivio', questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma. "La nostra fondazione è un ecosistema che da tre anni si occupa in maniera continuativa, nell'ambito delle misure finanziate dal Pnrr, di rischi - spiega - Partiamo dalla trattazione delle singole tipologie di pericolosità, gli esempi sono quelli classici per il nostro paese che purtroppo risente degli effetti della quasi totalità delle pericolosità naturali ed antropiche, pensiamo a frane, alluvioni, terremoti, eruzioni, il degrado ambientale nelle sue varie forme, ad esempio l'inquinamento, per creare dei modelli, tenendo ben presente quanto sta accadendo sotto i nostri occhi e quello che potrebbe nei prossimi anni e nei prossimi decenni accadere in termini di cambiamento climatico". "Il nostro obiettivo è quello di fornire al Paese degli strumenti che, aggiornati allo stato dell'arte, possano servire a migliorare la gestione dei rischi intervenendo con delle soluzioni più adeguate, più efficaci", conclude.